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Capitolo 50 (seconda parte)

Appena finisco di suonare, dai tavoli si leva un applauso più fragoroso rispetto al solito. Anche i camerieri si sono fermati per applaudirmi, tra cui Enzo, in piedi accanto al tavolo a cui sono seduti Elena e Daniele, insieme a Jérémy e Alizée. I quattro futuri sposi battono le mani con sincero entusiasmo, guardando nella mia direzione.

L'occhio di bue che ci illumina si affievolisce sempre di più, fino a sparire, segnando la fine del sogno scaturito dalle note e un ritorno alla realtà. I commensali si ricompongono, i camerieri riprendono a portare e togliere i piatti dai tavoli, mentre le luci si riaccendono.

Mi alzo dal pianoforte, pronta per andare nel camerino insieme a Nelly, ma Elena mi fa cenno di avvicinarmi a loro. Mi guardo attorno, perché dubito che Roggero me lo permetterebbe – ma lui non c'è.

Cammino fino a lei, cercando di nascondere il mio impaccio sui tacchi – anche se su questi trampoli sto migliorando, ancora non mi sento a mio agio.

Mi saluta con il solito guancia a guancia, mentre agli altri faccio solo un cenno con la mano. Sono arrossita dalla testa ai piedi e temo che l'illuminazione della sala ora lo metta ancora di più in risalto.

«A febbraio ti va di venire a vedere la Coppa Italia?» mi chiede Elena. «Si gioca a Roma... Pensavo di andare, ma le altre sono tutte impegnate con varie cose. Verresti con me?»

A vedere la Coppa Italia? A Roma?

«Io, ecco...» Come le dico che sto cercando di risparmiare? Roma non dev'essere una città economica.

«Ti ospito io, dai miei genitori. Non è un problema» mi rassicura. «Ma volevo prendere presto i biglietti.»

«Li offro io» precisa Daniele. «Allora?»

«Siete due angeli.»

Alizée sorride. «È normale, fai parte della squadra.»

«Ti serve un passaggio per tornare a casa?» chiede invece Jérémy.

«C'è mio padre.» Lo indico con un cenno del capo. Anche papà ci sta guardando, sembra contento di vedermi. Credo che lo sia sempre.

Saluto di nuovo tutti e vado in camerino, dove Nelly si sta già cambiando. Ho il cuore in gola mentre mi sfilo il vestito e indosso un mio vecchio maglione, su cui si stanno formando dei pallini di lana. Ci sono affezionata, per questo continuo a usarlo anche se si sta logorando. Non riesco a crederci, andrò a vedere la Coppa Italia con Elena, a Roma... sembra un sogno. Un sogno che mi riempie di felicità.

«Che ti hanno detto i ragazzi?» Nelly mi sorride, entusiasta come sempre.

«Elena mi ha chiesto di andare a vedere delle partite che a febbraio si giocheranno a Roma.»

«Della Vulnus?»

«Sì. Abbiamo una buona posizione di classifica e stiamo andando bene. Ci qualificheremo di sicuro.»

Si acciglia, confusa, ma non perdo tempo a spiegarle il regolamento. Mi infilo jeans, calzini e scarpe, prima di afferrare il cappotto. Serro le dita sulla maniglia, ma non esco.

Mi volto e la vedo malinconica a fissarsi allo specchio. Sembra così diversa dalla ragazza solare che ho imparato a conoscere, così triste e persa nei suoi pensieri. «Nelly, stai bene?»

Incurva la bocca verso il basso. «È un periodo difficile anche per me, tutto qui.»

«Se hai bisogno di qualcosa...» chiedimi? Cercami? Ci penserò io? E come? Non sono neanche in grado di tenere a bada le chiacchiere su me e Mike! «Insomma, tu sei una buona amica per me. Se qualcosa non va, puoi sfogarti con me.»

Accenna un sorriso. «Domattina ho un appuntamento con Sabrina, dobbiamo parlare del mio prossimo disco... e un eventuale tour, che però mi farebbe perdere le serate qui. Non credo che a Roggero piacerebbe.»

«Se tu non ci sei, posso suonare da sola» le dico, cercando di confortarla. «Magari avrò pronte altre Sinfonie e potrò suonare quelle invece delle canzoni con te. Lo risolviamo, no?»

«Glielo proporrò. Tu vai a dormire, raggio di luna.»

Raggio di luna.

Nei primi tempi mi definiva "raggio di sole", ha cambiato soprannome solo di recente, quando ha capito che la parte migliore della mia vita è soprattutto notturna e quando le ho detto che per Mike sono la notte – a differenza di Liam, che per lui è il giorno.

La trovo sempre dolce nel modo in cui si rapporta a me, persino quando è stanca per problemi propri, come oggi. Non riesco a credere di aver dubitato di lei, ma quando le ho chiesto delle foto ero fuori di me.

Eppure, non mi è saltato in mente di perdere la calma con Cornelia, con cui ho sempre avuto un rapporto più stretto e confidenziale. L'ho fatto con lei. Forse il mio inconscio sapeva che non avrei mai rovinato il rapporto con Nelly, se mi fossi arrabbiata? Sapevo che Cornelia non era affidabile?

Prima di uscire all'esterno indosso il cappotto e sistemo la sciarpa. A quest'ora fa un freddo micidiale, molto di più di quanto ne facesse quando si è fermata la macchina di Mike. Quella sera... sembra passato un secolo.

Ricordo il mio imbarazzo nel vederlo al tavolo, di aver cercato su Instagram foto sue e di Audrey, la sua auto che mi ha affiancata per strada... Non potevo immaginare che anche per lui sarebbe stato speciale camminare con me nel cuore della notte.

Raggiungo mio padre e prendo posto sul sedile del passeggero.

«Tutto bene?» mi chiede, facendo subito manovra. È tardi anche per lui e vorrà tornare presto a casa. «Che ti hanno detto i ragazzi?»

Gli dico al volo di Elena e della proposta di andare a Roma per le Final Eight di Coppa Italia.

«Sembra grandioso» commenta. «Ti servono dei soldi?»

Sospiro, guardando i palazzi scorrere intorno a Viale Verdi.

«Lav, non è un problema.»

«Non si tratta di questo. Elena ha detto che mi ospiterà, quindi dovrò solo spendere per il treno.»

«D'accordo, fammi sapere quanto ti serve.»

«Non puoi pagarmi tutto tu.»

«Sì, invece. Non è un problema.»

«Ma io sono adulta e ho un lavoro, dovresti pensare a tuo figlio.» Che non riesco nemmeno a chiamare per nome. «Non alle mie spese.»

Trae un lungo sospiro anche lui, senza staccare gli occhi dalla strada. «In questi anni, ogni volta che dovevo spendere dei soldi per Tiziano, mettevo la stessa identica cifra da parte per te. Che fossero regali, visite mediche, gite scolastiche, pranzi fuori... Quindi ho da parte un bel po' da farti spendere. Potrei comprarti una macchina e pagarti l'assicurazione per qualche anno!»

Il respiro mi si mozza. Mio padre ha pensato a me per tutto questo tempo? Si sarebbe preoccupato di me e delle mie esigenze? Perché mamma mi ha fatto vivere l'inferno separandomi da lui?

Questo significa che ho un potenziale fondo a cui posso attingere per qualsiasi necessità?

«Dove tieni quei soldi?»

«Li ho messi su un conto intestato a te.»

«Quindi posso prelevarli solo io?»

«Sì, perché?»

«La spa. L'hai pagata di tasca tua» mormoro. «Non con quel conto.»

«Spenderò una cifra più alta per il camposcuola di Tiziano. Invece di metterli da parte li ho usati direttamente.»

Resto in silenzio, senza sapere come ribattere. Apro la cerniera dello zaino e raccolgo il cellulare, che vagava alla rinfusa, finendo tra i due libri di Little Baby che mi ostino a portare in giro – come se fosse meno rischioso tenerli con me che a casa. Scopro di avere un mucchio di messaggi, soprattutto uno da un numero sconosciuto e che mi attira subito dall'anteprima.

"Il sette giochiamo con Milano, poi la sera siamo a casa mia. Sto organizzando una festa a sorpresa a Mike, tu ci sei."

Non è una domanda, ha persino messo il punto fermo per dirmi che non ho alternative.

E ora chi è tra i giocatori della Vulnus?

Mi viene in soccorso un messaggio di Anja.

"Teo vuole scriverti per invitarti da noi sabato prossimo. Gli ho girato il tuo numero."

Teo? Dovevo immaginarmelo, nessun altro mi avrebbe scritto così!

«Ho il numero di Teo» rido con papà.

«Ah, sì? E che dice?» ridacchia anche lui.

«Organizza una festa a sorpresa per il compleanno di Mike.»

«Hai pensato a cosa regalargli?»

«No.» Accidenti, è il mio ragazzo e non so cosa regalargli. «Che potrei prendergli? Lui può comprarsi tutto ciò che gli serve.»

«Non devi regalargli qualcosa che gli serve, ma qualcosa che può piacergli.»

Ho un dubbio gigantesco. A Mike cosa piace a parte la cioccolata e fare l'amore con me? I libri gialli, ne legge tantissimi... ma non posso presentarmi al suo compleanno con un libro, sarebbe banale – oltre al fatto che farei una figuraccia per averci speso poco.

Scrivo un messaggio a Elena.

"Secondo te cosa posso regalare a Mike per il suo compleanno? Puoi chiedere anche a Daniele, perché ci sto pensando ora... e sono in crisi. Mi serve una mano."

Rileggo la chat con Teo e salvo il numero in rubrica. Riesco ad associare quelle parole a lui, è uno che si esprime con il minimo essenziale, anche se Mike dice che con lui parla di più.

Mi fa ridere quel "tu ci sei", che mi obbliga a esserci – come se gli potessi rispondergli di no.

"Ascolta musica rock. Puoi comprargli un album particolare e da collezione, dice Daniele. Domani vieni da me, vediamo insieme quale scegliere."

Quei due sono delle anime sante.

«Elena e Daniele mi hanno dato un'idea.»

«Bene, dai.» Papà accosta davanti al portone di casa mia. Che strano pensare che una volta era casa nostra e che lui sarebbe salito su con me e che magari avrebbe preparato il caffè perché fosse già pronto domattina. Io non sopporto il caffè freddo e lui invece non lo beve caldo... Non abbiamo avuto modo di scontrarci su queste stupidaggini, prima che mamma lo allontanasse.

«Prima o poi le parlerai?» chiedo. «Scoprirà che ci vediamo e... sinceramente, non sono pronta a una scenata.»

«Neanche io, Lav. Ma cosa può fare? Sei maggiorenne, sei libera di incontrarmi. Se non sei tu, adesso, a chiedermi di stare lontano da te, nessun giudice può obbligarmi.» Abbassa lo sguardo sul cruscotto, affranto. La sua voce era spezzata, sofferente, come se stesse cercando di controllarsi in mia presenza. «Va' a dormire, penseremo a tua madre con calma.»

«Buonanotte.»

Scendo sul marciapiede, ma non riparte finché non sono al sicuro all'interno. Credo che lui e mamma dovrebbero parlarsi. Non servirebbe a me, perché ormai so la verità, ma un confronto sarebbe utile a entrambi. A lei per non dare di matto ogni volta che accenno a papà, a lui per andare avanti. Da come parlava prima, credo che non abbia ancora superato la rottura, non del tutto.

Richiudo la porta di casa, ma le luci sono ancora accese.

Mamma sta rientrando ora dal balcone e mi guarda con disapprovazione.

Come se sapesse.

Spazio autrice
Eccoci anche a questa fine di capitolo. Ora cosa pensate che accadrà con la madre di Lavinia?

Be'... lo scoprirete la prossima settimana ;)

Intanto, ricordate che sta arrivando il compleanno di Mike e soprattutto che Teo vuole organizzare la sua "festa a sorpresa" XD

Vi ringrazio tantissimo per le letture e l'amore che state dando ai Mikvinia <3

Baci a tutti e buon finesettimana,
Snowtulip.

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