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22å

https://youtu.be/XISlkwEwCJg

"Non mi interessa, non adesso" risposi sicura di me, per poi fissare lo sguardo sulle sue labbra.

Sentii lo stomaco andare in subbuglio quando le sue mani si poggiarono sui miei fianchi e quando capii che aveva appena smesso di lottare contro la sua coscienza.

"Promettimi che non scapperai e ti darò tutto quello che desideri" soffiò sulle mie labbra per poi darmi giusto un paio di secondi prima di incollarle alle mie e lasciarmi completamente senza fiato.

Nessun ricordo, nessuna memoria triste invase la mia mente e quello fu abbastanza da farmi promettere cose che non avrei mantenuto.

Annuii quando per un breve secondo le nostre labbra si separarono e lo feci nuovamente quando le riattaccai più avide di prima, mentre per la prima volta mi lasciavo completamente andare a quelli che erano i miei desideri, lasciandomi consumata dall'attrazione che provavo per lui fin dal primo momento che l'avevo visto entrare nel negozio di mio padre.

"Giura Delilah, giura che domani mattina sarai al mio fianco" bisbigliò con gli occhi lucidi mentre le sue mani avevano cominciato a vagare sul mio corpo nel tentativo di spogliarmi.

Non potevo farlo, non potevo farlo perché sapevo che non avrei mantenuto quel giuramento perché non ero mai stata sincera con lui, perché ero terrorizzata da quello che provavo.

Ma se non l'avessi fatto lui si sarebbe fermato ed io non potevo sopportare tale rifiuto, così acconsentii anche a quello, cosciente che molto probabilmente non mi sarei ricordata nemmeno metà delle cose che ci saremmo detti quella sera perché avevo permesso all'alcool di avere la meglio su di me.

E se per un verso era una benedizione, per l'altro la vedevo una maledizione quella che forse non mi sarei ricordata del suo tocco sulla mia pelle nuda, dei gemiti soffocati che stavano abbandonando la sua bocca a causa delle mie dita a giocare con la sua pelle e a tirargli leggermente i capelli.

Guardai la mia maglietta volare per la stanza e al contrario di ciò che mi sarei aspettata non mi sentii in imbarazzo di fronte a lui, perché il luccichio presente nei suoi occhi mi diede confidenza.

"Sei tremendamente bella" disse prima di incollare nuovamente le sue labbra alle mie e cominciare a trafficare con il gancetto del mio reggiseno.

Sorrisi contro le sue labbra quando notai che lo avesse slacciato ed io con più foga di prima sbottonai tutti i bottoni restanti per rivelare finalmente il suo addome scolpito ai miei occhi carichi di desiderio.

Mi aiutò a sfilare la camicia ed io feci lo stesso con il mio reggiseno, annaspando in cerca d'aria quando le sue mani strinsero i miei seni e un tremendo piacere mi mandò in estasi.

Mossi il mio bacino avanti e indietro lentamente mentre la protuberanza nei suoi pantaloni cresceva notevolmente ad ogni mio movimento e quando sentii di non poterne più di quella tortura, mi alzai di scatto e lo spinsi per le spalle per farlo stendere completamente.

Spalancò gli occhi a causa della sorpresa e lo fece ancora di più quando senza indugiare gli tolsi i jeans e i boxer rivelando la sua erezione di fronte a me, ed io ero estasiata dallo spettacolo che era il suo corpo nudo steso sul letto di quel dannato hotel.

Non feci in tempo a fare più nulla dato che venni presa per la mano e trascinata con forza accanto a lui, mentre con un semplice movimento mi ritrovai ad essere assalita nuovamente dalle sue labbra nel mentre le sue mani mi svestivano completamente.

Aveva ripreso il controllo della situazione e sembrava piacergli da matti.

Le sue dita volarono fino alla mia parte intima senza darmi alcun momento per prepararmi, cominciando a muovere le sue dita in modo circolare sul mio clitoride e facendomi ansimare e desiderare sempre di più.

Feci lo stesso con lui e pompai la sua lunghezza nella mia mano mentre gemiti leggeri uscivano dalla sua bocca e i peli si rizzavano sulle mie braccia a causa della visione che mi si era parata di fronte, dove io gli stavo provocando piacere e lui lo stava facendo sentire a me.

Ed ero certa mi sarebbe bastato anche solo guardarlo in quel modo per soddisfare tutti i miei desideri.

"Non sai quante volte ho sognato questo momento" ammise prima di incollare le mie labbra alle sue e spostare la sua mano dalla mia parte intima per frugare nel comodino accanto al nostro letto.

Pochi secondi dopo e dopo un paio di giramenti di testa e di una strana sensazione di euforia, lo guardai srotolare il preservativo sulla sua lunghezza per poi incastrare i miei occhi ed aspettare un qualsiasi segno da parte mia, eppure quello era tutto ciò che volevo in quel momento così mi ritrovai a sorridere ampiamente e ad allungare la mia mano verso il suo membro per indirizzarlo alla mia entrata.

Con una lenta spinta entrò dentro di me ed io mi ritrovai a spalancare leggermente la bocca a causa del bruciore che stavo sperimentando ma soprattutto della strana sensazione che sentivo.

"Dio, sei così stretta amore" biascicò tra un gemito e l'altro ed il mio cuore non fece altro che battere sempre più forte all' udire il soprannome che mi aveva affibbiato.

"Spero solo che domani ce lo ricorderemo" parlai nuovamente sulle sue labbra, prima di incollarle alle sue e cominciare ad inarcare leggermente la schiena affinché lui riuscisse ad arrivare sempre più in profondità.

Le sue spinte diventarono regolari ed il mio fiato corto mentre alcune piccole gocce di sudore imperlavano la sua una fronte ed io graffiavo la sua schiena a causa del troppo piacere.

"Non potrei mai dimenticarmi una cosa simile" disse dopo aver spinto ancora più forte delle volte precedenti.

Mi era davvero difficile mantenere la concentrazione e la mia vista era abbastanza sbiadita a causa degli shot di tequila che avevo bevuto, ma le sensazioni nel mio basso ventre sembravano reali, il piacere sembrava riportarmi alla realtà ogni qual volta lui mi riempiva.

Le sue mani viaggiavano sul mio corpo, le sue dita sfioravano la mia pelle, le sue labbra baciavano il mio collo, era una quasi tortura.

I suoi gemiti leggeri sembravano rimbombare nella mia testa, i suoi capelli leggermente bagnati, gli occhi lucidi che si incastravano perfettamente nei miei, mi facevano girare la testa.

Ruotò i fianchi prima che sentissi il mio corpo essere attraversato da una scarica di puro piacere, la quale mi fece tremare leggermente le gambe ed inarcare la schiena, infilzando poi le mie unghie nelle sue spalle ed incollare le mie labbra alle sue per soffocare il quasi urlo che mi era scappato durante quello che era stato il mio primo orgasmo.

Lui lasciò cadere la sua testa leggermente all'indietro, mentre chiudeva gli occhi ed affondava un'ultima volta dentro di me, raggiungendo così anche lui l'apice.

Lo guardai accasciarsi sopra il mio corpo e respirare profondamente a causa della stanchezza che sembrava averlo afflitto tutto d'un tratto.

Era stato meglio di quello che avrei mai potuto immaginare e non mi sentii di pentirmi di nulla, se non del fatto che non lo avevo fatto prima.

Sorrisi quando si stese accanto a me ed io mi ritrovai ad osservare il soffitto sopra le nostre teste, finalmente sentendomi leggermente imbarazzata da quello che avevamo appena fatto.

"Vorrei dirti una cosa ma sono certo che ti farà allontanare da me" sussurrò con il fiato ancora corto.

Mi costrinsi a voltarmi per incrociare il suo sguardo.

"Voglio solo che tu sappia che questo" disse per poi indicarsi il cuore.

"È tuo e puoi farci quello che vuoi" fini mostrandomi le sue fossette e quello fu abbastanza da farmi realizzare quanto fottuta in realtà fossi.

Realizzai quanto anche io ormai c'ero dentro e di come avrei voluto urlargli che anche il mio era suo da molto prima di quella sera, ma qualcosa sembrò bloccarmi, lasciandomi solo incollare nuovamente le mie labbra alle sue e colta da uno stato di stanchezza profondo, mi alzai dal letto e spensi la luce lasciandoci nell'oscurità di quella notte.

I suoi respiri erano lenti ed il suo corpo nudo sotto le lenzuola mi riscaldava quasi come se fosse un termosifone, e nonostante la stanchezza iniziale, non riuscii ad addormentarmi a causa della mia coscienza che purtroppo aveva deciso di farmi sentire in colpa forse dovuto al fatto che ormai gli effetti della tequila stessero svanendo.

Mi rigirai su me stessa nuovamente e mi soffermai a guardarlo un'ultima volta.

I capelli disordinati che ricadevano sul cuscino sopra il quale dormiva, il petto che si muoveva regolarmente ed i suoi tatuaggi ancora ben visibili grazie alla luce che filtrava dalla finestra della stanza.

Le sue labbra piene e l'espressione serena sul suo viso mi fecero stringere il cuore, cosciente che se avessi trovato il coraggio necessario mi sarei potuta svegliare ogni giorno a venire con quella vista, che se fossi stata una ragazza normale e sana di mente, quel ragazzo, quel uomo che se ne stava accanto a me e con il quale avevo fatto sesso quella sera avrebbe potuto essere mio per sempre.

Sospirai sconfitta e mi ritrovai davvero a rimuginare sul da farsi.

Ero rotta e temevo che una volta scoperto quello che mi era successo, lui si sarebbe allontanato e colta nuovamente dalle paranoie, scelsi che sarei stata io la cattiva nella nostra storia.

Sarei stata io a prendere le staffe e a decidere cosa sarebbe accaduto e anche se le mie stesse azioni mi frantumavano il cuore, il solo pensiero di come mi avrebbe guardata dopo aver scoperto la verità, mi diede la forza necessaria per alzarmi dal letto.

La voglia che sentivo di piangere era tremenda e prima di vestirmi mi avvicinai alla finestra per assicurarmi che ci sarebbe stata almeno una possibilità di poter fuggire di lì, di abbandonare New York, cosciente che Grace sarebbe stata la prima ad uccidermi e cosciente che evitarlo mi sarebbe risultato impossibile.

Sospirai nuovamente quando constatai che fuori avesse smesso di nevicare e raccolsi i miei vestiti insieme al mio portafogli e al mio cellulare dal comodino.

Camminai in punta di piedi non sapendo realmente che ore fossero e quando sentii le lenzuola smuovere il letto, quasi ebbi un infarto.

Rimasi ferma fino a quando constatai che non si sarebbe svegliato ed aprii la porta pregando mentalmente che non andassi a sbattere contro qualcosa o che essa non cominciasse a scricchiolare.

Non ero sicura di star facendo una cosa giusta, non ero più sicura di nulla ed ero convinta che ancora avessi la possibilità di tornare in stanza, di tornare dentro e di provarci per davvero ad essere felice, solo che con il tempo avevo imparato ad accettare il fatto che io stessa fossi il mio peggior nemico.

Io e la mia coscienza che mi urlava di non meritare un ragazzo come Harry, di quanto in realtà facessi schifo come persona, di come mi era e sarebbe stato sempre impossibile possedere qualcosa di bello.

Non potevo scappare quello era poco ma sicuro, ma potevo nascondermi, almeno fino a quando avrei trovato le giuste parole per poter spiegare le mie azioni.

La mia concentrazione era ancora scarsa e sentivo di non essere ancora totalmente sobria, ma nonostante ciò in meno di mezz'ora mi ritrovai in aeroporto e con un biglietto tra le mani.

L'aereo sarebbe decollato in un'ora esatta e la destinazione non sarebbe stata Cincinnati ma bensì Washington.

Ripulii una lacrima dal mio viso ed abbozzai un leggero sorriso al pensiero che avrei rivisto mia zia, cosciente che solo lei mi avrebbe potuta tirare fuori dai casini con mio padre e che fosse l'unica in grado di aiutarmi in quella fase della mia vita perché lei oltre Grace era la sola a sapere la verità, la sola a comprendermi e ad accettare ogni lato del mio carattere.

Era uno dei miei pilastri fondamentali e sicuro come non mai mi avrebbe presa a schiaffi quando avrebbe scoperto quello che ne stavo facendo della mia vita da quando ero stata espulsa dalla Belleveu.

Cincinnati avrebbe fatto troppo male in quel momento ed ero sicura che Harry mi avrebbe cercata per tutta la città senza tregua una volta che avrebbe capito fossi scappata via, perciò quella, almeno quella sera mi sembrò essere stata l'idea migliore.

Avrei passato il resto delle vacanze a Washington da mia zia e avrei lavorato su me stessa e su quello che avrei dovuto fare da quel momento in poi.

Forse in fin dei conti avevo perfino un piano. 

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