06
"Ahi"
Julian fu certo che il suo cuore avesse accelerato quando Bill si lamentò guardandolo con i suoi occhi scuri. Quell'espressione era stata maledettamente e dolorosamente familiare.
"Sei sempre un grande attore sai? Hai sopportato decisamente di peggio quindi... Non sperare di farmi pena, con quei tuoi occhioni da cucciolo ok?"
"Certo..." gli aveva sussurrato Bill e Julian era stato certo di aver sentito il suono di una risata da gatto sornione e soddisfatto. Lo ricordava bene, come l'effetto che faceva a tutte le persone che lo circondavano.
E Julian si era accorto di non esser mai stato tanto interessato alla trama del cerotto, si era sentito così imbarazzato come una scolaretta e lo aveva detestato.
"Pensi di restare a fissare il mio braccio ancora a lungo?"
A quelle parole Julian si era finalmente obbligato a sollevare lo sguardo per poi pentirsene amaramente. "Detesto quando fai così..." Aveva mentito spudoratamente.
Il sorriso di Bill era stato maledettamente sincero. "No... Sei un bugiardo..."
"Beccato..."
Julian era stato certo che sarebbe potuto rimanere a fissarlo per un'eternità, anche che non importasse quanto imbecille potesse sembrare ma poi Bill aveva spezzato l'incanto. "Grazie... per... Tutto quello che hai fatto e anche per tutto quello che non ricordo ma che sono certo che avrai fatto... Anche se da quanto mi odia quel tipo deve esser stato davvero tanto..."
Julian ridacchiò "Già... Ma sai... Dopotutto non ti ha sparato né accoltellato a differenza di altre persone... Quindi ti odia ma non abbastanza"
Bill si guardò l'addome nudo e sfiorò le cicatrici, prese la maglia rabbrividendo e borbottò "Giusto... altre cose che non ricordo..."
Julian si sentì in colpa e obbligato a scusarsi ma Bill lo fermò. "Non potrei mai fartene una colpa, sei stato... Un'insperata via di fuga e... Credo di non poterti chiedere altro, sei stato fin troppo paziente e. Il tuo amico ha ragione, non me lo devi e non dovresti davvero arrischiarti ad andare oltre..."
Julian fu certo che il mondo si fosse cristallizzato in quella scheggia di dolore che gli stava conficcando nel cuore. Avrebbe voluto urlargli in faccia che era un vero imbecille, che per quanto cercare di mantenerlo in vita fosse snervante e difficile come star in bilico su un lago ghiacciato dalla superficie sottile pronta a spezzarsi, ma che nonostante questo non avrebbe mai smesso di tentare. Voleva urlargli che era un vero imbecille spaventato anche dai legami di cui non aveva quasi memoria. Anche che si era sentito un idiota al trovarsi a sperare che nel profondo di Bill dei ricordi del loro legame fossero sopravvissuti, ma evidentemente non era così. Ma invece non annuì e gli aveva preso la mano. "Certo... Giusto... Hai un'idea di cosa farai per..."
"Tranquillo me la caverò..."
Julian aveva annuito. Pensando che Come no? Te la caverai benissimo, lui ti stanerà e tu farai di tutto per fargli completare l'opera e...
"Prima però dovresti lasciarmi la mano, non posso proprio lasciartela... credo di aver lasciato fin troppe parti di me..." concluse sogghignando e indicandosi le cicatrici al volto.
Julian abbassò lo sguardo sulle due mani strette, non voleva lasciarlo andare ma era deciso a non dire nulla. "Certo... Poi chissà che me ne farei..."
Ma lasciare quella mano era davvero troppo difficile " Te la caverai lo so... Tu non lo ricordi adesso e... Forse è anche meglio, perché così potrai chiudere con tutto il passato e andare oltre ma... Ricorda che sei sempre stato bravo a rimetterti in piedi tu... Non molli mai..."
Come anche lui... E non sarà felice finché non ti avrà ammazzato... E...
Le mano di Bill gli scivolò via dalle dita, Julian e aspettò che la porta si chiudesse alle sue spalle.
"Non gli corri dietro?"
"Luc fottiti!"
Luca sorrise amaramente dalla porta da cui era apparso e sorseggiò il suo calice di vino.
Julian si detestò, non era mica una ragazzina che guarda l'orizzonte con i capelli al vento pensando che domani è un altro giorno. Ma si voltò lo stesso e nonostante tutte le sue promesse lo cercò con lo sguardo e lo vide allontanarsi dall'altra parte della strada. Gli scappò un sorriso sghembo.
"Se soltanto il tuo cuore lontano potesse sentire la mia ansia, magari proveresti ad avere più cura di te stesso..."
"Un giorno capirai che è davvero bravissimo, sa fare solo quello..."
Julian scosse la testa e si voltò verso l'amico "Sai perché tra noi è finita? Perché sei superficiale, come tutti gli altri. Non sei in grado di vedere oltre la superficie... Ti fermi a quel sorriso ma Bill è molto di più lui... E il mondo ha preso da lui fin troppo... Ma nonostante le sue ferite lui non ha mai smesso di provare... Era il nostro Boss e nessuno potrebbe essere più leale..."
Luca rise "Leale? Bill?"
"Con chi non lo ha mai abbandonato? Sì!" Ringhiò Julian.
Afferrò la giacca e corse fuori. No! Non voleva! Non poteva permettergli di andare via.
Aprì il portone con il cuore in gola e Bill era sulla soglia.
Julian si fermò per riprendere fiato, aveva volato per cercare di raggiungerlo.
"Sei consapevole di essere in ciabatte?" borbottò Bill con sguardo basso.
"Ah ecco perché ho faticato tanto a correre..." ma il sorriso di Julian si spense davanti allo sguardo smarrito di Bill. "In verità io... Non so dove altro andare e forse al momento sei la sola persona al mondo che davvero si preoccupa per me... Vorrei lasciarti libero e sicuramente il tuo amico ha ragione, sono un fottuto stronzo egoista ma... Più mi allontano più mi sento andare in pezzi... Un mosaico di schegge..."
Julian lo afferrò e lo strinse in un abbraccio serrato "Te l'ho già detto, ci penserò sempre io a tenere assieme tutti i pezzi... Sempre!"
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