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10.

Ashton non mi aveva risposto, si era limitato ad andarsene via lasciandomi sola.

Poco dopo che se ne era andato, Denise era entrata burrascosamente nella stanza facendomi quasi urlare dal terrore. Aveva iniziato a riempirmi di domande e a scusarsi fin troppe volte per avermi lasciata sola ed aver fatto sì che succedesse tutto quanto.
Avevo provato a rassicurarla dicendole che non era colpa sua, ma non mi aveva dato retta, anche se alla fine l'avevo convinta a smettere di pensarci e di andare a dormire.

Non le avevo raccontato niente di Ashton, non avevo accennato ad alcuna nostra conversazione e mai l'avrei fatto.
Come però da "promessa", avevo coperto Ashton, dicendo alla mia migliore amica che lui non sapeva niente riguardo i piani di Jenna e che altrimenti non l'avrebbe permesso.
Lei, dubbiosa, mi aveva creduto.

Non sapevo che cosa mi fosse passato per la mente, ma forse nel profondo del mio cuore avevo deciso di perdonarlo, anche se tutte le parti della mia testa che ora chiedevano pietà a causa del dolore non erano per nulla d'accordo.

«Summer, svegliati!» la voce di Denise, perfettamente nitida, arrivò alle mie orecchie.

«Perché? Che ore sono?» chiesi assonnata.

«Sono le 10 di mattina.» sentii il materasso abbassarsi lentamente vicino a me, segno che Denise si fosse appena seduta sul mio letto.

«Ti prego dimmi che è domenica.» implorai strizzando gli occhi, non pronta ad una risposta negativa.

«È domenica.» disse ridacchiando.

Mi tirai su goffamente, facendo scivolare tutti i miei capelli arruffati sul viso, finendo per non vedere niente.

«Che bell'Umpa Lumpa» rise Denise indicandomi.

«Simpatica.» borbottai ancora con le palpebre pesanti.

«Hai ancora male alla testa o da qualche altra parte?» mi chiese preoccupata, incurvando le labbra un debole sorriso di conforto.

«No, ma sono stata meglio.» risposi grattandomi la testa e spostando quel cespuglio di ciocche arruffate dal mio viso.

«Immagino...» disse dispiaciuta. «Senti...»

«Oh no, non iniziare a scusarti eh. Ne abbiamo già parlato, non è colpa tua. Fine.» dissi secca, troppo stanca per sopportare le futili scuse di Denise, testarda più che mai.

«Ma-»

«No, niente ma.» appoggiai il lato del mio indice forte sulle sue labbra premendolo, facendole capire di dover stare zitta.

Lei annuì sconsolata scuotendo la testa, alzandosi poi dal mio letto e tornando verso il suo.

«Preparati, così dopo andiamo di là dagli altri.» disse senza esitazioni.

«Dobbiamo proprio?» chiesi ancora stanca.

«Si.»

«Ma-»

«No, niente ma.» rispose imitandomi e facendomi la linguaccia, per poi scomparire dietro la porta del bagno.

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai pesantemente, scostando le coperte dal mio corpo ed appoggiando i piedi sul pavimento freddo.
Cercai con gli occhi uno specchio, e quando lo trovai sulla scrivania di Denise mi decisi a raggiungerlo.
Provai ad alzarmi appoggiando entrambe le mani sul materasso e facendo forza sulle braccia, ma un dolore alla testa mi colpì quasi inevitabilmente.

Cercai di ignorarlo e di fare forza sulle mie gambe, che sembravano essere molto più in forma di ieri.

Raggiunsi lo specchio e, con timore, guardai il mio riflesso.

Okay, pensavo peggio.

Nonostante il trucco che mi colava fino alle guance ed i capelli tutti in disordine, non ero così messa male.

Come già sapevo, mi ero addormentata con i vestiti della festa, troppo stanca per cambiarmi.

Approfittando dell'assenza di Denise mi tolsi velocemente i vestiti indossando dei pantaloni della tuta lunghi insieme ad una grossa felpa, probabilmente rubata da qualche armadio di mio padre prima di partire.

Andai in bagno ed iniziai a struccarmi, cercando di pulire tutto il disastro derivante dalla sera prima.

«Uh, la bella addormentata si è cambiata.» scherzò Denise, intenta a mettersi il mascara sulle sue lunghe ciglia.

«Come puoi vedere.» le dissi atona, cercando di non urlare dal nervoso a causa del trucco che non voleva lasciare la mia faccia.

«Fai fare a me.» esclamò Denise strappandomi il cotone dalle mani e girandomi il viso, iniziando a passarlo delicatamente sulle mie guance.

«Potevo fare anche da sola.» brontolai, consapevole che molto spesso lei si comportava come mamma nei miei confronti.

«Sai, altra gente direbbe grazie.» fece una smorfia buttando il cotone ormai nero nel cestino.

Mi girai allo specchio e sorrisi, felice di vedere finalmente il mio viso pulito.

Sciacquai velocemente la faccia e la asciugai, rimettendo poi del semplice mascara giusto per non sembrare una trasandata.

«Beh, andiamo?» chiese felice Denise, afferrandomi il braccio e trascinandomi verso la porta del bagno dei ragazzi.

«Sei sicura che siano già svegli?» chiesi titubante.

«Si, lo sono. Prima Michael e Calum sono venuti nella nostra stanza a-»

«Sono entrati mentre dormivo?!» sbraitai allarmata, dio che imbarazzo.

«Si, e allora?» chiese non capendo.

«Beh, è imbarazzante.»

«Ma che te ne frega? Sono nostri amici, vai tranquilla!» rise dandomi una spintarella, non facendomi però affatto ridere.

«Che muso lungo.» borbottò offesa.

Denise bussò un paio di volte sulla porta dei ragazzi, e quando sentimmo un forte e sonoro avanti, spalancò la porta entrando e lasciando andare il mio braccio.

«Uh, due belle donzelle in ripresa da una sbronza.» scherzò Luke, ancora prima che qualcun altro dicesse niente.

«Hey! Guarda che io non ero sbronza ieri.» si lamentò Denise, sedendosi sul letto di Calum vicino a Luke ed il proprietario del letto.

«Ah sì? Fatico a crederlo sai?» la schernì Calum, mettendosi a sedere e cambiando così posizione rispetto a quella precedente, ovvero quella di un bradipo morto.

«Che divertente.» Denise fece una smorfia alquanto buffa.

Mentre Luke e Calum erano impegnati a prendere in giro Denise, io andai a sedermi sul divanetto vicino a Michael, l'unico rimasto in silenzio a guardare la scena ed a ridere sotto i baffi.

Ashton, stranamente presente fra di noi, se ne stava sdraiato sul suo letto, nell'angolo della stanza, con il cellulare in mano a fare chissà che cosa.

«E tu Summer, che fine hai fatto ieri sera? Anche te ubriaca fradicia come Denise?» mi chiese Luke ridendo, cercando di schivare alcuni schiaffi in arrivo dalla mia amica.
Se solo sapessi la verità, mio caro Luke.

«Quante volte devo dirtelo?! Non ero ubriaca!» sbraitò offesa, ma con un piccolo sorriso divertito sulle labbra.

«Si sì, continua a ripeterlo a te stessa.» continuò Calum, battendo il cinque a Luke da sopra la testa di Denise.

«Lo giuroooo!» disse sconsolata Denise, incrociando le braccia al petto.

«Shh, non si giura.» Calum le tappò scherzosamente la bocca con una mano, facendole segno di no con la testa mentre Michael e Luke ridevano alla scena.

Ashton non rideva. Non sembrava nemmeno ascoltare ciò che dicevano i suoi amici, era così concentrato sul suo cellulare.

Dovevo assolutamente smetterla di guardarlo e di pensare ai suoi atteggiamenti.

«Io ieri non ti ho più vista.» disse Michael soprappensiero corrugando leggermente la fronte.

«Beh ovvio, mi hai abbandonata.» gli feci notare, tirando le maniche della maglia fino a sopra le mani.

«Non è vero, potevi venire con me a salutare i miei compagni di corso, alcuni li conosci anche.» ribatté lui convinto.

«Mh, non avevo voglia.» dissi semplicemente alzando le spalle.

«Ma forse avresti dovuto.» sussurrò Denise sarcasticamente a bassa voce, ma non abbastanza da richiamare l'attenzione di tutti, soprattutto quella del ricciolino biondo asociale in fondo alla camera.
Aveva tirato su la testa dal cellulare con una tale velocità che per poco non mi stupii.

«In che senso?» chiese Luke confuso, nello stesso modo in cui erano confusi anche Michael e Calum.

«In nessun senso.» tagliai corto, sforzandomi il più possibile di non guardare Ashton negli occhi.
Sentivo il suo sguardo puntato su di me, come sentivo quello di tutti gli altri.

Cercai di mandare un messaggio a Denise con gli occhi, per farle capire di dover chiudere il becco, ma non era facile considerato dove era seduta e vicino a chi.

«Uhm okay. Alla fine cosa hai fatto ieri sera allora?» insisté Michael.
Cavolo, non mi piaceva affatto il modo in cui me lo stava domandando. Sembrava dubbioso ed incerto, non volevo che pensasse male di qualcosa.

«Nulla di che... Ballato.» risposi rimanendo sul vago e facendo strani gesti con le mani. «E tu?» chiesi sorridendo innocentemente, cercando di spostare l'attenzione su Michael.

«Anch'io, e non ti ho affatto vista.» ripeté serio, guardandomi negli occhi e facendomi sudare freddo.

Mi dispiaceva tantissimo mentire a Michael, io e lui eravamo sempre stati amici strettissimi, io c'ero per lui come lui c'era sempre per me, eppure non ci riuscivo a dirglielo. Non volevo.

Guardai Denise in cerca di aiuto, ma nel suo sguardo non c'era niente di promettente, anzi aveva gli occhi sgranati e mi sembrava parecchio in difficoltà.

«Comunque...» cercò di cambiare argomento Calum, probabilmente notando un lieve filo di tensione. «Oh beh, voi sapete cos'è successo ieri alla festa? Mi hanno detto che una persona è stata male, e che c'era anche molta gente ammucchiata per vedere, ma non sono riuscito ad entrarci io.»

Mi mancò il fiato. Bel modo di cambiare discorso, Calum.

«Oh sì! L'hanno detto pure a me, però non ho idea di cosa sia successo, stavo pomiciando con una ragazza nei bagni all'ultimo piano.» disse Luke vantandosi, facendomi prendere aria per un po'.

D'improvviso, senza che nessuno se l'aspettasse, la voce di Ashton risuonò forte e chiara nella stanza, e fui sorpresa nel sentirlo parlare, ma non quanto sorpresa di ciò che aveva detto.

«Ah sì? E chi era?» chiese falsamente interessato, voleva palesemente sviare l'argomento.
Forse pensava che l'avrei appoggiato, o forse lo sperava. E nonostante non se lo meritasse, io l'avrei fatto.

«Non lo so, mi pare che il suo nome iniziasse per V.» disse pensieroso.

«Squallido da parte tua.» si intromise Denise, dandogli una piccola pacca sul petto.

«Quando ci vuole, ci vuole.» disse Calum facendo l'occhiolino al suo amico, scoppiando poi a ridere.

Risi anch'io insieme a loro, terribilmente contenta che la conversazione si fosse spostata su Luke.

Ci fu un momento, un momento solo, in cui il mio sguardo si incrociò con quello di Ashton, ancora seduto sul suo letto in disparte da tutti gli altri. Non riuscii a decifrare quello che i suoi occhi cercavano di dirmi, ma da una parte sembrava quasi essermi grato, forse aveva capito che non ero intenzionata a raccontare agli altri tutto quanto.

Serrai le labbra in una linea sottile e distolsi lo sguardo dal suo, per ripuntarlo in quello dei miei amici seduti di fronte a me.

«Comunque, da quel che ho sentito io, hanno drogato una ragazza, ecco perché di quelle persone ammucchiate.» parlò Michael senza mezzi termini, facendomi accapponare la pelle e facendo scattare l'attenzione di tutti.
Merda.

Portai il mio sguardo in quello di Michael, già fermamente puntato su di me. Non mi piaceva per niente il modo in cui mi stava guardando.

«Ma dai, sei serio?!» chiese Luke sbalordito.

Denise aveva lo sguardo da tutt'altra parte, e la cosa non mi era di alcun aiuto, ma quanto meno aveva capito di non dover dire niente a riguardo.

«Come hanno fatto entrare della droga nel campus?» chiese Calum smarrito.

«Davvero è questo ciò che ti importa?» chiese Michael sconcertato, alzando tremendamente il tono di voce e stupendo tutti quanti.

«Hey, rilassati.» disse Calum guardando con sopracciglia corrugate Michael, il quale alzò gli occhi al cielo e si buttò in dietro con la schiena contro al divanetto.

Mi irrigidii subito, appena il braccio di Michael sfiorò il mio. In questo momento volevo solo allontanarmi da tutti e sperare che nessuno mi venisse a cercare.

«Chissà chi era quella ragazza.» chiese Luke dubbioso.

Girai lo sguardo per tutta la stanza, e l'unico con cui riuscii ad incrociarlo fu Michael. Mi guardava con occhi socchiusi, come se lui già sapesse tutto quanto. Ma questo non era possibile, lui ieri non era lì nella massa, altrimenti mi avrebbe aiutata. Inoltre Denise aveva detto di non aver visto nessuno dei ragazzi oltre Ashton.

Qualcuno però, poteva averglielo detto. Le voci in questo campus giravano in fretta, troppo in fretta.

Feci un respiro profondo, cercando una soluzione a tutto questo ed una scusa che potesse risultare quanto meno convincente per salvare il culo ad Ashton definitivamente.

«Credo si chiamasse... Sadie.» sparai, inventando un nome a caso.

Cercai lo sguardo di Ashton, e come da copione, anche lui sembrava cercare il mio.
Aveva gli occhi leggermente spalancati, le sopracciglia alzate ed un'espressione del tutto incerta. Più o meno la stessa di Denise.

«È una mia compagnia di corsi... Ogni tanto la vedo.» continuai facendo spallucce.

«Non mi sembri molto preoccupata.» esordì Michael, studiandomi attentamente.
Oh, ma che cavolo voleva?
Pignolo.
Cercai di tenere a freno la lingua, o non sarei stata molto credibile.

«Boh, non la vedo poi così spesso, e comunque non ci ho mai parlato.» spiegai inventandomi parola per parola, incrociando le dita e sperando che l'interrogatorio finisse qui.

«Come fa di cognome?» chiese Calum incuriosito.
Ci mancava anche lui.

«Non ne ho idea.» risposi quasi ovvia. «Voglio dire... Faccio molti corsi ed ogni corso ha molte ragazze, non posso ricordarmi tutti i cognomi.» affermai convinta, quasi sicura di aver trovato una scusa credibile.

Calum annuì deluso, e io gli sorrisi fintamente dispiaciuta.

«Cosa facciamo oggi?» chiese Denise raggiante, cercando di attirare l'attenzione di tutti.

«Non so, è domenica. Abbiamo giornata completamente libera, possiamo decidere di fare qualsiasi cosa.» sottolineò Luke.

«E se andassimo in spiaggia?» propose Calum, sorridendo come un bambino.

«Siii! Che bell'idea!» esclamò Luke, alzandosi dal letto e correndo verso il suo armadio.
«Cerco un costume.» aggiunse.

«Ma non farà freddo?» chiese Michael incerto.

«Nah, su dai nonnino vedi di fare poche storie!» scherzò Luke, continuando a lanciare fuori dal cassetto svariate paia di costumi colorati, uno dei quali mi finì in faccia.

«Io non posso venire...» mormorai tristemente storcendo le labbra, mentre toglievo dalla mia faccia il costume di Luke.
Mi ero ricordata di dover assolutamente restituire un libro in biblioteca e in più non ne avevo voglia.

«Oh, e perché?» sbuffò Denise, aspettandosi già una mia scusa.

«Devo riconsegnare un libro in biblioteca, inoltre devo fare altre piccole cose che non posso rimandare... per cui...» spiegai vagamente, non convincendo nemmeno me stessa.

«Neanche io posso venire.» parlò Ashton, che nel frattempo si era alzato dal suo letto e aveva iniziato a cercare qualcosa nella stanza.

«Sentiamo, che devi fare tu?» chiese Calum annoiato, mentre cercava di attirare l'attenzione del biondino ricciolo.

«Qualcosa.» rispose sufficientemente, mentre perlustrava ogni centimetro della camera.

«Devi vedere Jenna?» domandò Luke freddamente, quasi come se tutto l'entusiasmo di prima si fosse volatilizzato.

Al sentire quel nome, strinsi i pugni saldamente conficcandomi le unghie nei palmi della mano.
Sentii una forte rabbia crescere dentro di me e ribollirmi nelle vene, mentre pensavo a lei ed Ashton che si divertivano dopo tutto quello che mi avevano fatto.

Diamine, eppure ero stata io a decidere di coprirlo.
Forse l'avevo fatto perché speravo che così si sarebbe rivelato più gentile nei miei confronti, o quanto meno più normale e civile.

Ashton non aveva risposto alla domanda di Luke, si era semplicemente lasciato andare ad un sonoro ed infastidito sbuffo.

«Si, deve vedere Jenna.» affermò questa volta convinto Luke, scuotendo deluso la testa e chiudendosi in bagno, facendoci sentire forte e chiaro il suo sdegno.

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