Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

2.5 ~ L'altro prefetto

Lo sguardo di Rose lasciò andare controvoglia il grande cane nero, quando l'Hogwarts Express si esibì in una curva, abbandonando il binario 9¾ della stazione di King's Cross. Nonostante le proteste di Molly, Sirius li aveva accompagnati utilizzando la propria abilità di Animagus, e Rose era stata contenta di stringere anche solo per un attimo il suo scuro manto peloso, prima che Hermione la tirasse sul treno in partenza, allontanandola da lui.

«Non avrebbe dovuto venire con noi» affermò la Grifondoro, preoccupata.

«Oh, dai» fece Ron, «non vedeva la luce del giorno da mesi, poveraccio.»

Hermione probabilmente avrebbe voluto replicare, ma Fred, battendo le mani una volta, parlò prima di lei.

«Bene, non possiamo star qui a chiacchierare tutto il giorno, abbiamo degli affari da discutere con Lee. Ci vediamo dopo.»

Lui e George si dileguarono in fretta lungo il corridoio.

«Andiamo a cercarci uno scompartimento, allora?» chiese Harry, mentre il treno acquistava velocità.

Ron e Hermione si scambiarono uno sguardo, e Rose sospirò.

«Ehm» fece lui, a disagio.

«Noi dobbiamo andare nella carrozza dei prefetti» disse Rose, nel modo più rapido e indolore che poté.

«Oh» fece Harry, preso alla sprovvista. «D'accordo. Va bene.»

«Non credo che dovremo restarci per tutto il viaggio» disse Hermione. «Le lettere dicevano che dobbiamo ricevere istruzioni dai Capiscuola e poi sorvegliare i corridoi ogni tanto.»

«Va bene» ripeté Harry. «Be'... allora magari ci vediamo dopo.»

«Ma certo» sorrise Rose, afferrando il proprio baule.

«Sicuro» enfatizzò Ron. «È uno strazio doverci andare, preferirei... ma dobbiamo... insomma, non mi diverto, non sono mica Percy.»

Voleva far capire a Harry che avrebbe preferito di gran lunga trascorrere il viaggio insieme a lui, e il giovane Potter comprese perfettamente.

«Lo so.»

Rose strinse brevemente la spalla di Ginny, e rivolse un altro sorriso a suo fratello, quindi, trascinando il baule, seguì Ron e Hermione.

La carrozza dei prefetti era la più vicina alla locomotiva. A differenza delle altre carrozze passeggeri, che erano divise in scompartimenti, questa era a salone unico, con sedili affiancati e corridoio di transito centrale. I Capiscuola e i prefetti erano già lì. C'erano Ernie Macmillan e Hannah Abbott, di Tassorosso, che chiacchieravano animatamente, Padma Patil e Anthony Goldstein, di Corvonero, lui intento a sfogliare La Gazzetta del Profeta con un'espressione di disgusto impressa sul viso, lei a tentare di attirare su di sé la sua attenzione, sfiorandolo di tanto in tanto con quello che sembrava puro caso. I Capiscuola erano uno studente e una studentessa del settimo anno, entrambi di Corvonero, e stavano disegnando una tabella su un foglio di pergamena.

«Potter!»

Le viscere di Rose si esibirono in una capriola, mentre lei, stringendo ancora il baule, si voltava. Draco Malfoy, il pallido viso affilato che accennava un sorrisetto compiaciuto, con i ciuffi chiarissimi che lambivano la sua fronte candida, la osservava con un'aria soddisfatta ad avvolgergli le iridi grigie.

«Oh, non tu!» esclamò lei, con uno sbuffo che celava qualsiasi cosa stesse accadendo nel suo stomaco, e il volto di lui si aprì in uno dei suoi soliti ghigni.

Dopo aver notato che i prefetti della stessa Casa sedevano l'uno al fianco dell'altro, Rose, lanciando un'occhiata implorante a Ron e Hermione, a cui lei rispose con un'alzata di spalle e un'espressione di compatimento, si lasciò cadere malvolentieri sul sedile accanto a quello di Draco, posando il baule sul pavimento.

«Felice di vedermi?» la punzecchiò lui.

Indossava già l'uniforme scolastica, e il distintivo da prefetto brillava sul suo petto, desideroso di essere esibito.

«Non sai quanto» borbottò lei, incrociando le braccia e accavallando le gambe. «Mi chiedo perché Silente abbia scelto te...»

«Dovresti considerarti fortunata» replicò lui, sollevando un sopracciglio.

«Ma davvero?»

«Sarebbero potuti capitarti Zabini o Nott o...»

«Sarebbero andati benissimo!»

«Sempre a lamentarti» la riprese Draco. «Io, invece, mi accontento di quello che mi capita.»

«Sì, solo perché sei troppo ben educato» Rose sottolineò con malevolenza le ultime due parole «per frignare davanti ai Capiscuola. Dovessero pensare che sei un bambinetto lagnosetto...»

Sorrise beffarda.

«Credici, Potter» pronunciò Draco, sogghignando compiaciuto. «Io, a differenza tua, sono serio.»

«Ti pareva...»

«Mi reputo fortunato, davvero

Rose interruppe il proprio borbottio, e lo fissò con entrambe le sopracciglia inarcate. Sembrava veramente serio, e un poco ne fu compiaciuta, quasi rallegrata. Malfoy era contento di essere in coppia con lei? Ma poi si disse che la verità doveva essere soltanto un'altra delle sue prese in giro, e il rossore che le stava per attraversare le guance si spense prima di raggiungere la sua meta.

«Al tuo posto ci sarebbe potuta essere Parkinson» continuò infatti lui. «Mi accontento della meno peggio.»

Rose, un poco delusa dalla spiegazione di lui, distolse lo sguardo. I Capiscuola si erano appena alzati, richiedendo il silenzio. Una volta che ebbero spiegato con estrema chiarezza quali fossero i compiti dei prefetti e le regole che avrebbero dovuto seguire, ritornarono a confabulare tra di loro.

«È un cane da caccia, il vostro?» domandò distrattamente Draco, con la sua voce strascicata, stuzzicando la spilla da prefetto.

«Cosa?» fece Rose, allarmata.

«Il cane che era con voi al binario» spiegò lui, ancora senza guardarla negli occhi.

«Oh... no» rispose lei, il cuore in gola.

«È di una bella razza. Immagino discenda da una famiglia importante...»

«Grazie» replicò rapidamente lei, poi si schiarì la gola e si affrettò a cambiare argomento, aggrappandosi a qualsiasi pensiero le attraversasse la mente. «Tu... ehm... ti aspettavi di diventare prefetto?»

«Sì» disse Draco, sollevando finalmente gli occhi su di lei, che si era portata una mano sul petto, dove il cuore lentamente tentava di rallentare i propri battiti. «Modestamente, quale altro Serpeverde è migliore di me?»

Tutti, avrebbe voluto rispondere Rose, ma si morse la lingua, l'attenzione rivolta a Sirius e al pericolo che aveva corso. Draco non aveva fatto riferimento a lui per puro caso, e, se lo sapeva, questo voleva dire che Lucius Malfoy, Mangiamorte per certo – Harry lo aveva visto al cimitero con i propri occhi – lo aveva riconosciuto. E la situazione era grave.

«Piuttosto» riprese Draco, «mi stupisce non vedere San Potter. Silente ha preferito Pel di Carota al suo cocco?»

«Non chiamarli così» ribatté Rose, scontrosa.

«Deve bruciargli parecchio essere superato dalla sorellina e dall'amico imbranato.»

«Zitto. Harry ha troppo per la testa, adesso, per pensare pure a fare il prefetto.»

«Ah, già» sogghignò Draco. «È impegnato a raccontare la storiella del...»

Per sua fortuna – Rose era sul punto di colpirlo con qualsiasi cosa le capitasse a tiro – non riuscì a terminare la frase, dato che i Capiscuola annunciarono che i prefetti potevano lasciare la carrozza per sorvegliare le altre e incontrare i loro amici. Ron e Hermione si affrettarono a uscire per dirigersi verso quella di Harry e Ginny, e Rose stava per fare lo stesso, quando Draco la fermò.

«Dovresti mettere l'uniforme» disse, mostrando con aria di superiorità la propria.

«Va bene» sospirò Rose, chinandosi sul baule per estrarre la divisa scolastica.

Scoccando un'occhiata a Malfoy, lasciò la carrozza e si chiuse nell'angusto bagno del treno. Indossò l'uniforme con i colori di Serpeverde, appuntandovi la spilla da prefetto, e si guardò brevemente allo specchio. Sotto la divisa aveva nascosto il piccolo ciondolo regalatole da Sirius, e, sfiorandolo con le dita da sopra il tessuto dell'uniforme, si chiese quanto i vecchi amici dei suoi genitori rivedessero loro in lei.

Somigliava sia a Lily sia a James, non c'era dubbio su questo; aveva gli stessi occhi di lei, ma, per il resto, era la perfetta unione di entrambi. I suoi capelli erano castano scuro, non neri come quelli del padre, né rossi come quelli della madre, ma l'insieme dei due, con i riflessi ramati, presenti anche se poco visibili, che riportavano a Lily. I tratti del volto appartenevano a entrambi, così come le sfumature del suo carattere.

Nonostante le innegabili somiglianze, però, Rose si sentiva quanto mai distante da loro.

Qualcuno bussò alla porta, e lei si affrettò a uscire dal bagno, lasciandolo libero. Tornò nella carrozza dei prefetti, vuota tranne che per Malfoy, il quale camminava avanti e indietro con le braccia incrociate, e infilò gli abiti babbani nel baule. Dopo averlo sigillato nuovamente, lanciò un'occhiata a Draco. Poi entrambi lasciarono la carrozza.

Il corridoio era libero, e loro avanzarono senza difficoltà.

«So che lo sai» confessò Rose, non appena lo vide aprire bocca.

Draco sogghignò.

«Che cosa so?»

«Non fare il finto tonto. Lo sai benissimo. Te l'ha detto tuo padre.»

«Lo ha riconosciuto, sì» confermò Malfoy. «Che pensavate, di potervelo portare dietro così?»

«Poteva essere solo un cane.»

«Oh, con la compagnia con cui siete arrivati sicuro che è solo un cane.»

Rose si morse il labbro inferiore, il cuore che tornava a battere più rapidamente di quanto avrebbe dovuto.

«Ha già avvertito il Ministero, vero?»

«No» ammise lui, sorprendendola. «Non lo ha fatto.»

«Mi stai dicendo che Lucius Malfoy non lo ha ancora denunciato?» chiese Rose, scettica e speranzosa al contempo.

«Ti sto dicendo esattamente quello che hai sentito, Potter» replicò lui, irritante. «Non lo ha fatto.»

«Perché? Dovrebbe sapere perfettamente la verità, mi stupirei se Codaliscia non avesse raccontato a Voldemort...»

«Non pronunciare il suo nome» la interruppe serio Draco, fermandosi in mezzo al corridoio.

«Che c'è, hai paura?» domandò lei, beffarda.

«Io no, ma tu ti stai comportando da incosciente» rispose Malfoy, ogni traccia del suo ghigno improvvisamente svanita dal volto, mentre la guardava negli occhi con un pizzico di allarme nelle iridi.

Rose sostenne il suo sguardo con una punta di incertezza, e Malfoy le diede le spalle, ricominciando a percorrere il corridoio, gettando occhiate negli scompartimenti che superava per controllare che ogni cosa fosse al proprio posto.

«Allora?» riprese Rose, affrettandosi a seguirlo. «Perché tuo padre non ha fatto niente? So che è in buoni rapporti con Caramell.»

«Perché gliel'ho detto io.»

«Cosa gli hai detto?»

«Di non farlo.»

Rose, dietro di lui, fissò la sua testa bionda con la fronte corrugata.

«Tu gli hai detto di...?»

«Rose!»

La voce che l'aveva chiamata giunse ovattata alle sue orecchie. Dallo scompartimento alla sua destra, nel quale alcuni Serpeverde del quinto anno erano riuniti, Daphne Greengrass si stava alzando per raggiungerla. Malfoy, alla vista degli individui all'interno dello scompartimento, si allontanò di qualche passo, quanto bastava per non essere notato dai Serpeverde.

«Che hai?» fece Rose, mentre Daphne, oltre la porta a vetri, lasciava le proprie cose sul sedile.

«Parkinson» rispose solo Malfoy, e Rose gli rivolse un sorrisetto.

«Che è successo, tra di voi è finita?» lo prese in giro.

«In realtà non è mai ini–»

«Ehi!»

Daphne strinse Rose in un breve abbraccio. La sua lunga e liscia chioma bionda era raccolta in una coda bassa, e lei se la scostò dalla spalla con un gesto impaziente.

«Com'è andata l'estate?» chiese, rivolgendo alla migliore amica un sorriso raggiante.

«Bene» rispose lei, mentre i ricordi dei giorni trascorsi in Grimmauld Place con l'Ordine della Fenice sfrecciavano davanti ai suoi occhi. «La tua?»

Daphne sollevò le spalle con una smorfia.

«Niente di cui lamentarmi» affermò.

E, quando suoi occhi chiari scesero sul distintivo da prefetto di Rose, riprese a sorridere.

«Prefetto, eh?» fece, orgogliosa di lei. «Lo sapevo che Silente ti avrebbe scelta.»

«Daphne Greengrass, mi stupisco di te» ridacchiò Rose. «Non sei invidiosa?»

«Non iniziare a fare la simpatica» la rimbeccò subito Daphne, alzando un sopracciglio sottile, le braccia incrociate. «E comunque, no, non sono per niente invidiosa. Sarebbe stato orribile essere prefetto. Quindi... buona fortuna.»

Rose e Draco proseguirono lungo il corridoio del treno, attraversando le carrozze. Malfoy avrebbe voluto entrare in diversi scompartimenti per intimorire gli studenti più piccoli e ostentare la spilla di fronte ai Grifondoro, ma Rose, spingendolo da dietro, lo costrinse ogni volta ad avanzare, e lui non oppose alcuna resistenza.

Quando Draco, avendo superato lo scompartimento che più di tutti gli interessava, si fermò nel bel mezzo del corridoio e indietreggiò di qualche passo, evitando per un soffio di scontrarsi con Rose dietro di lui, lei tentò di farlo proseguire, ma, stavolta, Malfoy si oppose, e lei lo spinse invano.

«E dai, muoviti!»

«Prima devo salutare lo Sfregiato» sogghignò lui.

«Cosa?»

Rose si voltò verso lo scompartimento, ma Malfoy aveva già fatto scorrere la porta. Al suo interno sedevano Harry, Ron, Hermione, Ginny, Neville, che stringeva tra le mani paffute un vaso contenente un esemplare di Mimbulus Mimbletonia, e Luna Lovegood, una Corvonero del quarto anno dai lunghissimi capelli biondo sporco, il cui volto era interamente coperto dalla rivista ribaltata al contrario che stava leggendo, Il Cavillo.

«Che cosa c'è?» domandò subito Harry, aggressivo, senza dare a Draco la possibilità di aprir bocca.

«Sii educato, Potter, o dovrò metterti in castigo» lo riprese lui, sfoggiando un sorrisetto compiaciuto, e beccandosi una gomitata da parte di Rose. «Ahia... Vedi, io, a differenza di te, sono stato scelto come prefetto, il che significa che io, a differenza di te, ho il potere di infliggere punizioni.»

«Sì, ma tu, a differenza di me, sei un verme, quindi esci e lasciaci in pace.»

Le parole di Harry furono accompagnate dalle risate di Ron, Hermione, Ginny, Neville e Rose. Draco, invece, mostrò un altro sorrisetto.

«Dimmi, che cosa si prova a essere secondi a tua sorella e a Weasley, Potter?»

«Smettila» disse Rose, ma lui la ignorò.

«A quanto pare ho toccato un nervo scoperto. Be', stai attento, Potter, perché io ti starò addosso come un segugio aspettando che tu faccia un passo falso.»

«Fuori!» gridò Hermione, alzandosi.

«Vai!» esclamò Rose, torva, dato che Draco non sembrava intenzionato ad andarsene.

Malfoy lanciò un'occhiata maligna a Harry, quindi si allontanò, sogghignando in direzione di Rose, che indugiò sulla soglia dello scompartimento. Harry e Hermione, infatti, avevano colto esattamente il significato nascosto dietro le parole di Draco, e lei si affrettò a metterli al corrente della situazione.

«Lo sa» mormorò, fissando il fratello, e scoccando poi uno sguardo preoccupato a Hermione, prima di chiudere la porta scorrevole e raggiungere Draco.

Lucius Malfoy non aveva ancora avvertito il Ministero della Magia, ma era una questione di tempo. Sirius aveva corso un grande rischio. Ora bisognava contare sull'Ordine della Fenice.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro