1.34 ~ La terza prova
Harry si sentì più amato del previsto nello scoprire che la signora Weasley e Bill, il maggiore dei suoi figli, erano venuti a Hogwarts per assistere alla prova. Mentre gli studenti erano impegnati nei loro ultimi esami, lui trascorse con Bill e la signora Weasley l'intera giornata, passeggiando per il parco della scuola durante la mattinata e intorno al castello nel pomeriggio, prima di tornare nella Sala Grande per il banchetto serale, al quale avrebbero preso parte anche gli altri due giudici, Bagman e Cornelius Caramell - il Ministro della Magia, che quella sera avrebbe sostituito il signor Crouch.
Harry fu lieto di notare che a Rose era stato permesso di cenare al tavolo dei Grifondoro, e, quando si sedette, circondato com'era dai volti incoraggianti e sorridenti di sua sorella, Hermione e i Weasley, gli parve di essere tornato alla Tana, l'accogliente dimora di Ron e della sua famiglia.
C'erano molte più portate del solito, ma i campioni non furono gli unici a mangiare meno degli altri; Bill Weasley, interessato men che mai all'eccezionale cibo nel proprio piatto, aveva l'attenzione rivolta al tavolo dei Corvonero. Lì, tentando di alleggerire la tensione, Fleur Delacour scherzava con le studentesse di Beauxbatons, e il suo sorriso la illuminava da capo a piedi, irradiandola come una stella. Si spostava di continuo i capelli argentei dalle spalle, che le ricadevano sulla schiena come una cascata di scintille, e gli occhi chiari fuggivano in fretta da un volto all'altro.
Bill non si faceva illusioni su di lei; Fleur non avrebbe di certo incanalato il proprio interesse verso un giovane dai capelli lunghi e gli orecchini zannuti che lavorava come Spezzaincantesimi per la Gringott.
In realtà, Fleur Delacour non aveva proprio nulla da ridire sull'aspetto esteriore del giovane Weasley, anzi, era proprio il contrario; ogni volta che Bill distoglieva lo sguardo da lei, subito gli occhi di Fleur correvano su di lui. E a differenza del ragazzo, il quale non si illudeva, lei faceva ben altro: accumulava pretese. Doveva solamente trovare l'opportunità di conoscerlo, e ogni cosa avrebbe seguito la giusta direzione.
Ma nessuno avrebbe potuto immaginare che di lì a tre anni Fleur Delacour e Bill Weasley sarebbero diventati marito e moglie, molto di più di quanto entrambi avrebbero mai potuto sperare.
Il soffitto incantato della Sala Grande volse dall'azzurro a un violetto fosco, e il professor Silente, al tavolo degli insegnanti, si alzò, richiamando su di sé l'attenzione di ogni presente.
«Signore e signori, tra cinque minuti vi chiederò di scendere al campo di Quidditch per la terza e ultima prova del Torneo Tremaghi. I campioni vogliano per favore seguire il signor Bagman giù allo stadio, adesso.»
Mentre Harry si alzava tra gli applausi dei Grifondoro e gli auguri di Hermione e dei Weasley, le dita di Rose si incastrarono tra le sue per pochi attimi. Lui ricambiò con un sorriso rassicurante, prima di sciogliere riluttante la stretta e uscire dalla Sala Grande insieme a Cedric, Fleur, Krum e Ludo Bagman.
Poco dopo, anche il resto della scuola fu invitata a lasciare la sala per assistere alla terza prova.
«Io scendo con Daphne» disse Rose a Hermione, salutando lei e i Weasley e dirigendosi verso i Serpeverde.
Passando accanto al professor Moody, lo vide sgusciare via dalla folla, lungo un corridoio, e ciò che notò la confuse non poco: sotto il suo mantello, era nascosto Ascesa del Signore Oscuro. Rose lanciò un'occhiata a Daphne, ancora abbastanza lontana da lei, e, certa di non essere osservata, si fece strada tra studenti e insegnanti, e seguì Moody per il corridoio, decisa a riavere il libro, se non per consultarlo, almeno per riportarlo in biblioteca e infilarlo di nuovo nel Reparto Proibito prima che qualcuno se ne accorgesse.
Il professore sembrava diretto proprio in biblioteca, e Rose, accelerando il passo per raggiungerlo, si stupì del dubbio che le era appena sorto: Moody aveva trovato il libro o lo aveva preso?
Augurandosi di fare in fretta per poter vedere la prova, lo seguì, il cuore che batteva molto più forte di quanto avrebbe dovuto. C'era qualcosa di strano, di sbagliato, forse di pericoloso... ma cosa?
Daphne, intanto, guidata dalla folla, si dirigeva verso il campo di Quidditch accanto ad Astoria. Si erano ritrovate l'una al fianco dell'altra per puro caso, ma non si erano scambiate nemmeno un singolo sguardo. Daphne, però, lo sapeva: la maggiore era lei, e, sfortunatamente, era suo il compito di muovere il primo passo.
Senza parlare, ingoiando l'orgoglio - quell'anno l'aveva fatto decisamente troppe volte - allungò la mano sinistra, e avvolse il proprio mignolo attorno a quello della sorella. Astoria avrebbe voluto sottrarsi alla stretta, in fondo provava ancora un sentimento sgradevole nei confronti di Daphne, ma, anche se con incertezza, lasciò che il proprio mignolo ricambiasse piano. L'amara verità era che doveva ancora capire se la spiacevole sensazione che le pungeva le viscere fosse rivolta davvero contro sua sorella o verso se stessa.
Raggiunto lo stadio, gli studenti occuparono le tribune, gli occhi brillanti fissi tra le siepi che, incastrandosi tra di loro per modellare il labirinto, serpeggiavano lungo il campo di Quidditch.
Harry vide Hagrid, il professor Vitious, la professoressa McGranitt e il professor Moody - che aveva raggiunto in fretta gli altri tre insegnanti - avvicinarsi. Portavano grosse e lucenti stelle rosse sul cappello, tranne Hagrid, che aveva la propria sulla schiena del cappotto di talpa.
«Noi pattuglieremo l'esterno del labirinto» spiegò la McGranitt ai campioni. «Se vi trovate in difficoltà e desiderate essere salvati, sparate in aria una raffica di scintille rosse, e uno di noi verrà a prendervi, avete capito?»
Tutti e quattro i campioni annuirono.
«Allora andate!» disse Bagman, e gli insegnanti, dopo un «buona fortuna, Harry» da parte di Hagrid, si allontanarono in direzioni diverse per disporsi attorno al labirinto.
Lo sguardo smeraldino di Harry corse tra gli spalti, alla ricerca di sua sorella, ma lei non sembrava essere né con Hermione e i Weasley, né con Daphne Greengrass. Troppo in ansia per porsi le giuste domande, non diede alcun peso alla questione, certo che Rose fosse da qualche parte tra gli studenti.
Daphne, invece, pessimista com'era, non esitò a preoccuparsi. Strizzò gli occhi per osservare meglio la folla, mentre la voce di Bagman, amplificata dal suo incantesimo, echeggiava sugli spalti.
«Signore e signori, sta per cominciare la terza prova del Torneo Tremaghi, la prova finale! Permettete che vi ricordi la situazione del punteggio! Al primo posto, alla pari, con ottantacinque punti ciascuno... il signor Cedric Diggory e il signor Harry Potter, entrambi della Scuola di Hogwarts!»
No, Rose non era insieme ai Grifondoro. E, di certo, non era seduta tra i Serpeverde.
«Al secondo posto, con ottanta punti... il signor Viktor Krum, dell'Istituto Durmstrang!»
Sembrava non ci fosse del tutto. Ma come poteva perdersi la prova di suo fratello?
«E al terzo posto... Mademoiselle Fleur Delacour, dell'Accademia di Beauxbatons!»
No, Rose non c'era; Daphne temeva - anzi, era sicura - che le fosse accaduto qualcosa di spiacevole. E non era l'unica Serpeverde ad essere inquieta riguardo la sua assenza.
«Allora... al mio segnale, Harry e Cedric! Tre... due... uno...»
Bagman fischiò, e, quando Harry e Cedric entrarono nel labirinto, Daphne scattò in piedi. Si fece strada tra i Serpeverde - le parve anche che Blaise le chiedesse dove stesse andando, ma lei non vi fece caso - e scese dalle tribune, attenta che nessun professore si accorgesse di lei.
Muovendosi nel buio sempre più fitto del cielo vespertino, lasciò il campo di Quidditch, correndo a perdifiato verso il castello di Hogwarts, ignara di essere seguita da un altrettanto preoccupato Draco Malfoy, i capelli chiarissimi spettinati dal vento della sera.
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