04
"Lui è... il tipo che tutti stanno cercando vero? Quello che ti ha incasinato l'esistenza, per cui ti ho mollato e per cui ti sei reso uno zerbino senza che lui se ne rendesse conto? Giusto?"
Julian distolse lo sguardo dal corpo addormentato di Bill, finalmente la febbre era scesa e lui era riuscito a lasciare la presa dalla sua mano.
"Ah già scordavo... Gli hanno fritto il cervello, nella peggiore delle ipotesi è un decerebrato senza capacità intellettive... Nella migliore non sa nemmeno che esisti... Ammesso che lo abbia mai saputo..."
"Tu non sai un accidenti di niente Luc... Io ti ringrazio di avermi aiutato ma... Questo non ti autorizza ad aprire bocca e dargli fiato... Non importa che lui non ricordi... Conta che stia bene e che non abbia..."
Fatto ancora qualcosa di stupido per lei...
Ma questa ultima frase la tenne per se.
"Cosa dovevo fare secondo te?"
Luca incrociò le braccia "Lasciarlo nei casini in cui si era infilato da solo tanto per cominciare"
"Non me lo sarei mai perdonato! Avrebbe preferito morire che restare rinchiuso, e ha confessato per tutti noi, quindi no, non lo potevo lasciare là!"
Luca scosse la testa "Lui non ricambierà mai, ti stai solo facendo del male..."
"Non importa..." borbottò Julian prima di dargli le spalle e voltarsi verso Bill.
Aveva aperto gli occhi e li stava fissando, Julian chinò lo sguardo e gli sedette accanto. "Ti senti meglio?" gli chiese cauto. "Sei al sicuro... Io... Mi chiamo..."
"Julian?"
Lui udendo il suo nome sollevò lo sguardo speranzoso ma negli occhi di Bill non vide altro che confusione.
"Il tipo al volante ti ha chiamato così vero? Sei... venuto a prendermi in ospedale, mi hai liberato... E non so nemmeno perché lo hai fatto... Ma... Grazie..."
Julian annuì "Sei il boss... Non puoi ricordarlo ma... Ero in debito con te..."
Julian gli sfiorò la mano
"Dimmi di più..."
Julian allungò le dita su quelle di Bill poi si ritrasse "Riposa..." ma Bill lo afferrò. "Ti prego... Sento come se nel mio cervello fosse esploso un ordigno e ogni cosa si fonde in un ammasso di immagini grigie e sfocate... eppure al centro di questa matassa incolore vedo te... E vorrei che mi spiegassi..."
Il tempo parve rallentare e Julian non si accorse di essersi aggrappato alla mano di Billy finché quest'ultimo con un mezzo sorriso gli disse "Pensi di restare aggrappato alla mia mano ancora a lungo?"
Julian farfugliò delle scuse e si sedette di nuovo accanto a Bill.
"Strano ho come un déjà-vu... Sei... Un infermiere?"
Julian lo scrutò interdetto, quand'è che suo fratello Teo aveva detto questa cosa in macchina mentre aveva cercato di medicare quello che credeva essere un incosciente Bill. Indeciso su cosa rispondere si limitò ad annuire e attese.
"Ho la stranissima sensazione che abbiamo già vissuto qualcosa di simile, tu... Ti stavi occupando del mio braccio e... mi stavi brontolando per qualcosa... Non ricordo esattamente le tue parole ma rammento la tua vicinanza e... Era piacevole..."
Bill si sollevò avvicinandosi a Julian "Ho come l'impressione che tu abbia l'abitudine di prenderti cura di me, ti ho mai ringraziato?"
Il respiro di Julian gli solleticava il collo "Lo stai facendo adesso e... Per me è sufficiente..."
"Vieni..." borbottò Bill trascinando sul letto un impreparato e imbarazzato Julian.
"Cosa fai?" borbottò mentre il braccio dell'altro gli passava dietro la schiena.
"Riposati, hai lo sguardo stravolto di chi non dorme da secoli..."
Bill si rigirò e Julian si ritrovò sotto di lui.
"Abbiamo già dormito assieme vero?"
Julian sentiva il cuore in gola. Già... ricordava bene quella notte Bill lo aveva stretto dopo un incubo e la mattina dopo lo aveva trovato con una tazza di caffè con un mezzo sorriso, lo aveva anche chiamato orsacchiotto prima di arruffargli i capelli.
"Sogni d'oro orsacchiotto..." borbottò Bill stringendolo.
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