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1.32 ~ Un impostore a Hogwarts

«Reinnerva

Quando Rose sollevò le palpebre, sul suo petto era puntata una bacchetta, e davanti ai suoi occhi si estendevano le espressioni preoccupate di Harry e Albus Silente. Corrugò la fronte, confusa, e si rese conto che la sua tempia destra pulsava. Sebbene Silente avesse tentato di fermarla posandole una mano sulla spalla, Rose riuscì a mettersi seduta, e Harry si lanciò verso di lei, stringendola.

Silente sorrise appena, prima di chinarsi su Krum, la bacchetta contro di lui, e sussurrare la stessa formula che aveva pronunciato per risvegliare Rose.

«Sanguini» disse Harry, indicandole la tempia.

Lei se la sfiorò con le dita, e i polpastrelli s'impregnarono del suo sangue.

«Non è niente, sto bene» chiuse lì l'argomento, preoccupata riguardo chi l'avesse attaccata più che per se stessa.

«Lui ha me aggredito!» stava borbottando Krum. «Quel vecchio folle ha me aggredito! Mentre io guardafa dove andato Potter, lui attaccafa mie spalle!»

«Non è stato Crouch» sussurrò Rose, scuotendo la testa, lo sguardo sul terreno.

Krum, in disaccordo, emise un grugnito, ma Silente la guardò con interesse.

«Immagino che però tu non ne sappia di più, giusto, Rose?»

Lei annuì, confermando le parole del preside, quando dei passi tonanti rivelarono l'arrivo di Hagrid, accompagnato dal fidato Thor. Ansimava, e stringeva una balestra.

«Professor Silente!» esclamò, sorpreso e preoccupato al contempo. «Harry, Rose... che cosa...»

Ma Silente lo interruppe.

«Hagrid, devi andare a chiamare il professor Karkaroff. Un suo allievo è stato aggredito. Quando hai fatto, ti prego di avvertire il professor Moody...»

«Non serve, Silente, sono qui.»

Moody spuntò zoppicando, il bastone a sostenerlo e la punta della bacchetta accesa.

«Dannata gamba» sbottò. «Sarei arrivato prima... che cosa è successo? Piton ha detto qualcosa a proposito di Crouch...»

«Crouch?» fece Hagrid, perplesso.

«Karkaroff, per favore, Hagrid!» esclamò Silente.

«Oh, sì... Ha ragione, professore...»

Hagrid si allontanò tra gli alberi con Thor alle calcagna.

«Non so dove sia Barty Crouch» riprese Silente, rivolgendosi a Moody, «ma è fondamentale che riusciamo a trovarlo, anche se...»

«Ci penso io» ringhiò il professore, già pronto a inoltrarsi nella Foresta Proibita.

«Anche se, Alastor» ripeté con più veemenza Silente, fermando Moody, «prima devo chiederti di accompagnare Rose in Infermeria: è ferita e reputo che abbia bisogno di cure immediate.»

Moody lo guardò un poco dubbioso, dall'espressione dipinta sul suo volto sfigurato era chiaro che avrebbe preferito cercare subito Crouch, dato che le probabilità di trovarlo diminuivano ogni secondo che passava, ma non osò disobbedire alla richiesta del preside.

«Sto bene» tentò di dire Rose, ma, quando Moody la tirò bruscamente in piedi, barcollò appena, la testa le girava.

Avrebbe voluto battersi per restare, voleva e doveva sapere cosa fosse accaduto a Crouch, scoprire i misteri dietro le sue parole, ma la tempia continuava a pulsare, e Silente non sembrava intenzionato a permetterle di restare lì con loro in quelle condizioni.

Quindi si chinò a raccogliere la bacchetta, e fu guardandosi attorno che scoprì, con orrore, ciò che mancava.

«C'è qualche problema, Rose?» chiese con gentilezza Silente.

Ma il tempo stringeva, e la questione non poteva essere spiegata. Cosa avrebbe dovuto dire, che aveva rubato Ascesa del Signore Oscuro dal Reparto Proibito quella stessa sera e lo aveva appena perso?

Si limitò a scuotere la testa, lasciando che la saliva l'aiutasse a deglutire per bene il groppo che aveva in gola, e seguì Moody fuori dalla Foresta Proibita. Il professore, nonostante la gamba di legno, avanzava con grande rapidità; era chiaro il suo desiderio di tornare in fretta indietro per cercare Crouch e svelare il mistero, e Rose si sentì abbastanza in soggezione quando lui le ringhiò di sbrigarsi.

«Non hai visto chi ha aggredito te e Krum, Potter?» le domandò Moody, con un altro ringhio, dopo che ebbero superato la Sala d'Ingresso, vuota dato il tardo orario.

«No» rispose Rose, scuotendo la testa, e ringraziando Merlino che il professore credesse, come lei, Harry e Silente, che non fosse Crouch l'aggressore. «Ci ha lanciato uno Schiantesimo... ed era non verbale, quindi non so neanche quale sia la sua voce.»

«Un bel trucchetto» commentò Moody. «Doveva aver pensato a tutto.»

Si fermarono sulla soglia dell'Infermeria, e il professore le fece cenno di entrare, mentre già si accingeva a ripercorrere i propri passi per tornare in aiuto di Silente.

«Lo troverà, vero?» chiese Rose, il palmo già sulla superficie legnosa della porta.

«Cosa?» fece Moody, voltandosi.

«Il signor Crouch, intendo» si spiegò Rose. «So che lei ha preso la Mappa del Malandrino in prestito da Harry, se Crouch è ancora nei confini della scuola non dovrebbe avere problemi a trovarlo.»

«Certo, certo» rispose distratto lui, sfregandosi il mento segnato dalle cicatrici. «Adesso vai, su, stai sanguinando ancora. E mi raccomando, Potter... vigilanza costante!»

Rose trasalì al ringhio inaspettato di cui Moody si era servito per pronunciare le ultime due parole, e rimase immobile fuori l'Infermeria per qualche istante, guardando il professore allontanarsi zoppicando, il bastone a sopportare tutto il suo peso.

Si decise poi a entrare, e trovò la stanza immersa nell'oscurità della notte. Accese la bacchetta, sussurrando «Lumos», e avanzò lentamente tra le corsie, cercando l'ufficio di Madama Chips. L'infermiera però la raggiunse in fretta senza nemmeno essere chiamata; aveva notato subito la luce che aveva brillato nel buio.

«Potter!» esclamò in un bisbiglio, mentre Rose abbassava un poco la bacchetta. «Che ci fai qui a quest'ora?»

«Ecco...»

Indirizzò la luce contro il proprio volto, e il sangue che le rivestiva la tempia destra, colandole piano sulla guancia, luccicò in modo sinistro. Madama Chips sussultò.

«Per tutte le Gorgoni!» si lasciò scappare, dimenticando per un attimo di mantenere basso il tono della voce. «Corri, quel letto lì!»

Pochi minuti dopo, con una benda che le copriva la tempia, Rose si rigirava sul materasso, tra le coperte che non la riscaldavano come avrebbero dovuto, e rimuginava su ciò che era accaduto quella sera, un invadente rimorso mischiato a una sensazione di malessere; aveva rubato un libro dal Reparto Proibito, e ora era scomparso. Dov'era finito?

La mattina seguente, per quando Daphne arrivò a farle visita, Rose aveva formulato una teoria piuttosto verosimile. Daphne entrò in Infermeria proprio mentre Harry ne usciva. Si rivolsero uno sguardo neutro, lui stava quasi per alzare la mano nel gesto di salutarla, ma lei lo superò in fretta, senza concedergli il tempo di muovere un singolo dito. Harry rimase interdetto per qualche secondo, di nuovo senza riuscire a capacitarsi dell'origine del sentimento negativo che la Serpeverde nutriva nei suoi confronti, poi sollevò le spalle con un sospiro e uscì.

Daphne si fermò accanto al letto sul quale Rose era seduta, e incrociò le braccia, l'espressione di rimprovero impressa sul viso.

«Ti avevo detto di non farlo più!» sbottò, quando Rose le rivolse un sorriso innocente.

«Che ho fatto?»

«Sei scomparsa! Non è bastata la prova al lago, vero?»

«Te l'avevo detto che sarei andata in biblioteca!»

«Sì, ma quando mi sono svegliata non c'eri!»

«Be', ho avuto un problema!»

«Ho visto!»

Tirandosi un broncio infantile sul volto, Daphne si lasciò cadere ai piedi del letto, le braccia ancora incrociate. Dato che Rose la fissava un poco offesa senza parlare, decise di incalzarla, dimostrando di essere, alla fine, piuttosto incuriosita.

«Allora? Che è successo?»

Rose le raccontò nei minimi dettagli ciò che era accaduto la sera precedente, fornendole spiegazioni esaustive per permetterle di prendere parte al mistero e aiutarla a trovare una soluzione. Più ripercorreva quegli avvenimenti, più si convinceva che ci fosse qualcosa che non tornava oltre l'ignoto individuo che aveva aggredito lei e Krum. E la scomparsa di Ascesa del Signore Oscuro non poteva che alimentare i suoi sospetti.

«E il libro?» sussurrò infine Daphne.

«Non lo so» sospirò Rose. «Ma quando mi sono svegliata non c'era più. Sono sicura che l'ha preso qualcuno, e, se è come penso, è stato...»

«Lo stesso che ti ha attaccata» concluse Daphne per lei. «Ha senso. Ma chi? E perché voleva quel libro?»

«Non penso che lo volesse per sé» ammise Rose. «Penso che in quel libro ci sia qualcosa di compromettente. Se contiene informazioni sul Marchio Nero, vuol dire che sono informazioni importanti che potrebbero aiutarci a capire. Quindi lo ha preso perché non vuole che otteniamo quelle informazioni. E questo vuol dire che c'è davvero qualcosa che il Marchio Nero nasconde.»

«Allora eravamo sulla strada giusta» disse piano Daphne. «Ma adesso non abbiamo il libro... Chi può essere stato? E come ha fatto ad arrivare a scuola?»

«Non ci può essere arrivato» mormorò Rose, certa di quello che stava per dire. «È sempre stato qui. Il che significa...»

«Che c'è un impostore tra di noi» sussurrò Daphne, senza fiato, mentre Rose, preoccupata, annuiva cupamente.

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