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CAPITOLO 23~IL CUGINO KEV

Klaus pov

Ed eccoci qui, all'ospedale psichiatrico che sta a qualche chilometro da casa nostra.

Oggi faceva particolarmente freddo, e l'ospedale rendeva il tutto più inquietante: erba secca, alberi appassiti, il muro sporco e le mattonelle rotte.

Guardo meglio il muro, "oh no" sento dire da kol che vede la muffa del muro deformarsi e formare quella frase che tanto temevamo... Obbligo o verità?

"Obbligo" dissi "entra dalla porta sul retro"... Sembra quasi facile... Dico a kol dell'obbligo e ci dirigiamo verso la porta che sta dietro l'edificio "se vuoi kol puoi non venire.." stavo per elencare tutti i possibili pericoli ma lui mi fermò "se succede qualcosa me ne pentirò per il resto della mia vita, quindi verrò con te.

Detto questo entrammo e appena vidi cosa c'era lì dentro corsi fuori e vomitai e kol fece lo stesso. Una volta finito ci guardammo "dobbiamo farlo" disse lui, io con molta insicurezza entrai e li vidi... Cadaveri.

C'erano molti cadaveri squartati in qualsiasi modo, erano quasi tutti in decomposizione, erano aperti da qualsiasi parte, cervello, pancia, insomma li avevano proprio squartati.

"Secondo te perché sono qui?" Chiesi a kol, lui rispose con "esperimenti" e da lì capii.
Facevamo gli esperimenti sui corpi umani per qualsiasi cosa, infatti c'era anche dell'attrezzatura piena di sangue.

"Direi di muoversi" dissi a kol.
Lui corse subito sulle scale che portavano al piano principale.

"Chiamo nostra sorella?" Disse kol, io mi limitai ad annuire. Non so perché ma ultimamente parlavamo poco.

Kol pov

Quello che avevo visto mi aveva davvero scandalizzato e quindi chiamai Katherine che era in compagnia di Kai.
Non chiamai l'altra sorella, insomma, non mi piaceva essere chiamato nikola e subirmi tutte le sue perle di saggezza.

"Pronto"  sentii la sua voce
"Ei, KitKat, siamo nell'ospedale"
"Avete trovato il cugino Kevin?"
"Non ancora, abbiamo dovuto fare un obbligo"
"Capito, vado a aggiornare Kai"
"Va bene"
"Quando lo trovate fatemi sapere"
"Okk, ciao"

E aggancio.

Vado dalla donna della reception e chiedo "salve, stavo cercando Kevin bagwell, posso vederlo?"
"Certo, è... Nella stanza... 53, nell'area disturbi psicologici"
"Grazie"

Chiamo Klaus e andiamo verso la stanza.

L'abbiamo trovata. "Sicuro di volerlo fare?" Chiede Klaus alzando il sopracciglio "ora o mai più" detto questo busso alla porta e sento subito delle voci.

"Cosa volete? Perché siete qui? Volete entrare?" E poi si sente una risata da psicopatico.

"Siamo noi cugino Kevin, Klaus e kol, mi ferisce il fatto che non ti ricordi di noi" dissi io.
Vidi la porta aprirsi leggermente e un uomo sulla ventina d'anni, molto magro e con la faccia da malfamato.

"Siete venuti a prendermi?" Sul suo viso spuntò un sorriso sbilenco. "Praticamente sì, noi adesso ti diremo una cosa ma tu non devi dirlo a nessuno, sennò non uscirai di qui" disse Klaus entrando.

Kevin stava andando alla finestra "sono anni che non sento la pioggia... Che non cammino su un prato... Che non tocco la neve... Sei anni... In questo posto per malati" mi faceva pena. Devono essere stati difficili questi anni...

"Come stanno le altre ragazze e ragazzi?" Chiese d'un tratto "bhe, è di questo che vogliamo parlarti... Due delle nostre sorelle sono morte... Kira e Katia e abbiamo scoperto che Kai non è nostro fratello" Kevin si girò verso di me e strabuzzò gli occhi, si mise sul letto con le gambe piegate verso le spalle e la testa sulle ginocchia "cavolo! Raccontate!" Noi quindi iniziammo a raccontare per 45 minuti l'intera storia per filo e per segno e kev ci guardava e ogni tanto annuiva.

"Quindi io sono vostro fratello? E devo aiutarvi a sconfiggere un gioco?"
Chiese con una faccia indecisa "esattamente" disse Klaus "ci sto!" Disse Kevin.

Chiamai Katherine e la avvisai di tutto, si poteva fare l'incantesimo.

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