Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

2.15 ~ Luci e ombre

Nella Torre di Grifondoro, Ron, sprofondato in una delle poltrone della sala comune, si stava appisolando, mentre Harry metteva via i libri di Pozioni, incapace di continuare il suo tema; Hermione giocava distrattamente con Grattastinchi, e Rose, seduta sul tappeto di fronte al fuoco, scrutava le fiamme, che si specchiavano con un lieve accenno di verde nel suo sguardo trepidante.

Fu di nuovo lei la prima ad accorgersi della testa scura e spettinata del padrino di suo fratello.

«Sirius!»

Ron si svegliò con un grugnito soffocato, e, insieme a Harry e Hermione, si inginocchiò davanti al camino. Grattastinchi si avvicinò al fuoco, tentando di annusare il volto di Sirius.

«Come vanno le cose?» domandò quest'ultimo, e Rose percepì il cuore farsi più leggero constatando che non ce l'aveva ancora con loro.

«Non un granché» rispose Harry, mentre Hermione allontanava Grattastinchi dalle fiamme. «Il Ministero ha imposto un altro decreto, per cui non è più permesso avere squadre di Quidditch...»

«O gruppi segreti di Difesa contro le Arti Oscure?» disse Sirius con un ampio sorriso.

«Come fai a saperlo?» chiese Rose, mentre gli altri tacevano, sorpresi.

«Dovreste scegliere i vostri luoghi di riunione con più cura. La Testa di Porco, ma andiamo.»

«Be', sempre meglio dei Tre Manici di Scopa!» ribatté Hermione, che aveva preso il disaccordo di Sirius sul personale. «È sempre pieno di gente...»

«E quindi sarebbe stato più difficile sentire cosa dicevate» spiegò Felpato, ma il suo sorriso continuò ad allargarsi. «Hai molto da imparare, Hermione.»

«Chi ci spiava?» domandò Harry curioso.

«Mundungus, ovviamente» rispose Sirius con eloquenza, divertito dalle loro espressioni perplesse. «Era la strega sotto il velo.»

«Quello era Mundungus?»

Rose scoppiò a ridere.

«Se Fred e George lo sapessero, lo prenderebbero in giro per tutta la vita.»

«Di sicuro» rise Sirius. «Comunque, a proposito dei Weasley... Ron, ho promesso a tua madre di riferirti un messaggio.»

«Ah sì?» fece Ron.

«Dice che per nessuna ragione al mondo devi partecipare a gruppi segreti di Difesa contro le Arti Oscure. Dice che saresti espulso di sicuro e il tuo futuro sarebbe rovinato. Dice che avrai un sacco di tempo per imparare come difenderti e che sei troppo giovane per preoccupartene adesso. In più, consiglia a Harry, Rose e Hermione di non andare avanti con il gruppo, anche se si rende conto di non avere autorità su di voi, e vi prega solo di ricordare cha ha a cuore il vostro bene. Vi avrebbe scritto tutto questo, ma se il gufo fosse stato intercettato voi sareste finiti in un guaio serio, e non può dirvelo di persona perché stanotte è di turno.»

«Di turno per cosa?» chiese in fretta Ron, sperando di cogliere Sirius alla sprovvista.

«Faccende dell'Ordine, non ci pensare. Così è toccato a me fare da messaggero; per favore, ditele che l'ho fatto, perché secondo me non si fida.»

Ci fu un silenzio durante il quale Grattastinchi si avvicinò di nuovo al fuoco, cercando di toccare la testa di Sirius con la zampa, e Ron giocherellò distrattamente con un buco del tappeto.

«Insomma, tu vuoi che le dica che non parteciperò al gruppo di Difesa?» mormorò infine, mesto.

«Io?» fece Sirius, sorpreso. «Certo che no! Io credo che sia un'idea eccellente!»

«Lo sapevo!» esclamò Rose con un gran sorriso.

«Per forza! Pensi che io e vostro padre ce ne saremmo stati buoni buoni a prendere ordini da una vecchia megera come la Umbridge?»

«Ma...» fece Harry «l'anno scorso continuavi a ripetermi di stare attento e non correre rischi...»

«L'anno scorso tutto suggeriva che qualcuno all'interno di Hogwarts stesse cercando di ucciderti, Harry! Quest'anno sappiamo che c'è qualcuno fuori da Hogwarts che vorrebbe ucciderci tutti, quindi credo che imparare a difendersi come si deve sia un'ottima idea!»

«E se veniamo espulsi?» chiese Hermione titubante.

«Meglio che uccisi, no?» le fece notare Rose, ma l'esitazione della Grifondoro le instillò il sospetto che Hermione ritenesse più importante restare a Hogwarts piuttosto che vivi e vegeti; quella ragazza era la strega più brillante della sua età, ma aveva decisamente bisogno di rivedere le sue priorità.

«Esatto!» esclamò Sirius, orgoglioso di entrambi i figli dei suoi migliori amici. «Meglio espulsi e capaci di difendersi che a scuola e senza la minima idea di quello che succede.»

«Ben detto!» approvarono entusiasti Harry e Ron.

«Allora» riprese Sirius, «com'è organizzato il gruppo? Dove vi incontrate?»

«Questo non è ancora sicuro» rispose Rose. «Non sappiamo se il posto che abbiamo trovato va bene, dobbiamo ancora... testarlo. Se non andrà ci saranno grossi problemi, dato che non esiste un posto così grande dove trenta persone possono esercitarsi nella Difesa.»

«Be', sono sicuro che troverete una soluzione» affermò Sirius fiducioso. «Una volta c'era un passaggio segreto piuttosto ampio dietro quel grande specchio al quarto piano: forse vi basta per esercitarvi negli incantesimi.»

«Fred e George mi hanno detto che è chiuso» disse Harry, scuotendo la testa. «È franato, o qualcosa del genere.»

«Oh... Bene, ci penso e ve lo...»

Sirius si interruppe. Sul suo volto si dipinse un'espressione tesa e allarmata. Si voltò e guardò il muro di mattoni del caminetto. C'era qualcosa che non andava.

«Sirius?» mormorò Rose, improvvisamente agitata.

Ma la sua testa era svanita. Harry, in ansia, continuò a fissare le fiamme, poi si voltò verso gli altri tre.

«Perché è...?»

Hermione trattenne il respiro, terrorizzata, e scattò in piedi, gli occhi castani fissi sul fuoco. Tra le fiamme, era apparsa una mano tozza, le dita adornate da orrendi anelli antiquati.

I quattro fuggirono non appena la mano della Umbridge iniziò a muoversi, ma Rose, prima di lasciare la sala comune, le lanciò un'altra occhiata: le sue dita si torcevano come se avessero saputo esattamente dove si trovava la testa di Sirius. Profondamente atterrita, uscì dal buco del ritratto prima che i suoi occhi potessero fermarsi ancora sulla mano che si agitava, e sgusciò per i corridoi di Hogwarts.

Si strinse nel mantello per il freddo, ma si rese conto che il suo tremore non era dovuto solo al gelo; era terribilmente in ansia per Sirius, era spaventata, per la prima volta, dal buio in cui i sotterranei erano avvolti, come se la Umbridge potesse spuntare da un momento all'altro, ed era nervosa per ciò che – o meglio chi – avrebbe incontrato nella sala comune.

Si guardò le spalle, e desiderò soltanto tornare indietro e rientrare nella Torre di Grifondoro. Non avrebbe dovuto lasciarla così in fretta, perché se la Umbridge sapeva che Sirius era lì, e che a parlare con lui erano stati loro quattro, girovagare per i corridoi poteva diventare un ottimo modo di farsi trovare da lei, e sarebbe stato decisamente scomodo. Rose non avrebbe più potuto fare il doppio gioco, e non era certa che sarebbe giunto qualcuno a salvarla di nuovo se la Umbridge l'avesse costretta a bere un'altra tazza del suo tè corretto al Veritaserum.

Hogwarts era casa sua, ma in quel momento avrebbe preferito rintanarsi a Grimmauld Place in compagnia di Sirius. Non aveva neanche la forza – o la voglia – di discutere con Malfoy quella sera. Voleva scappare ancora, ma la riconciliazione non sarebbe venuta da sola.

Raggiunse con sollievo la sala comune, ed entrò. Avrebbe voluto esitare sapendo cosa l'aspettava al suo interno, però al tempo stesso non sarebbe riuscita a restare un attimo di più nel corridoio illuminato solo dalla fioca luce della sua bacchetta.

«Nox» sussurrò, una volta dentro.

La sala comune era buia quasi quanto il resto dei sotterranei. Il fuoco nel caminetto scoppiettava debolmente, pronto a spegnersi, e le ombre sulle pareti si allungavano di soppiatto. Il calore delle fiamme aleggiava nell'aria, ma era in procinto di svanire, come se fosse solamente un vecchio ricordo.

Rimase immobile lì, in piedi, nella penombra, aspettandosi di essere raggiunta da qualcuno che, però, non venne. Il buio del lago, oltre le vetrate, era troppo intenso per poter sembrare quello del cielo notturno; nessuna stella brillava laggiù. E non brillava neanche dentro di lei.

Malfoy non era venuto. Malfoy non voleva una riconciliazione. Malfoy non era più interessato. D'altronde, come biasimarlo? Lo aveva illuso e poi era fuggita. Ma cosa doveva fare di più oltre a pentirsi?

Voleva andare avanti con Draco, aveva preso l'iniziativa di invitarlo quella sera a incontrarsi con lei, avrebbe accettato se lui avesse deciso di tirarsi indietro. Ma avrebbero dovuto almeno parlarne. Così lui avrebbe smesso di cercarla per farla sentire in colpa, e lei di scappare alla sua vista. Però lui non era venuto.

Rose si strinse le braccia attorno al busto, delusa e rattristata, il cuore che le batteva più forte del solito per il pericolo scampato da poco e per l'agitazione che aveva avuto credendo di trovare Malfoy. Gettò un'occhiata al fuoco che danzava debolmente nel caminetto, quindi si voltò, diretta al dormitorio.

E lo vide. Le braccia le ricaddero lungo i fianchi, gli occhi si sgranarono per la sorpresa, e un improvviso senso di tenerezza la colpì.

Draco Malfoy, sprofondato in una delle poltrone, riposava sereno. Entrambi i palmi sui braccioli, sedeva con la testa reclinata all'indietro, sullo schienale, il collo candido in mostra, le gambe allungate di fronte a sé. Indossava la camicia e i pantaloni della divisa scolastica, mantello, cravatta e maglione giacevano sul tappeto.

Era rimasto ad aspettarla.

Rose si avvicinò in silenzio, con lentezza e urgenza al contempo, e lo ammirò incantata, accovacciandosi piano, le braccia conserte sul bracciolo, a una spanna dalla mano di lui, e la testa posata su di esse. Aveva le palpebre abbassate, le ciglia chiare gli accarezzavano gli zigomi alti, sul suo volto sottile le fiamme morenti si agitavano, disegnando luci e ombre sulla sua pelle pallida. Le sue labbra erano schiuse, il respiro appena udibile, il suo torace si alzava e si abbassava serenamente, senza fretta. Non lo aveva mai visto tanto rilassato.

Senza riuscire a controllarsi, allungò una mano, trattenendo il fiato, e gli spostò i ciuffi biondissimi dalla fronte, indugiando con i polpastrelli sulla sua pelle. Un brivido la attraversò mentre seguiva con dolcezza le curve e gli spigoli del suo viso.

Draco mosse appena la testa, chiudendo le labbra, e Rose ritrasse subito la mano, ma lui continuò a dormire. Rimase ancora un poco lì a osservarlo, ammaliata dalla sua bellezza, poi si alzò. Lanciò un'occhiata nervosa alla porta del dormitorio, quindi si chinò rapida su di lui e gli lasciò un bacio a fior di labbra.

E, in quell'istante, la mano di Draco trovò la sua. La strinse, rispondendo al bacio, poi fece scorrere le dita sulla vita di Rose, tirandola verso di sé, permettendole di sedersi sulle sue gambe. La circondò con le braccia, e lei si rannicchiò contro il suo petto.

Le sollevò il volto guardandola intensamente, seguendo con gli occhi ogni tratto del suo viso, entrambe le mani ora ai lati della sua testa, e si avvicinò di nuovo, stavolta più lentamente, per far combaciare le loro labbra. Le lingue si cercarono, si trovarono, sfiorandosi piano, con delicatezza, senza alcuna fretta, lasciando che dolci sospiri si perdessero attorno a loro.

«Non volevo svegliarti» sussurrò lei, quando finalmente posò la testa sulla sua spalla.

«Mi sono svegliato quando sei entrata» ammise lui, sogghignando poi divertito. «Pensi davvero di essere silenziosa?»

Rose arrossì, ma lui non avrebbe potuto distinguere il colore delle sue guance in quell'oscurità. Anche il fuoco si era ormai spento.

«Hai fatto finta di dormire per tutto quel tempo?»

«Mi sono goduto le tue attenzioni.»

Lei sentì il volto andare a fuoco, e non rispose. Draco prese a carezzarle distrattamente un braccio con la punta delle dita, e Rose represse un brivido.

«Quindi ora le cose sono sistemate?»

Sapeva che era un sì, ma voleva sentirselo dire per non rischiare di aver frainteso.

«Dipende da te» replicò lei.

Lui ridacchiò con incredulità.

«Da me? L'ultima volta...»

«Non ho intenzione di chiudere per le mie paure» lo interruppe bruscamente Rose. «Non di nuovo. Adesso ne sono sicura, su questo puoi stare tranquillo. Perciò dipende da te. Quindi magari smettila di trattare da schifo mio fratello e i miei amici...»

«I tuoi amici? Sono un branco di sfigati della peggior specie, soprattutto...»

«Draco!»

«Va bene, va bene. Come vuoi, Rosie

Sembrò che il suo viso fosse stato avvolto dalle fiamme, e ringraziò Salazar per il buio che occupava la sala comune. Si morse il labbro per trattenere la propria gioia, e spinse la testa nell'incavo del collo di Draco, inspirando il suo buon odore mentre le braccia di lui tornavano a circondarla. Si sentì a casa.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro