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2.9 ~ Di tè caldo e verità zuccherose

IL MINISTERO RIFORMA L'ISTRUZIONE
DOLORES UMBRIDGE NOMINATA
PRIMO INQUISITORE SUPREMO

Ieri sera, con una mossa a sorpresa, il Ministero della Magia ha approvato un decreto legge che gli attribuisce un controllo senza precedenti sulla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

«Il Ministro da qualche tempo manifesta un certo disagio riguardo alle vicende di Hogwarts» ha dichiarato l'Assistente Percy Weasley. «Questa è la risposta alle istanze espresse da genitori preoccupati che la scuola prenda una direzione che non approvano».

Non è la prima volta nelle ultime settimane che il Ministro Cornelius Caramell adotta nuove leggi per apportare miglioramenti alla Scuola di Magia. Lo scorso 30 agosto è stato approvato il Decreto Didattico Numero Ventidue, secondo il quale, nel caso in cui l'attuale Preside non sia in grado di presentare un candidato per un posto di docente, il Ministero ha facoltà di selezionare la persona più indicata.

«È così che Dolores Umbridge ha ricevuto l'incarico di insegnante a Hogwarts» ha dichiarato Weasley ieri sera. «Silente non è riuscito a trovare nessuno, perciò il Ministro ha nominato la Umbridge, che naturalmente ha ottenuto un successo immediato, rivoluzionando totalmente l'insegnamento di Difesa contro le Arti Oscure e fornendo al Ministro un riscontro sul campo riguardo a ciò che succede davvero a Hogwarts».

È quest'ultima funzione che il Ministero ha formalizzato approvando il Decreto Didattico Numero Ventitré, che istituisce la nuova figura di Inquisitore Supremo di Hogwarts.

«È una nuova, entusiasmante fase del piano ministeriale per affrontare quello che qualcuno definisce calo degli standard a Hogwarts» ha dichiarato Weasley. «L'Inquisitore avrà la facoltà di sottoporre a verifica i suoi colleghi insegnanti e assicurarsi che siano all’altezza del loro compito. Il posto è stato offerto alla professoressa Umbridge in aggiunta alla sua cattedra e siamo lieti di annunciare che lei ha accettato».

La nuova strategia del Ministero ha ottenuto il favore entusiastico di genitori e studenti di Hogwarts.

«Mi sento molto più a mio agio sapendo che Silente verrà sottoposto a una giusta e imparziale valutazione» ha dichiarato ieri sera il signor Lucius Malfoy (41 anni) dalla sua villa di campagna nel Wiltshire. «Molti di noi che abbiamo a cuore l'interesse dei nostri figli siamo preoccupati da alcune eccentriche decisioni prese da Silente negli ultimi anni, e siamo felici che il Ministro stia tenendo d'occhio la situazione».

Tra queste 'eccentriche decisioni' ci sono senza dubbio le controverse assunzioni di personale precedentemente descritte su queste pagine, che hanno visto l’ingaggio del licantropo Remus Lupin, del mezzogigante Rubeus Hagrid e del visionario ex Auror 'Malocchio' Moody.

Secondo molte voci, Albus Silente, ex Supremo Pezzo Grosso della Confederazione Internazionale dei Maghi ed ex Stregone Capo del Wizengamot, non sarebbe più all'altezza del compito di gestire la prestigiosa scuola di Hogwarts.

«Ritengo che l'istituzione dell'Inquisitore sia un primo passo verso la garanzia che a capo di Hogwarts ci sia un preside nel quale tutti noi possiamo riporre la nostra fiducia» ha dichiarato un membro del Ministero ieri sera.

I membri anziani del Wizengamot Griselda Marchbanks e Tiberius Ogden hanno dato le dimissioni in segno di protesta contro l'introduzione della carica di Inquisitore a Hogwarts.

«Hogwarts è una scuola, non una succursale dell'ufficio di Cornelius Caramell» ha detto Madame Marchbanks. «Questo è un ulteriore, disgustoso tentativo di gettare discredito su Albus Silente».

Con un'espressione disgustata, Rose restituì il quotidiano a Zabini, il quale era stato così inaspettatamente gentile da prestarglielo.

«Che schifo. Oh, grazie, Blaise.»

Quel lunedì, i Serpeverde del quinto anno non assistettero ad alcuna ispezione in classe da parte della professoressa Umbridge. Le loro lezioni si tennero regolarmente e con una strana tranquillità, tranne giusto che per le due ore di Pozioni con i Grifondoro, durante le quali Piton restituì agli studenti i temi sulla pietra di luna. Sulla pergamena di Rose, in un angolo in alto, era scarabocchiata una 'A' nera e spigolosa. Fiera del suo 'Accettabile', sorrise tra sé e sé.

«Vi ho assegnato il punteggio che avreste preso con questi lavori ai G.U.F.O.» sogghignò Piton, passando tra i banchi per consegnare gli ultimi compiti. «Questo dovrebbe darvi un'idea precisa di che cosa aspettarvi all'esame.»

Tornò alla cattedra, e si voltò per fronteggiare la classe.

«Il livello generale della prova è stato penoso. Se questo fosse stato l'esame, la maggior parte di voi sarebbe stata bocciata. Confido in uno sforzo molto maggiore nel prossimo tema sulle diverse varietà di antidoti ai veleni o dovrò cominciare a dare punizioni a quei somari che hanno preso una 'D'.»

Malfoy ridacchiò.

«C'è chi ha preso una 'D'? Ha!»

Rose avrebbe voluto sbirciare il suo compito per capire cosa avesse da vantarsi, ma il ricordo della sera precedente la assalì, costringendola a non voltarsi e concentrarsi invece sulla Soluzione Corroborante che Piton aveva richiesto. A fine lezione, posò il proprio flacone contenente la pozione sulla cattedra del professore, quindi, non appena la campana suonò, lasciò l'aula insieme a Daphne.

Sapendo che era l'ultimo posto nel quale avrebbe potuto trovare Malfoy, Rose trascorse l'intero pomeriggio in biblioteca, nonostante le lamentele contrariate di Daphne.

«Possiamo studiare in sala comune, perché dobbiamo stare qua?»

Rose aveva bofonchiato una scusa indistinta e aveva tuffato il naso nel libro di Erbologia.

Martedì mattina, a colazione, la notizia che il pomeriggio precedente Harry avesse ottenuto dalla Umbridge un'altra settimana di punizione fu nota all'intera scuola, perché le urla di Angelina Johnson, Capitano della squadra di Quidditch dei Grifondoro, investirono l'intera Sala Grande, al punto che la professoressa McGranitt si vide costretta a raggiungere il tavolo dei Grifondoro e togliere cinque punti ad Angelina – furiosa che quella settimana, a causa del castigo, il Cercatore non potesse partecipare agli allenamenti – per il baccano e cinque a Harry per non essersi controllato con la Umbridge.

A lezione di Difesa contro le Arti Oscure, la professoressa fece leggere ai Serpeverde del quinto anno il secondo capitolo di Teoria della Magia Difensiva.

«Poiché abbiamo finito il Capitolo Uno la scorsa lezione, vorrei che andaste a pagina diciannove e cominciaste il Capitolo Due, 'Comuni teorie difensive e loro derivazione'. Non ci sarà bisogno di parlare.»

Le due ore di noiosa lettura si rivelarono piuttosto utili per Rose; le offrirono l'occasione per dare sfogo ai pensieri nella sua testa, e non era certo poco, dato che l'unica parte della giornata durante la quale poteva fermarsi a pensare all'accaduto di domenica sera era la notte, decisamente inutile dato che, stanca com'era, si addormentava non appena la sua guancia sfiorava il cuscino.

Mentre fissava la pagina numero diciannove per evitare che la Umbridge credesse – giustamente – che non stesse leggendo affatto, alcune parole saltarono ai suoi occhi. Si era mai parlato di Difesa contro l'Amore? Chissà, magari sarebbe stata utile...

Era così immersa nel ricordo del bacio di Draco, che non udì la campana, e Daphne dovette chiamarla un paio di volte a voce alta per svegliarla dal torpore di quella memoria. Il cipiglio irritato e sospettoso della giovane Greengrass fece arrossire Rose come se i suoi pensieri fossero stati appena messi a nudo.

«Si può sapere che ti passa per la testa?» sbottò Daphne un'ora dopo, mentre uscivano dalla Sala d'Ingresso e si avviavano verso la Foresta Proibita per Cura delle Creature Magiche.

A differenza della Umbridge, durante la lezione di Erbologia che aveva preceduto il pranzo, la professoressa Sprite aveva notato quasi all'istante come la sua alunna sembrasse assente, e Daphne, per evitare possibili richiami, aveva dovuto riportare Rose alla realtà ogni volta che gli occhi dell'insegnante si erano posati su di lei. Il risultato fu che nessuna delle due Serpeverde aveva prestato attenzione alla lezione, l'una stavolta non più nascosta nel ricordo dell'accaduto, ma rannicchiata nel freddo antro della sua mente, sull'orlo di un precipizio tra due dannose scelte, l'altra impegnata come mai a tentare di capire cosa tormentasse la sua amica, una misera ma improbabile idea già radicata dentro di sé.

«Niente» rispose Rose con un tono per nulla convinto, stringendosi nelle spalle.

Daphne incrociò le braccia, sollevando il labbro inferiore nel suo tipico gesto di amarezza e contrarietà.

«Niente? Pensi davvero che io...?»

«Di solito lei non tiene questo corso, esatto?»

Daphne tacque all'istante. La Umbridge, in veste di Inquisitore Supremo, era accanto alla professoressa Caporal, e stringeva tra le mani una penna e un blocco per gli appunti. Le due Serpeverde raggiunsero gli altri attorno al tavolo sul quale gli Asticelli correvano alla ricerca di onischi, e Rose notò che Malfoy stava confabulando con Tiger e Goyle.

«Esatto» rispose la professoressa Caporal. «Sono la supplente del professor Hagrid.»

«Mmm» fece la Umbridge, abbassando la voce. «Mi stavo chiedendo... il Preside sembra stranamente riluttante a darmi informazioni in merito... può dirmi lei qual è la causa della lunga assenza del professor Hagrid?»

Draco Malfoy alzò la testa, incuriosito.

«Temo di no» affermò evasiva la Caporal. «Non ne so molto più di lei. Ho ricevuto un gufo da Silente, che mi chiedeva se avevo voglia di fare un paio di settimane di supplenza. Ho accettato. È tutto quello che so. Bene... Posso cominciare, allora?»

«La prego» disse la Umbridge, scrivendo sul suo blocco.

La professoressa Caporal riprese la lezione sugli Asticelli, invitando tutti gli studenti che ancora non lo avevano fatto a radunarsi attorno al tavolo. Durante la spiegazione, la professoressa Umbridge si aggirò tra gli allievi, ponendo domande per lo più riguardanti le Creature Magiche. Dopo aver interrogato una serie di studenti di Grifondoro, Rose non si stupì nel vederla dirigersi verso di sé.

«Come trova le lezioni della professoressa Caporal, signorina Potter?»

«Ehm, ottime.»

La Umbridge lo segnò sulla pagina del blocco.

«Migliori di quelle del professor Hagrid?»

Rose, che si aspettava una domanda del genere, ricambiò il viscido sorriso della Umbridge.

«Non saprei. Il professor Hagrid ci ha fatto studiare molte Creature interessanti.»

«Pericolose?»

«No, per niente. Bisognava solo fare attenzione e seguire le istruzioni del professore.»

Senza cambiare espressione, la professoressa appuntò le sue parole.

«Grazie, cara. Le dispiacerebbe unirsi a me per un tè, questo pomeriggio?»

Tentando di non mostrare la propria perplessità, Rose elaborò in fretta la risposta che la Umbridge desiderava ricevere.

«No» ammise, «mi farebbe molto piacere.»

«Bene» replicò l'insegnante, con un altro sorriso largo ed esageratamente dolce. «La aspetto alle quattro nel mio ufficio, al terzo piano.»

Non appena la Umbridge le ebbe voltato le spalle per avvicinarsi a Dean Thomas, Rose sospirò con sollievo, e si girò verso Daphne, notando che Malfoy la stava osservando con attenzione. Accortosi di esser stato scoperto, spostò in fretta lo sguardo.

«Non mi fido» sussurrò Daphne, fingendosi impegnata a prendere appunti di ciò che la Caporal stava spiegando.

«Di me?» fece Rose, stupita.

«Di lei» replicò con uno sbuffo la giovane Greengrass, accennando con gli occhi chiari alla Umbridge. «Ma devo avvertirti che se non la smetti di dirmi bugie sarai la prossima a perdere la mia fiducia.»

«Ma io non...»

«Niente 'ma', spero solo di essere stata chiara.»

«Ma...»

«Rose.»

«Okay. Sì, sei stata chiara.»

Daphne annuì soddisfatta.

«Ora, vedi di fare attenzione quando andrai da lei, oggi. Se usa questi metodi... medievali per punire gli studenti, cerca di non farti mettere in punizione.»

«Pensi che io voglia farmi mettere in punizione?» le chiese Rose, con un sorriso. «Lo so che devo stare attenta. Non preoccuparti.»

Daphne si mordicchiò l'interno della guancia, poco convinta, poi annuì di nuovo, mentre la Umbridge tornava accanto alla Caporal.

«In generale» esordì la prima, «lei, in quanto membro temporaneo del personale... da esterna, possiamo dire... come trova Hogwarts? Ritiene di ricevere un sostegno sufficiente da parte della direzione della scuola?»

«Oh sì, Silente è un ottimo preside» rispose sincera la professoressa Caporal. «Sì, sono molto contenta di come vengono gestite le cose, proprio contenta.»

Rose sentì di non aver mai apprezzato tanto la Caporal.

«E qual è il programma che ha intenzione di svolgere quest'anno... posto, naturalmente, che il professor Hagrid non ritorni?» domandò ancora la Umbridge, stupita dalla precedente risposta dell'insegnante.

«Oh, studieremo le creature che capitano più spesso nelle prove dei G.U.F.O. Non resta molto da fare... hanno già studiato unicorni e Snasi, credo che faremo Porlock e Kneazle, impareranno a distinguere i Crup e gli Knarl, ecco...»

«Lei ha l'aria di sapere quello che fa, in ogni caso» commentò la professoressa Umbridge, ponendo una particolare enfasi sul 'lei'.

Poi si rivolse a Goyle.

«Ho sentito dire che qualcuno si è fatto male durante una lezione: è vero?»

«Sì, io» intervenne subito Malfoy.

«Oh, no» soffiò fuori Rose.

«Ho ricevuto una zampata da un Ippogrifo.»

«Un Ippogrifo?» domandò la Umbridge, scrivendo freneticamente sul suo blocco.

«Solo perché è troppo stupido per ascoltare quello che dice Hagrid» sbottò Harry con rabbia, incapace di trattenersi.

Ron e Hermione gemettero, Rose, prima che la professoressa si voltasse, gli pestò il piede, e lui reagì lanciandole un'occhiataccia.

«Un'altra sera di punizione, direi» mormorò maligna la Umbridge, mantenendo però il suo sorriso. «Bene, grazie molte, professoressa Caporal, credo di avere tutto quello che mi serve. Riceverà i risultati dell'ispezione tra dieci giorni.»

«Perfetto.»

Mentre i Serpeverde tornavano al castello e i Grifondoro si recavano alle serre per Erbologia, Hermione agguantò il braccio di Rose, separandola dal resto del gruppo.

«Oh, sei tu!» fece la giovane Potter, lasciandosi trascinare dalla Grifondoro via da Daphne, che era rimasta immobile, nel bel mezzo del parco di Hogwarts, a osservare Hermione con un sopracciglio sollevato e le braccia incrociate.

«Senti, Rose» esordì Hermione, fermandosi lontano dai Grifondoro e dai Serpeverde, e gettando occhiate rapide e nervose a Harry e Ron che si allontanavano verso le serre, «ho avuto un'idea... un'idea per imparare davvero Difesa contro le Arti Oscure.»

«Sul serio?» disse Rose, ammirata.

«In realtà è un'idea che mi è venuta grazie a te» ammise Hermione, che era arrossita appena. «A una cosa che hai detto l'altra sera mentre parlavamo con Tartufo. Ma devo ancora proporlo a Harry, e...» diede un'occhiata all'orologio al polso di Rose, «devo andare!»

Le mollò il braccio in fretta.

«Ti farò sapere presto!» esclamò, mentre già iniziava ad allontanarsi.

«Ma se non mi hai spiegato niente!» le urlò di rimando Rose, ma Hermione si limitò a sventolare la mano, scomparendo poi subito dopo nella serra.

Piuttosto incuriosita dalla nuova trovata di Hermione, Rose riprese a incamminarsi verso al castello, rispondendo con un'alzata di spalle allo sguardo interrogativo di Daphne.

Quel pomeriggio, si presentò all'ufficio della Umbridge alle quattro in punto. Dopo aver ottenuto il permesso di entrare, varcò la soglia e si chiuse la porta alle spalle, cercando di mascherare lo stupore: l'ufficio era irriconoscibile.

Ogni professore che aveva alloggiato lì aveva riempito l'ufficio con i propri effetti personali, conferendogli aspetti sempre molto diversi tra di loro. Ma nessuno lo aveva completamente trasformato come aveva fatto la Umbridge.

Al secondo anno, il professor Gilderoy Allock – probabilmente l'uomo più vanitoso che Rose avesse mai conosciuto – aveva tappezzato le pareti con i propri sorridenti ritratti; al terzo anno, quando vi aveva vissuto Lupin, vi abitavano ammalianti creature in una gabbia o in un acquario; al quarto anno, Moody l'impostore lo aveva ingombrato di vari detector oscuri.

Adesso, invece, Rose si era ritrovata davanti un'orrenda parete del tutto rivestita da una collezione di piatti ornamentali che raffiguravano gatti molto colorati, ognuno con un fiocco diverso attorno al collo. Ogni mobile era stato ricoperto da tovaglie e pizzi, e, sparsi qua e là, vi erano parecchi vasi, ciascuno posato sul suo centrino, contenenti fiori secchi.

«Buon pomeriggio, cara.»

La professoressa Umbridge era in piedi dietro una scrivania, e dava le spalle a un tavolo sul quale erano posate due tazze colme di un tè stranamente rosa accompagnate da due piattini, due cucchiaini e una zuccheriera.

«Buon pomeriggio, professoressa.»

La Umbridge le indicò una sedia dallo schienale rigido di fronte alla scrivania, poi, preso tutto ciò che occupava il tavolo dietro di lei, si sedette e spinse una tazza verso Rose.

«Zucchero?»

«Sì, grazie.»

Rose lasciò che la professoressa aggiungesse lo zucchero al suo tè.

«Voleva vedermi per un motivo preciso, professoressa?» chiese, dopo che lei si fu risistemata sulla sedia ed ebbe preso tra le mani la propria tazza.

«No, nessun motivo in particolare» rispose la Umbridge, sfoderando un sorriso più zuccheroso del suo tè. «Solo una chiacchierata con una studentessa che finalmente comprende le decisioni del Ministero. Spero che la sua collaborazione possa risultare utile al Ministero. C'è così tanto da fare al momento...»

Rose ricambiò il sorriso, e, quando la vide portarsi la tazza alle labbra, fece lo stesso. All'improvviso, la Umbridge smise di ruotare attorno all'argomento che le interessava davvero, e giunse dritta al punto cruciale.

«Dev'essere terribile per lei, signorina Potter, sapere che il suo padrino è un assassino. Non è così?»

Temendo che le sarebbe andato di traverso, Rose deglutì il sorso di tè con la calma che avrebbe avuto se la professoressa Umbridge le avesse chiesto quale fosse la sua materia preferita. Il tè era molto buono, e la sua dolcezza le placò la gola bruciante. Non appena l'infuso fu scivolato via dalla sua bocca, aprì le labbra. Quando, però, un malsano e inspiegabile bisogno di dire la verità la colse.

«Non è il mio padrino» rivelò pacata. «E non è un a–»

L'interruzione della Umbridge arrivò perfetta; Rose stava per affermare che Sirius non era un assassino, e la professoressa non ne sarebbe stata affatto soddisfatta. Si chiese che diavolo le fosse successo dopo che la Umbridge le aveva posto quella domanda. Perché sentiva di dover dire per forza la verità?

«Non è il suo padrino?»

«No, lo è solo di mio fratello.»

«Deve esserne sollevata» osservò la Umbridge, il sorriso ancora più largo. «Anche se con un fratello come quello che si ritrova, le cose non devono essere facili.»

«No, infatti.»

Aveva capito il significato dietro l'affermazione della professoressa, ma le parole di Rose rappresentavano comunque la verità; la Umbridge, poi, era libera di interpretarle come preferiva.

«Immagino, povera cara» disse la Umbridge, visibilmente soddisfatta. «D'altro canto, la famiglia, purtroppo, non si può scegliere. Ovviamente vive con suo fratello, giusto?»

«Sì.»

Il timore del fine della Umbridge si accentuò. E la domanda seguente non le lasciò alcuno scampo.

«E sa dove si nasconde Sirius Black... non è così?»

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