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- Mi dispiace, Roku! Mi dispiace davvero tanto! -
- E di cosa? Non è certo colpa tua, Kirsten. -
- Ma questa è la mia ultima settimana in Giappone e visto che l'Hanami ti piace tanto volevo venire qui al parco con te per festeggiarlo! Non sapevo che i ciliegi fossero già sfioriti... -
- Beh, con o senza fiori un pic nic possiamo farlo lo stesso, no? -
- Dici sul serio? -
- Ma sì, stai tranquilla. L'Hanami lo festeggeremo insieme non appena tornerai dalla Danimarca! -
~
- Kei, ti presento Sakura. Sakura, questo è Keisuke, mio fratello. -
Disse Miroku mentre un piccolo sorriso di soddisfazione gli compariva sulle labbra.
Il corvino però se fu sorpreso dal vedere che il ragazzo si era portato dietro la scorta, non lo diede affatto a vedere. Infatti sorrise e porse la mano al tredicenne come se nulla fosse.
- Piacere, Sakura Sten Rasmussen. -
Si presentò stringendogli la mano.
- Keisuke TerzoInComodo Outa, piacere mio. -
Ribattè il moro ricambiando la stretta con scarso entusiasmo, lo sguardo annoiato rivolto allo schermo del cellulare che teneva nella mano sinistra.
- Kei! -
Lo riprese il fratello, seppur con un sorriso divertito sulle labbra.
- Non sembri particolarmente entusiasta. -
Aggiunse Sakura ridendo a sua volta.
- Sai com'è, per questa domenica avevo ben altri programmi che stare qui a salvaguardare la castità di mio fratello. -
Rispose con una scrollata di spalle mentre continuava a muovere i pollici sul piccolo schermo del cellulare.
- Kei! -
Esclamò ancora una volta il maggiore, il viso ora rosso dall'imbarazzo, mentre il danese scoppiava invece in una fragorosa risata.
E per l'ennesima volta Miroku si ritrovò a chiedersi perchè mai avesse deciso di assecondare Sakura e di presentarsi a quel sequestro di persona (ormai si era infatti deciso a considerarlo tale), quando invece avrebbe potuto benissimo trascorrere una tranquilla domenica in casa con Kei. Si sarebbero potuti vedere un film o giocare ai videogiochi, oppure lui avrebbe potuto finire per una buona volta quel maledetto libro, portarsi avanti con lo studio o fare milioni di altre cose.
E invece era lì, con un ragazzo particolarmente fastidioso ed eccentrico che conosceva da meno di una settimana e un fratellino che anzichè aiutarlo pareva stare solo peggiorando le cose.
- Quindi che si fa? - Chiese tutto d'un tratto proprio Keisuke. - Insomma, non che stare qui fermi in mezzo al marciapiede come degli scemi mi dispiaccia, eh. Ma almeno se mi avvertite che dovremo stare qui ancora per molto posso andare a cercarmi una panchina nelle vicinanze. -
- Non ce n'è bisogno, ora andiamo. -
Ribattè Sakura facendo segno ad entrambi di seguirlo.
- Dove esattamente? -
Chiese però Miroku assottigliando leggermente lo sguardo.
Infatti, benchè fosse presente anche il fratello e benchè alla fine non avesse poi una così bassa opinione di Sakura, il ragazzo non riusciva ancora a smettere di essere almeno un po' diffidente nei suoi confronti.
Ma sapeva anche che ciò non era affatto giusto, infatti nonostante avesse indubbiamente numerosi difetti, Sakura non era sicuramente un maniac...
- Nell'hotel più vicino, no? -
Rispose il corvino con una scrollata di spalle, lasciando l'altro a dir poco senza parole.
- Però deve essere un cinque stelle! -
Intervenne Kei, sconcertando ulteriormente il fratello.
- Ma certo. - Annuì Sakura. - E deve avere anche la piscina, giusto? -
- Certo, altrimenti che hotel sarebbe? - Concordò il tredicenne. - Ma anche le terme non sarebbero male, vero? -
- Certo, delle belle terme all'aperto! Ma poi delle camere a tema vogliamo parlarne? -
- Beh, quelle deve averle obbligatoriamente ogni love hotel che si rispetti. - Affermò il minore annuendo con decisione. - Oltre alle pareti insonorizzate ovviamente. -
- Certo, quelle sono la parte più importante. -
- Ma pensi che mi faranno entrare? Voi due siete quasi maggiorenni, quindi magari neanche lo noteranno, ma per quanto mi riguarda direi che è abbastanza evidente. -
- Sindrome di Highlander. - Ribattè prontamente il danese. - Si tratta di una malattia che causa una crescita molto lenta. Praticamente uno che ne è affetto può avere l'aspetto di bambino anche se in realtà ha venti o trent'anni. -
- Dici che ci crederanno se glielo diciamo? -
- Ma certo! Poi da quelle parti se non sbaglio c'è uno che vende carte d'identità false. Possiamo credere a lui. -
- Ottimo, allora direi che possiamo anche incamminarci. Tu che ne dici Miroku? -
E a quel punto entrambi si voltarono verso il diciottenne, scoppiando a ridere nel vedere l'espressione allibita con la quale li stava osservando.
- Non... Non direte sul serio... Vero? -
Mormorò il biondo indietreggiando da loro di un paio di passi.
- Ma ti pare? -
Ribattè Sakura continuando a ridere prima di protendere verso di lui entrambe le braccia.
Solo allora Miroku si rese conto di ciò che stava tenendo tra le mani: un cestino di vimini.
- Non vorrai mica... -
- Dai andiamo, il parco è qui vicino! -
~
Miroku aveva una mezza idea di quale fosse il proposito di Sakura. Dopotutto era aprile, aveva un cestino da picnic tra le mani e li stava conducendo al parco, per cui cosa sarebbe potuto essere se non l'Hanami, ovvero la festa dedicata alla fioritura dei ciliegi?
Trovò quantomeno comico il fatto che Sakura significasse appunto "fiore di ciliegio", ma al tempo stesso non potè non rendersi conto di un piccolo quando importante particolare del quale a quanto pareva il danese non si era accorto. Qualcosa a causa del quale quel giorno per loro sarebbe stato impossibile partecipare all'Hanami...
- Ma no! Ma cosa...? -
Il giapponese non riuscì a reprimere una risata divertita nel vedere il danese strabuzzare gli occhi e osservare incredulo il parco che avevano davanti.
Un parco indubbiamente bellissimo, pieno di gente e nel quale, benchè un po' lontano rispetto a dove si trovavano loro, si ergeva l'antico castello di Himeji.
Un parco pieno di prati pieni di verde, fiori e alberi. Alcuni ricoperti di piccole foglie dal verde brillante, altri di fiori dai mille colori e poi ce n'erano altri.
Alberi che invece erano sorprendentemente quasi interamente spogli: i ciliegi.
- Fammi indovinare... - Disse Miroku alzando lo sguardo al cielo. - Quando sei arrivato in Giappone circa una settimana fa sei passato per questo parco, hai visto i ciliegi in fiore e così hai pensato di venire qui oggi per farci un pic nic e festeggiare l'Hanami. Dico bene? -
Con gli occhi ancora sgranati dallo stupore, il corvino annuì lentamente con il capo per un paio di volte.
- Sul serio? - Si intromise Kei osservandolo stupito. - Ma è risaputo che l'Hanami dura pochissimo! -
- Beh, a quanto pare non è poi così risaputo. - Ribattè Miroku mentre dava al maggiore un paio di pacche di conforto sulla spalla. - Comunque anche se non ci sono più i ciliegi in fiore un pic nic possiamo farlo comunque, no? -
E per un attimo al diciottenne quasi parve che il maggiore stesse per mettersi a piangere, gli occhi grigi ricolmi di grandi e calde lacrime.
Solo un istante dopo però, Sakura sorrise e annuì con decisione, dicendo poi loro di iniziare subito ad incamminarsi verso un punto adatto per fermarsi a mangiare.
Come la prima volta in cui le aveva viste, a Miroku parve quasi di scorgere in quelle iridi scure un turbinio di piccoli e delicati petali di ciliegio.
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