Strega
Ti prego, fa' che arrivi in tempo!
Tipregotipregotiprego...
Questo stava pensando Zoe mentre correva a perdifiato verso la serra. Gli studenti e gli insegnanti la guardavano perplessa mentre lei li scansava cercando di correre ancora più veloce.
Quando finalmente vide le familiari vetrate della serra un po' della sua ansia si placo', solo per tornare appena mise piede all'interno.
La serra era stupenda. Sembrava proprio di stare in un'immensa foresta. Decine e decine di piante, amorevolmente coltivate, avevano tappezzato tutta la serra dei loro splendidi e profumatissimi fiori colorati.
Ora invece..
Le rose giacevano in un angolo, calpestate. A terra una marea di cocci di vasi rotti.
Le genziane..
Le violette..
Le petunie..
Tutte.. Tutte erano perdute..
Lo scempio avvenuto lì la fece crollare in ginocchio, senza forze.
Troppo tardi.. Pensò amaramente, mettendosi a raccogliere la piccola rosa gialla che aveva iniziato a fiorire. Calde lacrime premevano per uscire, ma Zoe resistette. Non voleva piangere.
《Capisci adesso come ci si sente quando si perde una cosa importante?》Una voce familiare la fece rialzare, spaventandola.
Monica Harris era stagliata sulla porta della serra. I raggi del sole le illuminavano l'incarnato delicato ed accentuavano i riflessi biondi dei suoi capelli ricci. Gli occhi azzurri come il cielo in primavera erano freddi come il ghiaccio mentre scrutavano Zoe con rancore ed odio profondo.
《E pensare che perdere un animale è ancora peggio!》Monica fece qualche passo avanti, arrivando di fronte a Zoe.
La ragazza cercò di difendersi, ma Monica era troppo arrabbiata, troppo furiosa, per farla parlare e le lanciò contro l'unico vaso ancora integro. Quello che conteneva l'orchidea preferita da Zoe.
Ci fu un'assordante rumore di terracotta infranta quando il vaso in questione si frantumo' sullo scaffale alle spalle di Zoe. Un coccio le graffio' la guancia e lei sentì subito un dolore bruciante, ma rimase immobile.
《Come osi?!》Monica iniziò a gridare. Era letteralmente fuori di sé. Quello che le aveva detto Zoe qualche giorno si era avvverato ed ora Monica la detestava. Dal più profondo del cuore.《Dici che riesci a prevedere le disgrazie, ma non sarai tu a provocarle apposta?! È tutta colpa tua, dannata strega!》
Monica le rivolse uno sguardo pieno di disgusto, tale da far rabbrividire Zoe, e poi se ne andò, lasciandola sola, in mezzo alla desolazione che aveva creato apposta per lei.
Appena Monica fu uscita, le gambe di Zoe cedettero e lei si accascio' a terra, tremando leggermente.
Perché?
Lei voleva solo aiutare..
Allora..
Perché?
《Che disastro..》Commento' una voce maschile.
Zoe rialzo' gli occhi da terra e si ritrovò davanti uno sconosciuto. Un estraneo molto affascinante. Capelli scuri come ali di corvi nascondevano splendidi occhi verdi, che in quel momento erano puntati sul suo viso.
《Ti sei ferita..》mormorò il ragazzo, inginocchiandosi di fronte a lei.
Zoe alzò una mano per toccarsi la guancia, ma lo sconosciuto le prese il polso con delicatezza e lo trattenne. Si avvicinò al viso di lei, tanto che i loro respiri si mischiarono. Zoe rimase immobile, nessuno mai le si era avvicinato tanto da provocarle un forte batticuore.
Sentì qualcosa di caldo sulla guancia e si rese conto che il ragazzo, quello sconosciuto strepitoso, l'aveva appena leccata!
A Zoe ci volle qualche secondo per riprendersi dallo sconcerto e quando ci riuscì scoprì che il ragazzo era sparito. Svanito come neve al sole.
Con la mano si toccò dove lui l'aveva..
Non riusciva nemmeno a pensarci..
Però..
La guancia non le bruciava più..
Con le dita non sentiva più il graffio che le aveva provocato il frammento di terracotta..
Cos'era appena accaduto?
Chi era quel misterioso ragazzo?
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