Ci accusano di aver ucciso la tragedia,
Euripide, di non comprendere il trauma
impartito dalla crudeltà umana e divina.

Ci accusano di non avere un'anima,
Euripide, di non avere rispetto alcuno
per i dolori e i tormenti dell'umanità.

Ci accusano ancora di non provare nulla,
Euripide, di non avere empatia alcuna
per i nostri simili e di essere dei mostri.

Loro non immaginano che questo non sia
altro che il risultato di una vita violenta:
l'esperienza riscrive il metro di giudizio.

Chi non ha mai preso parte al banchetto
imbandito per le Furie e gli dei inferi
troverà amare le radici colte nei campi.

Non è ghiaccio il nostro, né vuoto:
solo il dare il giusto valore ai drammi
che la vita allestisce sotto ai nostri occhi.