2.2 ~ Cena con l'Ordine
Molly aveva preparato uno stufato delizioso, e Rose, che, come tutti, amava la cucina della signora Weasley, dimenticò in fretta gli scarni pasti che zia Petunia le aveva gettato nel piatto per un intero mese.
Lupin viveva in Grimmauld Place insieme a Sirius, e, oltre a lui, dell'Ordine della Fenice erano rimasti per la cena anche Tonks e Mundungus Fletcher, un furfante di cui Silente si fidava, e che sembrava essere risultato piuttosto utile all'Ordine.
Rose sedeva tra Harry e Sirius, e, di fronte a lei, Tonks divertiva Hermione e Ginny, cambiando la forma del proprio naso. Poco più in là, Arthur, Remus e Bill erano coinvolti in una discussione riguardo i goblin; gli occhi malinconici di Lupin, però, sfioravano spesso la figura di Tonks, per poi scivolare rapidamente via da lei. Al centro del tavolo, Mundungus Fletcher raccontava qualcosa di esilarante a Fred, George e Ron, che ululavano dalle risate, mentre la signora Weasley, la quale non approvava la presenza di Mundungus, li riprendeva gelida.
Anche Sirius e Harry erano chiusi in una conversazione, ma Rose era piuttosto stanca per sforzarsi di ascoltare le loro parole. Quella giornata era stata abbastanza particolare, e lei sentiva molto chiaramente il bisogno di premere la testa contro il cuscino e precipitare in un sonno sereno.
Dopo il dolce – una gustosa torta al rabarbaro con crema pasticcera – nella cucina regnava la quiete generale. Rose, il gomito sul tavolo e la guancia schiacciata contro il palmo della mano, osservava Grattastinchi, il gatto di Hermione, giocare sul pavimento con dei tappi di Burrobirra insieme a Ginny, e pensava con nostalgia alla sua gattina, Betty, che era rimasta a Hogwarts, affidata alle cure di Hagrid; i Dursley non le avrebbero mai permesso di tenerla in casa.
«È quasi ora di andare a dormire, credo» affermò la signora Weasley, sbadigliando.
«Non ancora, Molly» fece Sirius, spingendo il proprio piatto vuoto lontano da sé, e voltandosi a guardare Harry e Rose. «Sapete, sono sorpreso. Ero convinto che appena arrivati qui avreste cominciato a fare domande su Voldemort.»
L'atmosfera mutò all'istante: da sonnolenta e rilassata, divenne tesa, all'erta.
«L'ho fatto!» esclamò Harry, stizzito. «Ho chiesto a Ron e Hermione, ma hanno detto che noi non siamo ammessi a far parte dell'Ordine, quindi...»
«E hanno ragione» lo interruppe Molly. «Siete troppo giovani.»
«Da quando uno deve far parte dell'Ordine della Fenice per fare delle domande?» replicò Sirius. «Rose e Harry sono rimasti intrappolati in quella casa babbana per un mese. Hanno il diritto di sapere che cosa sta succe–»
«Un momento!» esclamò George, irritato.
«Perché se Harry e Rose fanno delle domande a loro rispondete?» chiese Fred con indignazione.
«Noi cerchiamo di estorcervi informazioni da un mese e voi non ci avete detto una sola schifida cosa!»
«Siete troppo giovani, non fate parte dell'Ordine» continuò Fred, imitando la voce acuta di sua madre. «Loro non sono nemmeno maggiorenni!»
«Non è colpa mia se non vi è stato detto che cosa fa l'Ordine, questa decisione spetta ai vostri genitori» ribatté con calma Sirius. «Harry e Rose, d'altra parte...»
«Non sta a te decidere cosa è bene per Harry e Rose!» lo interruppe di nuovo Molly, minacciosa. «Non hai dimenticato le parole di Silente, suppongo.»
«Quali?»
«Che non bisogna dire a Harry e Rose più di quanto abbiano bisogno di sapere.»
«Non intendo dirgli più di quanto abbiano bisogno di sapere, Molly» ammise Sirius. «Ma visto che è stato Harry ad assistere al ritorno di Voldemort, ha diritto più di molti altri...»
«Non è un membro dell'Ordine della Fenice!» esplose la signora Weasley. «Ha solo quindici anni e...»
«E ha fatto esperienze pari a quelle di molti dell'Ordine, e superiori rispetto ad alcuni.»
«Nessuno vuole negare quello che ha fatto! Ma entrambi sono ancora...»
«Non sono bambini!» sbottò Sirius.
«Non sono nemmeno adulti!» ribatté la signora Weasley. «Non sono Lily e James, Sirius!»
«Mi è perfettamente chiaro chi sono, grazie, Molly» replicò gelido Sirius.
«Non ne sono così certa!» esclamò Molly, agguerrita. «A volte, a sentire come parli di loro, è come se fossi convinto di riavere i tuoi migliori amici!»
«Che cosa c'è di sbagliato?» chiese Harry, e Rose gli lanciò un'occhiataccia per intimargli di non intromettersi.
«C'è di sbagliato, Harry, che non sei tuo padre, e tua sorella non è tua madre, per quanto possiate assomigliargli! Andate ancora a scuola e gli adulti che sono responsabili di voi non dovrebbero dimenticarlo!»
«Vorresti dire che sono un padrino irresponsabile?» si indignò subito Sirius.
«Vorrei dire che sei noto per agire d'impulso, Sirius» precisò la signora Weasley, «ed è per questo che Silente continua a ricordarti di restare in casa e...»
«Lasciamo fuori da questa discussione le istruzioni che mi dà Silente, se non ti dispiace!»
«Arthur!» esclamò esasperata la signora Weasley, appellandosi al buonsenso del marito. «Arthur, dammi una mano!»
Il signor Weasley sospirò, si tolse gli occhiali e li pulì con la veste. Dopo che li ebbe risistemati sul naso, parlò.
«Silente sa che la situazione è cambiata, Molly. E accetta il fatto che Harry e Rose debbano essere informati, fino a un certo punto, ora che abitano qui al Quartier Generale.»
«Sì, ma c'è una differenza tra questo e invitarli a chiedere tutto quello che vogliono!»
«Personalmente» intervenne Remus, e la signora Weasley si voltò all'istante verso di lui, sperando di aver trovato un alleato, «credo che sia meglio che Harry e Rose vengano a sapere i fatti – non tutti i fatti, Molly, ma il quadro generale – da noi, piuttosto che una versione ingarbugliata da... altri.»
Remus lanciò un rapido sguardo a Fred e George, e Rose capì che sapeva delle Orecchie Oblunghe sopravvissute all'ira della signora Weasley.
«Be'» esordì lei, sconfitta, «be'... vedo che siete più forti di me. Dirò solo questo: Silente deve aver avuto le sue ragioni per non volere che Harry e Rose sapessero troppo, e parlando come chi ha a cuore tutto il loro interesse...»
«Non sono tuoi figli» mormorò Sirius.
«È come se lo fossero» ribatté Molly, e a Rose si strinse il cuore. «Chi altri hanno?»
«Hanno me!»
«Sì, però ti è stato abbastanza difficile prenderti cura di loro mentre eri ad Azkaban, vero?»
Sirius fece per alzarsi, e Rose posò la mano su quella di lui, che stringeva con forza il bracciolo della sedia.
«Molly» intervenne Lupin, «non sei la sola persona a questo tavolo che si preoccupa per Rose e Harry. Sirius, siediti.»
Sirius obbedì lentamente, ma senza fiatare, mentre anche la signora Weasley taceva, il labbro inferiore che tremava, e Remus continuò.
«Credo che Harry e Rose dovrebbero avere il permesso di dire la loro, sono abbastanza grandi da decidere per se stessi.»
«Voglio sapere che cosa sta succedendo» disse immediatamente Harry.
Lupin fece un segno d'assenso, poi si voltò verso Rose. Lei ricambiò lo sguardo con incertezza.
«Io... io non ho lo stesso diritto di Harry di chiedere queste cose. Il mio parere non serve, voglio solo ascoltare.»
Remus stava per replicare con gentilezza che, invece, la sua opinione aveva molta importanza, ma la signora Weasley fu più rapida.
«Molto bene» disse. «Ginny... Ron... Hermione... Fred... George... voglio che usciate da questa cucina, adesso.»
Proteste da parte di ognuno dei quattro Weasley.
«Noi siamo maggiorenni!»
«Se Harry può sapere, perché io no?»
«Mamma, io voglio sentire!»
Alla fine, l'unica costretta a lasciare la cucina fu Ginny, che, però, non partì rassegnata. Urlò contro la madre lungo l'intero tragitto fino al primo pianerottolo, e le sue proteste furono soffocate dagli strilli acuti della signora Black, che si spensero solo quando Lupin ebbe sistemato di nuovo le tende davanti al ritratto.
Al suo ritorno, dopo che si fu chiuso la porta della cucina alle spalle ed ebbe ripreso posto al tavolo, Sirius finalmente parlò.
«Allora, Harry... che cosa vuoi sapere?»
«Dov'è Voldemort? Che cosa fa? Abbiamo cercato di seguire i notiziari babbani, e non è ancora successo niente che possa sembrare opera sua, nessuna strana morte o cose del genere.»
«È perché non si sono ancora verificate strane morti» ammise Sirius, «a quanto ne sappiamo noi, almeno... e ne sappiamo parecchio.»
«Più di quello che crede lui, a ogni modo» aggiunse Lupin.
«Come mai ha smesso di uccidere?» domandò Harry.
«Perché non vuole attirare l'attenzione su di sé» spiegò Sirius. «Sarebbe pericoloso per lui. Il suo ritorno non è riuscito proprio come voleva lui, sai. Qualcosa gli è andato storto.»
«Cioè, tu gli sei andato storto» precisò Remus, con un sorriso soddisfatto.
«Come?»
«Non saresti dovuto sopravvivere!» esclamò Sirius. «Nessuno, tranne i suoi Mangiamorte, doveva sapere che era tornato. Ma tu sei sopravvissuto per raccontarlo.»
«E l'ultima persona che voleva che sapesse del suo ritorno era Silente» affermò Lupin. «Tu hai fatto in modo che Silente lo sapesse subito.»
«E in che modo questo è stato utile?» chiese Harry.
«Stai scherzando?» fece Bill. «Silente è il solo che Tu-Sai-Chi abbia mai temuto!»
«Grazie a te, Silente ha potuto riconvocare l'Ordine della Fenice solo un'ora dopo il ritorno di Voldemort» disse Sirius.
«Ma che cosa fa l'Ordine della Fenice?»
«Tutto quello che possiamo per assicurarci che Voldemort non realizzi i suoi piani.»
«Come fate a sapere quali sono i suoi piani?»
«Silente si è fatto un'idea precisa» confessò Lupin, «e le idee precise di Silente di solito si rivelano piuttosto azzeccate.»
«E Silente che cosa sospetta?»
«Be', prima di tutto che Voldemort voglia ricostruire il suo esercito» esordì Sirius. «In passato aveva grossi numeri ai suoi ordini: maghi e streghe che aveva costretto a seguirlo con la prepotenza o con incantesimi, i suoi fedeli Mangiamorte, un'enorme varietà di Creature Oscure. Hai sentito che progettava di reclutare i giganti; be', sono solo uno dei gruppi a cui fa la corte. Certamente non cercherà di impossessarsi del Ministero della Magia solo con una decina di Mangiamorte.»
«Quindi state cercando di impedirgli di conquistare nuovi seguaci?»
«Facciamo del nostro meglio» disse Lupin.
«Come?»
«Be', la cosa principale è convincere più persone possibile che Tu-Sai-Chi è tornato, metterle in guardia» rispose Bill. «Ma si sta dimostrando complicato.»
«Perché?»
«Per colpa dell'atteggiamento del Ministero» disse Tonks. «Hai visto Cornelius Caramell dopo il ritorno di Tu-Sai-Chi, Harry. Be', non si è mosso dalla sua posizione. Si rifiuta assolutamente di credere che sia successo.»
«Ancora?» s'intromise Rose, con un pizzico di esasperazione nella voce stanca. «Pensavo che lui e Silente...»
«Ah, be', hai centrato il problema, Rose» la interruppe Arthur Weasley. «Silente.»
«Vedete, Caramell ha paura di lui» ammise Tonks.
«Paura di Silente?» fece Harry, sbalordito.
«Paura di quello che sta facendo» precisò il signor Weasley. «Caramell è convinto che Silente stia tramando per rovesciarlo. Crede che Silente voglia fare il Ministro della Magia.»
«Ma Silente non vuole...» cominciò Harry.
«Il punto non è quello» lo interruppe bruscamente Rose. «Il punto è che crede che tu e Silente vi inventiate tutto, e non è uno stupido. È molto più facile credere che stiate mentendo, perché accettare la verità vorrebbe dire problemi non solo per il Ministero, ma per l'intero Mondo Magico.»
Tacque stizzita, incrociando le braccia, e, dato che tutti la fissavano senza parlare, arrossì appena.
«Giusto?» domandò, assumendo un tono più mansueto.
«Giustissimo» affermò Lupin, lodandola. «Hai capito il problema. In più, il Ministero conta molto sul fatto che La Gazzetta del Profeta non riporta nessuno di quelli che definiscono i pettegolezzi di Silente, così gran parte della comunità magica è completamente ignara di tutto ciò che è successo, e questo la rende facile preda dei Mangiamorte, se usano la Maledizione Imperius.»
«E voi non potete dire la verità a tutti» realizzò piano Rose, fissandoli uno ad uno, e loro annuirono amaramente.
Sirius era ancora considerato un assassino – Kingsley Shacklebolt, responsabile della sua ricerca, faceva credere al Ministero che fosse in Tibet – e di certo non poteva girare per le strade a urlare che Lord Voldemort era tornato; Mundungus era una canaglia, nessuno si sarebbe fidato di lui, e magari lo avrebbero scambiato per un pazzo, ed era presso a poco la stessa situazione di Lupin, che, in quanto lupo mannaro, non era gradito dalla comunità magica; Tonks e Arthur, così come tutti gli altri membri dell'Ordine che lavoravano al Ministero – lei come Auror e lui come dipendente dell'ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani – avrebbero perso il lavoro se avessero iniziato a diffondere la verità su Voldemort.
«Ma se nessuno di voi fa circolare la notizia che Voldemort è...» cominciò Harry.
«Chi ha detto che nessuno di noi fa circolare la notizia?» fece Sirius. «Perché credi che Silente sia così nei guai?»
«Che cosa intendi dire?»
«Stanno cercando di screditarlo» spiegò Lupin. «Non hai letto La Gazzetta del Profeta la settimana scorsa?»
«Ha detto la verità?» domandò Rose.
«Sì, il Ministero gli ha tolto alcune nomine» rispose Sirius.
«Ma Silente dice che non gl'importa di quello che fanno finché non lo tolgono dalle figurine delle Cioccorane» sorrise Bill.
«Non è il caso di ridere» lo riprese il signor Weasley. «Se continua a sfidare così il Ministero, potrebbe finire ad Azkaban, e questa è l'ultima cosa che vogliamo. Finché Voi-Sapete-Chi sa che Silente è libero e ben consapevole di quello che lui ha in mente, deve andarci cauto. Se Silente è fuori gioco... be', Voi-Sapete-Chi avrà campo libero.»
«Ma se Voldemort sta cercando di reclutare altri Mangiamorte, la notizia che è tornato dovrebbe diffondersi, no?» chiese ancora Harry.
«Voldemort non va a bussare alla porta delle persone, Harry» sospirò Sirius. «Le inganna, le strega e le ricatta. È abituato ad agire in segreto. In ogni caso, raccogliere seguaci è solo una delle cose che gli interessano. Ha anche altri piani, piani che può mettere in atto senza gran clamore, e al momento si sta concentrando su quelli.»
«Che cosa cerca, a parte seguaci?»
Remus e Sirius si scambiarono un'occhiata fugace, prima che quest'ultimo rispondesse.
«Cose che può ottenere solo se agisce in segreto.»
«Tipo?» chiese Rose, perplessa.
«Qualcosa come un'arma. Una cosa che l'ultima volta non aveva.»
«Quando era potente?» disse Harry.
«Sì.»
«Che genere di arma? Peggiore dell'Avada Kedavra...?»
«Basta così!» lo interruppe la signora Weasley, furiosa, in piedi accanto alla porta con le braccia incrociate.
Stavolta, Lupin si schierò dalla sua parte. Avevano detto abbastanza.
Quella notte, malgrado la stanchezza, Rose non riuscì a dormire. Rimase sveglia molto dopo che Hermione aveva finito di raccontare a Ginny ciò che l'Ordine della Fenice aveva rivelato, e, quando finalmente riuscì a chiudere gli occhi, sognò una bacchetta che sprizzava scintille di luce verde, un serpente che strisciava sul pavimento, i volti incappucciati dei Mangiamorte, e le parve di udire, in sottofondo, le urla di Lily e James Potter.
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