Il tranello
Roan li obbligò ad una marcia forzata, Clarke comprendeva l'impellenza di arrivare a Polis il prima possibile ma quando i polmoni cominciarono a bruciarle per lo sforzo di camminare su per quei sentieri impervi dove il guerriero li stava portando e le sue gambe erano ormai diventate di blocchi, pensava che ciò che lo spingeva nella marcia non fosse l'urgenza ma rabbia e la furia. Bellamy, dietro di lei, sembrava reggere meglio quell'andatura sostenuta ma, negli ultimi chilometri, il fiatone del ragazzo era diventato rumoroso quanto il suo.
Diverse volte l' Ice King li aveva obbligati a scalate per evitare i bivacchi di altri clan e persino della loro gente. Aveva tentato di protestare ma Roan era stato irremovibile e Bellamy lo aveva appoggiato. Dopo ciò che era successo con ALIE e l'impatto che aveva avuto non era più possibile capire chi era loro amico o nemico, non fino a quando non fossero giusti a Polis.
Stava tentando di tenere il passo del guerriero della nazione del ghiaccio quando questi rallentò fino a fermarsi. Fece un gesto nella loro direzione e Clarke si bloccò crollando a terra per la stanchezza. Bellamy le fu accanto, rimase in piedi vicino a lei, il fucile imbracciato, pronto a difenderla come sempre ma Clarke non voleva più essere quella che doveva essere difesa e con una certa fatica si rimise in piedi, al suo fianco, scrutando un lato della foresta.
Roan tornò sui suoi passi e li raggiunse, sembrava rilassato "Ci siamo, Polis e in fondo a questa collina, non ho visto guardie, entreremo dal lato nord, quello più vicino alla torre." Poi s' incamminò verso la direzione che aveva indicato loro.
Arrivarono a Polis poco dopo mezzogiorno, si infilarono nei vari cunicoli creati fra le macerie e raggiunsero l'interno della Torre da una porta secondaria.
Era sorvegliata da due guardie in quel momento, Clarke li riconobbe subito: erano Nathan e Brian.
Bellamy andò loro incontro e quando loro lo videro lasciarono subito i loro posti. Clarke e Roan si avvicinarono con più calma.
Ci furono diversi abbracci e Nathan immediatamente investì Bellamy di domande senza dare il tempo al ragazzo di rispondere.
Salutarono anche lei con altrettanto calore e questo sciolse ancora alcune delle incertezze che Clarke si portava dentro.
"Tua madre sarà contenta di vederti, era preoccupata per te, per tutti, da quando ha scoperto che non eravate andati a prendere Luna ma che eravate scomparsi nel nulla abbiamo pensato che sarebbe andata di volata ad Arkadia per farsi dire tutto da Monty, poi i clan hanno cominciato a disgregarsi, la fiamma è sparita e tua madre e Kane sono dovuti rimanere qua" disse Nathan tutto d'un fiato prima di sorriderle nuovamente felice di vederla.
"Cosa vi è successo, dove siete andati?" chiese Brian facendosi vicino ma Roan si intromise "Qua non siamo al sicuro, è meglio entrare, disse guardandosi in giro"
"Cosa ci fa un Ice nation?" chiese Nathan quasi sputando quelle parole "Sono loro la causa di tutto, Echo è diventata la loro regina"
"Si lo sappiamo" lo interruppe Bellamy "Lui è con noi e dobbiamo subito vedere Kane e gli altri" Nathan lo scrutò un'istante poi annuì.
"Ok da questa parte" facendoli entrare nella torre. "Chiama Indra per un cambio" disse poi rivolgendosi al compagno.
Attraversarono parecchi corridoi, Bellamy era davanti a lei, impegnato in una fitta conversazione con Nathan, poi raggiunsero l'ascensore che era stato aggiustato nel frattempo.
Quando salirono sull'ascensore il silenzio cadde fra loro, la cabina sembrava strettissima e la tensione che si cominciava a respirare aumentava di piano in piano, Clarke non sapeva ancora come affrontare tutto quello che stava per accadere e, sapere che nessuno sapesse ancora della minaccia delle centrali l'angosciava. D'istinto volse lo sguardo verso Bellamy che si girò verso di lei e le sorrise come se sapesse a cosa stava pensando.
Le porte dell'ascensore si aprirono, Clarke fece un profondo respiro, riconosceva quel corridoio anche se dopo la battaglia era stato ripulito, quel corridoio l'avrebbe riportata nuovamente alla sala del trono.
Quando si presentò davanti alle porte della sala queste erano aperte e vide subito il trono e, questa volta, non provò nessuna emozione se non il rimpianto per qualcosa che ormai era andato perduto.
La sua attenzione venne subito attratta dal gruppo di persone che si trovavano attorno ad un enorme tavolo che si trovava al lato sinistro della stanza. Riconobbe Kane e Luna chini su delle carte e poco dopo sua madre. Fece un paio di passi verso la loro direzione quando la madre alzò il viso e la riconobbe.
Si corsero incontro e si abbracciarono poi la madre le prese il viso fra le mani, la gioia nei suoi occhi si tramutò subito in preoccupazione quando notò il sangue rappreso che Clarke non aveva avuto il tempo di togliersi dai capelli.
"Sei stati attaccati, dove siete spariti, state bene, Raven e con voi?" chiese guardandosi poi in giro in cerca del meccanico.
Clarke sorrise a quella sfilza di domande.
"Stiamo tutti bene, Raven arriverà, noi siamo arrivati il prima possibile appena abbiamo saputo"
Con la coda dell' occhio vide Kane abbracciare Bellamy e sincerarsi che stesse bene, anche le persone attorno al tavolo avevano smesso di guardare le carte ma, non fissavano lei o Bellamy, i loro sguardi erano diretti a Roan, li vide borbottare fra loro e questa cosa la indispettì.
Anche Bellamy doveva essersi accorto di qualcosa perché il suo sguardo scrutò quegli uomini che per lui erano estranei.
Fu però Kane a prendere la parola "Credo che dovremo interrompere la riunione per adesso" gli uomini e alcune delle donne riunite attorno al tavolo annuirono e preso una delle porte laterali presenti nella sala.
Anche Luna, dopo un cenno di riconoscimento, stava per uscire quando l' Ice King parlò per la prima volta "Lei deve rimanere"
Ci fu un momento di tensione, Abby guardò prima il guerriero poi Kane ed infine Clarke che a quello sguardo disse seria "Sì Luna deve rimanere."
"Credo che siate stanchi del viaggio o qualunque altra cosa abbiate fatto" tentò la madre.
"No" la interruppe Bellamy "dobbiamo parlare subito, il tempo non è dalla nostra parte"
Abby e Kane si scambiarono uno sguardo perplesso.
"Credo che i nostri problemi possono aspettare ..." ma Clarke alle parole di Kane scosse la testa.
A quel punto entrambi desistettero, Abby si rivolse quindi a Luna "Rimani per cortesia" la ragazza annuì.
"Andiamo di là" disse Abby indicando una delle stanze laterali "Potremmo parlare con tranquillità e voi potrete mangiare qualcosa".
Raggiunsero la sala, un incrocio fra una sala da pranzo e un salotto. L' Ice King fu l'ultimo ad entrare, chiuse la porta dietro di se e rimase immobile.
Clarke, non se la sentiva di sedersi e come Bellamy rimase in piedi.
"Forse non sai" cominciò Abby "ma in questo momento i membri dell' Ice Nation non sono fra i nostri maggiori sostenitori" lanciando uno sguardo al guerriero.
Clarke annuì a quelle parole, consapevole del motivo "Roan è con noi e se non fosse stato per lui noi non saremmo qui" poi cominciò a raccontare.
Spiegò loro tutto quello che era avvenuto da quando aveva incontrato ALIE e Becca, la decisione che aveva dovuto prendere, il viaggio per trovare la casa di ALIE.
Quando disse cosa era successo alla fiamma sentì un mormorio di sgomento pervadere la stanza ma Clarke continuò a parlare spiegando cosa avevano scoperto e infine parlò dell'attacco e del perché fossero arrivati di corsa a Polis
Quando concluse solo un silenzio preoccupato permeava la stanza.
Kane fu il primo a parlare "Senza la fiamma non so come potremo evitare la guerra ma soprattutto di tenere uniti i clan" mormorò.
"Ma pensavo che i clan avessero capito che ci può essere un'altra forma di governo e collaborazione" disse Clarke
Ma Kane scosse il capo "Lo pensavamo anche noi ma il ruolo del commander, la Fiamma, è troppo radicata in questi popoli, non riusciranno ad accettare una nuova forma di governo e senza il sostegno dei clan non potremmo salvarci" concluse.
Clarke a quel punto si sedette pesantemente su una sedia, non riusciva a trovare una via d'uscita da quella situazione.
"Eravamo riusciti a convincere Luna di quanto fosse importante il suo ruolo" disse Abby guardando di sfuggita la ragazza "Gran parte dei clan sembravano ormai decisi ad averla come nuovo Commander ma ora...senza la Fiamma e con l'arrivo di Echo.." mormorò senza riuscire a terminare quello che stava dicendo.
La stanza cadde nuovamente nel silenzio più assoluto.
"L'Ice nation non sarà un problema, spezzeremo la testa e ogni cosa si disgregherà" annunciò l' Ice King spezzando il silenzio.
"E come pensi di fare" chiese Luna.
"Mi riprenderò ciò che mi appartiene e chi segue Echo dovrà scegliere se morire o piegarsi." Rispose con decisione Roan.
"Anche se tu riuscissi in questo intento" disse Kane scrutandolo attentamente "Dopo non avremmo comunque la fiamma e non ci sarebbe nessun Commander"
"Prima sistemeremo Echo poi troveremo una soluzione al resto" replicò tranquillo Roan.
"Ma non vogliamo muovere guerra all' Ice Queen, non è una soluzione e perderemo solo tempo, che non abbiamo, nel cercala" disse Kane.
"Non ci sarà nessuna guerra e sarà lei a venire da noi" rispose il guerriero dell' Ice nation con uno sorriso scaltro sul viso.
Tutti lo guardarono senza capire poi Luna parlò "Tu vuoi sfidarla a duello e riappropriati del tuo ruolo, o sarà lei a sfidarti per legittimarlo"
"Ma perché dovrebbe farlo?" chiese Bellamy troppo lontano dalla mentalità grounder.
"Perché noi diremo che entro due giorni da ora, Luna ascenderà e diventerà il nuovo commander" rispose Roan
"Ma noi non abbiamo la fiamma" ribattè Bellamy
"Lei non lo sa!" disse Roan. "Torin ha detto che con lei c'è un nightblood, probabilmente adulto e in grado di sfidare Luna per il ruolo di commander, verrà qua per mostrare ai clan che c'è un alternativa"
"E cosa ti fa pensare che lei non solo abbia un nightblood ma che sia adulto" chiese Kane incuriosito comprendendo già le implicazioni del discorso fatto da Roan.
Ma fu Luna a rispondere per lui "Là fuori ci sono molti nightblood, nessuno ne parla. Non tutte le famiglie vogliono che i loro figli vengano addestrati per aspirare ad un ruolo che non potranno mai ottenere e, molto spesso, i genitori, pur di non vedere i loro figli morire, preferiscono nasconderli"
"Ontari era una di loro" chiese incuriosita Clarke.
Roan annuì "Ontari avrebbe potuto essere tra i prescelti ma, come avrete notato, era un po' instabile, per questo i genitori la tennero nascosta. Poi quando Taria morì mia madre la prese con se con lo scopo di addestrarla, Echo ha trovato un altro nightblood, probabilmente di qualche altro clan dissidente" concluse il guerriero.
"Quindi, se ho ben capito" cominciò Kane "Tu vuoi inscenare l'ascensione di Luna sperando che Echo si presenti a contestarla proponendo un candidato diverso e, in quell'occasione, tu la vorresti sfidare per riprenderti il tuo ruolo ma non capisco perché dovrebbe farlo con una parte dei clan dalla sua parte e la possibilità di ottenere la stessa cosa con un guerra" Le perplessità di Kane erano le stesse che provava anche Bellamy, non c'era una logica nel modo di pensare grounder, non una logica che lui comprendesse. Volse il viso verso Clarke, era pensierosa poi parlò.
"Ha una logica, è quello che la stessa regina Nia ha fatto, ha messo in dubbio la capacità di giudizio di Lexa di fronte a tutti gli ambasciatori. Il duello e la morte della regina ha dimostrato la forza dell' Heda, legittimando il suo ruolo. Echo verrà anche solo per il fatto di avere un nightblood con sè"
Il guerriero annuì a quelle parole.
"Ma questo" continuò poi "non ci aiuterà nel momento in cui si saprà che non esiste più la fiamma".
"La Fiamma non è morta" disse Roan "ha solo cambiato forma, lo abbiamo visto tutti su quegli schermi dove Becca-Promheda parlava con Raven"
"Ma quello era un programma di computer" rispose allibita Clarke.
"Anche la Fiamma era un programma di computer" continuò Roan.
"Ma sarebbe impossibile spiegarlo alla tua gente" Disse Bellamy intromettendosi.
"John Murphy è riuscito a convincere i clan che Ontari era il nuovo commander e non era nemmeno ascesa" replicò quindi Roan lasciando immaginare loro le implicazioni di quel discorso.
"Ma questo sarebbe mentire a tutti loro" tentò di dire Clarke. La ragazza non riusciva ad accettare quell'idea, non dopo tutto quello che le era accaduto, quello che aveva dovuto fare. Credeva fermamente nella possibilità che i clan potessero vivere in pace, aveva spinto Lexa in quella direzione. Volse lo sguardo verso Luna poi verso la madre, Kane e persino Bellamy perché nessuno confutava le parole dell' Ice King.
"Clarke.." cominciò Luna "Non ho mai voluto il ruolo di commander, non credevo al modo in cui veniva scelto e i sacrifici che dovevano essere fatti. Sarei ascesa a commander solo se fosse stato strettamente per il bene di tutti ma se ci fosse un altro modo..." disse lasciando in sospeso la frase.
"Ma tu saresti comunque il commander ma mentiresti sulla tua legittimità di tale ruolo. Non sarebbe diverso da ciò che Jaha fece sull'Arca per l'ossigeno o ciò che ha fatto Ontari o persino ciò che ha fatto ALIE che ha usato ogni mezzo per ottenere ciò che voleva. No, non lo accetto, non lo accetterò mai. Fate pure la finta ascensione ma non chiedetemi di mentire sulla Fiamma." Terminò Clarke uscendo poi dalla porta.
Abby si alzò per raggiungere la figlia ma Bellamy la fermò.
"Ci vado io!" disse uscendo dietro alla ragazza.
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