Capitolo 36 (prima parte)
«E quindi? Com'è stato?» Nelly mi guarda nel riflesso dello specchio. Tra le dita stringe il rossetto, che esita a mettere, in febbrile attesa della mia risposta.
Siamo al fatidico giovedì e lei non ha voluto che ne parlassimo per messaggio. Ma è stata rassicurante quando le ho raccontato il confronto con mia madre: ho fatto bene a mettere in chiaro che non deve invadere la mia privacy.
«È stato...» Mi perdo a fissare il vuoto, con una scarpa a mezz'aria e l'altra al piede, seduta sulla seconda sedia del camerino. Com'è stato fare l'amore con Mike? «Come la quinta di Beethoven. Un sali e scendi di intensità, di emozioni e sensazioni meravigliose.»
Sorride, e si mette il rossetto. «Sei pronta a suonare davanti a tutti i giocatori della squadra che tifi sin da bambina?»
«Sì, sì.» Mi infilo anche la seconda scarpa e mi alzo in piedi. Controllo allo specchio che il vestito non abbia pieghe – il vestito verde Vulnus che mi hanno regalato Bruno e Cornelia. Tra poco lo scopriranno anche i giocatori. «Mi preoccupa più il fatto che mi vedranno tutti. Ne ho incontrati in privato solo alcuni.»
«Ieri ero con Enzo in un locale» mi dice, chiudendo la trousse. «Abbiamo visto la partita. È stato bello, non avevo mai visto una partita di basket e farlo con altre persone è stato divertente.»
«A proposito... Mike mi dà due biglietti per la prossima, che sarà sabato pomeriggio, alle cinque. Vorresti venire con me? Non so se lavori qui o se sei libera, ma...»
Ma ho pensato a lei.
Quando Mike mi ha chiesto chi volessi portare, non ho risposto Cornelia – come sarebbe stato automatico. Avrei voluto Nelly con me. Cornelia è un tipo da curva, da urla scriteriate contro ogni scelta arbitrale, mentre i posti che mi ha preso lui sono in tribuna. Io stessa sono una tifosa strana perché, anche se mi piace andare in mezzo agli altri, sono composta e non mi lascio andare a nessuna reazione esagerata per i canestri della squadra.
Nelly è più adatta e mi piacerebbe avvicinarla al mio secondo mondo, quello che contempla anche il mio ragazzo.
«Volentieri, Lav, sarebbe bellissimo. Ci sarò di sicuro.»
Finiamo di sistemarci e sento la tensione salire sempre di più. Tra poco suonerò davanti alla Vulnus, che opinione si faranno di me gli altri?
Ma, soprattutto, sto per essere vista dall'ex moglie di Mike. Ho cercato di rimandare questo pensiero il più possibile, credendo che ricacciandolo indietro sarebbe scomparso così come era arrivato. Sarà più impegnata a mangiare e a chiacchierare con chiunque sarà seduto al tavolo insieme a lei. Ma ora lei... scoprirà chi sono? Che penserà di me? Ci rimarrà male? Mi odierà?
Questo non mi aiuta per niente.
«Quello non è uno dei giocatori?» mi chiede Nelly, mentre siamo ancora nel corridoio che collega il camerino alla sala.
Mi si ghiaccia il sangue nelle vene. Nikola Tomic si sta facendo una foto con un tifoso in ghingheri, che sembra aver avuto un permesso speciale dal proprietario per avvicinarsi al piano prenotato dalla Vulnus. Oreste Faggi è lì, a parlare con Sasha, che probabilmente già conosce.
Ma io non stacco gli occhi da quel tifoso, da quell'uomo in giacca e farfallino, tutto solo, che si permette di scherzare con Niko come se fosse un suo amico di lunga data. I capelli neri sono tenuti all'indietro, come se li avesse ingellati, la bocca sottile si spalanca spesso per ridere e quelle mani che da bambina mi hanno cullato sin troppe volte mostrano una nuova fede al dito.
Dario Riccio.
Mio padre.
Se ne sta lì, a parlare come se tutto fosse normale, senza accorgersi che sono a pochi passi. In quattro anni non è cambiato, solo la montatura degli occhiali è diversa, più sottile, forse più costosa, visto che non ci pagava gli alimenti. E io sto indossando un abito che mi hanno regalato degli amici, facendomi la carità.
«Ehi, Lav!» mi chiama Niko, salutandomi con la mano.
Mi sento morire dentro.
«Ragazze, venute pure.» Oreste Faggi ci fa cenno di avvicinarsi, la giacca bianca sembra troppo stretta per un uomo della sua stazza.
«Lav?» sussurra Nelly. «Stai bene?»
«No, per niente.» Mi faccio coraggio e raggiungo il gruppetto.
Sasha mi saluta con un "guancia a guancia", che rivolge anche a Nelly – sta cercando di far passare inosservata la nostra amicizia?
«Vedo che vi conoscete già» commenta Faggi.
«Ci siamo fermati a parlare con loro, la scorsa volta che siamo stati qui» improvvisa Sasha. Come fa a mentire così spudoratamente?
«Invece, Dario, credo che tu non le conosca» continua il proprietario dell'Oasi, rivolto a mio padre.
«Noi dobbiamo andare» dico. «Facciamo tardi.»
«No, che tardi.» Niko scuote la testa. «Teo è così fuori dal mondo che è riuscito a perdersi. Stiamo aspettando lui e Léo, che lo seguiva. Lasciamo stare.»
Mentre parlava, non ho tolto gli occhi da mio padre, che si è ammutolito al vedermi. Ricambia la mia occhiata in silenzio, tanto che Sasha capisce tutto e si porta una mano alla bocca.
«Loro sono Nelly e Lavinia. Lui è Dario e si occuperà della costruzione di un piccolo ampliamento dell'Oasi.» Faggi non si è accorto di nulla, oppure è imperturbabile.
Nelly porge la mano, che le viene stretta, ma io non la imito.
«Potevi dirmi che venivi a lavorare qui» sibilo. «Soprattutto visto che ci lavoro io.»
«Non ti vedevo da quattro anni, come facevo a saperlo?»
«Voi due...» Niko si porta le mani dietro la testa, sorpreso, e si guarda con Sasha, che annuisce.
«Potreste spiegare anche a me?» chiede Oreste Faggi.
«Lavinia è mia figlia» dice mio padre.
«Ha talento da vendere» si complimenta lui, battendogli una mano sulla spalla. Non ha fatto una piega, né alla mia reazione sconvolta e infastidita, né alla rivelazione che non ci vediamo da anni.
Mi sento crollare, come faccio a non svenire qui seduta stante?
Ci sono due sole cose nel pianeta che mi fanno stare bene: il pianoforte e i baci di Mike. Non potendo optare per i secondi, voglio solo sedermi nella sala con gli altri giocatori e iniziare a suonare.
È proprio qui accanto, potrei andarmene in qualsiasi momento, ma non riesco a muovermi. Lo trovo impossibile, con lo scombussolamento delle mie viscere.
L'imbarazzo del dovermi esibire è nulla al confronto di dover stare qui a respirare la stessa aria dell'uomo che mi ha abbandonata.
«Potresti starmi lontano per questa sera?» gli chiedo, con un tono che assomiglia più a una preghiera lamentosa, che a una domanda. «Devo fare una cosa importante e non posso permettermi che tu mi distragga.»
«La proposta di Pala? Niko ci ha detto che suonerai un brano apposta.»
Guardo Niko, strabuzzando gli occhi.
«Ho solo detto che sei brava e che ti sei prestata a farlo, tutto qui. Che c'è di male, è vero!»
Crede che sia brava, l'ha detto a uno sconosciuto – non sapeva che fosse mio padre. Altrimenti non l'avrebbe fatto. «Fateci sapere quando sta arrivando Teo, allora» dico a lui e Sasha, prima di voltarmi e muovere mezzo passo. Ma mi blocco di nuovo.
Un bambino sta uscendo dalla sala, diretto verso l'angolo con i bagni. Ha la carnagione brunastra, due occhioni castani e i capelli tagliati corti, nonostante piccole spirali si avviluppino sulla testa. Lo riconosco, ho visto qualche foto di Liam dal profilo di Mike.
Lui segue il figlio pochi istanti dopo e si ferma nell'accorgersi che ci sono altre persone nel corridoio. Mi guarda, impalato, e io stessa devo farmi forza per non correre ad abbracciarlo.
Sorride con dolcezza. «C-ciao.» Ha esitato, stava per chiamarmi "cioccolatino"? Davanti a suo figlio, davanti a mio padre...
«Ciao, Mike» lo saluto con un soffio di voce, ricambiando il suo sorriso. Cerco di essere disinvolta, ma ci sto riuscendo davvero? «Niko ha detto che Teo si è perso. Quindi lo aspetteremo? O credi che Pala preferisca che iniziamo a suonare?»
«Non lo so, ecco...» Si guarda alle spalle, grattandosi la nuca. «Forse puoi chiedere.»
Liam gli sta tirando la manica della giacca, ma guarda me. «Papà, è lei?» gli chiede, a voce abbastanza alta perché anche Oreste Faggi e il gruppo con lui possa sentirlo. E, quindi, anche mio padre.
Mike aggrotta le sopracciglia, con aria divertita. «Ma di che parli? Fila al bagno, non avevi fretta?»
Il bambino mi studia con attenzione, ma fa una piroetta scomposta e corre alla porta del bagno degli uomini.
«C'è mio padre con Faggi» sussurro. «Non dire niente.»
«Audrey potrebbe vederci, non avrei detto niente lo stesso» mormora lui. «Vado a recuperare Liam, buona fortuna per dopo.» Fa il gesto di suonare una tastiera invisibile e si dà all'inseguimento del figlio.
Mi volto per cercare Nelly, anche se finisco con il cogliere l'espressione bonaria di Oreste Faggi, quella intenerita di Sasha, quella divertita di Niko e quella sorpresa e confusa di mio padre.
Hanno capito tutto? Abbiamo cercato di comportarci come due sconosciuti e invece abbiamo permesso che si capisse il nostro legame?
«Lav.» Nelly sbuca dalla sala. Quando ci è entrata? «Ho parlato con Palanca e mi ha detto che per lui va bene se... Quello è Teo, giusto?» Fissa un punto alle mie spalle.
Teo, la moglie Anja e i due figli, insieme a Léo Leroux, stanno uscendo dall'ascensore che li ha portati fino al piano. I due coniugi sembrano riconoscermi, ma fanno attenzione a non mostrarlo e si avvicinano a Niko, che invece di tornarsene insieme agli altri, come ha fatto Sasha nel frattempo, sta rimanendo in giro.
Entrambe cerchiamo un'indicazione da Faggi, che ci fa segno di aspettare cinque minuti e poi andare a suonare.
Teo Milinkovic mormora qualcosa alla moglie, poi si avvicina a lunghi passi verso di me, salutando appena il proprietario dell'Oasi. Non nota nemmeno mio padre.
Mike e Liam escono dal bagno, con il primo che finge di non vedermi e il secondo che invece mi fissa curioso. Questo non mi aiuta affatto. A maggior ragione considerando che mio padre e Faggi sono ancora qui, a qualche metro di distanza da noi, in questo corridoio laterale che unisce la sala da pranzo, le cucine, i bagni e il camerino del piano.
«Tutto bene?» mi chiede Teo, che intanto ci ha raggiunte. «Sei pronta? Pala e Mike credono molto in te.»
Annuisco, deglutendo. Ha uno sguardo sereno che di norma mi avrebbe fatta stare in pace, ma alle sue spalle vedo ancora mio padre, che non accenna ad andarsene.
«Comunque, piacere di conoscerti» mi dice. «Mi hanno parlato bene di te.»
Avvampo, perché so che Teo è un uomo taciturno e mi ha detto già un mucchio di parole importanti.
«Piacere mio» gli rispondo. «Sono un po' tesa.»
«Andrai bene.» Mi saluta con un cenno, che rivolge anche a Nelly.
Sbircio da uno degli archi che immettono nella sala e scocco un'occhiata all'orologio affisso al muro. Quanto sarà passato di quei cinque minuti?
«Ho paura che mio padre lo sappia» mormoro a Nelly, approfittando di questo momento in cui siamo da sole. «Non doveva, lui è sparito dalla mia vita e ci ritorna così, di punto in bianco, in una serata che invece deve essere bella per Elena e Pala...»
«Lav. Inspira ed espira» mi incita lei, in un soffio. Mi poggia una mano sulla spalla, con l'altra mi fa cenno di respirare lentamente. «Sarà una bella serata, a prescindere da tuo padre. Non doveva ripiombare così nella tua vita, sono d'accordo, ma questo non toglie che noi due entreremo lì dentro, suoneremo e canteremo e, quando quel ragazzo dolcissimo farà la sua proposta, io mi scioglierò anche se lo conosco solo di nome, mentre tu renderai tutto ancora più magico con la musica. Intesi? Penseremo a tuo padre più tardi, ora non può essere un problema.»
«E invece sì! Se...» Le parole mi muoiono in gola. Come faccio a dire che ho paura che mi abbia vista con Mike se è ancora a portata d'orecchio? Perché non se ne va? Non gli è bastato avermi abbandonata anni fa? Crede che questo incontro fortuito gli consenta di riallacciare i rapporti?
Che cosa vuole da me? Perché non mi lascia in pace?
«Andiamo, è il momento» mormora Nelly. Mi forza a entrare nella sala, così non riesco neanche a lanciare un'occhiata all'ultimo uomo che mi aspettavo di trovare qui questa sera.
Spazio autrice
Capitolo un pochino più lungo, ma è molto corposo e dovevo mostrare bene tutta la confusione intorno e dentro Lavinia.
Vi aspettavate il ritorno del padre nella sua vita? E quale momento peggiore se non questa serata con tutta la squadra lì all'Oasi? XD
Che dite, avrà capito qualcosa di lei e Mike? Oppure sono riusciti a nascondere bene la verità?
La seconda parte arriva venerdì, spero che possa piacervi, perché... ci saranno altre piccole cose molto importanti ;)
Baci a tutti,
Snowtulip.
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