Che cosa mi succede, Afrodite,
finora dimentica della mia esistenza?
Quali dolci musiche spingono il mio cuore
a muovere passi veloci e leggiadri
in quest'aula pesante di silenzio?
Quali invisibili fusi accompagnano
i fili dei miei pensieri avanti e indietro,
ora verso il nostro prossimo incontro,
ora a ricordare la luce dei suoi occhi,
così vicini ai miei da poter udire
le parole scambiate tra la testa e il cuore?
Che cosa mi succede, Afrodite,
che risvegli in me le antiche paure
e mi spingi a dar loro voce - che sciocca!

Eppure il suo animo è uguale al mio,
ugualmente incidentato dal passaggio
di artigli ben più feroci dei miei.
Eppure le sue mani sono più gentili
di quelle che mi hanno toccato finora,
ben più restie a posarsi senza permesso
anche sopra i tessuti più pesanti.
Eppure la sua voce è più tranquilla,
più comprensiva, meno giustificatrice
e più propensa a tacere e abbracciare
che a ripetere parole su parole che,
lui lo sa, non mi tranquillizzeranno.
Eppure il suo affetto è ingiustificato,
è innocente come un agnello al macello
e forse io sono troppo abituata ai lupi
per accettare che non sia un inganno.