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08

Tempo prima...

Julian sollevò lo sguardo sul palazzo quando udì gli spari e il sangue gli si gelò in corpo.
Si sentiva in colpa per averlo seguito, come anche per aver ignorato Lei, spezzata, a terra. Come odiava il detestarla ancora così tanto ma non importava nulla, lei sarebbe stata di certo soccorsa, perché per qualche motivo in quel mondo assurdo meritava soccorso, ma William? Era dentro quell'edificio e Julian sapeva che aveva bisogno di aiuto.

Corse sentendo il cuore rullare in gola e si accorse di aver trattenuto il respiro finché entrando nell'appartamento di Lei non lo vide a terra. I suoi vestiti erano intrisi nel suo stesso sangue, le braccia aperte abbandonate, accanto al corpo di quella Innominabile donna.
Julian la degnò solo di uno sguardo rapido, era ferita, priva di sensi ma a lui non importava, nella sua testa vi era solo William, l'addome sanguinante trafitto dalle pallottole come la spalla destra, la stessa che Julian gli vedeva scattare ogni volta che William era nervoso.
Julian lo invocò prendendogli il volto tra le mani, sapeva di avere pochissimo tempo. Doveva sbrigarsi, se voleva sperare di riafferrare la vita di quell'anima. Aveva l'impressione che le scivolasse via tra le dita. Quando si erano incontrati, quando aveva portato loro i documenti e i soldi. Quando era arrivato il momento dell'addio Julian non era riuscito a trattenersi. Lo aveva seguito osservandolo quando si era fermato a comprare quegli Iris blu. Il suo cuore si era quasi bloccato quando lo aveva visto sorridere sentendo la gelosia ruggirgli in petto. Ma non pensava che potesse finire in quel modo.

Poggiò la fronte su quella di William "Ti prego, andiamo, svegliati... Non c'è tempo Will"
Fu il suo respiro gorgogliante a attirare la sua attenzione poi William aprì gli occhi, i suoi grandi occhi scuri erano velati. "Juls che ci fai qua?" ansimò mentre l'altro lo aiutava ad alzarsi.
"Lei se la caverà, ma noi dobbiamo andarcene subito..." asserì Julian come percependo la domanda che premeva nella mente di William.
"Lei è..."
"Will è viva, la stanno soccorrendo qua fuori e...." ma dovette interrompersi per afferrare l'altro prima che ricrollasse a terra.
"Will... penso io a te... Non ti preoccupare..."


...

Julian lo adagiò sul materasso ammuffito e senza riuscire a guardarlo in volto sollevò la maglia insanguinata. "Devo estrarle e... fermare l'emorragia... e...".
"Ti prego toglimi questa merda..." gemette William stringendo ancora la pistola impiastricciata di sangue.
"Will... non è così semplice..."
"Perché mi hai seguito? Pensavo che volessi andartene da tempo, che fossi stanco..."
Julian deglutì cercando di radunare le idee. Cosa poteva dirgli? Che non riusciva a lasciarlo andare?
La pistola scivolò via dalle dita di William e i suoi occhi si chiusero.
Julian lo guardò per un attimo, non aveva scelta, doveva portarlo in ospedale, era il solo modo per non perderlo del tutto.
Sentiva la sua voce riecheggiargli nella mente, "Non mi richiuderanno di nuovo, dovranno uccidermi prima..."
Deglutì e poi compose il numero del pronto intervento "Mi dispiace Will..."




Nel presente...

Julian si svegliò percependo il peso del braccio di William gravargli sul fianco, il suo respiro regolare gli solleticava il collo. Non si era accorto di essersi addormentato, poteva ancora sentire il suo sapore in bocca.
Julian si sfiorò la guancia sentendo il sapore delle sue lacrime.
Si voltò e osservò il corpo di William al suo fianco, profondamente addormentato. Il volto rilassato come raramente gli era capitato di vederlo.
Gli carezzò la lunga cicatrice che culminava in quella fossetta sul lato sinistro del volto.
"Tu mi confondi..." sussurrò raggomitolandoglisi accanto ad occhi chiusi.

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