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23å

"Certo che non pensavo di averti cresciuta in questo modo Delilah" mormorò sconfitta mia zia Madison, non facendo altro che farmi sentire ancora peggio di quel che già facevo.

Strinsi il cuscino al mio petto più del normale e per un breve secondo pensai perfino di scaraventarlo da qualche parte.

Tirai su con il naso e ripulii le mie lacrime con la manica del mio pigiama.

"Si può sapere perché diamine sei scappata via in quel modo?" mi chiese un paio di minuti dopo, mentre cercava davvero di capire le mie azioni, cose che nemmeno io capivo più a quel punto.

Ci avevo rimuginato nell'ultima settimana giorno e notte e la sola cosa che avevo fatto era stata peggiorare la situazione.

Il mio cellulare era stato spento per paura di quello che ci avrei trovato dentro e gli occhi di mia zia non facevano altro che farmi sentire più in colpa.

"Lo sai il perché, lo sai meglio di tutti com'è vivere con la paura che le persone non ti accettino per quello che sei ed io ho solo paura che una volta che scoprirà la verità su di me, mi guarderà con disgusto e gli farò pena e questa è l'ultima cosa che desidero." spiegai con la voce spezzata e le lacrime di coccodrillo a rigare nuovamente il mio viso.

"Oh tesoro, dovresti capirlo da sola che a lui non importerà, tu meglio di me dovresti saperlo perché sei stata tu a vivere i momenti insieme a lui e sono sicura che si sia innamorato di questa versione di te anche grazie a cosa hai passato, a ciò che ti ha resa così..." dichiarò per poi passarmi la tazza di caffè bollente che fino a quel momento era stata intenta a preparare.

"Non è innamorato di me" chiarii il punto, perché ancora mi era difficile realizzare il senso reale delle cose che mi aveva detto quella notte, di come il suo cuore in qualche strano modo mi apparteneva.

"Io penso solo che dovresti dirglielo, lo aiuterà a capire il tuo comportamento e lo farà sentire meglio, sono certa di questo, anzi ti dirò che potrei metterci perfino la mano sul fuoco Delilah. Questo ragazzo non scapperà quando scoprirà cosa ti hanno fatto" concluse per poi camminare e sedersi accanto a me sul divano, cominciando a cambiare canali per trovare qualcosa di interessante da vedere in televisione.

Sospirai frustrata e portai la tazza alle mie labbra, pensierosa sul da farsi.

"Mi puoi mostrare una sua foto, così da potergli dare un volto nella mia mente?" chiese mia zia dopo un paio di secondi, curiosa nello scoprire come si mostrava il ragazzo che mi aveva letteralmente scombussolato l'esistenza.

"Si, però dammi il tuo telefono" le chiesi ansiosa perché temevo che avrebbe cominciato a fare battutine su di lui o peggio ancora che mi avrebbe presa a schiaffi perché lo stavo evitando.

"Tieni" le dissi passandole il suo telefono un paio di minuti dopo aver cercato il suo profilo Instagram.

Abbozzai un lieve sorriso mentre aspettavo con ansia una sua reazione, un qualsiasi commento alla foto di Harry che lo ritraeva sul campo da basket, una delle foto che più mi piacevano.

Guardai la bocca spalancata di zia Madison e sorrisi perché realizzai non si sarebbe mai aspettata una cosa simile da parte mia.

"Ragazza, sapevo fossi stupida ma non immaginavo fino a questi livelli" balbettò con la gola secca per poi poggiarsi una mano sul petto e cominciare a fissare un punto indefinito della stanza.

L'enorme voglia di urlare si instaurò dentro di me, facendomi realizzare che ormai fosse tutto troppo tardi.

Gli avevo spezzato il cuore con le mie azioni e lo avevo fatto in un giorno particolare, in un giorno nel quale mai avrei dovuto farlo, un giorno nel quale avrei dovuto stargli accanto ed era stato proprio lì che avevo sbagliato.

Harry Styles aveva in quel momento ben due motivi per odiare il Natale ed io ne ero in parte colpevole.

Aggiustai la coperta sulle mie gambe e mi stesi nuovamente sul divano cercando invano di concentrarmi sulla televisione di fronte a me, ma era davvero difficile a causa dei continui sbuffi di mia zia.

La stessa sera mi ritrovai a guardare il soffitto sopra la mia testa e quando il campanello rimbombò attraverso le pareti di tutta la casa, sobbalzai.

Sospirai esausta a causa della crisi esistenziale che stavo attraversando e non mi importò neanche di scendere perché ero sicura si trattasse di una qualche amica di mia zia, perciò mi ritrovai a tirare le coperte ancora di più e ricoprire il mio corpo che nonostante il calore che emanavano i termosifoni, era gelato.

Ero un disastro ed ero a tratti spaventata perfino di guardarmi allo specchio, perfettamente cosciente che ci avrei solo trovato il fantasma di me stessa nel suo riflesso, una me dagli occhi gonfi e le guance rosse a causa del pianto, i capelli spettinati perché non mi importava più neanche pettinarli.

"Non mi aspettavo arrivassi così in fretta" sentii dire dietro la porta della mia stanza e ciò non fece altro che mettermi sull' attenti e farmi più curiosa di scoprire cosa stesse succedendo.

Aspettai di sentire una qualsiasi risposta, ma quando la sola cosa che udii fu qualcuno bussare alla mia porta, non mi ci volle molto a realizzare che qualcosa di strano stesse accadendo.

Il viso di mia zia fece capolino dentro la mia stanza ed il suo enorme sorriso mi scombussolò ancora di più.

"Del, so che molto probabilmente mi ucciderai ma c'è qualcuno che davvero vorrebbe parlarti" parlò velocemente, non dandomi neanche il tempo per realizzare cosa stesse succedendo.

Lo capii soltanto quando un Harry apparentemente stanco varcò la soglia della stanza nella quale mi trovavo.

"Oh mio dio!" gridai terrorizzata, per poi coprirmi la testa con le lenzuola e cominciare a desiderare di scomparire da quella casa.

Non poteva vedermi in quelle condizioni, non avevo ancora pensato a cosa dirgli, al fatto di raccontargli il mio segreto.

"Vado a lavare i piatti, vi lascio soli perché sono sicura abbiate molto di cui parlare" disse mia zia ad alta voce, per poi sentire la porta chiudersi dietro di lei e dileguarsi, lasciandomi da sola ad affrontare quella situazione di merda.

Respirai profondamente ed abbassai lentamente la coperta perché sentivo di non riuscire più a respirare correttamente.

I suoi occhi furono la prima cosa che osservai ed il mio cuore smise di battere per un istante.

"Come sei arrivato qui?" chiesi balbettando a causa dell'ansia che si poteva benissimo tagliare con un coltello in quella stanza.

"Tua zia mi ha detto che ti avrei trovata qui" rispose calmo, ma i suoi occhi lo tradirono.

"Perché sei venuto Harry?" chiesi con più coraggio di prima, certa che sarebbe accaduto un putiferio da un momento all'altro e che sarebbe esploso.

Lo guardai prendere un respiro profondo e camminare lentamente verso il letto per poi sedervisi e cominciare a darmi la schiena.

"Mio padre è stato un pilota aviatico, e cinque anni fa, per il giorno di natale era stato ingaggiato per un volo privato da Cincinnati a Los Angeles..." cominciò a parlare fermandosi per respirare profondamente poiché l'argomento lo toccava in modo particolare ed io lo sapevo com'era, come ci si sentiva a raccontare le proprie cose, la paura del giudizio, la paura di reazioni.

"Avevamo davvero bisogno di quei soldi e lui non ha titubato neanche per un secondo a salire su quel dannato aeroplano nonostante gli avvertimenti meteo, io...ha perso il controllo a causa di una bufera di neve e l'aereo che pilotava si è schiantato causando la sua morte e quella dei passeggeri, è per questo che non volevo salire su quello stupido aereo, eppure guardami qui. L'ho fatto di nuovo per venire da te." concluse per poi alzarsi da dove era stato seduto e cominciare a camminare per la stanza con le mani nelle tasche, ma evitando comunque di guardarmi.

Il mio cuore si strinse in una morsa alla realizzazione che lui era realmente di fronte a me e che mi aveva per davvero spiegato cosa gli era accaduto, il perché delle sue paure.

Eppure io non ero coraggiosa come lui e non lo sarei mai stata.

"Mi dispiace davvero tanto Harry" fu la sola cosa che riuscii a dire e per un istante non capii se mi stessi scusando per quello che era accaduto a suo padre o se lo stessi facendo per ciò che anche io gli avevo fatto.

"È successo è non c'è una singola cosa che io possa fare per cambiare gli accaduti" rispose duro e serio, anche se la sua voce tremava a causa della frustrazione.

"Cosa ti aspetti che dica Harry?" gli chiesi alzandomi dal letto e mostrandomi ai suoi occhi per il disastro che realmente ero.

"Hai giurato Delilah, hai promesso che quando mi sarei svegliato saresti stata accanto a me e non c'eri. Non l'hai fatto, nonostante tu sapessi quanto difficile quel giorno fosse per me mi hai lasciato lì come un idiota. Josh mi ha raccontato di avertelo detto e mi è davvero difficile concepire il fatto che io mi sia affezionato ad una persona del genere." alzò la voce puntandomi il dito contro e spezzandomi ancora di più con le sue parole taglienti.

"Cosa stai provando a dire?" chiesi con voce rotta dal pianto che stavo avendo nuovamente.

"Una persona dal cuore di ghiaccio come te, una persona che scappa costantemente quando le cose si complicano, dio...se avessi saputo prima che saresti stata così non ti avrei mai chiesto di uscire Delilah!" gridò a perdifiato, costringendomi ad allontanarmi di un passo da lui e farmi piccola nel pigiama oversize che stavo indossando.

"Io non sono così, sto solo cercando di proteggerti da me!" gridai a mia volta non riuscendo più a contenere la rabbia che le sue parole avevano scatenato in me.

"Cosa stai provando a dire?" chiese a bassa voce quella volta, confuso dalla mia precedente affermazione.

"Ho paura che quando scoprirai la verità non mi guarderai più così Harry, i tuoi sentimenti svaniranno nello stesso istante nel quale scoprirai cosa mi è successo, il perché sono come sono, il perché scappo costantemente da te" spiegai esausta, con il cuore dolorante perché mi stavo raccontando più di quello che inizialmente avrei voluto però ero stata messa all'angolo in qualche strano modo e mi era davvero difficile trattenermi in quel momento.

"Non ti rendi conto del fatto che nulla mi avrebbe fatto cambiare idea su di te? Niente di quello che mi avresti mai raccontato mi avrebbe fatto tirare indietro Delilah, nulla, niente di niente ma ormai questo non importa neanche più perché sono stanco. Sono stanco di perdere le notti a pensarti quando tu non riesci neanche ad affrontare un semplice discorso" concluse frustrato per poi passarsi una mano tra i capelli e scrutarmi attentamente.

Avrei voluto sorridere a causa della situazione esilarante e al pensiero i come mi stessi mostrando in quel momento ai suoi occhi, ma non lo feci, non lo feci perché le sue guance erano rigate dalle lacrime tanto quanto le mie e se lo avessi fatto gli avrei mostrato quanto realmente fossi distrutta. Perché chi mai si metterebbe a ridere dopo aver pianto in quel modo? Chi lo farebbe in quelle circostanze?

"Smettila di blaterare cose senza senso Harry e di promettermi la luna e le stelle quando tu sei così! Sei estremamente bello ed attraente e sicuro come non mai potresti avere una qualsiasi altra ragazza, lo hai dimostrato con Becky e lo hai fatto la sera di Natale in discoteca. Smettila di farmi sentire in colpa per una cosa che sono sicura tu stesso avresti rovinato perché ad un certo punto ti saresti stancato di me." la buttai lì, cercando di cambiare la direzione del mio discorso e fargli capire che comunque non avrebbe funzionato, che qualsiasi cosa ci sarebbe potuta essere tra di noi non sarebbe mai conclusa bene.

"Tu sei fuori di testa se pensi io abbia fatto tutti questi sforzi per conquistarti per poi tradirti con una tipa qualunque. Ma deduco questo non importi neanche più, giusto?" chiese con il fiato corto e gli occhi più belli che mai ma intrisi di un dolore profondo.

Scossi la testa positivamente e non riuscii più a dire nulla, non lo feci neanche quando lo guardai abbandonare la stanza e neanche quando lo sentii salutare cordialmente mia zia al piano inferiore.

Mi tuffai nel letto e sprofondai la testa nel cuscino cosciente che se solo avessi detto le cose giuste, non mi sarei mai trovata in quella situazione. 

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