11å
La musica rimbombava forte dalla casa a due piani che avevamo davanti e con stupore notai dei ragazzi già ubriachi nel piccolo giardino proprio di fronte a noi.
Ce n'era uno vestito da vampiro che aveva cominciato a vomitare proprio accanto a me, facendo venire voglia anche a me di rigettare tutto quello che avevo mangiato quel giorno.
Altri limonavano contro alberi e pareti e bicchieri di cartone rossi erano sparpagliati un po' dappertutto, facendomi capire che la festa fosse cominciata molto prima del nostro arrivo.
"Resta accanto a me" gridò Grace prima di prendermi la mano e varcare la soglia della porta della confraternita.
Mi voltai verso di lei e fissai il mio sguardo sul suo costume, il quale sembrava starle così bene da farmi avere leggeri dubbi sulla mia orientazione sessuale.
Il latex stringeva il suo corpo e metteva in bella mostra tutte le sue forme, i capelli lunghi e neri arrivavano fino a metà della sua schiena e lo smokey eyes risaltava i suoi occhi castani.
Il suo viso era coperto da una piccola maschera però la quale ero certa avrebbe tolto prima o poi a causa del calore che emanavano i corpi dei nostri compagni, i quali se ne stavano saltellando sui propri piedi e si erano tutti ammassati nel grande salotto.
Con la coda dell'occhio potei intravedere i miei capelli colorati di rosso e blu, i quali erano stati presi in due code basse, facendomi ricordare di quando mia madre soleva farmele quando andavo all'asilo.
Io e Grace avevamo litigato per un paio d'ore a causa del trucco che mi voleva fare e a causa del rossetto rosso che avrebbe dovuto essere sbavato e al quale io non avevo voluto sottomettermi, per non sembrare più pagliaccio di quello che già sembravo.
I pantaloncini quasi non li sentivo a causa di quanto corti erano, rivelandosi ancora peggio di quello che avevo pensato inizialmente.
L'unico indumento a darmi un po' di sicurezza erano le calze a rete che sembravano coprire più o meno la mia pelle nuda.
Sentii la voglia tremenda di togliermi il giacchetto di pelle rosso e blu a causa del calore terribile che stavo sentendo, ma quando guardai lo spettacolo che mi si parò di fronte, sentii un gelo profondo farmi smettere di sentire caldo.
"Penso che abbiamo appena trovato il tuo Joker!" urlò Grace, prima di sorridermi ampiamente.
Ma per me non era stato un sollievo, anche perché la figura di Harry mi fece mozzare il fiato per un paio di secondi.
Strinsi più forte di quello che avrei voluto la mano della mia amica, facendole quasi comprendere il mio disagio, soprattutto quando io ero Harley Queen ed Harry si era travestito da Joker.
I suoi capelli erano stati colorati di un verde accecante e sul suo viso era stato disegnato un sorriso a dir poco terrificante.
Era vestito con uno smoking rosso con dei decori dorati, con la sola differenza che non stava indossando una camicia, mettendo in risalto i suoi pettorali ed i tatuaggi che trasparivano da sotto il suo costume.
Un gruppo di ragazzi si era riunito attorno a lui e stavano ridendo e bevendo tra di loro.
Indossavano tutti costumi e mi era difficile anche solo poter capire chi fossero.
Ma quando una ragazza con un enorme e ampia gonna di tulle nero, con dei disegni di cuori rossi si avvicinò ad Harry e gli stampò un bacio sulle labbra, sentii il mio cuore cedere di fronte alla realizzazione che si trattasse proprio di Becky.
Guardai Harry alzare il viso dal suo bicchiere e guardarsi intorno per un paio di secondi.
Fu un momento, quello in cui i miei occhi azzurri incrociarono i suoi verdi e mi ci persi dentro nonostante il caos che mi circondava.
Lo notai abbozzare un ampio sorriso prima di salutare gli altri ragazzi e cominciare ad avvicinarsi a noi.
Il solo problema era che io non lo volevo vicino, non dopo quello che era successo tra di noi, non dopo il messaggio che mi aveva scritto, ma soprattutto non dopo averlo visto baciare Becki, quasi annullando quello che era stato il nostro di bacio.
"Ricordi che ti avevo detto di non voler bere? Ho appena cambiato idea!" gridai a Grace in preda all'ansia più profonda che avessi mai sentito.
"Ho appena visto il mio Batman!" gridò lei a sua volta, prima di trascinarmi dietro di lei verso la cucina.
Spinsi un paio di persone per farmi spazio tra la folla di ragazzi e quando mi voltai indietro e non ci trovai più la folta chioma di capelli verdi ad inseguirmi, tirai un sospiro di sollievo.
Grace lasciò la mia mano una volta che arrivammo di fronte all'isola della cucina, dove decine di bottiglie se ne stavano aperte sul ripiano.
Guardai la mia amica mettere su una smorfia prima di cominciare a frugare tra le varie dispense della cucina, cosciente del fatto che neanche lei avesse voluto bere da delle bottiglie già aperte, perché non potevamo sapere cosa alcuni ragazzi avrebbero potuto metterci dentro.
La osservai cercare e quando sorrise ampiamente, costatai che avesse trovato quello che stava cercando.
Si volto di scatto verso di me con una bottiglia sigillata di Jack Daniel's tra le mani.
Grace sorrideva quasi sempre ma quello dovevo ammettere fosse il sorriso più sincero che avessi mai visto sul suo volto.
La scrutai mentre dalla stessa dispensa estraeva dei bicchieri di cartone rossi nuovi di zecca e una piccola bottiglia di coca cola.
Sentii le mie mani cominciare a sudare mentre la osservavo creare un miscuglio nei due bicchieri tra le due bevande per poi passarmene uno.
Riluttai per un po' e quando la vidi buttare giù il contenuto del suo bicchiere come se non fosse nulla di che, trovai il coraggio necessario per farlo a mia volta.
Sentii la mia gola bruciare subito dopo, mentre il calore che inizialmente avevo sperimentato, tornava più forte che mai.
"Com'è?" chiese lei, avvicinandosi con la bottiglia verso di me, prima di versare un altro po' di Jack nel mio bicchiere ormai vuoto.
Alternai lo sguardo tra di lei e il bicchiere prima di sentire uno strano coraggio appropriarsi di me.
"Ho trovato la mia cat woman" gridò un ragazzo dietro le mie spalle, facendomi sussultare a causa dello spavento.
Guardai Grace accigliarsi prima di voltarmi e notare lo stesso ragazzo che avevo visto quella mattina in camera nostra togliersi il cappuccio che aveva sulla faccia, rivelando così il suo viso a noi.
"Aspettami qui" gridò la mia amica in preda alla gioia che non mi sentii di rovinargli.
E quando la vidi farsi spazio tra gli altri per andare a baciarsi in qualche angolo con quello che era il suo nuovo spasimante, mi sentii quasi abbandonata alla mia sorte, mentre realizzavo che tranne lei non conoscessi nessuno e così mi ritrovai sola a sedermi su uno sgabello della cucina.
Sentii la testa girarmi per un paio di secondi, segno che l'alcool aveva cominciato a fare il suo effetto.
Sospirai frustrata prima di guardare la bottiglia per metà piena di whiskey quasi richiamarmi verso di lei.
E quando una strana angoscia di impossessò di me e la voglia di piangere si face più viva che mai dentro di me, mi guardai intorno per un attimo e costatando che nessuno mi stesse prestando attenzione, afferrai la bottiglia e la poggiai sulle mie labbra.
Un quarto d'ora dopo avevo finalmente preso coraggio e avevo cominciato a ballare accanto allo sgabello al quale ero stato seduta e dove mi ero scolata quello che ne restava della bottiglia di Jack Daniel's.
La stanza girava davvero veloce intorno a me e cominciai a dissociarmi totalmente dai pensieri tristi, lasciando spazio alla voglia matta che avevo di ballare, di muovere i miei fianchi anche se ero stato lasciata completamente sola ed in balia di me stessa.
I Flash nella stanza non aiutavano di certo a farmi mantenere l'attenzione su una cosa per più di un paio di secondi ma la sensazione di strana libertà, sembrava avere la meglio su quella di disconforto.
"Delilah" sentii dire dietro le mie spalle, ritrovandomi a voltarmi bruscamente e quasi persi l'equilibrio e caddi a terra, trovandomi costretta ad aggrapparmi all'isola della cucina per non rotolare sul pavimento.
"Tu no!" gridai in preda all'ansia mentre cominciavo a scappare da Harry che quella volta sembrava rincorrermi tra i nostri compagni.
"Delilah, fermati!" gridò dietro di me e quello non fece altro che far aumentare il mio andamento, costringendomi perfino a spingere un paio di persone per crearmi un varco.
Sentivo i piedi muoversi da sé mentre aprivo la porta del retro e mi ritrovavo nel giardino.
Fissai il mio sguardo sulla grande macchia azzurra di fronte ai miei occhi la quale era illuminata da alcuni led, facendo sembrare l'acqua di fronte a me quasi un'oasi.
Camminai a zig zag avvicinandomi sempre di più alla piscina che in quel momento dell'anno era vuota, e non era difficile capirne il motivo.
"Delilah, fermati!" gridò Harry, prima di chiudere dietro di sé la porta della casa e avvicinarsi pericolosamente a me.
"Cosa vuoi da me?" gridai in preda alla confusione, perché ero stanca di ciò che scaturiva in me.
Dei gesti pieni di significato, delle belle parole e poi del baciare la sua ragazza come se non stesse accadendo nulla tra di noi.
"Parlare" rispose prima di fare altri passi verso di me, ritrovandomi costretta ad indietreggiare a mia volta e sentire il mio tallone sbattere contro i bordi della piscina.
"Stai attenta" disse Harry, per poi fermarsi sui suoi passi e realizzare che non lo volevo vicino a me.
Tentai di mantenere la mia concentrazione su di lui ma non riuscendoci mi guardai intorno attonita.
Solo in quel momento capii perché non avevo più bevuto.
La musica quasi non si sentiva più e con orrore potei notare un paio di ragazzi guardarci attentamente.
"Di cosa vorresti parlare Harry?" chiesi balbettando mentre desideravo solamente scomparire da quella stupida festa.
"Di te, di me, di noi" sussurrò e a stento riuscii a sentirlo.
"Posso avvicinarmi?" chiese prima di passarsi una mano tra i capelli e scrutarmi attentamente.
Mossi la testa in segno negativo, perché quello che voleva dirmi lo poteva benissimo fare anche dalla posizione nella quale si trovava.
Temevo che se si fosse avvicinato troppo non ci avrei pensato più di tanto a compiere gesti poco sensati, a baciarlo e a mostrare lui quanto in realtà adoravo ogni singola attenzione che mi dava.
Di fare cose che da sobria non sarei mai riuscita a fare.
"Perché sei vestito da Joker?" chiesi prima di respirare profondamente e aggiustarmi le due code ai lati della mia testa.
"Tu perché sei vestita da Harley Quinn?" chiese a sua volta prima di sorridere ampiamente e mostrarmi le sue fossette.
"Rispondi prima tu" borbottai quasi mangiandomi le parole a causa del sonno che stavo sperimentando, una stanchezza simile al dopo aver corso una maratona.
Giuro che sarei stata in grado di addormentarmi lì in piedi, se non ci fosse stato lui a mantenermi sveglia.
"Perché era l'ultimo costume disponibile, tu?" rispose, quasi ferendomi perché realizzai non fosse stata una scelta.
"Perché Grace ha creduto che si addicesse a me" mormorai, leggermente divertita anche solo al pensiero che lei avesse escogitato una cosa simile.
"Vieni qui, ti riporto in dormitorio" dichiarò lui, mozzandomi il respiro.
"Cosa? Ma se la festa è appena cominciata! Non voglio andare..." gridai in preda alla rabbia perché solo in quel momento avevo cominciato a non sentire più il peso dei miei problemi e finalmente mi potevo divertire.
"Sei ubriaca Delilah, non riesci neanche a reggerti in piedi, perciò vieni tu o vengo io?" chiese severo Harry, facendomi capire che non esistessero altre possibilità se non quelle elencate da lui.
Rimasi in silenzio e quello bastò affinché lui traesse le sue conclusioni.
E quando lo vidi precipitarsi verso di me quasi senza darmi il tempo di reagire, d' istinto feci un passo indietro.
E fu una frazione di secondo, quella in cui la mia schiena entrò in contatto con l'acqua che in quella fase dell'anno era ghiacciata.
Sentii l'aria mancarmi mentre l'unica cosa che vedevo intorno a me era acqua e solo acqua.
Mossi le mie braccia e le mie gambe, però sembrava quasi come se non riuscissi ad uscire da quella maledetta piscina.
E quando le braccia possenti di Harry mi tirarono verso la superficie, riuscii finalmente a riempire i miei polmoni d'aria.
Passai le mani sugli occhi e li pulii dalle gocce d'acqua che mi impedivano di vedere.
Scoppiai in una fragorosa risata quando incrociai gli occhi lucidi di Harry, mentre guardavo il trucco sul suo viso colare dal suo mento e la serietà presente sul suo volto mi fece ridere ancora di più di lui, anche se io sicuramente ero peggio in quel momento.
"Stai facendo un bagno con me?" gli chiesi, prima di spingerlo leggermente per le spalle.
"Dovresti davvero andare a fare sesso con Becky invece di stare qui con me, so badare a me stessa" biascicai, per poi cominciare a tremare come una foglia, realizzando forse solo in quel momento che l'acqua stesse congelando ogni cellula del mio corpo.
"Sei gelosa e stavi per affogare, andiamo" dichiarò prima di tirarmi per il braccio verso il bordo della piscina.
Lo guardai alzarsi sulle sue braccia e sedersi sul bordo prima di tirarmi talmente forte da cadere stesa sul suo corpo.
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