Capitolo 24 (seconda parte)
«Come mai sei già tornata?» indago, una volta che sono da sola con mia madre in ascensore.
«Ho finito prima al lavoro» taglia corto, fissando il mio riflesso nello specchio. So perché è stata tanto lapidaria nella risposta, ma grazie al cielo l'ascensore si ferma prima che possa pormi domande scomode.
«Non è un po' grande il tuo amico?» mi chiede tuttavia appena abbiamo messo piede in casa.
«Credo che abbia quasi trent'anni» rispondo, vaga. So benissimo che il compleanno di Mike è il sette dicembre. «Anche Bruno ce li ha.»
Tengo per me che Cornelia ne abbia ventotto, perché non posso farle venire in mente l'equazione per cui "Lavinia sta a Mike come Cornelia sta a Bruno". Non oso pensare a come si comporterebbe se intuisse che ho un ragazzo.
Ho un ragazzo.
Ho un ragazzo ed è quello dei miei sogni.
Sorrido da sola, mentre mi cambio con la tuta che indosso a casa.
«Ah, è anche lui del fanclub?» continua l'interrogatorio.
«Non proprio.» Se ora mi chiede come ci siamo conosciuti, mi sotterro dalla vergogna. Spero che non entri in camera e che non veda il poster sull'armadio, altrimenti il collegamento sarebbe veloce e non potrei impedirle di saltare alle giuste conclusioni.
«Ha un'aria familiare...»
Per fortuna mamma ha smesso di badare alla Vulnus da quando papà ci ha abbandonate, altrimenti sarei fregata. Chissà come si è comportata Elena quando ha rivelato ai suoi genitori che stava con Pala.
Continuo a ripensare al pranzo di oggi, con solo alcuni dei ragazzi. C'è una bella alchimia tra loro e sentirmi inclusa mi ha fatta stare bene. Di solito sono a disagio quando mi ritrovo in gruppi già consolidati. Nel mio percorso scolastico ho sempre avuto a che fare con cerchie di amici ristrette impermeabili a nuove conoscenze. O, almeno, impermeabili a me e alla mia sensibilità. Solo con il fanclub le cose sono cambiate.
Una volta Cornelia mi ha confessato che faticava a pensare a me come a una ragazza che ancora andava a scuola e che nella sua testa avessi tre o quattro anni in più. Ho capito così che le compagnie con persone più grandi sono quelle che fanno per me, come dimostra anche il pranzo con i ragazzi della Vulnus.
Istintivamente, cerco il profilo di Elena su Instagram. Lo trovo tramite quello di Pala e inizio a seguirla, poi lo faccio anche con Sasha. Parlando con Alizée, ho scoperto che non ha i social, quindi non so come avere un contatto con lei.
"Ciao, Lavinia" mi scrive subito Elena. "Daniele mi ha detto che eri da Niko e Sasha. Come stai?"
Sorrido allo schermo. È una domanda banale, eppure mi fa un piacere immenso sentirmela porre.
"Sto bene, è stato un bel pomeriggio. Peccato non ci sia stata anche tu, Pala mi ha detto che stavi studiando."
"Sì, non voglio rimanere indietro con i programmi." Aggiunge un messaggio in cui mi chiede com'è andato il mio impegno di questa mattina e arrossisco al pensiero che lei e Pala siano così gentili con me.
Così racconto anche a lei, mentre sento mia madre affaccendarsi per casa. Si starà occupando delle pulizie del mercoledì – tende e vetri – visto che io non ho avuto neanche un momento da dedicarci.
Ho avuto una giornata strana, che devo ancora metabolizzare del tutto.
È stata la mia prima uscita "pubblica" con Mike. Ci siamo anche baciati davanti agli altri, sanno che sto con lui... Se non avessi la conferma tangibile delle mie farfalle nello stomaco, crederei di aver sognato a lungo.
Mi cambio al volo per andare all'Osteria, ficcando il grembiule nello zaino in cui infilo tutti i miei cambi d'abito legati ai lavori.
«Ma quindi pensi di invitarlo a pranzo, uno di questi giorni?» Mamma è piombata sulla soglia, con una tenuta più sportiva e senza gli orecchini. «Magari quando non lavori... Sembra un tipo interessante.»
«Non dicevi che è troppo grande?» le chiedo, mascherando l'imbarazzo dietro a una risata. Trotterello fuori dalla stanza trascinandomi lo zaino e costringendo di conseguenza anche lei a uscirne, in modo che l'occhio non le cada sul poster.
«Che c'entra, se è tuo amico e ti ci trovi bene, puoi invitarlo» insiste mamma.
«Non lo inviterò mai.»
«Chiedigli almeno se ha un fratello più piccolo, perché non è affatto male.»
La mia sanità mentale è messa a dura prova da quest'ultima frase. Non ho la forza di replicare con qualcuna delle mie stupide battute, perché l'unica cosa a cui penso è che non voglio dire a Mike che mia madre pensa che sia troppo grande per me.
Gli undici anni di differenza sono stati il mantra che mi ha accompagnata per parecchio tempo. Undici anni di differenza: un ragazzo tanto più grande di me non potrebbe mai vedermi come fidanzata.
E invece no. Invece proprio lui si è interessato a me.
«Dimmi del disco, allora. Voglio sapere tutto, quando esce, come si compra... Se ti hanno costretta a lasciare l'Osteria, dovrai almeno guadagnare un bel po'.»
Ed ecco che mi riporta con i piedi per terra. Abbandono lo zaino accanto alla porta di casa, in modo che possa acciuffarlo al volo prima di scendere, e le faccio compagnia mentre pulisce, raccontandole per filo e per segno cosa prevede il contratto.
«Quindi fammi capire, i primi soldi che vedrai saranno almeno tre mesi dopo l'uscita?» mi chiede alla fine. «E se ne riparlerebbe per maggio?»
«Sì, prima devono avere i dati completi e tutti i report.»
«Hai una copia del contratto?»
«Sì.»
«Bene. Se non lo rispettano, ti trovo un avvocato.»
Sorrido, commossa dalla premura. Temevo che avrebbe disapprovato la mia scelta di dedicarmi alla musica, ma invece non solo la sta sostenendo, ma vuole anche proteggermi da eventuali delusioni.
Spazio autrice
Ora che la madre di Lavinia ha "conosciuto" Mike, credete che non vorrà saperne sempre di più? Manuela (si chiama così, finora non ho trovato il modo di dirvelo) è una di quelle donne che si impicciano costantemente della vita dei loro figli e poi finiscono per raccontare tutto alle amiche... Conoscete delle madri così? Io purtroppo fin troppe XD
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Baci a tutti e buon finesettimana,
Snowtulip.
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