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1.31 ~ Il signor Crouch porta misteri

Rose trovò il libro che cercava nel Reparto Proibito della biblioteca. Uno scritto relativo alle Arti Oscure, che lei e Daphne avevano letto durante la loro indagine, consigliava, in una piccola nota in fondo all'ultima pagina, di acquistare il volume successivo, che descriva in modo approfondito le dinamiche della Prima Guerra Magica, terminata con la sconfitta di Voldemort da parte del piccolo Harry Potter, la sera del 31 ottobre del 1981, come tutti sapevano.

Dopo una lunga settimana trascorsa a cercare il libro nominato, entrambe erano infine giunte, con grande riluttanza, alla decisione di mettere da parte l'orgoglio - conclusione degna di nota da parte di due Serpeverde, soprattutto di Daphne - e di chiedere aiuto a Madame Pince, la cui espressione arcigna si era tramutata in un ghigno compiaciuto che l'aveva resa ancora più irritante del solito.

«Non otterrete mai quel libro» le aveva congedate, allontanandosi soddisfatta con una pila di tomi che levitava dietro di sé, dopo che loro le avevano rivelato il titolo del volume che stavano cercando.

Rose e Daphne l'avevano osservata scomparire tra gli scaffali con lo stesso cipiglio contrariato, e, nelle tre settimane successive, si erano dedicate alle richieste da esporre agli insegnanti perché firmassero un permesso che gli avrebbe consentito il ritiro di quel libro dal Reparto Proibito. Peccato che il titolo, Ascesa del Signore Oscuro (la Prima Guerra Magica), conducesse inevitabilmente al fallimento ogni loro tentativo, anche il più promettente.

Avevano provato dapprima con il piccolo professor Vitious, dato che Rose era la sua studentessa migliore - e preferita -, ma lui, sebbene inizialmente avesse quasi acconsentito, aveva avuto un ripensamento alla lettura del foglietto che avrebbe dovuto firmare, sul quale capeggiava il titolo del volume. Aveva sgranato gli occhi solo nel leggere "Signore Oscuro", uno dei molti appellativi di Voldemort, e aveva lasciato l'aula di Incantesimi di corsa, profondendosi in scuse.

Piton, il direttore della loro Casa, non aveva preso la proposta neanche in considerazione; il «no» glaciale che aveva scandito mentre le superava lungo i sotterranei, senza nemmeno guardarle o leggere il permesso che avevano abbozzato, era stato suggerito dal fatto che Rose fosse la sorella di Harry, e l'ultima volta che il giovane Potter era stato in quel reparto, al secondo anno, il motivo era la preparazione della Pozione Polisucco, assolutamente proibita a Hogwarts, e per cui c'era stato bisogno di rubare ingredienti dalla credenza personale di Piton.

La McGranitt si era rifiutata al solo sentir nominare il reparto, Hagrid si sarebbe lasciato scappare con chiunque cosa le due Serpeverde stavano facendo, la Sprite non nutriva alcuna simpatia verso di loro, la Cooman aveva annunciato che quel libro sarebbe stato la rovina di entrambe le due ragazze, che, senza alcuna ombra di dubbio, alla fine dell'anno sarebbero passate dalla parte di Voldemort, e Moody gli aveva ringhiato contro per essere così poco intelligenti nell'andare alla ricerca di informazioni poco raccomandate. Avrebbero potuto chiedere al professor Silente, ma poi avrebbero dovuto spiegargli l'intera situazione, perché di sicuro avrebbe chiesto spiegazioni, e sarebbe stato molto più semplice infiltrarsi direttamente nel Reparto Proibito nel bel mezzo della notte e senza alcun tipo di aiuto, o magari lasciar perdere la loro ricerca e attendere che ogni nodo giungesse al pettine.

Ma c'era anche la vaga probabilità che non succedesse, e, se Rose si tormentava ancora, Daphne aveva considerato l'opzione di chiudere la questione già dopo che Moody le aveva rimproverate in malo modo - non era mai stata tanto terrorizzata - ma l'aveva nascosta da qualche parte e se n'era presto dimenticata. Il desiderio di interrompere quell'infruttuosa ricerca tornò dopo diverse settimane di suppliche ormai prive di dignità a Madame Pince, richieste a trabocchetto ai professori, e studio degli accessi al Reparto Proibito.

Era l'ultima settimana di maggio, l'orologio al polso di Rose indicava le nove di sera, e la biblioteca era buia e silenziosa, tranne che per il filo di luce proveniente dalla punta della sua bacchetta. Il Reparto Proibito appariva, se possibile, ancora più scuro dell'intera biblioteca, e la sottile lama di luce rimbalzava da uno scaffale all'altro. Prese in fretta Ascesa del Signore Oscuro, sgusciò fuori dal Reparto Proibito lasciando ogni cosa esattamente come l'aveva trovata, e sgattaiolò via dalla biblioteca.

La sua intenzione era quella di riconsegnare il libro quella sera stessa dopo averlo consultato, quindi, sapendo che Harry, interessato alle informazioni sul Marchio Nero quanto lei, era al campo di Quidditch insieme agli altri campioni del Torneo Tremaghi per apprendere il necessario per la terza prova, Rose si diresse subito nella Sala d'Ingresso, ben attenta a non incontrare qualche prefetto che faceva la ronda notturna, oppure, molto peggio, Gazza o la sua gatta, e uscì dal castello - anche perché, sinceramente, a quell'ora era molto più facile raggiungere il campo di Quidditch che i sotterranei.

Per sua fortuna, non ci fu bisogno di arrivare fin là, dato che, una volta superata la capanna di Hagrid e il recinto dei cavalli di Beauxbatons, scorse suo fratello. Era al limitare della Foresta Proibita, e con lui c'era Viktor Krum.

«Harry!»

Rose li raggiunse con il fiato corto. Rivolse un breve sorriso a Krum, e lui fece una specie di grugnito, distogliendo lo sguardo.

«Vi ho interrotti?» domandò lei, fissando suo fratello, e poi di nuovo il campione di Durmstrang.

Era chiaro che stessero parlando prima del suo arrivo, e Krum sembrava anche interessato a qualsiasi fosse l'argomento che stavano trattando - il Quidditch -, ma Harry, che aveva notato subito il libro dalla copertina scura e polverosa stretto tra le braccia della sorella, scosse la testa.

«No.»

«Oh, okay» fece Rose, fissando distratta ancora Krum.

Poi abbassò la voce e si rivolse nuovamente al fratello, mostrandogli il libro.

«L'ho trovato! Ma dobbiamo sbrigarci a...»

Qualcosa si mosse tra gli alberi dietro Krum, e Rose tacque all'istante, mentre Harry, con un presentimento negativo, afferrava Krum e lo tirava verso di sé.

«Cosa era qvesto?»

Rose estrasse la bacchetta, stringendo il libro con l'altro braccio, e suo fratello fece lo stesso.

Un altro fruscio sinistro, e un uomo apparve da dietro una quercia, barcollando e borbottando qualcosa a un individuo che solo lui sembrava vedere. Era il signor Crouch, ma non somigliava affatto alla persona rigida, composta e ordinata che i due Potter avevano conosciuto alla Coppa del Mondo di Quidditch, né tantomeno al rispettoso giudice del Torneo Tremaghi.

Aveva l'aspetto trasandato, come se fosse in viaggio da giorni. I suoi abiti erano strappati, le ginocchia ricoperte di sangue; aveva la barba lunga e incolta, il viso, segnato da graffi, era visibilmente stanco, gli occhi fuori dalle orbite, baffi e capelli sporchi e in disordine.

«Non è giudice?» domandò Krum. «Non è del fostro Ministero?»

«Sì» sussurrò Rose, mentre suo fratello si avvicinava lentamente all'uomo.

Ma Crouch non lo guardò, e si rivolse a un albero accanto a lui, credendo che fosse Percy Weasley.

«... e quando hai finito, Weatherby, manda un gufo a Silente per confermare il numero di studenti di Durmstrang che prenderanno parte al Torneo, Karkaroff ha appena fatto sapere che saranno in dodici...»

«Signor Crouch» lo chiamò piano Harry.

«... e poi manda un altro gufo a Madame Maxime, perché può darsi che voglia aumentare il numero di studenti della sua delegazione, ora che Karkaroff è arrivato a una dozzina tonda...»

«Ehm... signore?» mormorò Rose, facendo un passo avanti, abbassando appena la bacchetta.

«... lo farai, Weatherby, vero? Vero? Ve-»

Crouch barcollò, cadendo in ginocchio, e Rose, allarmata, mosse un altro passo verso di lui.

«Che succede?» chiese, ancora più agitata dal silenzio dell'uomo che dal suo precedente delirare. «Signor Crouch!»

«Si sente bene?» domandò Harry, stavolta alzando la voce.

Gli occhi di Crouch rotearono.

«Cosa succede lui?» fece nervoso Krum, che aveva seguito i due Potter tra gli alberi.

«Non ne ho idea» mormorò Harry. «Senti, è meglio che tu vada a chiamare qualcuno...»

«Silente!» esclamò il signor Crouch, facendo sobbalzare Rose, e afferrando la veste di Harry per tirarlo più vicino a sé; il suo sguardo, però, era puntato oltre il ragazzo. «Devo... vedere... Silente...»

In quel momento, appariva come un pazzo. Ogni parola che pronunciava sembrava costargli uno sforzo immane, e i suoi occhi roteavano forsennati.

«Okay, se si alza, signor Crouch, possiamo andare al...»

«Ho... fatto... una cosa... stupida... Devo... dire... a Silente...»

«Andremo da Silente» promise Rose, la cui voce appariva più decisa di quanto fosse realmente, correndo in aiuto di suo fratello, «ma possiamo farlo solo se si alza e ci segue.»

Gli occhi vuoti e fuori dalle orbite di Crouch si fissarono su Rose, e lei rabbrividì. Avrebbe preferito tenersi a distanza come stava facendo Krum, ma non le pareva il caso di lasciare che suo fratello se la cavasse da solo.

«La porteremo da Silente!» scandì Harry, e l'attenzione dell'uomo tornò su di lui.

«Chi... sei?»

«Sono un allievo della scuola.»

«Non sei... suo?»

«Di Silente» rispose in fretta Rose, pur senza aver capito la domanda di Crouch, ma evitando così che Harry, più confuso di lei, dicesse qualcosa di sbagliato.

Crouch le afferrò il maglione, tirandola verso di sé, l'altra mano stretta ancora sulla veste di Harry.

«Silente...» le disse, poi si rivolse al ragazzo. «Avverti... Silente...»

«Andrò a chiamare Silente se lei mi lascia andare» affermò Harry. «Mi lasci, signor Crouch, e andrò a chiamarlo...»

La stretta di Crouch su di loro si ritirò, e lui ricominciò a parlare tranquillamente con un albero, come se niente fosse accaduto e Harry e Rose non fossero lì.

«Grazie, Weatherby, e quando hai finito, vorrei una tazza di tè. Mia moglie e mio figlio arriveranno tra poco...»

«Ma sua moglie e suo figlio sono morti...» bisbigliò Rose all'orecchio di suo fratello, ricordando ciò che le era stato riportato di quello che Sirius aveva detto durante quella gita a Hogsmeade, e lui annuì.

«Devi restare con lui» le sussurrò Harry. «Io andrò da Silente...»

«Mi lasci qui da sola?» fece lei, rabbrividendo di nuovo, un'aria supplichevole sul volto terrorizzato.

Rose non era coraggiosa - il Cappello Parlante altrimenti l'avrebbe Smistata sicuramente in Grifondoro - e di certo non si vergognava ad ammetterlo.

«Non sei sola» replicò Harry, poi si voltò verso Krum. «Tu resta qui con lui e mia sorella! Io vado a chiamare Silente, farò in fretta, so dov'è il suo ufficio...»

«È pazzo» dichiarò Krum, dubbioso.

«Rimani con lui» ripeté Harry, ma i suoi movimenti innescarono un altro inspiegabile cambiamento in Crouch, che lo afferrò per le ginocchia e lo trascinò a terra.

Rose puntò la bacchetta sul signor Crouch, stringendo ancora il libro con il braccio libero. Lui riprese ad ansimare, sussurrando con fatica a Harry parole scollegate.

«Non... abbandonarmi! Io... sono... fuggito... devo avvertire... devo dire... vedere Silente... colpa mia... tutta colpa mia... Bertha... morta... tutta colpa mia... mio figlio... colpa mia... dire a Silente... Harry Potter... Il Signore Oscuro... più forte... Harry Potter...»

«Lo lasci andare» disse Rose. «E lui l'aiuterà.»

«Andrò a chiamare Silente se mi lascia andare, signor Crouch!» rincarò Harry, prima di rivolgersi, infuriato, a Krum. «Vuoi aiutarmi?»

Krum, sempre più preoccupato, avanzò e si sedette accanto al signor Crouch, mentre Harry si liberava della stretta dell'uomo e già si allontanava.

«Trattienilo qui. Tornerò con Silente.»

«Sbrigati!» gli gridò dietro Rose, e suo fratello, una volta fuori dalla Foresta Proibita, scomparve di corsa nell'oscurità del parco.

Crouch aveva ripreso a mormorare tranquillo con l'albero al suo fianco, di nuovo convinto che si trattasse di Percy Weasley, e Krum si era alzato, camminando avanti e indietro, guadagnando così distanza tra lui e Crouch.

«Dove andato Potter?» chiese dopo un poco che aspettavano, stringendo le palpebre sotto le sopracciglia cespugliose.

Rose, la quale con il libro stretto ancora al petto e la bacchetta in mano stava controllando Crouch, si girò verso il castello, sospirando, un nuovo brivido ogni minuto che passava. Ma il timore che provava non si rivelò infondato.

Un getto di luce rossa, e Krum cadde sul terreno. Rose si voltò di scatto, spaventata, e sollevò la bacchetta davanti a sé, ma non vide nessuno oltre a Crouch, il quale borbottava parole a voce bassa. Appariva inquieto anche lui, nonostante ignorasse completamente cosa stesse accadendo attorno a sé.

Il punto da cui sembrava essere giunto lo Schiantesimo non verbale era immerso nell'oscurità della Foresta.

«Lumos» pronunciò Rose, con un filo di voce.

Il raggio di luce che illuminò la sua bacchetta non fu di alcun aiuto. La ragazza roteò lentamente su se stessa, spingendo lo sguardo in ogni direzione, ma vide ben poco. Quel luogo appariva desolato, eppure ormai sapeva che c'era qualcuno oltre lei, Krum e Crouch.

Un fruscio, passi pesanti, il lampo scarlatto dello Schiantesimo la colpì alla schiena, e lei cadde al suolo, il libro e la bacchetta che piombavano entrambi sul terreno accanto a lei, il volto contro una radice sporgente. Una fitta alla tempia, poi solo buio.

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