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1.27 ~ Rita colpisce ancora

Daphne non si sarebbe mai aspettata che il suo tocco avrebbe potuto rilassare un unicorno. Eppure, sembrava fosse così. Le sue dita dalle unghie curate scorrevano piano sul manto dell'unicorno, così candido che a confronto la neve appariva grigia. Il capo dell'animale era voltato proprio verso di lei, nonostante molte altre studentesse lo stessero accarezzando, e Daphne era talmente incantata da non riuscire a prestare ascolto alla professoressa Caporal, la loro supplente di Cura delle Creature Magiche, la quale abbaiava a gran voce utili informazioni sugli unicorni, che, da adulti, preferivano il tocco femminile.

Daphne spostò l'attenzione dalla creatura per voltarsi verso Rose e osservare la sua reazione a quella meraviglia, ma non la trovò accanto a sé. Fece correre lo sguardo tra le studentesse, radunate lì attorno all'unicorno, ma scoprì che Rose si trovava insieme ai ragazzi, tutti raggruppati lontano dall'animale. La giovane Potter si era infatti nascosta tra di loro per scoprire cosa fosse accaduto a Hagrid, che non si era presentato a lezione quella mattina, un comportamento alquanto insolito da parte sua.

Rose aveva appena finito di leggere il maligno articolo, intitolato "L'errore gigantesco di Silente", impresso tra le pagine de La Gazzetta del Profeta; Rita Skeeter l'autrice, Hagrid il bersaglio. La Skeeter aveva rivelato a tutti lo stato di Mezzogigante di Hagrid, sottolineando la brutalità della razza dei giganti, da cui lui discendeva, e raccontando dettagli falsi e crudeli sul comportamento di Hagrid come insegnante. Era stato dipinto come un semiumano feroce e intimidatorio, anche a causa delle orrende e pericolose creature che aveva portato a lezione diverse volte.

Ovviamente, non mancava la testimonianza di un Serpeverde, e non di uno qualsiasi: Draco Malfoy, colui che, tra l'altro, aveva consegnato il quotidiano tra le mani preoccupate dei due Potter, che lo avevano letto avidamente assieme a Ron, con Neville Paciock, Seamus Finnigan e Dean Thomas che sbirciavano da sopra le loro spalle.

«Va bene allearsi con quella vacca della Skeeter quando ti fa comodo, eh?» esclamò Rose, che, avendo terminato di leggere prima degli altri, si era rivolta furente a Malfoy.

Tra di loro, chiaramente, le cose dopo il Ballo del Ceppo erano tornate - purtroppo o per fortuna - del tutto normali.

«Eccome» sogghignò Draco, divertito.

«Stavolta non parla di te, quindi sparare scemenze su qualcun altro è giusto, no!?»

Malfoy stava per replicare, ma Harry, abbassando il giornale, lo interruppe furibondo.

«Cosa vorrebbe dire "Tutti quanti detestiamo Hagrid"? Che cosa sono quelle sciocchezze sul fatto che lui» indicò Tiger, riferendosi alla falsa testimonianza che Malfoy aveva lasciato, «sarebbe stato morso da un Vermicolo? Non hanno nemmeno i denti!»

«Be', credo che con questo la carriera di insegnante di quel deficiente dovrebbe essere finita» affermò soddisfatto Draco. «Mezzogigante... e io che pensavo che si fosse trangugiato una bottiglia di Crescicresci da piccolo... ai nostri genitori questa faccenda non andrà proprio giù... avranno paura che si mangi i loro figli, ah, ah...»

«Sta' zitto!» sibilò Rose, le dita che formicolavano.

Gli avrebbe volentieri assestato un pugno in faccia, e Harry sembrava del suo stesso avviso.

«Tu...»

«Ehi, laggiù, state guardando?»

La voce della professoressa Caporal richiamò i ragazzi distratti, mentre le ragazze ancora accarezzavano il bellissimo esemplare di unicorno, legato al tronco di un albero al limitare della Foresta Proibita.

«Signorina!» abbaiò la Caporal, quando si rese conto che Rose non era tra le studentesse. «Dovresti essere con le tue compagne!»

Scoccando un'occhiata furiosa a Malfoy, Rose si avvicinò riluttante all'unicorno, sperando che l'ira sbollentasse in fretta, e gli posò il palmo sul manto candido. Ma la creatura si ritrasse al suo tocco. Lei tentò di nuovo, e, quando l'animale emise un lieve nitrito di protesta, che fu coperto dalla voce alta della Caporal che elencava le proprietà magiche della creatura, decise di lasciar perdere, ancora più irritata.

«Pure tu?» sbottò stizzita, rivolta all'unicorno, e un paio di Grifondoro, tra le quali Lavanda Brown che sembrava amare quella creatura, le lanciarono degli sguardi poco amichevoli; in quanto a Rose, non si sarebbe fatta molti problemi a mandare al diavolo anche loro, ma non le parve il caso, dato che la professoressa Caporal la teneva d'occhio.

~

Alla fine, Harry, Ron, Hermione e Rose riuscirono a convincere Hagrid a ignorare le cattiverie che Rita Skeeter aveva scritto su di lui, e a smettere di nascondersi, ma il merito fu anche del professor Silente, che si rifiutò di accettare le dimissioni dell'insegnante di Cura delle Creature Magiche.

Harry, usufruendo di un consiglio di Cedric, decifrò l'indovinello all'interno dell'uovo d'oro, scoprendo così che la seconda prova del Torneo Tremaghi prevedeva che i campioni trascorressero un'ora intera nel Lago Nero, alla ricerca di qualcosa che gli era stato rubato. Ma restare sott'acqua per un'ora rappresentava un potenziale problema...

E fu così che, per la gioia di Hermione, cominciarono a trascorrere le giornate in biblioteca, ma il guaio era che, di tutti i vecchi tomi che avevano sfogliato, neanche uno spiegava come sopravvivere sott'acqua.

E non ci volle molto perché giungesse la sera prima del 24 febbraio, il temuto giorno durante il quale la seconda prova si sarebbe svolta. La Serpeverde e i tre Grifondoro erano, ovviamente, ancora in biblioteca.

Rose chiuse l'ennesimo libro con uno sbuffo, sfregandosi gli occhi prima di passare al volume successivo; il sole stava tramontando, e Madame Pince li avrebbe cacciati da un momento all'altro.

«Non credo che ci riusciremo» sospirò Ron. «Non c'è niente. Niente. Quella che ci va più vicino è quella roba per prosciugare pozzanghere e stagni, quell'Incantesimo Essiccante, ma non è nemmeno vagamente così potente da svuotare un lago.»

«Forse dovremmo chiedere a qualcuno» suggerì Rose. «A Moody, magari, l'ultima volta ti ha aiutato... insomma, non ci dovevi neanche finire in questo casino, Harry, fossi un insegnante ti darei una mano...»

«Ma non possono aiutarlo» replicò severa Hermione, senza però alzare gli occhi stanchi da Antichi stregamenti e incanti obliati. «Quindi dobbiamo trovare qualcosa, dev'esserci qualcosa. Non possono aver preparato una prova insuperabile.»

Hermione si rifiutava di credere che la biblioteca, la sua amica più fidata, la stesse tradendo con un colpo tanto meschino.

«E invece sì» assicurò Ron, stufo. «Harry, domani vai giù al lago, va bene, ci ficchi dentro la testa, urli a quelle sirene di restituirti quello che ti hanno rubato e sta' un po' a vedere se lo ributtano fuori. È il meglio che tu possa fare, amico.»

«Non andarci, Harry» disse invece Rose, e persino Hermione sollevò la testa dal proprio libro. «Così sarai squalificato o non so che altro e potrai lasciar perdere questo Torneo del cavolo.»

«Un modo c'è!» ribatté duramente Hermione, del tutto contrariata. «Ci deve essere!»

«Lo so che cosa dovevo fare» sospirò Harry, la faccia premuta su Trucchi sfiziosi per tipi scherzosi. «Avrei dovuto imparare a diventare un Animagus come Sirius.»

«Sì, così potevi trasformarti in un pesce rosso quando ti andava!» esclamò Ron.

«O in una rana» disse Harry, con un vistoso sbadiglio.

«O in qualsiasi altra cosa» disse Rose, strofinandosi di nuovo gli occhi.

«Ci vogliono anni per diventare Animagus, e poi devi iscriverti al registro» disse distrattamente Hermione, che aveva preso sul serio le parole di Harry. «Ce l'ha detto la professoressa McGranitt, vi ricordate... bisogna...»

«Stavamo scherzando, Mione» la interruppe Rose.

«Lo so che non ho uno straccio di possibilità di trasformarmi in una rana di qui a domani mattina» aggiunse Harry, sfinito.

«Oh, questo non serve» disse Hermione, chiudendo il volume che stava consultando. «Chi mai vorrebbe farsi crescere il naso a riccioli?»

«A me non dispiacerebbe» ammise Fred Weasley, sbucando da dietro uno scaffale insieme a George. «Sarebbe un bell'argomento di conversazione, no?»

«Che cosa ci fate voi due qui?» domandò Ron, sapendo bene che fino a quel momento i gemelli non avevano mai messo piede in biblioteca - almeno non per studiare - in tutti e sei gli anni che erano stati a Hogwarts.

«Vi stavamo cercando» rispose George. «La McGranitt vuole vederti, Hermione. E anche a te, Rose.»

«Me?» fece Rose, stupita, chiedendosi per quale motivo la direttrice della Casa di Grifondoro desiderasse vederla.

Fred e George annuirono all'unisono.

«Perché?» chiese Hermione, sorpresa quanto Rose, e un pizzico sospettosa.

«Non so... era un po' triste, però» rispose Fred, pensieroso.

«Dobbiamo accompagnarvi giù nel suo ufficio» spiegò George, e Rose si inquietò: avevano fatto qualcosa di sbagliato?

«Ci rivediamo in sala comune» disse Hermione a Harry e Ron, alzandosi preoccupata. «Portate tutti i libri che riuscite, ok?»

«Va bene.»

«Noi... ci vediamo dopo lo stesso» disse Rose, fissando suo fratello, con l'intenzione di restare tutta la notte a cercare una soluzione con loro nella Torre di Grifondoro.

Harry, rattristato, annuì con fare distratto. Poi, dopo essersi scambiate un'occhiata che rispecchiava perfettamente la loro agitazione, Hermione e Rose seguirono i gemelli Weasley fuori dalla biblioteca, verso l'ufficio di Minerva McGranitt.

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