Frank allungò la mano verso quel volto immobile, sganciò il morso che gli scivolò via dalla bocca cadendo a terra con un sonoro rumore metallico.
"Sembra impossibile vederlo così tranquillo..."
Lei era ai piedi del letto e osservava quel corpo immobile, stretto nella contenzione così tanto da sembrare bloccargli il respiro.
"Andiamocene, non dovresti essere qua... è finita..."
Frank non si mosse, rimase in piedi davanti a quel corpo così pallido e immobile.

È vivo... Lo hanno preso...
C'è qualcuno con lui... Lo ha medicato...
Sono asserragliati in un magazzino...
Si è arreso... Si è consegnato spontaneamente...
Ha patteggiato...
Lo sottoporranno a elettroconvulsione... Sperano che possano... Calmarlo... Renderlo inoffensivo...

Inoffensivo...

Frank allungò la mano, il volto era contratto, respirava a fatica, la fronte imperlata di sudore. Quando gli toccò la fronte lo sentì rovente sotto le dita.
"Scotta..."
Lei fece spallucce "Un effetto collaterale minimo... Se alla fine sono riusciti a dargli quel che meritava..."

Quello che meritava...
Cosa esattamente meritava?

Essere domato...

"Andiamo Frank!" Ripeté Lei.
"Quel tipo, quello che lo ha salvato... Che avrebbe dovuto essere processato assieme a lui e che Bill ha fatto assolvere... Era qua davanti..."
Lei annuì ma non vi era interesse, aveva ottenuto quello che voleva.
Frank gettò un'ultima occhiata a Bill, immobile, infagottato e si avvicinò alla finestra. Aveva ragione, quel tipo... quel Julian era ancora davanti all'edificio e osservava con sguardo deciso nella sua direzione. Non poteva vederlo, eppure Frank poteva sentire il peso di quello sguardo insistente. "Mi spiace... Non credo ci sia più nulla per te ormai... Bill se n'è andato..."