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Capitolo 11

Il mattino seguente, dopo aver fatto una colazione molto abbondante, i ragazzi del sesto anno di Grifondoro e Tassorosso si avviarono insieme verso la classe di Storia della Magia. Erano tutti molto nervosi, visto che se nelle interrogazioni di Rüf si sbagliava anche solo una data, lui era capace di mettere Troll. Una volta seduti ai banchi, si scatenò il caos: chi urlava dalla frustrazione, chi sbatteva la testa sul libro, chi sveniva sul pavimento, chi cercava di scappare dalla finestra, senza però riuscire ad aprirla, chi era attaccato, tremante, al collo del compagno -che sbuffava frustrato- e chi, invece, sedeva tranquillo a ripassare. Quasi tutti avevano una brutta cera, come se avessero passato l'intera notte a ripetere date e avvenimenti, cercando di farseli entrare in testa, ed erano pallidi come uno scheletro dalla paura.
Remus cercò di attirare timidamente l'attenzione, con piccoli gesti della mano e delle frasi quasi mormorate. Saltellava leggermente, e sembrava essere lievemente a disagio.
— STATE ZITTI! urlò Lily, all'improvviso, facendo sobbalzare il biondo. Tutti gli studenti si bloccarono, d'un tratto, a metà delle loro azioni, fissando i due Prefetti di Grifondoro. Ci fu un silenzio di tomba.
Per Godric, che silenzio... disse dopo un po' un ragazzo di Grifondoro, seduto all'ultimo banco, con tono divertito.La sua voce riecheggiò nella classe come se fosse un'eco.
Allora, come vedo siete tutti nervosi per l'interrogazione di Rüf. disse Remus, con fare serio, mentre la classe annuiva. Bene, perché abbiamo elaborato un piano per evitarla.
Gli studenti esultarono, saltando quasi sulle sedie, ammutolendosi però non appena videro le occhiate truci che rivolgeva loro Lily per zittirli.
Sta arrivando. disse Mary, accompagnata da Peter, rientrando in classe mentre James e Sirius tiravano fuori la bacchetta e iniziavano a sussurrare vari incantesimi.
In pratica, vogliamo semplicemente sbarrare la porta, cosa che Sirius e James stanno già facendo. disse Remus, indicando i suoi due amici che, dopo aver chiuso la porta con un Colloportus, vi piazzavano varie sedie vicino. Ma non vogliamo che nessuno di voi si suicidi o muoia di infarto, quindi rimanete calmi.
E se questo piano non funziona? chiese una Tassorosso, alzando la mano.
Passeremo al piano B. disse Lily, sorridendo. Ovvero,mi farò interrogare io.
E se nemmeno quello funziona? domandò una Grifondoro dai capelli azzurri. Bizzarro.
— Fuggiremo. — disse Alice,incrociando le braccia e iniziando a studiare ogni finestra. Ma non c'era via di uscita: erano tutte chiuse.
E se... iniziò un altro ragazzo, ma venne interrotto da un Sirius un po' irritato:
E se foste un po' più ottimisti?
— Calma, Black. — disse Lily. Sono solo realisti.
Già, Sirius caro, dai ascolto a Prefetto Perfetto Evans confermò James, con tono canzonatorio, mentre alcuni ragazzi ridacchiavano. É molto intelligente la mia cara carotina, dovresti saperlo.
— Potter. — disse Lily, socchiudendo gli occhi e mettendo in quel nome quanto più disprezzo possibile. Primo, non sono tua e secondo, non chiamarmi carotina.
Un giorno però sarai mia, carotina. disse James, ghignando, fiero di avere il potere di far irritare Lily. E sì, non ti preoccupare, carotina. Non ti chiamerò più così, carotina. Te lo prometto, carotina.
Potter, i miei capelli, se lo vedi e se non sei cieco, non sono neanche lontanamente vicini al colore delle carote. disse Lily, accigliata, incrociando le braccia. Sono un fuoco, ovvero quello che vedrò se, un giorno, deciderò di fare di te un falò.
Le risate divennero sempre più forti.
Dai, Lillina cara, cosa cambia? chiese James, in tono mellifluo, attorcigliandosi una ciocca di capelli della rossa attorno a un dito. Lily scacciò la mano del moro con uno schiaffetto.
Non storpiare il mio nome. ribattè Lily, sibilando, completamente immobile e con il viso rosso dalla rabbia. E smettila di cianciare, devi finire il tuo lavoro.
Giusto, carotina. disse James, dandole una pacca sulla spalla e passandosi una mano tra i capelli. Alcune ragazze, nella stanza, sospirarono di ammirazione. Lily invece sbuffò.
— Ehm... Lily?
La rossa si girò verso la porta, mentre il sangue le si gelava nelle vene. Il professor Rüf, il caro e vecchio professore di Storia della Magia che era famoso per il fatto di non ricordarsi mai i cognomi giusti quando invece si ricordava ogni singola data scritta nei libri di storia, era un fantasma. Che fluttuava fino alla cattedra, sbadigliando. Senza accorgersi di essere morto. Un brivido collettivo si diffuse nell'aula.
Signor Topper e signor Belck, rimettete quelle sedie dov'erano e sedetevi, devo interrogare. disse il fantasma, con voce neutra. Lily alzò la mano, di scatto. Sì?
Mi scusi, posso venire volontaria? chiese lei, speranzosa come lo erano gli altri studenti, che a furia di sporgersi dal banco quasi cadevano.
Non accetto volontari. dichiarò il professor Rüf, scuotendo la testa, mentre il mondo crollava addosso a tutta la classe e Lily si dava mentalmente ragione perchè sì, sapeva che lui non avrebbe accettato volontari. — Comunque, tanto per informarvi, oggi mi affiderò alla casualità.
Quando il professor Rüf si affidava alla casualità, non era mai una cosa positiva, visto che poteva capitare chiunque. Con "affidarsi alla casualità" il professore intendeva "fare calcoli insensati per far morire d'ansia uno studente casuale".
Allora... trecentonovantaquattro. disse il professor Rüf, mentre la tensione aleggiava su tutti gli studenti. Beh, quasi tutti. Tutti gli studenti tranne James. Lui era il numero ventisette nel registro, non usciva mai. Mai.
Tre più nove più quattro, più l'anno della guerra tra maghi e goblin, meno l'anno delle persecuzioni babbane...
Non uscirò mai. rise James, ghignando, rivolto a Sirius. Ma Sirius sapeva che proprio quel giorno il numero ventisette sarebbe stato il primo ad uscire. Era una di quelle regole non scritte. Dire "non mi interroga mai" è quasi un tabù.
— ...diviso il numero di premi vinti dalla McGranitt... disse Rüf, leggendo uno dei nomi sul registro. — Potter.
James stette per alcuni secondi in silenzio, fissando imbambolato il professore. La vita era ingiusta. Rivolse lo sguardo verso Sirius, poi sospirò. Ho la fama, ho la bellezza, ho il carisma, pensò, dovevo pur ripagare madre natura in qualche modo.
Prese il libro dal banco, ma il professor Rüf fece un cenno verso il basso con mano spettrale.
Nessuno si sarebbe mai abituato ad avere un professore fantasma.
No, no, signor Hatter, non prenda il libro. disse il professore, serio. E James si sentì sprofondare. Certo, doveva pur ripagare madre natura, ma non c'era bisogno di andare alla carneficina per farlo, no?
Ah... va bene. disse, demoralizzato, scorgendo con la coda dell'occhio Lily che ghignava in un angolo della stanza. Quella ragazza era sadica. Molto. Comunque, si lasciò sfuggire un sogghigno. Ora vengo, professor Puff.
La classe rise, e il cuore di James si scaldò quando vide che anche Lily lo faceva.
Come? chiese il professore, confuso. Un momento, che stavo facendo?
Stava spiegando la rivoluzione ministeriale del '55! disse un Tassorosso, salvando James dalla sua terribile sorte. Il moro pensò che il professore fosse morto di qualche malattia cerebrale. E pensò anche di dover restituire il favore a quel ragazzo, ma sapeva già come.
E perchè lei è in piedi, signor Cotter? chiese il professore a James. Non dovevo interrogarla?
No. disse James, sorridendo innocente. Ha interrogato l'altra volta e ha anche messo Eccezionale a tutti!
Va bene. Si sieda, ora. disse Rüf, lievemente dubbioso, mentre James obbediva soddisfatto. Ti ho restituito il favore, ragazzo sconosciuto, pensò, sorridendo radioso.
Il professore iniziò a parlare, con lo sguardo puntato sui suoi appunti ingialliti dal tempo, ma nessuno prestò attenzione. Stavano tutti guardando James, con gli occhi che luccicavano di gratitudine. Ma lui stava osservando solo una persona: Lily. Anche lei lo stava guardando, un po' con gratitudine, un po' con rimprovero, un po' con rammarico per non esser stata interrogata - nonostante lei stessa avesse accettato di collaborare al piano per tener fuori Rüf dalla classe. Il suo sguardo, comunque, aveva un solo significato: "Bella mossa, Potter". E una piccola, misteriosa creatura nel petto di James ruggì di gioia.

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