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In vino veritas


Bellamy si perse in quel bacio, sentiva il corpo di Clarke sfregarsi contro il suo e le mani farsi strada sotto la maglia, lungo i fianchi poi a salire oltre, tracciare con le dita il profilo delle scapole fino ad artigliarle e tirarlo contro di se.

Il seno di Clarke, costretto contro il rigido corpetto, premeva contro il suo corpo, il desiderio di vederlo, toccarlo, baciarlo sempre più impellente. Le sue mani si mossero frenetiche alla ricerca dei lacci, sulla schiena, lungo le anche.

Il prepotente desiderio di strapparli via, di sentire la sue mani sulla pelle di Clarke, il suo calore fra le dita eppure quegli abiti sembravano una trappola infernale.

Staccò le sue labbra da quelle della ragazza, la sentì gemere insoddisfatta, gli occhi chiusi, la vide allungarsi verso il suo viso nel tentativo di riappropriarsi della sua bocca.

I loro respiri affrettati "i tuoi vestiti.." mormorò ansante Bellamy "non riesco a toglierli.." continuò mentre le sue mani cercavano infruttuosamente di sciogliere il fiocco del corpetto.

Sentì Clarke gemere e lasciarsi andare ad un risolino ubriaco poi, come se lui non avesse detto nulla o consapevole solo del desiderio di cui era succube, gli alzò la maglia e cominciò a baciare il suo petto, le sue mani gli sfioravano i fianchi.

Lasciò che la sua lingua tracciasse un sentiero fra i pettorali, e oltre sul collo mentre con le mani faceva salire la maglia, fino a sfilargliela. Bellamy fremeva ad ogni assalto di Clarke, sentì i brividi lungo la schiena, la sua eccitazione sempre più preminente mentre lei non smetteva di esplorare ogni angolo del suo petto persa nel suo piacere, una tortura che lo stava facendo impazzire vista l'inacessibilità al corpo di Clarke.

Maledetti vestiti grounder.

La sentì spingersi contro di lui, alzare il viso per raggiungere la sua bocca, le mani seguivano lo stesso percorso accarezzandogli il viso, le guance e i suoi capelli, in un frenesia che non credeva potesse appartenere alla ragazza.

Sentì le sue braccia avvolgergli il collo, le sue dita raggiungergli i capelli. Li strinse per poi tirarlo contro di sé, contro la sua bocca, la sua lingua che si faceva spazio fra le sue labbra , mimando un atto ben più intimo.

Ma anche Bellamy voleva di più, la voleva nuda sotto il suo sguardo, sfiorare la sua pelle, provò ad alzare la gonna ma il tessuto era troppo pesante e aderente sui fianchi per essere tirato su.

Clarke invece sembrava continuare a fare dei progressi, le sue mani ora erano scese verso i pantaloni, mentre la sua bocca non smetteva di saggiare ogni parte scoperta del suo corpo, le sue dita avevano cominciato a slacciare la cintura e, lentamente, sembravano farsi strada fra il tessuto e oltre verso la sua virilità. Il ragazzo era ormai al limite, la voleva, punto, e di certo quei vestiti non si sarebbero messi fra di loro, specialmente ora che Clarke era troppo vicina al suo membro e lui non aveva nemmeno cominciato ad assaporare il suo corpo.

Lasciò stare di colpo i lacci del corpetto e prese le spalle di Clarke allontanandola da se, "Ferma.." mormorò, la ragazza si bloccò, aprì gli occhi, la passione li offuscava, le sue labbra, ora tumide, un invito, Bellamy inghiottì "i tuoi vestiti, devo toglierli!" lei non rispose, lo guardava ansante, persa nell'eccitazione di quel contatto prolungato.

Prima che Clarke riuscisse a capire cosa stesse succedendo si ritrovò girata di schiena, Bellamy dietro di lei che strattonava il corpetto, "Bell.." mormorò, le sue gambe si strusciavano le une contro le altre, un tensione che sembrava non trovare via di sfogo. La ragazza allungò le mani dietro se, per toccarlo, sfiorarlo ma lui non gli e lo permetteva.

"Bell...", la sua mente che immaginava il corpo Bellamy contro il suo, fra il suo, gli occhi scuri mentre la guardavano, le sue mani sul suo corpo, dentro il suo corpo.

"Bell..." la voce tremante, un gemito in un respiro mozzato.

All'improvviso uno strattone e fu libera dal corpetto, tentò di girarsi, riprendere da dove si erano interrotti ma la mano di Bellamy stava già risalendo il fianco sopra la camiciola "Mia..." lo sentì mormorare mentre si impossessava di un seno.

"Mia" sussurrò di nuovo Bellamy prima mordicchiare il collo di Clarke. Sentì la ragazza sussultare fra le sue braccia e, quando cominciò a stuzzicare il capezzolo già turgido, si inarcò contro di lui, appoggiando le spalle contro il suo petto, il collo sulla spalla. La sua bocca si socchiuse "Bell..." sospirò, le parole le morirono sulle labbra quando l'altra mano di Bellamy cominciò a risalì lungo il fianco sotto il tessuto.

Il contatto della loro pelle sembrava lasciare una scia di fuoco e quando anche la seconda mano raggiunse il seno, Clarke tremò spingendosi contro l'eccitazione di Bellamy.

Ogni cosa appariva chiusa in un bozzolo di ovatta, immobile, solo il gioco delle ombre creato dal movimento delle fiamme delle candele raccontava del passare del tempo mentre i leggeri sospiri della ragazza intervallavano i lenti movimenti di Bellamy che continuavano ad accarezzare il suo corpo.

Bellamy sentiva la forza con cui Clarke si appoggiava contro di lui per permettergli un facile accesso ai suoi seni e al collo che il ragazzo continuava a baciare e a mordicchiare. Sentiva la giovane muoversi contro il suo bacino, il peso del suo corpo quando sussultava per un piccolo morso sulla sua pelle candida o un leggero pizzico sui suoi capezzoli. Ogni volta Bellamy si era eccitato sentendo i tremori, i sospiri spezzati di Clarke.

Osservò il suo profilo, le sue labbra semi aperte, gli occhi chiusi persi nelle sensazioni che stava provando, il suo sguardo si puntò sul quel viso che aveva sognato per notti intere, la sua mano lentamente cominciò a scendere verso i lacci della gonna, una lieve carezza lungo la serica pelle della pancia.

Sorrise quando senti Clarke trattenere il respiro, mentre le sue dita cominciavano a slacciare la gonna che cadde fra i loro piedi in un mucchietto di tessuto.

Scese oltre, oltre il monte di Venere, giù fino a toccare il clitoride. Il respiro sincopato e il gemito che accompagnò quell'intima carezza spezzo il silenzio della stanza.

Bellamy cominciò a sfregare lentamente quel punto con il pollice mentre con l'indice andò oltre entrando lentamente in lei. Ad ogni carezza, Clarke alzava il viso sempre di più, umettandosi le labbra, sfregandosi contro di lui con maggior insistenza. Bellamy continuò quella lenta tortura mentre i loro respiri e ansiti si mescolavano ma, desiderava di più, voleva assaggiarla, donarle tutto il piacere che poteva darle. "Voglio assaporare ogni parte di te" le mormorò.

L'intero essere di Clarke era concentrato nel punto in cui il dito di Bellamy entrava in lei, il modo con cui il suo pollice sfiorava il clitoride ritmicamente, come la sua mano sfiorava ed accarezzava i suoi seni, come le sue labbra giocassero sul suo collo e le sue spalle.

Troppe sensazione tutte assieme, persa in quel piacere, quasi inconsapevole di ciò che le stava accadendo se non del godimento che cresceva dentro di lei e i suoi ansiti incontrollati che le sfuggivano dalle labbra.

Percepì a malapena il momento in cui Bellamy le fece divaricare le gambe.

Clarke appoggiò le mani davanti a se, contro il muro, alla ricerca di un sostegno, si sentì frastornata dall' improvvisa mancanza di Bellamy contro il suo corpo, le sue mani che non la sfioravano più, non la toccavano. Poi, sentì la mano di Bellamy sfiorarle la schiena mentre le alzava la camiciola, il contatto con l'aria fredda la fece rabbrividire.

Il calore del petto nudo di Bellamy su di lei prese subito il posto che prima era del tessuto, lo sentì sfregarsi contro di lei, i pantaloni ancora un barriera contro il suo corpo nudo non riuscivano a nascondere l'eccitazione del ragazzo.

Si lasciò avvolgere dall'abbraccio di quel corpo, dalle mani di Bellamy che avevano ormai il totale controllo sui suoi seni, eppure si sentiva vuota senza le sue dita dentro di lui, fu un pensiero che durò un istante, perché l'attimo successivo la sua mano tornò fra le sue gambe e dentro di lei. Si inarcò a quel contatto.

Non era certa di poter resistere ancora, sentiva il suo bacino muoversi contro di lui. Si lasciò travolgere da quelle sensazioni, dal modo in cui sapeva solleticare il suo corpo e farlo vibrare.

Non seppe per quanto durò quella tortura, i sospiri eccitati di Bellamy vicino al suo collo, a scandire il tempo.

Poi qualcosa cambiò di nuovo, era pronta per lui, lo voleva dentro di se, poter vedere i suoi occhi, sentire il suo peso su di lei ma, lui, sembrava avere delle intenzioni differenti.

Non sentiva più il suo torace contro la sua schiena ma la punta della sua lingua seguire la colonna vertebrale poi il suo lieve soffio fra le cosce.

Fu percorsa da una scossa di piacere, le sue gambe tremarono a quel lieve contatto, istintivamente avvicinò il suo corpo contro di lui, sentì il respiro di Bellamy farsi pesante poi la sua lingua cominciò a leccarle il clitoride.

Clarke emise un lungo gemito prolungato, le sue gambe stavano per cedere ma sentì le forti mani di Bellamy trattenerla contro di se. Bloccata in quella posizione, le sue unghie graffiavano il muro, il suo corpo alla completa mercè del piacere che stava provando, il suo bacino che ruotava mentre Bellamy la leccava.

La sua mente era completamente persa dalle sensazioni che stava provando, l'unica cosa che sembrava certa in quel momento ma, quando ormai l'eccitazione stava raggiungendo il suo apice, sentì la mancanza di qualcosa, non voleva essere trascinata lontano dimentica di tutto, voleva qualcosa di reale, voleva lui, si accorse di colpo.

Si bloccò, il suo corpo si irrigidì mentre respirò più e più volte nel vano tentativo di resistere al piacere che stava dilagando dentro di lei. "Fermati....non così" Bisbigliò in un roco sussurro mentre tentava di riprendere il controllo sulle sue emozioni e sulla sua mente travolta dalle sensazioni che il corpo stava provando.

Bellamy era immerso nel piacere che stava donando a Clarke quando percepì qualcosa cambiare nel corpo della ragazza, i suoi respiri farsi controllati, il suo corpo irrigidirsi fra le sue mani, una barriera che sembrava crearsi fra loro poi sentì le sue parole.

Fu come una pugnalata, si allontanò da lei, sedendosi pesantemente sul pavimento, il suo sguardo sul corpo di Clarke aperto davanti a lui in tutta la sua femminile bellezza.

La vide accasciarsi contro il muro e crollare a terra. Il suo volto coperto dai biondi capelli, il capo chino, solo quell'impalpabile camiciola a coprirla. Sentì qualcosa spezzarsi dentro, cosa aveva fatto, cosa stavano facendo. Rimase immobile guardandola, incapace di proferire parola.

Dilaniato dal senso di colpa, sapeva che ciò che stavano facendo era sbagliato, non ora, non in quel momento, non ubriachi com'erano.

Clarke sentiva sotto di se la fredda pietra del pavimento, il suo corpo fremere ancora, il riverbero di ciò che era avvenuto fra loro, il respiro ancora affaticato.

Alzò lo sguardo in cerca di Bellamy. Era poco distante da lei, la luce delle candele giocava con il suo torace ansante, i suoi capelli neri gli sfioravano il viso, mostrandole tutta la sua bellezza.

La fissava, nei suoi occhi una fragilità, un senso di colpa, uno smarrimento che gli aveva visto solo poche volte da quando si conoscevano.

Comprese immediatamente che lui aveva frainteso, che aveva vissuto le sue parole come un rifiuto di ciò che stava accadendo fra di loro, sentì lo sgomento farsi strada dentro di lei, lo vide rifuggire il suo sguardo, le sue spalle abbassarsi in un moto di vergogna. Si slanciò verso di lui, voleva avvicinarsi prima che si corazzasse dietro ad un muro che non doveva innalzarsi fra di loro.

"Bellamy.." mormorò, sperando che lui la guardasse ma lo sguardo del ragazzo continuava a fissare il vuoto accanto a loro, le sue mani che si aprivano e chiudevano, il ritmo del suo respiro ancora affrettato dall'eccitazione.

Clarke, ormai abbastanza vicina, lo avvolse fra le sue braccia, stringendolo a se, lui rimaneva immobile. "Non lasciarmi" cominciò a mormorargli "Ho bisogno dei tuoi baci, ho bisogno di te...." Parole insensate, se ne rendeva conto, eppure era terrorizzata dall'idea che lui la allontanasse da lei. "Ho sbagliato.." sentì Bellamy dire in un sussurro "Non dovevo..." alzando il viso verso di lei, confuso per ciò che stava avvenendo fra loro.

"Io ti voglio" rispose Clarke guardandolo negli occhi, sperando che lui leggesse la verità in quelle parole a cui era arrivata solo in quel momento "Non voglio il sesso, non voglio che tu mi faccia godere, io voglio te Bellamy Blake" poi lasciò che le sue labbra sfiorassero quelle del ragazzo. Un lieve contatto mentre le sue mani gli accarezzavano i capelli, e le sue dita si perdevano fra i suoi riccioli scuri. "Voglio te.." mormorò a fiori di labbra Clarke "Voglio vedere i tuoi occhi" continuò baciando gli angoli della sua bocca "Voglio conoscere ogni singola espressione del tuo viso" le sue labbra che cominciavano a farsi più insistenti contro di lui "Ho bisogno di te..." mormorò di nuovo, per un istante pensò che forse aveva sbagliato tutto, di averlo allontanato definitivamente da se invece l'attimo successivo si sentì avvolgere la dalle sue braccia, la sua bocca aprirsi a lei, la sua lingua intrecciarsi con la sua, i loro corpi fremere bramosi l'uno dell'altro.

Si baciarono persi in quella semplice emozione, poi Clarke si tirò indietro trascinandolo contro di se, fino a quando non fu distesa sul pavimento, il corpo di lui fra le sue gambe. La tensione sessuale, la scintilla che sembrava essersi persa solo pochi attimi priva, risplendere di rinnovata passione, forse ancora più potente di prima.

Clarke lasciò che le sue mani scivolassero sul corpo di Bellamy, sulla sua schiena, fino a raggiungere i pantaloni. Il ragazzo comprese subito ciò che lei voleva fare, alzò il bacino mentre con una certa frenesia lei tentava di abbassare il tessuto fra loro poi le mani di lui si alzarono a sfilare la camiciola di Clarke che ancora si trovava fra di loro.

Finalmente liberi da ogni barriera, come ormai da tempo erano i loro animi.

Insieme

Bellamy si lasciò saziare dalle labbra di Clarke, dal modo con cui lei rispondeva ai suoi tocchi, a come si adeguasse al suo ritmo, a come le loro lingue sembravano giocare rincorrendosi, sfiorando le labbra dell'altro.

I loro corpi che assecondavano quei movimenti, accarezzandosi, sfiorandosi, strusciandosi.

Bellamy si sollevò sui gomiti appoggiandoli ai lati della testa di Clarke. Si staccò un istante da lei, il suo membro eccitato che la accarezzava in mezzo alle gambe in un lento movimento.

Si perse ad osservare la compagna, i suoi occhi chiusi in quell'istante, le sue labbra gonfie per i baci che si erano scambiati, i suoi capelli sparsi attorno al suo viso. "Guardami Clarke" mormorò. La ragazza aprì gli occhi, la passione che si rifletteva l'uno nello sguardo dell'altro, il membro di Bellamy sfiorare il clitoride. Sentì Clarke sussultare a quel contatto e un lento sorriso aprirsi sulle labbra della ragazza mentre chiudeva gli occhi lasciandosi sfuggire un gemito.

Bellamy continuava in quel lento movimento, i sospiri di lei farsi sempre più pesanti, il contraltare ai suoi mentre tentava di controllarsi.

Ad ogni suo passaggio la sentiva sempre più bagnata sotto di se, Clarke muoveva ritmicamente il bacino contro di lui con la speranza di rendere sempre più profondo quel contatto.

Le sue dita aggrappate alla sua schiena, le sue unghie che sembravano entragli nelle carni ogni volta che il suo membro sfiorava il nodo della sua femminilità. "Aprì gli occhi Clarke" sussurrò di nuovo. La ragazza rispose subito aprendoli e guardandolo. "Guardami..." mormorò mentre la sua virilità premeva contro la sua intimità. Vide Clarke comprende ciò che sarebbe successo da lì a poco, la sentì alzare le ginocchia, aprire le gambe e sollevare il bacino.

Bellamy entrò lentamente dentro di lei, i loro sguardi incatenati, poi lui si spostò leggermente, fece forza sulle sue braccia per sollevarsi, quell'unico punto di contatto, per un istante Clarke temette che lui volesse allontanarsi da lui e avvolse le gambe attorno ai suoi fianchi per rendere più profondo il contatto fra di loro. Vide per un istante il ragazzo chiudere gli occhi, le sue narici dilatarsi mentre inspirava pesantemente, la sua testa scattare all'indietro come se fosse stato attraversato da una scossa. Poi li riaprì "Non scappo.." sussurrò roco, le sorrise, nel suo modo, infine si spostò ancora all'indietro, le sue mani raggiunsero il sedere di Clarke, sollevandolo contro di lui e obbligandola a inarcare la schiena, lui ormai inginocchiato dominava sopra di lei, lei completamente aperta sotto di lui.

"Guardaci..." mormorò, i loro corpi uniti, completamente visibili l'uno all'altro.

I loro sguardi soggiogati l'uno all'altro.

Bellamy cominciò a muoversi lentamente dentro di lei, una mano a sfiorare un istante il suo ventre, i loro visi così distanti eppure così vicini.

Il ragazzo continuò con quelle lievi ma profonde spinte, senza mai smettere di guardare il viso Clarke, affascinato e conquistato dal modo con cui lei rispondeva ai suoi movimento, accarezzò con uno sguardo il suo corpo ammirandone la perfezione con cui si sposava con il suo.

Si erano spogliati di loro stessi per diventare un frammento unico. Bellamy non riuscì più a trattenersi, sentire Clarke gemere dopo ogni spinta, vedere le sue labbra socchiudersi dopo ogni movimento, i suoi ansiti, lo stavano spingendo oltre ad ogni limite, il ritmo cominciò ad aumentare.

Un ritmo che Clarke assecondava in ogni movimento, il loro occhi non sfuggivano mai quelli del compagno. Bellamy inarcò la schiena, alzò gli occhi per un istante "Clarke...io.." come se la ragazza avesse capito, sollevò le braccia, voleva accoglierlo, sentire il suo peso contro di se, così doveva essere.

Bellamy scivolò su di lei, le loro bocche si cercarono, il ritmo dei loro corpi divenne febbricitante.

"Bellamy.." urlò Clarke nel momento in cui venne raggiunta dall'orgasmo.

Le contrazioni del suo piacere avvolsero il suo membro. Si bloccò un istante mentre la tensione esplodeva dentro di lui.

Rimasero immobili mentre i loro corpi sussultavano scossi dall'intenso piacere che aveva coinvolto ogni fibra del loro corpo e della loro anima, poi Bellamy appoggiò la testa sulla spalla di Clarke. Entrambi con il fiatone, entrambi che cercavano di ritrovare una dimensione, un punto di orientamento mentre il loro corpi galleggiavano nella pace dell'appagamento.

Solo loro e nient' altro.

Uniti.

Insieme come doveva essere.

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