Capitolo 39.
Non vi era un giorno in cui Maria non rimaneva sorpresa dalle cose che le accadevano. Fuori di li la sua vita era alquanto monotona ma nell'Ipm era cambiato tutto, in qualsiasi momento sarebbe potuto capitarle qualcosa che le avrebbe stravolto l'esistenza.
Una di quelle? Trovarsi in sala comune, appena affiancata da Mimmo. Quello si, che era un fatto davvero strano e..sospetto.
<<E' bravo Cardiotrap.>> esternò osservando quest'ultimo mentre suonava il piano e Maria sembrava star facendo la stessa cosa, cercando di ignorare però, le sue attenzioni.
<<O'Chiattill' er'cchiù brav.>> sorrise in modo malinconico nel ricordare l'amico. Quanto le mancava...chissà dove saranno i suoi amici e cosa staranno facendo. Saranno al sicuro? Saranno ancora insieme? Così, nel giro di pochi istanti, le si formò un magone nel petto che l'aveva inondata di angoscia. Dove sarai Chiattí?
<<T' manc?>> le domandò non smettendo di fissarla. La giovane si limitò ad annuire, senza però ricambiare lo sguardo.
Dio solo sa quanto le mancava.
<<Sei fortunata, lo sai?>> quella domanda posta in modo affermativo attirò la sua attenzione e quella volta, non poté evitare di far ricadere uno sguardo confuso su di lui.
<<E pecché?>> aveva le braccia incrociate ma la spalla sinistra poggiata contro il muro, mentre il ragazzo era posizionato con entrambe le spalle al muro, ma il viso rivolto verso di lei.
<<Pecché qualcuno che ti vuole bene lo tieni.>> quella volta però, distolse lo sguardo. Era per cosa tenerezza e compassione quelle sensazioni che stava provando la ragazza? Davvero non aveva nessuno che gli volesse bene?
<<E tu perché mo parl' accussì? Tu non lo tieni qualcuno che ti vuole bene?>> era il momento per riuscire ad avere qualche informazione di più su Mimmo, aveva il bisogno di sapere e poter capire. Chi diavolo era lui? Era davvero così solo?
<<Forse dopo oggi non credo di averlo mai avuto.>> cosa accadeva oggi?
<<Tutti abbiamo qualcuno che ci ama, i difetti non sono importanti, qualcuno che riesce a vedere un po' di buono in te esisterà da qualche parte.>> ci scherzò un po', strappandogli un sorriso. Se solo sapesse tutto quello che si cela dietro la sua vita..
<<Io non credo di avercelo mai avuto.>> confessò con amarezza. Eccola lì, di nuovo quella sensazione di angoscia.
<<Persino la persona dal cuore più tetro tiene a qualcuno che lo ama, perché tu dici di no?>> bastava pensare a Donna Wanda, Don Salvatore, Ciro, Edoardo...persino Viola aveva conosciuto l'amore, per quanto malato potesse esser diventato.
<<Agg' fatt sempr' u jolly, Marì...nun so nient' cchiù.>> ''U jolly..."
<<Mimmo..>> accennò invitandolo a guardarla.
<<Cre?>> si voltò verso di lei, un po' incerto.
<<Io non ti conosco e nun o'sacc ca te mis n'cap, però na cos' te a vogl' ricere...>> si avvicinò di più a lui, o meglio, al suo orecchio, per far si che ciò che gli stava per dire, gli arrivasse dritto in petto.
<<Int'a stu post, esser' nu jolly, t'accir...>> ''U jolly..."
<<Marì tutt' appost?>> si pronunciò una voce in lontananza e non le ci volle molto a capire di chi fosse.
<<Tutto bene, Edoà.>> rispose Sole, rassicurando l'amico.
<<Primm o'Piecur' e dop' chist', misa che t'aggia mbara' a sceglier 'e cumpagn, Marì.>> sorriso in modo strafottente, fissando il ragazzo di fronte a lui. Edoardo non si fidava di lui, per qualche strano motivo, c'era qualcosa in lui che lo turbava, e che stesse vicino a Maria non lo aiutava a restare razionale.
<<Edo...pe piacer'...>> Mimmo la interruppe, sfiorandole il braccio.
<<Nono Marì, tranquilla, me ne stavo andando.>> e senza aggiungere altro, guardò Conte un'ultima volta e si dileguò dai due.
<<Pecchè faje sempe accussì? E faje scappa' tutt'quant'.>> diede una pacca sulla spalla dell'amico, rimproverandolo.
<<Allor'significa ca me sacce fa capì.>> Sole non riuscì a reprimere un sorriso. Che tipo che era.
<<Ca t'ha ritt'?>> le diede un dolce pizzico sulla guancia, facendole alzare gli occhi al cielo. Dolce il modo in cui voleva estrapolarle delle informazioni.
<<Mi ha dovuto dire per forza qualcosa?>> tentò di chiedere lei quella volta.
<<E pecche s'avesse avvicinat' a te? Si a cumpagna mij e iss o'sape.>> quel sospetto l'aveva avuto anche lei, ma non seppe spiegarsi il perché, quella frase la fece pensare ancor di più.
<<E allor' pecché mo s'è avvicinat' a Carmine?>> quella volta fu Maria ad aver attirato la sua attenzione con quelle parole.
<<Statt' quiet', tu nun e da confidenz', ce pienz'ij.>> le stampò un bacio sul capo e se ne andò con la stessa velocità con cui era arrivato ad interrompere la sua conversazione con Mimmo.
"Cosa mi nascondi Edoà?" si ritrovò a pensare.
Qualcuno la fece sobbalzare coprendole gli occhi, ma Sole sorrise subito dopo, quando mise a fuoco il forte profumo che le era arrivato tra le narici.
<<Pino, lievt'.>>disse scostandogli le mani da davanti al viso.
<<Ma comm faje?>> non si capacitava di come la sua amica lo scoprisse ogni volta.
<<Quando finirai a metterti stu profum 'e merd, te o dic'.>> rise della sua stessa battuta. Non era così male il suo profumo, magari indossato in minor quantità le sarebbe parso più gradevole.
<<Si proprij scem, o sapive?>>non fece in tempo a rispondergli, che li raggiunse Carmine, dando una pacca sul braccio di Pino, per poi dedicare uno sguardo furtivo su Maria.
<<Oi Cà, tutt'appost'?>> poggiò il braccio sopra la spalla del riccio. Aveva approfittato della sua presenza, sapendo che da solo non avrebbe mai avuto le forza per tornare a parlarle.
<<Tutt' appost Pinú.>> dopo avergli sorriso e avvolto le spalle a sua volta con un braccio, si concentrò su Sole, morendo dalla voglia di sapere la sua conversazione avuta con Mimmo ed Edoardo.
<<E tu Marì? Come stai?>> azzardò la domanda, con un sorriso accennato. Non parlavano da qualche giorno, o per lo meno, si erano limitati a conversazioni brevi, tipo ''come stai?'' , "cos'hai fatto oggi?'', non si erano sbilanciati più di tanto, nessuno dei due ne conosceva la motivazione, o forse sì
Maria aveva un grande scheletro nell'armadio, e aveva anche un nome: Rosa Ricci. Non riusciva a togliersi dalla testa quella loro vicinanza, quel modo di guardarsi, la loro apparente forma di odiarsi, il modo in cui riuscivano a comunicare anche se in maniera minacciosa, non aveva la certezza che fosse così, eppure non riusciva a fare a meno di pensare che...la realtà, la vera realtà dei fatti...fosse quella.
<<Sto bene.>> abbozzò un sorriso, osservando i suoi due amici abbracciati spalla a spalla. Le mancava la loro vicinanza.
<<Futura sta bene?>> quello fu un azzardo. Non gli aveva ancora mai chiesto di Futura, quindi era una nuova conversazione quella che avrebbero intrapreso, diversa dai giorni precedenti, ma davvero moriva dalla voglia di sapere della bambina. Le sembrava passata un'eternità.
<<Si, sta bene, cresce ogni giorno sempre di più.>> rispose, con un enorme sorriso.
<<Però gli manchi...>> iniziò, guardandola negli occhi. Aveva un disperato bisogno di farglielo sapere, di farla sapere che non dormiva più, non mangiava quanto avrebbe dovuto e non sorrideva mai abbastanza, non da quando lei l'aveva allontanato.
<<Ci...ci manchi Marì, assaij..>> alla giovane le si mozzò il fiato dinnanzi a quella confessione. Com'era possibile? Come poteva provare tutte quelle sensazioni per quel ricciolo che aveva di fronte? Perché non si sentiva più la terra sotto i piedi?
<<Anche voi mi...anche voi mi mancate..>> forzò un sorriso, vedendo anche un piccolo sorriso da parte di Carmine, che pareva super emozionato.
<<E...>> si guardò i piedi, e le parole gli morirono in bocca. Sapeva che stava per sbilanciarsi, ma doveva provarci, non poteva non domandarglielo.
<<Cre?>> lo incitò la giovane.
<<Immagino però di non poterti chiedere ca ce facive cu chelli duje scem...no?>> ci provò, si era davvero sforzato per chiederglielo in maniera amabile e non pretendere di sapere perché quell'idiota di Mimmo si fosse avvicinato a lei. Si, li aveva osservati per tutto il tempo, e l'arrivo di Pino era stata l'occasione perfetta per avvicinarsi a lei nuovamente.
<<I-infatti...>> avrebbe voluto parlargli e spiegargli che non doveva temere, che nel suo cuore c'era solamente lui e che mai e poi mai avrebbe tradito la sua fiducia, mai si sarebbe schierata da nessun'altra parte se non dalla sua, ma non lo fece, non gli disse niente del genere.
<<Non devi fidarti di lui, Marì.>> e lei già sapeva di per sé che non avrebbe dovuto farlo, ma c'era qualcosa...qualcosa nel modo in cui Carmine gliel'aveva affermato e capí che lui conosceva dell'altro, di cui però certamente Maria era all'oscuro.
<<Carmine tene 'a ragion', chell' nun è buon.>> affermò Pino, tornando a prendere parte nella conversazione. Era d'accordo con l'amico, Mimmo aveva un'aria che non gli piaceva per niente, e per lui era raro sbagliarsi in queste circostanze, conosceva abbastanza bene il mondo e le persone che lo abitavano. Sapeva che lì dentro c'erano ragazzi che meritavano di essere lì, e altri che... beh, gli altri avevano avuto disgraziate circostanze che li aveva portati all'IPM, ma non tutti sono buoni, non la maggior parte.
<<Pecchè sit' accussi sicur'? Sapite coccose?>> a quella domanda, a differenza di Pino, al riccio lo notò teso, i suoi muscoli si erano irrigiditi e non poté non insospettirsi dinnanzi alla sua reazione, forse perché si era appena resa conto che si era scavato la fossa da solo.
<<Nun sacce nient' Marì, sul ca Mimmo nun è 'e fidà.>> abbassò lo sguardo, non riuscendo a reggere il suo. Non voleva nasconderle nulla ma se avesse saputo che era a conoscenza del doppio gioco di Mimmo con i Ricci e i Di Salvo, probabilmente non gliel'avrebbe perdonato.
<<Pozze ricere na cos'? A' faida Ricci e Di Salvo è ancora aperta, stamme tutt' quante int' a na foss' si ce mettimme a miezz', tu cu Rosa e tu Marì..cu chell' a cap' e cazz 'e Conte.>> Carmine irrigidì la mascella, sentendo le parole di Pino, che aveva assoluta ragione, ma quel che Carmine aveva con Rosa non era paragonabile al rapporto che aveva Maria con Edoardo.
<<Chest' l'adda ricere a Maria, ij nun c'azzecc nient' cu Rosa Ricci, vedi se tu riesci a farglielo capì.>> si voltò verso l'amico, sentendosi improvvisamente furioso dalle circostanze.
<<Ah? Tu dici?>> sfidò il ragazzo, che non parve più essere cosi mortificato dalla loro distanza, pensava solamente a lei e a Mimmo e alla sua scarsa fiducia.
<<Nun o 'sape manc' iss a' c parte a re' a sta.>> esternò Carmine, non distogliendo lo sguardo da Maria, sperando davvero potesse arrivare a credere alle sue parole, ma lei già lo sapeva, ma sapeva anche che lui le stava nascondendo qualcosa e al solo pensiero, non riusciva a tollerarlo.
<<Prima di entrare qua dentro però stava con i Ricci, o no?>> domandò Maria, cercando di fare chiarezza nei suoi pensieri, e magari, riusciva ad estrapolare a Carmine qualche informazione in più.
<<Mo mo ca 'e Di Salvo se stanne piglianne tutt'cos? Non credo proprio.>> disse il biondo senza badare alla presenza di uno dei membri di quest'ultima.
<<Senza offes, o'frate..>> cercò di riprendersi, ma il centro del suo interesse non era mai stato Pino, se non la giovane che aveva di fronte.
<<Nun sonn' nient' ro mij.>> sputò, dedicando uno sguardo fugace all'amico.
<<Pozze sape' pecché tutt'sto interesse pe Mimmo? Ci vuoi dire qualcosa?>> tornò a guardare il volto di Sole, facendo suonare la sua domanda come un rimprovero, e le mani sui fianchi come un genitore frustrato non agevolavano la situazione. In quel tono traspariva tutto il suo fastidio e la sua gelosia, perché si, non riusciva a tollerarlo affatto. Perché si erano avvicinati? Non avevano mai parlato, cos'era cambiato?
<<Sto cercann 'e capì nu poc' e cos' e teng nu sacc' e tiemp ca m'avanz ca dint'.>> fece spallucce facendo infastidire ancora di più il riccio.
<<Chest pe te è nu passatiemp'?>> sembrava davvero infastidito dalla sua arroganza e dal suo modo di rivolgersi a lui. Quando diamine era successo? Quando aveva iniziato a trattarlo cosi?
<<Se qualcuno smettesse di nascondermi cose, probabilmente non me lo sarei cercata questo passatempo.>> sorrise in modo strafottente. Doveva sapere che la sua poco fiducia in lei, l'aveva portata a indagare da sola su quello che stava accadendo attorno a lei.
<<Passatempo o no, ata sta accort' a Rosa, ca chell sicur vuò vendett' arope chell c'avite fatt' a Ciro.>> esternò Pino, notando con la coda dell'occhio la più giovane dei Ricci osservarli in lontananza. Perché era sempre dovunque?
<<Questo potrebbe non essere il vero problema.>> rispose Maria, osservando da Carmine.
<<Ca vuò ricere?>> però lui aveva capito benissimo cosa volesse intendere. Il problema non era la vendetta che Rosa voleva ottenere, ma il legame che la attanagliava alla persona che più dolore le aveva causato, Carmine; che nella sua testa, poteva essere perfettamente anche colui che lo placava, mettendo a tacere il suo odio e il suo rancore con un altro tipo di sentimento.
<<Nient...tutt' scemità.>> sussurrò più a se stessa che ai suoi compagni, ma il riccio voleva spiegarsi, voleva farle capire...Rosa non è niente per lui.
<<Maria...t preg'..>> sussurrò tentando di avvicinarsi a lei, ma non glielo permise, non ancora, era troppo presto per lei.
<<Me ne vache.>> senza aggiungere altro, sì lasció Carmine alle spalle, lasciandolo al conforto di Pino, che però, non era in grado di placare tutta la sofferenza che stava vivendo in quel momento.
Marí, quanne torn' addu me?
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