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1.29 ~ Il Marchio Nero

Trovati allo steccato alla fine della strada che esce da Hogsmeade (dopo Mondomago) sabato pomeriggio alle due. Porta tutto il cibo che potete.

Rose aveva appena letto furtivamente il biglietto di Sirius che Harry le aveva infilato tra le dita, quando Piton aprì la porta dell'aula, facendo loro cenno di entrare. Una divertita e irritante Pansy Parkinson aveva consegnato la nuova copia de Il Settimanale delle streghe a Hermione, e lei, Harry e Ron, dopo aver occupato un tavolo in fondo alla classe, presero a leggere sotto il banco il breve ma malevolo articolo "Le pene d'amore di Harry Potter" di Rita Skeeter, introdotto da una foto a colori di Harry. La Skeeter stavolta aveva deciso di attaccare Hermione, ma lei non ne sembrò affatto turbata, infatti rivolse un sorriso sarcastico e un saluto con la mano ai Serpeverde, i quali, dall'altra parte della stanza, stavano osservando lei e Harry per scoprirne la reazione.

Rose stava per cacciarsi in tasca il biglietto di Sirius, con l'intenzione di aiutare Daphne a tirare fuori gli ingredienti necessari alla preparazione della Pozione Aguzzaingegno, quando Draco Malfoy glielo sfilò dalle dita. Allarmata, si voltò a fronteggiarlo con il cuore che le batteva preoccupato contro il petto.

«Ridammelo!» sibilò, lanciando una rapida occhiata a Piton per assicurarsi che non li stesse osservando.

Allungò una mano per impossessarsi di nuovo del biglietto, ma lui le strinse il polso tra le dita, mentre sollevava il foglietto di pergamena per far sì che lei non potesse raggiungerlo con il braccio libero. La testa piegata verso l'alto, lesse le poche parole che Sirius aveva inviato a Harry.

«Ti vedi con qualcuno, Potter?»

«Ti ho detto di ridarmelo!»

«In segreto, per di più» sogghignò lui, lasciandole il polso ma mantenendo il bigliettino fuori dalla sua portata. «Che c'è, è un fuggiasco?»

Draco non aveva idea di quanto la sua casuale domanda corrispondesse alla realtà.

«Non sono fatti tuoi» replicò Rose, brusca.

Lui sollevò un sopracciglio, ma, con grande stupore di lei, le restituì il biglietto.

«È vero» sogghignò.

Rose, più sorpresa che mai, riprese piano il fogliettino, scrutando Malfoy - il cui inspiegabile ghigno si stava allargando - con sospetto, le palpebre strette. Draco continuò a fissarla senza proferire parola, e lei decise di prendere il proprio materiale e cambiare tavolo. Daphne la seguì lanciando un'occhiataccia a Malfoy.

Severus Piton le fissò sospettoso con un sopracciglio alzato, ma non commentò, e le due si affrettarono a preparare ciò che serviva per la Pozione Aguzzaingegno in religioso silenzio.

«Che voleva?» domandò Daphne a mezza voce, non appena Piton ebbe voltato loro le spalle.

«Ha scoperto che domani devo vedermi con Tu-Sai-Chi.»

Il calderone sarebbe precipitato sul pavimento con un gran frastuono se Rose non lo avesse recuperato al volo.

«Tu-Sai-Chi!?» fece la giovane Greengrass, trattenendosi dal gridare.

«Non lui... l'altro» disse Rose, divertita. Come aveva potuto Daphne credere che avrebbe dovuto incontrare Lord Voldemort - che, per inciso, neanche era in vita?

Rose, ignorando completamente che un giorno invece sarebbe potuto accadere, si affrettò a dare una spiegazione alle proprie parole, tagliuzzando distrattamente le radici di zenzero.

«Tartufo» disse, in un sussurro quasi impercettibile, riferendosi al soprannome che Sirius aveva consigliato a lei e ai tre Grifondoro per evitare che il suo nome fosse pronunciato a portata di orecchie indiscrete.

«Per Salazar» sussurrò Daphne. «Ha capito che è lui?»

Rose scosse la testa, ma, prima che potesse dare maggiori spiegazioni, la voce gelida e stranamente soddisfatta di Piton risuonò tra le fredde pareti di pietra del sotterraneo.

«Per quanto affascinante possa essere la tua vita sociale, e certo lo è, signorina Granger, devo chiederti di non discuterne durante le mie lezioni. Dieci punti in meno per Grifondoro.»

Piton si era avvicinato silenziosamente al tavolo di Harry, Ron e Hermione, e i suoi occhi neri scintillarono quando adocchiarono la copia de Il Settimanale delle Streghe. Il professore afferrò il giornale.

«Ah, in più leggete sotto il banco? Altri dieci punti in meno per Grifondoro... oh, ma naturalmente...»

Il suo sguardo si soffermò sull'articolo di Rita Skeeter. Ormai tutta la classe stava assistendo alla scena.

«Potter deve tenersi aggiornato con la rassegna stampa...»

I Serpeverde ridacchiarono, e Rose vide il volto di suo fratello avvampare per la rabbia. È vero, lei non detestava Severus Piton, ma, in momenti come quello, non poteva non desiderare di fargliela pagare.

«Le pene d'amore di Harry Potter... caro, caro il nostro Potter, ora cosa ti affligge? Un ragazzo fuori dal comune, forse...»

Piton iniziò a leggere malignamente l'articolo, facendo una pausa alla fine di ogni frase per permettere ai Serpeverde di sbellicarsi dalle risate.

«... i sostenitori di Harry Potter devono augurarsi che la prossima volta egli affidi il suo cuore a una candidata più meritevole. Davvero commovente» commentò Piton, terminando la lettura accompagnato dalle ultime risatine dei Serpeverde. «Be', credo che sia meglio separarvi, voi tre, così potrete concentrarvi sulle vostre pozioni invece che sulla vostra complicata vita sentimentale. Weasley, tu resti qui. Signorina Granger, laggiù, vicino alla signorina Parkinson. Potter... quel tavolo davanti alla mia cattedra. Muovetevi. Ora.»

Dopo che i tre Grifondoro ebbero eseguito gli ordini di Piton, la classe si rimise al lavoro, e il professore ne approfittò per rivolgersi a voce bassa a un furibondo Harry, costretto al banco di fronte a lui. Ciò non sfuggì a Rose, la quale, nonostante non riuscisse ad afferrare le parole esatte, era certa che fossero piuttosto maligne. Pestava i suoi scarabei con movimenti meccanici, fissando attenta Harry e Piton, e rendendosi conto che suo fratello diventava ogni secondo più furioso.

Severus, infatti, stava accusando il ragazzo di aver rubato ancora una volta, come al secondo anno, gli ingredienti necessari alla preparazione della Pozione Polisucco dalle sue scorte personali, quando in realtà Harry era del tutto innocente. Rose, suo fratello, Ron e Hermione sapevano dei sospetti di Piton, ma non potevano dimostrare la verità, dato che non possedevano un briciolo di prova.

Qualcuno bussò inaspettatamente alla porta della cantina, e Rose posò il pestello per voltarsi, incuriosita.

«Avanti.»

Era il professor Karkaroff. Sembrava nervoso. La sua solita rigidezza era nascosta sotto coltri di quella che a un'occhiata superficiale sarebbe potuta apparire come preoccupazione, e invece non era altro che puro terrore. Si attorcigliava il pizzetto attorno al dito con movimenti sempre più agitati, e, una volta raggiunto Piton, parlò muovendo a stento le labbra.

Daphne versò la giusta dose di bile di armadillo nel calderone, e, nel farlo, assestò una gomitata a Rose, che, impegnata a fissare Karkaroff e Piton che discutevano a voce bassissima per tentare di carpire qualche parola, si riscosse all'istante, riprendendo la preparazione della pozione, non senza, però, continuare a lanciare occasionali sguardi ai due professori.

Karkaroff non ottenne quello che voleva da Piton, e rimase a incombere dietro la sua cattedra per il resto della lezione, desideroso di assicurarsi che Severus non fuggisse da qualunque fosse il problema. Harry, intenzionato a sentire quello che Karkaroff aveva da dire, rovesciò di proposito la bile di armadillo, così, quando la campana suonò, lui fu costretto ad asciugare il danno.

Rose, decisamente interessata, rimase sulla soglia della porta, con la scusa di aspettare suo fratello, e Daphne le tenne compagnia, perché, seppur riluttante di apparire come se stesse attendendo Harry, anche lei era piuttosto incuriosita da ciò che stava succedendo.

Piton sibilò qualcosa a Karkaroff, e lui, dopo aver mosso impercettibilmente le labbra per mormorare una singola parola, si sollevò la manica sinistra dell'abito per mostrare all'insegnante di Pozioni qualcosa sul suo avambraccio.

«Rose!» bisbigliò Daphne all'improvviso, stringendo forte il gomito dell'amica, colpita da un pensiero inaspettato. «Non avevi detto che Karkaroff è un ex-Mangiamorte?»

Sembrava preoccupata.

«Sì» replicò piano Rose, incerta.

Gli occhi di Daphne si sgranarono.

«Allora credo di sapere cosa sta facendo vedere a Piton.»

«Cosa?»

«Fallo sparire!» ringhiò Piton in quel momento.

«Ma tu devi essertene accorto...» esordì Karkaroff, assumendo finalmente un tono di voce più alto.

«Possiamo parlare più tardi, Karkaroff!» lo interruppe Piton, quasi gridando. «Potter! Che cosa fai?»

«Asciugo la bile di armadillo, professore» rispose Harry con il tono più innocente che riuscì a trovare, sollevando lo straccio zuppo.

«E voi due?»

«Aspettiamo» dissero in coro Daphne e Rose, con un sorriso falso quanto la voglia di studiare che entrambe avevano, e, un istante dopo, un Karkaroff agitato e furibondo le superò in fretta, uscendo rapidamente dal sotterraneo.

Harry, assolutamente poco allettato dall'idea di restare in classe con Piton più adirato del solito, raccolse i propri averi e passò di corsa accanto alle due Serpeverde, stringendo appena il polso della sorella e mormorando un «devo parlarti».

Rose non ebbe il tempo di replicare, perché suo fratello lasciò la cantina più veloce che poté, desideroso di mettere tra sé e Piton quanta più distanza possibile. Daphne e Rose rivolsero un «arrivederci» di circostanza al professore e si chiusero immediatamente la porta dell'aula alle spalle. Nel corridoio buio dei sotterranei c'erano solo loro due.

«Allora?» sussurrò subito Rose, nervosa riguardo la reazione che Daphne aveva avuto qualche minuto prima. «Cosa c'è sul braccio di Karkaroff?»

L'altra scrutò un attimo attorno a sé prima di rispondere in poco più di un bisbiglio.

«Il Marchio Nero.»

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