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Capitolo 23- La Coppa del Mondo di Quidditch (Parte Prima)

Per quanto la conoscenza di Lily Potter, in materia di campeggi, non fosse particolarmente approfondita, la ragazza dai capelli rossi avrebbe potuto spergiurare che al mondo non esistesse un campeggio più strampalato di quello che le si era presentato davanti agli occhi, quel pomeriggio di Gennaio.
Aveva tutta l'aria di essere un chiaro esempio di tentativo mal riuscito di adattamento al mondo Babbano, nel tentativo di non destare eventuali sospetti. Un numero limitato di tende da campeggio si sarebbe potuto definire passabile, quanto ad aspetto esteriore, eccezion fatta per un numero imprecisato di comignoli che, di tanto in tanto, spiccavano prepotentemente sulle cime delle tende, forti della loro eccentricità, che nulla aveva a che vedere con il prototipo di campeggio Babbano. A quei colorati nonché bizzarri comignoli, tuttavia, quasi nessuno delle centinaia di maghi presenti dedicava attenzione, intenti com'erano, ad esaminare le enormi e fantasiose tende che si ergevano a breve distanza, ognuna delle quali, fornita di giardino dotato di prato inglese, un numero considerevole di piani superiori, più o meno stabili, che sormontavano le costruzioni e ve ne era persino una tanto estrosa, da possedere una vasca di idromassaggio di medie dimensioni, che emanava calore e rilassava al solo guardarla. Come James ebbe modo di rinfacciarle più d'una volta, Lily denotó che, effettivamente, parecchie comitive di maghi, riunitesi appositamente per l'evento, avevano scelto di indossare le proprie divise da Quidditch, nel tentativo, di rievocare, maliconicamente, i giorni in cui da ragazzi, avevano sferzato l'aria in sella a vere e proprie saette in legno e saggina, che aveno segnato un'epoca. Fioccavano da ogni dove esemplari di Stella Sfreccia, la rinomata scopa da corsa, divenuta una vera e propria icona del Quidditch agonistico classe 1950, tanto da essere stata selezionata appositamente per la squadra nazionale inglese, durante i Mondiali di Quidditch, del '55, anno in cui la squadra conquistó una vittoria schiacciante, sconfiggendo la nazionale tedesca con un margine di duecentocinquanta a settanta. Era considerata una vera rarità poterne osservare una autentica, principalmente a causa della gelosia con cui i fortunati proprietari le serbavano. Il campeggio pullulava di collezionisti intenti ad esporre i propri trofei, accerchiati da schiere di fanatici adulanti, desiderosi di riuscir anche solo ad intravedere, tali meraviglie. James Potter, fornito di divisa nei toni rosso ed oro vagamente sbiaditi dagli anni e di un quantitativo non indifferente di salda determinazione, al momento avanzava a passo di marcia, facendosi largo tra la folla di maghi e streghe di molteplici etnie e culture, spaziando con sguardo indagatore, fra le tende presenti nell'estesissimo campeggio. I suoi occhi color nocciola, contornati da una montatura squadrata, saettavano rapidamente, guizzando da un punto a quello opposto, intenti ad individuare anche il minimo segno d'infiltrazione nemica. Nel corso dell'ispezione, aveva adocchiato un corposo gruppo di possibili sostenitori del nemico, tutti accomunati da una serie di gadget più o meno vistosi, invariabilmente nei toni dell'azzurro cielo. S'aggiravano per il camepeggio tronfi e spavaldi, quasi fossero stati a conoscenza dell'esito della partita, prima ancora che essa avesse avuto luogo. James sapeva bene quale fosse il loro obiettivo, quantomeno lo supponeva, tuttavia, forte della sua ipotesi, s'era fatto avanti ed aveva esposto alla moglie e ai propri migliori amici, la sua teoria secondo la quale i seguaci della nazionale francese fossero alla ricerca dell'arbitro, nel tentativo di persuaderlo in qualche modo ad avvantaggiare la propria squadra. "Ma cosa vai blaterando? Sembrano persone così educate..." Obiettó Lily, dubbiosa, alludendo ad una coppia di tifosi francesi, intenti ad attingere acqua presso la fonte comune del campeggio. James la fulminó con lo sguardo "Questo è quello che i francesi vogliono farti credere! Sono subdoli, tentano di disorientarti con la loro falsa corte sia e poi sbam!" Battè violentamente le mani producendo un tonfo sordo, tanto forte da far sussultare Harry "Afferrano il Boccino e finisce che perdiamo" Concluse il ragazzo dagli occhiali, con fare saccente. Sirius roteó gli occhi con fare annoiato, era bel consapevole di quanto il Quidditch potesse influire nel comportamento del proprio migliore amico, reduce, com'era, da anni ed anni di convivenza non sempre pacifica con lui. Il ragazzo dai capelli corvini, lunghi fin quasi alle spalle, sbuffó con fare annoiato, si domandava sinceramente per quale ragione avesse accettato di aggregarsi alla famiglia Potter, per la visione della Coppa del Mondo di Quidditch. In fondo, a Sirius, non era mai importato granchè, del Quidditch, in special modo dal monento in cui aveva appurato di non possedere alcuna particolare abilità né inclinazione verso tale sport, in vista di ció, per quale ragione avrebbe deciso di sprecare il prezioso tempo a sua disposizione, in quella maniera? Avrebbe potuto benissimo denigrare l'invito e trascorrere quelle due giornate all'insegna del dormire, prospettiva che, solitamente, si rivelava essere la vincitrice. Ma non quella volta. Spazió con lo sguardo fra i capannelli di sfegatati seguaci dell'una o dell'altra nazionale, avanzando nella direzione della propria tenda, apparentemente sordo alle speculazioni di James, riguardanti delle possibili truffe messe in atto dai tifosi della nazionale francese. "Padfoot...dove stai andando? Guarda che siamo arrivati" La voce di Remus lo riscosse dai propri pensieri, che si accavallano in maniera confusa nella sua mente, con il solo risultato di intricare ancor di più, se possibile, i suoi dubbi.
La tenda che si gli paró davanti agli occhi pareva essere sufficientemente stabile, tuttavia, osservandola con maggiore attenzione, risultava difficile credere che quattro persone ed un bambino di poco più di un anno, potessero sistemarvisi comodamente all'interno. Sebbene Remus non espresse ad alta voce il proprio scetticismo riguardo alla scelta della tenda, non poche volte di domandó se avesse realmente fatto la scelta giusta, acconsentendo a trascorrere il fine settimana assieme ai Potter e a Sirius. Cosa l'aveva spinto ad accettare? Di certo non poteva ritenersi un attento seguace del Quidditch, in quanto a malapena ricordava i nomi dei membri della nazionale inglese. Neppure poteva dirsi un amante dei raduni o dei campeggi, data la sua propensione per le comoditá che regalava l'ambiente domestico, in special modo in quei rigidi giorni di Gennaio. Avrebbe potuto gentilmente rifiutare l'invito e scegliere di trascorrere quel fine settimana nel calore del proprio appartamento, intervallando la lettura dei suoi romanzi preferiti con una fumante tazza del miglior cioccolato caldo di Mielandia. Quella sì che si rivelava essere una allettante prospettiva per trascorrere il proprio week-end, tuttavia, qualcosa o magari qualcuno l'aveva persuaso ad optare per il campeggio.
"Allora, squadra, è il momento di assegnarvi le vostre missioni. So bene che potrebbero rivelarsi impegnative, qualcuno di voi potrebbe non tornare vivo. In tal caso, ci tengo a dirvi che siete stati dei decenti compagni di avventura. Certo, avrei potuto averne di migliori, ma mi sono accontentato" Declamó James, ergendosi sulla sommità di una scanalatura presente nel terreno, a breve distanza. Harry lanció un'occhiata preoccupata alla propria madre, la quale ricambió con una semplice alzata di spalle. "Lily, tu ed Harry siete incaricati di accertarvi che la tenda sia a posto e di riparare nel caso di eventuali danni" Illustró il ragazzo occhialuto, con sguardo fiero. S'accertó che la moglie facesse un breve cenno di consenso o che desse nota d'aver afferrato, poi proseguì, rivolgendosi, con fare autorevole, a Remus e Sirius "Voi due, andrete a prendere i posti. Non vorrei mai che non ci fossero più posti per lo spettatore più importante. Che se avesse voluto avrebbe anche potuto giocare...ma ha scelto di di dedicarsi alla vita familiare, lo so, Lily, lo so" I due ragazzi annuirono, non pienamente coscienti della mansione che era stata loro affidata. Lily s'avvió quasi immediatamente all'interno della tenda, al pari di James, il quale, con un rapido movimento, s'incamminó verso la mansione che aveva serbato per sè stesso e della quale pareva non avesse intenzione di svelare i dettagli.
Lo stadio all'interno del quale si sarebbe svolta la competizione comprendeva all'incirca un numero di centomila posti a sedere, situati in apposite strutture che torreggiavano sul campo, intervallate da un paio di immensi tabelloni, la cui ombra rettangolare veniva proiettata sull'erba perfettamente millimetrata che ricopriva il suolo. Ancora trenta minuti li separavano all'avvio della partita, tuttavia, alcuni gruppi di persone s'erano già curate di procurarsi dei posti a sedere. Nel momento in cui raggiunsero la propria tribuna, nella mente di Sirius riaffioró vivido il ricordo della sua prima Coppa del Mondo. Doveva aver avuto cinque o sei anni, tuttavia, tale avvenimento non accennava ad evadere dai meandri della sua mente, in special modo nei momenti in cui non aveva null'altro a cui pensare. O meglio, in quel momento, effettivamente, aveva qualcosa a cui pensare, tuttavia, preferiva non pensarci e lasciare briglia sciolta alla propria mente. "Questi dovrebbero essere i nostri: dalla B24 alla B28. Missione compiuta" Constató Remus, appropriandosi del posto B27. Dapprima, Sirius sedette a tre posti di distanza dall'amico, ritenendo che dal posto B24 si godesse di una visuale parecchio migliore. Remus lo osservó per un momento, riflettendo rapidamente, in seguito tornó a scrutare il vuoto, fingendosi particolarmente interessato all'enorme lenzuolo dipinto d'azzurro, che un corposo gruppo di simpatizzanti della squadra francese andava trasportando.
"Posso sedermi?" Chiese improvvisamente Sirius, in uno slancio d'educazione. Remus inarcó un sopracciglio, parecchio stupito "Da quando chiedi il permesso,  prima di fare qualcosa?" Domandó il ragazzo dai capelli color sabbia, insospettito. Sirius si limitó a scrollare le spalle, prendendo posto accanto all'amico. Entrambi si ritrovarono a sorridere, pur non conoscendone la ragione.

#SpazioAutrice
Buonsera gente! Mi scuso per il ritardo ma ho avuto alcuni problemi con la connessione ad internet. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, volevo avvertivi del fatto che in questa storia potrebbero esserci dei riferimenti alla coppia Wolfstar, tuttavia, dato che la storia non è incentrata su di loro, non saranno mai troppo dettagliati, ma solo sottili allusioni che spero cogliate. Nella speranza che vi sia piaciuto
For ever and always be a potterhead !
I solemnly swear that I am up to no good !

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