2.6 ~ Compiacendo Dolores
Il Ministero della Magia si stava intromettendo negli affari di Hogwarts. Dolores Umbridge, Sottosegretario anziano del Ministro, nonché nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, lo aveva sottilmente affermato la sera del ritorno a Hogwarts durante il banchetto di inizio anno, attraverso il discorso che aveva pronunciato, per il quale aveva osato interrompere il preside, guadagnandosi fin da subito l'ostilità degli altri professori.
In quella stanca mattina del secondo giorno di inizio delle lezioni, la professoressa Umbridge osservava la classe di Serpeverde del quinto anno con i suoi occhi grossi e gonfi, la bocca larga tirata in un sorriso di falsa dolcezza. Il suo volto somigliava orribilmente a quello di un rospo piuttosto tozzo. Indossava lo stesso vaporoso cardigan rosa della sera precedente, e sui corti capelli color topo era posato un orrendo fiocco di velluto nero – una mosca che aveva avuto la sfortuna di fermarsi proprio su quel rospo.
Blaise Zabini aveva compreso perfettamente il discorso che la professoressa Umbridge aveva tenuto la sera del ritorno a scuola. Rose Potter non aveva prestato particolare attenzione, lui l'aveva notata distrarsi con Daphne Greengrass per la maggior parte del tempo. Quando poi la ragazza, avendo udito qualche frase spezzata, si era voltata e aveva chiesto la chiave del discorso di Dolores Umbridge, Blaise, la mandibola indurita e i lineamenti marcati che delineavano la sua inespressività, aveva dichiarato «il Ministero vuole interferire a Hogwarts» con un tono incolore che, però, aveva tradito la sua contrarietà. A quelle parole, il volto euforico di Rose si era incupito, e il suo sguardo aveva cercato suo fratello, mentre Malfoy, invece, sogghignava soddisfatto. Alla fine, Blaise aveva elaborato una chiara idea di ciò che gli alunni avrebbero dovuto affrontare alle sue lezioni.
La notizia che, il giorno prima, Harry Potter aveva ottenuto un castigo con lei già aveva attraversato i corridoi di Hogwarts. Si sussurrava che le avesse urlato contro, che avesse parlato della notte della terza prova del Torneo Tremaghi, del cimitero, affermando esattamente ciò che Albus Silente aveva rivelato a giugno alla scuola intera: che Cedric Diggory non era morto in un tragico incidente, ma era stato assassinato per ordine di Lord Voldemort.
Harry aveva avvertito Rose riguardo il comportamento della Umbridge, dunque lei ora sapeva esattamente cosa aspettarsi dalla nuova insegnante, la quale portava felicemente avanti le menzogne che Cornelius Caramell alimentava.
«Buon pomeriggio!» disse la professoressa Umbridge, con la sua acuta voce da bambina, seduta alla cattedra.
«Buon pomeriggio» borbottarono alcuni.
«Così non va, ragazzi. Vorrei per favore che mi rispondeste tutti 'Buon pomeriggio, professoressa Umbridge'. Quindi, buon pomeriggio!»
«Buon pomeriggio, professoressa Umbridge» dissero in coro i Serpeverde.
«Bene, così va meglio» li lodò la Umbridge, nel suo tono fintamente zuccheroso. «Ora, via le bacchette e fuori le penne, prego.»
Rose non si era presa la briga di tenere la propria bacchetta fuori dalla borsa, anzi, sul banco aveva già sistemato penna d'oca, inchiostro e pergamena. Daphne, invece, accanto a lei, stava cercando nella borsa le proprie cose, sbuffando piano. La professoressa Umbridge colpì la lavagna con la sua corta bacchetta, e gli studenti lessero:
Difesa contro le Arti Oscure
Ritorno ai principi base
«So che l'insegnamento di questa materia è stato discontinuo e frammentario» esordì la Umbridge, «ma quest'anno i problemi al riguardo saranno risolti, per permettervi di raggiungere la media d'istruzione adeguata ai G.U.F.O. Seguiremo un corso di magia difensiva strutturato con cura, fondato sulla teoria, approvato dal Ministero. Copiate le frasi seguenti, prego.»
Colpì di nuovo la lavagna con la bacchetta, e le parole precedenti furono sostituite.
Obiettivi del Corso
1. Comprendere i principi base della magia difensiva.
2. Imparare a riconoscere le situazioni nelle quali la magia difensiva può essere usata legalmente.
3. Porre la magia difensiva in un contesto per l'uso pratico.
I Serpeverde scrissero i tre obiettivi del corso sulla pergamena.
«Avete tutti Teoria della Magia Difensiva di Wilbert Slinkhard?» chiese la Umbridge, quando tutti ebbero terminato di ricopiare le frasi.
«Sì, professoressa Umbridge» rispose Rose, tenendo bene a mente i consigli di Harry, e gli altri seguirono il suo esempio.
Gli sporgenti occhi da rospo della Umbridge si fissarono su di lei.
«Il suo nome è?»
«Rose Potter.»
La larga bocca della professoressa si distese in un sorriso smielato.
«Bene. Vorrei che apriste il libro a pagina cinque e leggeste 'Capitolo uno, Fondamenti per principianti'. Non ci sarà bisogno di parlare. Signorina Potter, lei venga qui.»
Daphne lanciò a Rose uno sguardo interrogativo, ma lei, che già si aspettava l'interesse della Umbridge nei suoi confronti dopo quello che era successo con Harry, si limitò ad obbedire. Si avvicinò alla cattedra, e la professoressa Umbridge, sempre sorridendole melliflua, agitò la bacchetta, richiamando a sé una sedia e permettendo alla ragazza di accomodarsi accanto a lei.
«Ieri ho avuto il piacere di conoscere suo fratello, signorina Potter» disse in un dolce e acuto sussurro la professoressa Umbridge. «Immagino sappia già, però, per quale motivo ha ottenuto una settimana di punizione.»
Rose schiuse le labbra, l'ira che le borbottava in gola pronta ad essere riversata fuori, quando una parte del suo cervello scattò, sciogliendole in bocca le parole sconvenienti che stava per pronunciare. Mentre la Umbridge le sorrideva mielosa, lei deglutì, soppesando con una cura estrema e una consapevole razionalità le opzioni che aveva.
«Sì» sospirò infine.
«E immagino sappia perfettamente che...»
«È una bugia» concluse Rose per lei, inespressiva. «Sì, lo so.»
«Perciò saprà anche bene che non ci sarà bisogno di praticare inutili incantesimi difensivi durante le mie lezioni.»
«Sì, professoressa Umbridge.»
La professoressa Umbridge, estremamente compiaciuta, si rivolse alla classe, mentre Rose rilasciava il fiato che aveva trattenuto.
«Vi è stato detto che un certo Mago Oscuro è tornato in circolazione» disse, con la sua voce leziosa, «non è così?»
«Sì, professoressa Umbridge.»
«È compito mio, da vostra sincera amica, informarvi che questa è una bugia.»
Benché la maggior parte di loro conoscesse la verità, dato che le famiglie di molti erano Mangiamorte, nessun Serpeverde tentò di contraddirla. Nemmeno Daphne, alla quale Rose aveva lanciato un'occhiata significativa.
«Fuori da questa scuola nessuno desidera aggredire dei ragazzini come voi, e il Ministero ritiene che la teoria di Difesa contro le Arti Oscure possa fornirvi le basi essenziali per affrontare i G.U.F.O. Non ci sarà bisogno di praticare incantesimi, cosa che invece la classe di Grifondoro di ieri mi ha contestato, ma solo di studiare con costanza, secondo il percorso che il Ministero ha approvato. Mi auguro di essere stata chiara, ragazzi, così da evitare qualsiasi malinteso.»
La Umbridge si era voluta assicurare sin da subito che nessun altro studente si mettesse apertamente contro di lei e contro il Ministero della Magia come Harry invece aveva fatto. Per questo Rose avrebbe dovuto compiacerla: la Umbridge voleva tenerla sotto controllo, e farle credere di esserlo era l'unico modo per tenere testa all'uragano che si sarebbe scaraventato su Hogwarts.
«Sì, professoressa Umbridge» risposero i Serpeverde all'unisono, atoni.
Intanto, Rose, i muscoli del volto induriti per mantenersi inespressiva, si chiedeva se così sarebbe riuscita a evitare la tempesta che il Ministero della Magia, attraverso Dolores Umbridge, stava scatenando sulla scuola.
~
Hagrid non era a Hogwarts. Rose sapeva che Silente aveva affidato a lui e a Madame Maxime un'importante missione, ma dovevano essere già due mesi che era via, dato che il preside li aveva informati del loro compito alla fine di giugno. Ogni mattina, a colazione, Rose non poteva fare a meno di guardare speranzosa verso il tavolo degli insegnanti, ma Hagrid non c'era.
Quella prima settimana di lezioni, la maggior parte dei professori ricordò agli alunni che il quinto era l'anno dei temuti G.U.F.O. La McGranitt, Vitious e la Sprite in particolare fecero un bel discorsetto agli studenti, che sarebbe dovuto essere d'incoraggiamento, ma che in realtà risuonò piuttosto demoralizzante.
Dato che il primo giorno di scuola, nelle sue due ore di Pozioni, Piton li aveva messi alla prova con la preparazione della complessa Bevanda della Pace, e aveva assegnato per la volta successiva un lungo testo sulle proprietà della pietra di luna e i suoi usi, Rose e Daphne lo stavano svolgendo in fretta quel martedì dopo aver terminato la lezione di Difesa contro le Arti Oscure e aver preso dalla biblioteca tutti i libri necessari.
Una volta che ebbero terminato di mangiare e furono passate nel loro dormitorio per prendere il materiale per le prossime lezioni, attraversarono la Sala d'Ingresso e raggiunsero la capanna ancora disabitata di Hagrid, poco distante dalla quale si trovava la professoressa Caporal, che attendeva l'arrivo della classe; davanti a lei c'era un lungo tavolo occupato da creature simili a bastoncini di legno. Una singola goccia di pioggia atterrò sul naso di Rose, mentre lei e Daphne si avvicinavano ai Grifondoro già presenti, e il resto dei Serpeverde giungeva. Draco Malfoy li guidava, e doveva appena aver sussurrato qualcosa di divertente, dato che Tiger, Goyle, Pansy Parkinson – la sua vista diede a Rose uno strano ma ben accetto senso di fastidio diverso dal solito – e gli altri continuavano a sghignazzare.
«Ci siete tutti?» abbaiò la professoressa Caporal. «Allora cominciamo. Chi sa dirmi come si chiamano questi?»
La mano di Hermione scattò in aria, e Malfoy, dietro di lei, si esibì in una sua crudele imitazione. Rose gli infilò il gomito tra le costole proprio mentre la risata di Pansy Parkinson si tramutava in un urlo; le creature sul tavolo, che molti della classe avevano scambiato per bastoncini, balzarono sulla lunga superficie di legno, mostrando le braccia e le gambe lunghe e sottili, simili a rametti, e i luccicanti occhi marroni.
«Oooooh» fecero Calì Patil e Lavanda Brown di Grifondoro.
«Siate così gentili da abbassare la voce, ragazze!» le riprese la professoressa Caporal, gettando una manciata di chicchi scuri tra le creature. «Allora... qualcuno sa come si chiamano? Signorina Granger?»
«Asticelli. Sono guardiani di alberi, di solito vivono sugli alberi da legno per bacchette.»
«Cinque punti per Grifondoro. Sì, questi sono Asticelli e, come giustamente dice la signorina Granger, di solito vivono sugli alberi il cui legno è di qualità da bacchette. Qualcuno sa che cosa mangiano?»
«Onischi» rispose prontamente Hermione. «Ma anche uova di fata, se riescono a prenderle.»
«Brava, altri cinque punti. Allora, quando avete bisogno di foglie o di legna di un albero in cui risiede un Asticello, è saggio tenere pronta un'offerta di onischi per distrarlo o calmarlo. Possono non sembrare pericolosi, ma se si arrabbiano tenteranno di strapparvi gli occhi con le dita, che, come potete vedere, sono molto appuntite e nient'affatto desiderabili in zona pupille. Adesso accostatevi, prendete qualche onisco e un Asticello – uno ogni tre persone – e studiateli da vicino. Voglio che ciascuno di voi prepari un disegno con le definizioni di tutte le parti del corpo per la fine della lezione.»
La classe si raggruppò attorno al tavolo. Visto che Daphne non era affatto intenzionata a sfiorare un Asticello, toccò a Rose sceglierne uno e afferrarlo. Dopo averlo stretto tra le dita, non con troppa forza ma abbastanza perché non si liberasse, contò qualche onisco, e si sedette a gambe incrociate sul prato, poco distante dal tavolo. Daphne si inginocchiò con grazia davanti a lei, prese penna, calamaio e pergamena, e iniziò a disegnare – anche se con difficoltà a causa della mancanza di una superficie d'appoggio – la creatura che Rose aveva appena posato sull'erba, accanto alla manciata di onischi. Avendo il cibo ai propri piedi, l'Asticello non aveva motivo di scappare, e Daphne riuscì quantomeno ad abbozzare la sua figura.
«Sì.»
Mentre si alzavano per mostrare il disegno alla professoressa Caporal, la voce strascicata di Malfoy, che si rivolgeva al suo gruppo, le raggiunse. Rose sollevò la testa, e Draco la guardò per un attimo prima di proseguire.
«Mio padre ha parlato col Ministro un paio di giorni fa, sapete, e pare che sia proprio deciso a farla finita con l'insegnamento scadente in questo posto. Quindi, anche se quel deficiente troppo cresciuto si fa vedere di nuovo, probabilmente lo spediranno subito a fare i bagagli.»
«Chiamalo deficiente ancora una volta» sibilò Rose, «e ti strappo la bocca.»
«Quanta violenza inutile» commentò Draco con un ghigno. «Se vuoi la mia bocca devi solo chiederla.»
La pergamena scivolò dalle mani di Daphne, posandosi con grazia sull'erba, e la testa di Blaise Zabini si alzò di scatto, la sua attenzione spostata dal ridicolo disegno che stava abbozzando sul foglio a Rose e Draco.
Le labbra di lei si erano schiuse per la sorpresa mista a irritazione che l'aveva colta, e un rossore tenue ma presente le aveva imporporato le guance, nonostante lei avesse tentato di fermarlo, mentre il ghigno di lui si allargava.
«Idiota» fece lei, cercando di assumere un tono di voce controllato.
Il sordo suono della campana li raggiunse, e Daphne, ormai del tutto certa del dubbio che l'anno precedente l'aveva presa alla sprovvista, recuperò il disegno, afferrò Rose per un gomito e si allontanò verso il castello.
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