Capitolo 31
~James~
— James, IO NON SO CUCINARE.
È dalle sei di mattina che noi, quattro Malandrini completamente inesperti in fatto di pasticceria, siamo nelle cucine di Hogwarts, cercando di preparare una torta di compleanno per la Evans. Sono circa le sette e mezza, e non siamo nemmeno riusciti a preparare l'impasto.
Gli elfi, creature piene di altruismo che non so da dove tirino fuori, si sono offerti di darci una mano, o anche di preparare direttamente loro il dolce. Io però, in quanto capocantiere, ho spiegato loro che no, non serve che si disturbino - hanno già la colazione da preparare! -, che abbiamo tutto perfettamente sotto controllo. Ma in realtà stiamo fallendo miseramente, e Sirius si lamenta da più di mezz'ora, mentre Peter sbuffa. Lui vorrebbe fare in un altro modo, credo. Ma è impossibile che le uova vadano senza il guscio nell'impasto. Nella ricetta dice di mettere una scorza di limone grattugiata, perciò deduco che dobbiamo mettere anche il guscio dell'uovo grattugiato.
Remus ha già preparato la glassa, e aspetta che noi finiamo l'impasto.
Non ce la faremo mai.
— James, fai fare l'impasto a Peter. — dice il biondo, anche lui sbuffando, e non realizzo cosa c'è di difficile da capire in ciò che dico. Io sto seguendo la ricetta, sono gli ingredienti che non vogliono amalgamarsi come sulla foto.
— Remus, ce la posso fare! — dico, continuando a mischiare. — È solo un incidente di percorso, tutto qui.
— James, ammettilo! — esclama Sirius, ed è solo ora che mi rendo conto che il soprannome di Drama Queen, ne sono certo, sia stato pensato appositamente per lui. — Io non so cucinare, e nemmeno tu! Siamo solo dei pasticcieri incapaci, e nessuna donna ci sceglierà mai perché non sappiamo nemmeno preparare un misero impasto. Moriremo circondati da quaranta gatti, mentre fisseremo il camino in preda alla solitudine.
— Ti arrendi così, Sir? — chiedo, lasciando andare per un attimo il mestolo. — Dopo tutta la strada che abbiamo fatto...
— Abbiamo solo fatto la glassa, James.
— Vedi? Siamo già a metà strada! — continuo a dire. Il pessimismo di questi tre mi delude.
Mi giro di nuovo verso la scodella, pulendomi una macchia dal viso, e vedo Sirius che versa qualcosa all'interno.
— Felpato, che stai facendo? — chiedo, socchiudendo gli occhi. Guardandolo alzare innocentemente la testa, si potrebbe dire che non abbia fatto nulla di male. Ma io lo conosco come le mie cinque dita, e so che c'è qualcosa di losco in quella sua azione.
— Non ho assolutamente versato dell'oppio nell'impasto. — si giustifica lui. Prendo la bacchetta e, senza chiedergli da dove lo abbia preso, quell'oppio, per la terza volta faccio scomparire la cosa gialla e grumosa che stavo cercando di far amalgamare.
Se continuiamo così non ce la faremo mai.
Faccio segno a Peter di procedere, e lui si avvia entusiasta, mentre Remus sembra sollevato.
— Almeno non avveleneremo Lily. — dice. Lo guardo indignato.
— Non capisco la tua insinuazione, Lunastorta. Andava tutto bene, te l'ho detto, solo Sirius ha rovinato tutto versando della droga.
— Teoricamente si può dire che è succo di fiore, quindi non è una droga nel vero senso della parola. — aggiunge Sirius, osservandosi le unghie.
Sbuffo. — Sì, e tua cugina non è una psicopatica.
— Appunto. — commenta il moro, ghignando.
Peter mette nella ciotola gli stessi ingredienti, solo che non ci mette il guscio delle uova. Voglio vedere se poi la torta riesce, senza.
— Comunque, — dico, leggermente irritato dal fatto che non mi si dia fiducia. Andiamo, sono perfetto, e così è ciò che faccio, cosa mai potrebbe andare storto? — Non mi sarei mai sognato di avvelenare la Evans. Insomma, non sono così cattivo, e poi lei è la ragazza che...
Mi blocco all'improvviso, mentre Remus alza le sopracciglia, con un sorrisetto stampato in faccia, e Sirius sbuca da dietro di lui, con un'aria adorante di una persona che sta per avere un collasso celebrale ma ne è felice.
— Io...
Esito. Cosa stavo per dire? "Ragazza" cosa?
Cerco di far parlare il mio subconscio, che cercava di farmi pronunciare qualcosa di vitale. Poi realizzo da solo. Dopo essermi fatto vari film mentali, dopo esserle andato dietro per sei anni pretendendo che fosse solo una sfida, dopo aver fissato per molto, ma molto tempo i suoi capelli rossi, i suoi occhi, e ogni suo singolo tratto facciale (e non solo quello), mi rendo conto di una cosa.
— Godric Grifondoro, mi piace la Evans.
Sirius inizia a saltellare senza preavviso per la cucina, con gli elfi che lo guardano straniti, e sono seriamente preoccupato per lui. Sembra stia quasi per esplodere - il che rappresenta appieno il mio stato celebrale, al momento -, e mormora estasiato qualcosa che suona come un "Si sta realizzando" ripetuto più e più volte. Remus mi guarda con un occhiata da "Te l'avevo detto". E mi aveva avvertito in effetti, oh sì.
Mi siedo, tranquillo, su uno sgabello davanti al camino. Questa cosa non mi preoccupa tanto, e in realtà mi spinge a voler conquistare la carota ancora di più: almeno ho un motivo per farlo. Ma sono comunque nervoso. So che lei mi odia, e so che sarà difficile. Inoltre, è probabile che la mia aura di perfezione - e autostima completamente giustificata - si distrugga, ma ne vale la pena. Per una donna così ne vale la pena.
Intanto, voglio sapere se c'è un modo per fare retromarcia.
— Lunastorta, aiutami. — dico, con voce più acuta del solito, alzando la testa verso il mio amico. — Visto che tu non sei innamorato della Evans... mi spieghi come non esserlo?
Remus scuote la testa, ridendo. Penserà che sono impazzito?
— Non c'è via di fuga, amico.
Va bene, sono un cervo in trappola. Pazienza, me ne farò una ragione.
Intanto, devo elaborare un piano per conquistare Lily. E mi serve altro aiuto.
Peter mette la torta in forno, e si avvicina a noi assieme a Sirius, ancora euforico per la scoperta. Iniziamo a parlare.
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