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- Come vi chiamate? Quanti anni avete? Rimarrete molto? Vi siete portati dietro qualche preservativo? Sapete, ultimamente qui siamo un po' a corto, Kappei ce li ruba e li usa come sacchi a pelo per i suoi giocattoli... Ad ogni modo se avete intenzione di fare un'orgia posso partecipare? Anche se lì sotto non sono ancora maschio al cento per cento ho un sacco di dild... -

- Yumiko! - Esclamò Kumiko entrando in soggiorno con in viso un'espressione scandalizzata. - Li stai terrorizzando! -

- Ma no, stiamo solo facendo amicizia. - Ribattè Yumiko con un'alzata di spalle, prima di voltarsi nuovamente verso Sakura, Miroku e Keisuke. - Allora, stavamo dicendo... -

- Ora basta! -

Esclamò la gemella afferrando il colletto della sua felpa e trascinandola fuori dalla sala.

- Questo posto inizia a farmi paura. - Commentò Miroku. - Secondo voi siamo ancora in tempo per andare via? -

- Ma perchè? Questo posto è bellissimo! - Ribattè Sakura scoppiando a ridere. - Quando Koji ci ha proposto di venire a casa sua non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi in una situazione del genere. Insomma, lui è sempre così serio e apatico e invece i suoi fratelli... -

- Koji non è apatico. - Ribattè Keisuke incrociando le braccia al petto. - È solo un kuudere! -

- E ciò significa che è apatico. - Sospirò Miroku. - Ma ad ogni modo... Kei, tutte le volte che mamma ti ha accompagnato da Koji ti ha portato... qui? -

- Non sempre. - Rispose il moro. - Proprio a causa di tutta la confusione che c'è qui di solito ci vediamo in centro o al parco. Ma comunque le rare volte che mi ha portato qui mi ha sempre lasciato sul vialetto davanti, non è mai entrata anche lei. -

- Lo spero proprio... -

Sospirò il diciottenne lasciandosi cadere contro lo schienale del divano.

- Che sta insinuando? -

Sentirono bisbigliare a quel punto da una quarta voce.

- Non lo so, ma credo che riguardi noi. -

Ribattè un'altra voce ancora.

E voltandosi verso la loro destra, i tre si resero conto finalmente conto della presenza di Hitomi, la dodicenne con gli occhi azzurri e il tutù rosa, e Masashi, il sedicenne che poco prima lì in soggiorno continuava a bisticciare con Yumiko.

- Credo che ci abbiano notati. -

Commentò la ragazzina nascondendosi dietro lo stipite della porta.

- Direi di sì, ci stanno fissando. -

Ribattè il fratello prima di voltarsi verso i tre e, dopo aver accennato un piccolo sorriso nervoso e aver alzato la mano in segno di saluto, correre a nascondersi insieme alla sorella.

- Che caos... -

Commentò Miroku.

- Non è sempre così. -

Ribattè Yukino entrando in soggiorno.

A quel punto Masashi e Hitomi sbucarono da dietro la porta e lo fissarono con un'espressione alquanto scettica, entrambe le sopracciglia inarcate.

- E va bene, magari lo è, ma comunque la situazione non è così disperata come può sembrare a primo impat... -

- Volevi il pene ti becchi il pane! -

Gracchiò a quel punto Squiler facendo scendere nuovamente il silenzio nel soggiorno.

- Yukino, ma tu quanto ci parli con quel pappagallo? -

Chiese Hitomi prima di scoppiare a ridere.

- Guardate che non sono solo io a parlargli. - Ribattè il quindicenne piccato. - Un sacco di cose le ha sentite da Yumiko ad esempio. -

- Questa però mi sa tanto che era tua. -

Ribattè Masashi ridendo a sua volta.

- Come se voi due foste dei santi. - Ribattè il ragazzo prima di voltarsi verso i tre ospiti. - Ma ad ogni modo, con tutta questa confusione ancora non siamo riusciti a capire cosa ci fate qui. -

- Eravamo nel parco qui vicino per fare una specie di picnic, poi però ha iniziato a piovere e così Koji ci ha proposto di venire qui visto che casa sua era nelle vicinanze. -

Riassunse brevemente il danese.

- Capisco. Scelta rischiosa da parte sua... Ma ad ogni modo chi siete? -

- Io sono Sakura, un amico di Miroku, che è il fratello di Keisuke, il quale a sua volta è amico di Koji. -

Rispose nuovamente il corvino.

- Un amico di Koji? -

Ripetè il quindicenne aggrottando la fronte.

- Sì, perché? -

Ribattè Miroku perplesso.
Si provò a voltare verso il fratello, ma questo teneva lo sguardo rivolto verso la parte opposta rispetto a lui.

E a quel punto in soggiorno arrivarono anche Kappei e Koji, quest'ultimo con una pila di fumetti tra le mani.

- Hitomi, sono riuscito a recuperarteli. -

Annunciò il tredicenne avvicinandosi alla sorella.

Kappei invece rimase fermo sulla soglia, studiando per alcuni istanti i tre intrusi.
O meglio, diede una rapida occhiata a Sakura e Miroku e poi si soffermò per diverso tempo su Keisuke, inclinando leggermente il capo verso destra e assottigliando lo sguardo.
Quindi, quando più o meno un minuto dopo ebbe ricevuto l'illuminazione che stava aspettando, strabuzzò gli occhi e puntò l'indice contro di lui.

- Ehi Koji, quello è il tuo fidanzato, vero? -

Per i venti secondi seguenti nessuno fiatò. Giusto Squiler li beò per l'ennesima volta delle sue capacità oratorie borbottando qualcosa riguardo l'attrazione per i panda.

Quindi Koji, dopo aver consegnato la pila di fumetti a Hitomi, si voltò per un istante verso Keisuke, il quale in quel momento aveva chinato lo sguardo verso il terreno, rosso in viso fino alla punta delle orecchie. Poi invece si rivolse al fratellino, alzando brevemente le spalle.

- Sì, perché? -

~

- Quindi che fate? -

Chiese Yukino, la cornetta del telefono di casa in mano.

- Ho appena chiamato mio padre. Dice che si fermano a cenare da degli amici, torneranno intorno alle dieci o undici. -

Rispose Miroku.

- Ottimo, allora dico a mia madre di prendere da mangiare anche per voi? -

- Sì, va bene. - Quindi si affacciò in soggiorno, rivolgendosi a Sakura. - Hai avvertito tua zia? -

- Sì, tutto apposto. -

Rispose il danese mentre alle sue spalle Yumiko sghignazzava.
Per tutta risposta il corvino si voltò verso di lei, rivolgendole un'occhiataccia, ma quella continuò a ridere come se nulla fosse.

- Per la precisione. - Disse tra una risata e un'altra. - Quando ha detto a sua zia che sarebbe tornato più tardi del previsto, lei gli ha risposto chiedendogli se... -

E qui scoppiò nuovamente a ridere, seguita poi perfino da Masashi e Hitomi.

- Si può sapere che gli ha detto? -

Chiese il biondo ruotando gli occhi.

- Gli ha chiesto se ha i preservativi. -

Rispose la diciassettenne prima di scoppiare in una fragorosa risata.

- E brava la zia. -

Rise Yukino, che dal corridoio (dove si trovava il mobiletto con il telefono di casa) stava seguendo la conversazione.

- Dì a tua madre che rimaniamo tutti e tre per cena. -

Disse allora Miroku, le gote leggermente arrossate, rivolgendosi nuovamente al quindicenne.

- Ok, ora glielo dico. - Quindi il moro riavvicinò la cornetta alle labbra. - Ehi ma', hanno detto che restano... Sì, lo so che di questo passo ti faremo arrivare al lastrico, ma è stata anche colpa tua e di papà, non credi? Insomma, proprio uno all'anno dovevate farne? Sì, d'accordo, a volte ne avete fatto uno ogni due anni, te lo concedo... Eh? Cosa preferisco, dici? Lo sai che per me fa lo stesso, va bene di tutto. Ora però vado a chiedere anche agli altri, tu rimani il linea, ci vorrà un po'. -

E a questo punto posò la cornetta sul mobile, per poi incamminarsi verso il soggiorno con un sorriso divertito sulle labbra.

- Ehi ragazzi! - Esordì continuando a ridacchiare. - Mamma è al supermercato e... -

- No ti prego... - Mormorò Koji alzando lo sguardo al cielo. - Non di nuovo. -

- ...mi ha chiesto... -

- Che succede? -

Chiese Kei aggrottando la fronte.

- Ora vedrai. -

Ribattè il corvino.

- ...se preferite... - Continuò Yukino con quel solito ghigno divertito sulle labbra. - ...le carote o le patate. -

- Che c'è di strano in questa domanda? -

Ribattè Miroku osservando interdetto l'espressione del quindicenne.

Quando però pochi istanti dopo tutti componenti della famiglia Narita scoppiarono a ridere (con l'unica eccezione di Koji e Naoto, che era ancora in camera a studiare), il diciottenne realizzò improvvisamente  il doppio senso di quella domanda e sospirando sconfortato si lasciò cadere nuovamente sul divano, tra Sakura e Keisuke.

- Kei, spero per te che in questa famiglia Koji sia una sorta di eccezione che conferma la regola o tra qualche anno te la vedrai davvero male. -

- Io vi avevo avvertiti, non vi lamentate. - Ribattè il corvino. - Non siete voluti andare via quando potevate, ora non avete scampo. -

- Lamentarsi? Scherzi vero? - Rispose Sakura sorridendo. - Io la adoro questa famiglia! -

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