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1.15 ~ La coppia che scoppia

Harry Potter è, come già detto, molto fortunato in amore. Ma non è l'unico. Spostandoci fuori dal Torneo Tremaghi, scopriamo che i Potter sembrano davvero fortunati in campo sentimentale. Parlo della sorella gemella: Rose Potter. Rose Potter, una graziosa quattordicenne, sembra avere una relazione amorosa con Draco Malfoy. I due hanno negato l'esistenza del proprio rapporto, che è stato pero confermato da uno studente, Colin Canon, il quale, quando ha rivelato dell'amore tra Harry e Hermione Granger, si è lasciato sfuggire che "anche la sorella non sembra messa male in amore". Ha quindi definito Rose Potter e Draco Malfoy come "una coppia di marito e moglie, una vera bomba", andando a suggerire dunque il soprannome attuale di "coppia che scoppia".

Draco fu costretto da una nervosa Rose Potter a rileggere quel vomitevole paragrafo per almeno la terza volta quel giorno.

«Potter, lo so che...» esordì, sollevando gli occhi grigi dal giornale, ma lei lo interruppe all'istante.

«Guarda! Guarda che cosa ha scritto qui quell'infame!» esclamò furibonda, puntando il dito su una frase in particolare.

Erano nel cortile della Torre dell'Orologio di Hogwarts, durante l'intervallo dopo due spiacevoli ore di Storia della Magia, nelle quali il professor Rüf aveva raccolto le ricerche eseguite dai Serpeverde e dai Tassorosso, notando subito quanto fosse breve quella di Rose, svolta la mattina precedente in biblioteca e neanche terminata, visto lo scoop che Daphne le aveva messo sotto il naso.

Ora, in tutta Hogwarts si parlava solo di quello. Ed era una fatica immane, per entrambi i diretti interessati dell'articolo, rispondere a chiunque glielo chiedesse che non stavano insieme ed era solo una grossa e schifosa balla. Dovunque andassero, erano tempestati di occhiate curiose, risatine malevole e domande a bruciapelo. Fortuna che Rose era riuscita a rassicurare Harry, Ron e Hermione - soprattutto Harry - sulla verità, altrimenti suo fratello sarebbe stato capace di scatenare il finimondo.

«Potter, l'ho letto cento volte almeno!» sbottò Malfoy, che, dal canto suo, aveva fatto di tutto per evitare Rose, con scarsi risultati.

La mattina precedente, dopo l'arrivo della posta e, di conseguenza, del nuovo numero de La Gazzetta del Profeta, Daphne era scappata via dalla Sala Grande per avvisare Rose, che grazie al Cielo era in biblioteca, mentre Draco aveva dovuto scoprire da solo il fatto. Aveva aperto il quotidiano, notando il lungo e ricco articolo completamente incentrato su Potter, e lo aveva letto sogghignando, alla ricerca - ben riuscita - di qualche spunto per farsi beffe di lui, quando, alla fine, lo aveva visto: un paragrafo racchiuso in un grosso cuore rosa, impossibile da non vedere.

Prima che chiunque altro potesse avere il tempo di leggerlo, aveva lasciato la Sala Grande. Per tutto il giorno, era riuscito ad evitare Rose, fuggendo non appena le lezioni terminavano e non facendosi trovare nella sala comune. Le cose si sarebbero risolte da sole, altri ci avrebbero pensato, o almeno questo era quello che credeva. Ma, quella mattina, non era proprio riuscito a stare lontano da lei, che lo aveva messo con le spalle al muro sapendo perfettamente che la stava evitando di proposito.

E ora erano nel cortile della Torre dell'Orologio, da soli. Draco seduto vicino alla fontana, seccato, Rose in piedi di fronte a lui, furibonda, il giornale stretto tra le dita in modo che lui potesse vederlo.

«A quanto pare non lo hai letto abbastanza!» ribatté furiosa lei, arrotolando il quotidiano.

«Perché diavolo mi urli in faccia!?» sbraitò Draco. «Non è colpa mia! E poi ti ho detto che l'ho letto!»

«E allora fa' qualcosa!»

«Che cosa!?»

«Scrivi a La Gazzetta del Profeta

In tutta risposta al tono veemente e serioso di lei, Malfoy ridacchiò.

«A La Gazzetta del Profeta? Io?» fece, come se la sola idea fosse del tutto inconcepibile. «Il massimo che posso fare è acchiappare Canon e dargli due...»

«Non ti azzardare!» lo minacciò Rose, puntandogli un dito contro. «Non è colpa sua, ha solo detto quello che pensava. E poi, è del terzo anno. Lascialo stare.»

«Lo difendi perché è l'unico fan che hai?»

Rose si limitò a lanciargli uno sguardo truce, mentre infilava il giornale arrotolato nella borsa di cuoio, insieme ai libri scolastici.

«C'è qualcosa che puoi fare» affermò.

Malfoy sollevò le sopracciglia.

«Cosa?»

«Draco!»

Ecco un'altra persona che Draco aveva evitato come se fosse la peste bubbonica in carne e ossa: Pansy Parkinson. Lo raggiunse trafelata, le sue amiche che aspettavano a un angolo del cortile.

«Draco, ti stavo cercando!»

«Parkinson, adesso...»

«Ti prego, dimmi che non è vero! Che non stai davvero con quella Mezzosangue!»

Rose emise un verso di sdegno.

«Quella Mezzosangue è qui davanti a te, Parkinson!»

Pansy voltò la testa, spostando gli occhi dal suo adorato Draco, e sembrò rendersi conto solo in quel momento che Rose fosse lì.

«Tu!» esclamò.

Guardò di nuovo Malfoy, poi di nuovo la ragazza, accorgendosi soltanto adesso che erano insieme e, prima del suo arrivo, completamente soli. Con gli occhi sbarrati, si rivolse ancora a Rose, avanzando verso di lei.

«Tu ci stai provando con Draco!» gridò, oltraggiata.

Rose alzò le sopracciglia e una mezza espressione divertita si fece strada sul suo volto. Pansy, però, lo interpretò nel modo sbagliato.

«Io non...»

«Come hai potuto!? Hai fatto scrivere tu quell'articolo!?»

La afferrò saldamente per un braccio.

«Non mi toccare!» ringhiò Rose, divincolandosi.

«Lurida Mezzosangue! Come...?»

«Adesso basta, Pansy. Lasciala stare.»

Malfoy si era alzato, avvicinandosi a loro. Rose liberò il braccio, e fissò la Parkinson con ira.

«Non è stata lei» continuò Draco. «Rita Skeeter ci ha incastrati.»

«Quindi voi non...?» chiese Pansy, nella voce un sollievo malcelato.

«No» rispose subito Rose. «E adesso levati dai piedi!»

La Parkinson fece per gettarsi di nuovo contro di lei, ma Malfoy la fermò.

«Vattene, Pansy.»

Ogni parola di Draco era una specie di ordine per lei, non avrebbe potuto fare a meno di ubbidirgli. Con un gridolino irritato, corse via, tornando piagnucolante dalle sue amiche, e tutte le Serpeverde si allontanarono in fretta.

Quando furono sparite, Rose si voltò a osservare Malfoy, e lui, poco dopo, fece altrettanto. Si scrutarono per qualche lungo attimo, prima che lei distogliesse rapidamente lo sguardo. L'aveva difesa di fronte a Pansy Parkinson, forse avrebbe dovuto ringraziarlo.

Stringendosi il braccio, schiuse le labbra, le parole raggrumate lì sulla punta della lingua, ma le morirono in gola quando fu lui a parlare.

«Mi aspettavo almeno un "grazie"» fece, sedendosi di nuovo e infilando le mani nelle tasche dei pantaloni dell'uniforme, un sopracciglio sollevato, in attesa.

Ma un essere superbo come lui, a quanto pare, non meritava un ringraziamento. E, probabilmente, non meritava nient'altro.

«Avrei potuto cavarmela da sola. Era solo Parkinson. Non c'era bisogno che ti mettessi in mezzo.»

Non avrebbe voluto essere scortese, ma era pur sempre una Serpeverde: non poteva stare lì a osservare il suo orgoglio essere divorato senza fargli da scudo con un pizzico di arroganza.

Draco si espresse con un verso sprezzante, ma tacque.

«Allora?» fece poi Rose, quasi aggressiva.

«Che vuoi adesso?»

«Che cosa facciamo per l'articolo?»

«Sei tu quella che ha detto di avere un'idea» le ricordò Malfoy.

«Ho detto che c'è una cosa che puoi fare» precisò Rose.

«È la stessa cosa.»

«No, non lo è, e non ribattere perché non intendo proprio litigare ancora con te. Per oggi basta e avanza.»

«E allora dimmi di questa cosa che dovrei fare» replicò Malfoy. «E anche perché non la fai tu.»

«Non la faccio io perché non posso farla» spiegò stizzita lei. «E poi penso che tu sappia già cosa fare.»

«Ovvero?»

Rose lo fissò con aria eloquente, e lui, in qualche modo, capì cosa intendeva. Lo capì perché il suo pensiero era corso a quella soluzione già una volta il giorno precedente, ma ci si era fermato talmente poco da averla accantonata in fretta. Più che altro, era che non voleva farlo.

«A quanto pare hai capito, Malfoy» disse Rose, prima di voltargli le spalle e lasciare il cortile della Torre dell'Orologio.

Draco non era sicuro che fosse una buona idea, perché così se lui non aveva letto La Gazzetta del Profeta avrebbe scoperto della presunta - e falsa - relazione tra Draco e la peggiore Mezzosangue che gli potesse capitare, la peggiore ragazza che gli potesse capitare: una Potter.

Si era rivolto a lui sempre, per ogni minimo e facilmente risolvibile stupido problema, e, adesso, si trovava riluttante a chiedere il suo aiuto, talmente si sentiva a disagio nel pensare ciò che avrebbe detto scoprendo dell'articolo. Cosa avrebbe pensato Lucius Malfoy? Anche lui avrebbe creduto alla Skeeter invece che al figlio?

Sì, avete capito bene: Rose Potter aveva chiesto a Draco Malfoy di scomodare il caro padre.

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