Capitolo 5.
Era un po' che Maria Sole non parlava con Carmine, dopo il loro piccolo battibecco non avevano avuto modo di vedersi, o forse, trattavano di evitarsi. ''Era meglio cosi'' pensò la giovane, meno lo vedeva e lo aveva vicino, meglio era per entrambi.
Averlo dall'altra parte del campo però, non rendeva le cose cosi semplici. In compagnia di Filippo e Gianni, Carmine come sempre, si ritrovava a fumare la sua sigaretta, guardando di tanto in tanto Sole, che invece, cercava di evitare ogni tipo di contatto. Detestava stare cosi con lei e sentirla cosi distante, si erano comportanti in modo strano entrambi e lui aveva esagerato nel risponderle in quel modo e lo sapeva. Voleva solo che Maria lo ascoltasse e che tornasse tutto come agli inizi.
Maria era cosi assorta nei suoi pensieri che si allontanò con la mente dal luogo attuale in cui si trovava, e voleva allontanarsi da Carmine, per una volta.
<<Lo vedo, sai?>> Gemma la risvegliò dal suo stato di trance, prendendo posto accanto a lei.
<<Che vedi, Gè?>> le sorrise, sospirando. Forse sapeva già a cosa voleva mirare.
<<Come vi cercate con lo sguardo.>> indicò con un cenno di capo verso la direzione del gruppo maschile. Carmine.
<<Nun o' sacc e cosa staij parlanne.>> rispose Sole, facendo la finta tonta, provocando uno sguardo di rimprovero da parte dell'amica.
<<Nun gira tutt' intorno a Di Salvo, Gè.>> ritentò.
<<Avete litigato?>> la osservò per poco costringendola a darle una risposta sincera, cosi le fece un cenno affermativo con la testa, sviando subito il suo sguardo.
<<L'amore fa più male di quel che da a vedere.>> commentò, lasciando confusa Maria.
<<L'amore è ciò che mi mantiene lucida cca dint.>> per quanto assurdo potesse sembrare, era l'amore a tenere Maria ancora in piedi. Sua cugina, sua madre, sua zia, i suoi amici e beh...i suoi nuovi amici.
<<A me l'amore mi ha solo riempito di botte.>> si voltò di scatto verso di lei, perplessa.
<<Che staij ricenne, Gè?>> azzardò, facendola voltare nella sua direzione.
<<L'amore è il motivo per cui sono in questo istituto.>> e finalmente comprese. Aveva saputo che il suo ragazzo la picchiava ed era a lui a cui probabilmente aveva sparato.
<<Chiste nun è ammor, è violenz.>> le strinse una mano, sperando capisse il peso delle sue parole.
<<Un uomo che ti picchia non ti ama, o quantomeno ti ama male. Un uomo ca te mette 'e man nguoll è un strunz, semp, e dovevi capirlo al primo schiaffo.>> la rimproverò. Magari non era quello di cui aveva bisogno in quel momento ma Sole si trovava lì dentro per uno stronzo come il suo ragazzo, a cui piaceva prendere di mira donne vulnerabili ed innocenti.
<<Pensavo potesse cambiare...pensavo davvero di renderlo una persona migliore. Sembrava cosi pentito...>> questa sua ultima affermazione spinse Maria a compiere un gesto forte, per lei e sicuramente, lo sarebbe stato per la sua amica.
<<Accettò il primo schiaffo con la convinzione,
che in fondo si meritasse ogni punizione.
Le continue critiche e umiliazioni
la facevano sentire in difetto:
così solo lui era perfetto.>> iniziò, facendo girare Gemma verso di lei.
<<Come?...>> chiese la giovane, scostando la mano afferrata poco prima da Sole. In lontananza, Carmine, accompagnato da Gianni, non riuscivano a distogliere lo sguardo da entrambe le ragazze, comprendendo poco dopo che stava accadendo qualcosa. Filippo non comprese, si limitò a seguirli confusi.
<<Non era questa dell'amore la promessa,
ormai l'autostima era già compromessa.
Ci volle ben poco per finire nella gabbia,
l'amore non è una scritta sulla sabbia.
Non dura quanto l'incanto della seduzione,
si nutre di rispetto e comprensione.>> continuò, guardando un punto indefinito davanti a sé.
<<Che stai dicendo, Marì?...>> sussurrò, in preda ad una crisi di pianto ma fece finta di niente. Doveva comprendere.
<<Il sogno iniziale era svanito,
d'ora in poi solo sofferenze avrebbe patito.
Credeva che fuori ci fosse un mondo migliore,
fatto di Lealtà, Giustizia e Onore.>> con le lacrime che rigavano il suo viso, la lasciò continuare.
Carmine notò qualcosa di strano in Sole e non poté fare a meno di avvicinarsi ancora di più verso di lei accorciando le distanze, notando lo stato d'animo della ragazza che l'accompagnava.
<<Marì, che staij ricenne?>> chiese il ragazzo confuso, che osservava le due ragazze da un po'. Alla presenza di Gianni, Gemma si alzò in piedi e poi comprese cosa stesse tentando di fare Maria.
<<Lassl perd, Cà. Falla fernì.>> si intromise Gianni, conoscendo già la situazione di Gemma e il motivo per il quale si trovasse nell' IPM. Ciò non fece altro che far voltare la giovane verso di lui a mo' di supplica. "Vi prego...basta."
<<Nessuna donna deve vivere
l'inferno sulla terra,
va portata in braccio fin su una stella.
Tutte le donne uccise o sfregiate brutalmente,
furono prima massacrate nell'anima e nella mente.
Morire non è solo esalare l'ultimo respiro,
ma quando energie, gioia e sorrisi
sono risucchiati da un vampiro.>>
<<Maria, basta! Ti prego...>> la supplicò la giovane tra un singhiozzo e l'altro.
<<Marì,?Bast! Nun vire ca sta chiagnenn? Ma che stai facenn? >> le rimproveró Carmine, che continuava a non comprendere il comportamento di Maria. Cosa le prendeva? Perché era così crudele?
<<Non smettete di lottare per la vostra Dignità e Libertà,
ne vale sempre la pena
qualsiasi cosa accadrà.
Potranno anche tagliarci le ali:
il nostro volo non conoscerà rivali.>> proseguí, senza voltarsi mai.
<<Ti prego, smettila...>> disse ormai in un sussurro, priva di forze.
<<Marì! 'A e ferni'!>> urlò Carmine, sostenendo la piccola Gemma, che faticava a tenersi in piedi per via del pianto mentre Sole, era concentrata a fissare il muro davanti a se, ignorando le voci che le parlavano.
<<E quando a coglierci è la stanchezza,
lasciamoci cullare dall'immaginazione:
chiudiamo gli occhi e sogniamo un mondo
senza violenza e persecuzione.
Le nostre tristi storie
saranno solo un brutto ricordo,
allorché il grido di aiuto delle donne
al mondo non sarà più sordo.>> appena finì, guardò Gemma, abbracciata a Carmine. Era in lacrime e aveva il respiro spezzato, l'aveva colpita nel profondo, probabilmente era riuscita nel suo intento. Di Salvo la guardava sconvolto, sia dal suo modo di fare e sia per la poesia appena pronunciata dalla giovane. Da quando era entrata nell'istituto, non le aveva mai visto un'espressione del genere.
Cosi Maria, si avvicinò alla sua amica, sotto lo sguardo attento dei giovani, soprattutto di Carmine che ancora sosteneva Gemma. Si accasciò a terra accanto ai due e la scansò dalle braccia del ragazzo per accoglierla tra le sue, accarezzandole i capelli.
<<E' la testimonianza di una donna che ha subito violenza per più di sedici anni e ha trasformato il suo racconto in una lirica.>> le sussurrò sulla fronte, fissando Gianni, che poteva comprendere perfettamente la loro situazione. Filippo osservava in silenzio, avendo finalmente compreso l'avvenire.
<<Ci ricorda che l'amore, se di esso si tratta, non può fare male, Gè. M'he capit?>> Gemma strinse forte Maria, piangendo ancora più forte.
<<Tu 'o saje pecche' ij sto cca dint?>> le chiese, prendendole le spalle obbligandola a guardarla, si ritrovò a scuotere la testa in segno di negazione. Tutto ciò avvenne sotto lo sguardo attento di Carmine.
Davvero stava per rivelare il motivo per cui si trovava nell'IPM? Non aveva mai voluto parlarne, difatti lo stupì sentirle pronunciare quella domanda. Moriva dalla voglia di sapere.
<<Sto qua perché ho ucciso un uomo ca steve cercando e violentà a mia cugina. E o'ssaij chi era?>> domandò contraendo la mascella.
<< Ere 'o futuro marit e mia zia e ij l'agg accis, pe ess.>> sputò, cercando di trattenere le lacrime.
Carmine rimase senza fiato. Non riusciva a credere a quanto arrivassero ad essere simili le loro realtà e le loro emozioni. Lui meglio di chiunque poteva capire il peso che si portava nel cuore. Avevano ucciso per le persone che amavano, questa banalità li aveva resi degli assassini.
<<A' violenz contro le donne, contro chiunque, è un' e cchiù vergognose violazioni re diritti umani, nun è ammor, nun t'o' scurda'.>> le accarezzò il viso, asciugandole le lacrime con il pollice.
<<Non ce la faccio più Maria...non so cosa devo fare.>> e pianse ancora, poggiata nell'incavo del collo dell'amica mentre lei continuava ad accarezzarle il capo.
<<Chiagnn cchiù forte si te po aiutà, ij sto' cca pe te, vabbuò?>> le disse questa volta fissando Carmine, che non era più riuscito a pronunciare una sola parola, soprattutto dopo la rivelazione di Maria.
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