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2. Il punto di inizio

Ingoia una sorsata di birra e scende dall'auto di Clare, l'ex di Kieran. La ragazza ha acconsentito ad accompagnare Marcus, Josh, Evander e Victor alla festa che hanno organizzato un gruppo di amici di Evander, lo studente di chimica col naso rotto che Josh, l'attuale ragazzo di Clare, ha trovato come coinquilino. Strofina la fronte e incastra le dita sotto l'elastico che tiene legati i capelli, pronto a dimenticarsi i legami tra lo strano gruppo di persone che hanno acconsentito a offrirgli un passaggio per la festa. Come se non bastasse, le banshee continuano a strillargli nel cervello, nonostante non gli sia ancora successo nulla.

I battiti cardiaci accelerano al pensiero. Respira. Andrà bene. Lo ha promesso a Kieran, che si è rifiutato di andare con lui alla festa.

Kieran non è mai stato il tipo da apprezzare avvenimenti così pieni di gente.

Marcus si avvicina al capannone coperto da cui arriva la musica, seguendo i bassi profondi che gli fanno vibrare la cassa toracica e le luci che illuminano l'area. Ha già perso di vista i ragazzi e Clare nella ressa che ha cominciato ad accumularsi, ma per una volta non intende preoccuparsi delle persone con cui si trova. Josh lo troverà, in un modo o nell'altro, alla fine della notte.

Ai bassi si aggiunge anche un lento rintocco, più acuto.

Gli sfugge un sospiro. È un suono così persistente che gli resterà in testa per giorni, allo stesso modo di quelle canzoni tutte uguali che piacciono a Kieran.

Comincia a ballare, seguendo il beat che accelera poco alla volta, affidandosi alle vibrazioni che salgono dal terreno e allo scampanellare, potente quel che basta per rallentare e rendere sussurri le urla di dolore che gli martellano le tempie da giorni.

Socchiude gli occhi, abbandonandosi del tutto alla musica e alle luci intermittenti.

Deve smettere di pensare.

Smettere.

Di.

Pensare.

Si inoltra nella calca di persone danzanti, fuse con il ritmo sempre più rapido della musica che li circonda. Sono semplici forme, corpi in movimento illuminati a tratti e parte dell'immenso organismo che è il party organizzato da alcuni studenti del terzo anno. I battiti cardiaci accelerano.

Leah contempla il paio di calzini e la maglia che si trova davanti. "Sono di Marcus, me li ha prestati", le ha detto Kieran. Lancillotto annusa il fagotto un po' disgustato, ma posizionandosi comunque sotto le dita della donna, pronto a offrirle la sua concentrazione. Leah appoggia la sinistra sugli abiti appallottolati sul tavolo dopo aver immerso le punte delle dita in un intruglio di erbe e sangue. Legherà due anime, questa sera. Affonda la mano nel pelo morbido di Lancillotto e chiude gli occhi.

Una mano gli allunga un bicchiere pieno di birra che Marcus trangugia senza pensarci troppo. Ringrazia con un cenno il giovane che gli ha passato il bicchiere, riconoscendo le orecchie a sventola e l'orecchino di Josh, una conoscenza di Kieran che si è offerto di guidare fino a quel posto sperduto in fondo alla valle. L'alcol si fa strada nelle vene di Marcus, troppo poco per salirgli alla testa, abbastanza per alleggerire i movimenti e farlo sorridere.

Il liquidi attraversa le fibre della maglietta, impregnandole di sangue e erbe. Se i due ragazzi fossero lì, sarebbe tutto più semplice. Ma Kieran è a letto, addormentato, e Marcus è chissà dove. Con l'aiuto del gatto e della salvia bruciata Leah individua le due anime. Brillano potenti, ancora non del tutto formate, morbide e malleabili. Districa un filo sottile da entrambe e fa un nodo, curandosi di stringere bene.

La tensione che gli preme sulle spalle si scioglie poco alla volta e le voci urlanti che lo hanno tormentato fino a quel momento si fanno sempre più fievoli, più leggere.

Scioglie i capelli, lasciandoli liberi sulle spalle.

Un rivolo di sudore gli cola lungo la schiena, seguito da un brivido che lo scuote dalla punta dei piedi alla punta dei capelli. Non avrebbe dovuto mettere la camicia, ma la maglia che gli ha suggerito Kieran. Poco importa. Apre i primi bottoni, arrotola le maniche. Una ragazza con i capelli scuri raccolti in una treccia morbida gli si avvicina, ballando con lui, seguendo i suoi movimenti sconclusionati senza esitare.

Sta bene.

Continua a ballare, appoggiando le braccia sulle spalle della ragazza. Deve avergli detto il suo nome, ma nel caos non è riuscito a coglierlo. Le sorride. La ragazza lo bacia quando il beat raggiunge il massimo e poi lo spinge via, sparendo tra la folla. Il suo profumo gli è rimasto nel naso, dolce e lieve, una brezza fresca nel calore umido che incappuccia il capannone.

Leah annoda altri due fili e poi lascia andare le due anime. Apre gli occhi, ansimante. Non sa se basterà. Quanto dureranno i nodi. Lancillotto ha preso a ronfare piano nel tentativo di allentare la tensione nelle dita posate sul suo collo. Chiude la sinistra a pugno, mollando la presa sul tessuto della maglietta. La mette in un barattolo di vetro. Non sa se gettandola potrebbe succedere qualcosa.

La notte prosegue, la musica rallenta nuovamente il beat e Marcus beve altra birra, poi un drink blu, poi un bicchierino di whiskey. Incontra Josh, che si assicura che stia bene e che non stia mixando alcol e droga. Si ferma in un angolo a respirare, in un punto dove spira un po' di aria fresca. La musica continua a guidare i suoi battiti cardiaci, mettendo a tacere emicrania e voci. Tutto sommato è contento di non aver trascinato Kieran con sè. Il ragazzo si sarebbe comportato da animale in gabbia per tutto il tempo.

Scuote la testa. Per una sera, per una sera, Kieran non potrebbe stare fuori dalla sua testa?

Un'altra ragazza lo avvicina, gli sorride illuminata dalla luce bluastra che avvolge il capannone. «Eve» gli sussurra nell'orecchio. Gli lascia un bigliettino nella tasca posteriore dei jeans. Lo guarderà poi. Le appoggia le mani sui fianchi mentre lei gli volteggia intorno, muovendosi lieve a ritmo con la musica. Gli succhia il labbro inferiore, stringendo tra le dita i capelli del ragazzo.

Sparisce anche lei.

Ritrova Josh. Accanto a lui stanno fermi due ragazzi che Marcus non riconosce e che non sprecano fiato a ricordargli i loro nomi. Lo trascinano con loro a ballare, lievi e senza peso come folletti. Il più alto dei due, con gli zigomi messi in risalto dalle luci stroboscopiche, un folletto lo sembra davvero. Balla come se la sua vita dipendesse da quello, come se le dita che tiene costantemente in contatto con la pelle di Josh fossero l'unica cosa che gli importa. L'altro ragazzo ha gli occhi chiusi, abbandonato alla musica e al contatto con le dita del folletto coi capelli rossi.

Marcus sorride lievemente, voltando loro le spalle, sentendosi di troppo. L'altro giovane che era accanto a Josh – Evander, ora ricorda il suo nome – lo prende per mano, trascinandolo via dalla strana coppia e spingendolo nuovamente al centro della calca. Riparte la stessa canzone con il lento rintocco che lo ha tormentato quando è arrivato alla festa e Marcus chiude gli occhi, lasciando che il corpo si muova all'unisono con quello del giovane davanti a lui, a ritmo con la musica e il rintocco che spegne le voci che urlavano di dolore.

Le mani di Evander sono tra i capelli di Marcus e la bocca sulla sua. Socchiude le labbra, lascia che gli posi qualcosa sulla lingua. Una pastiglia, forse, che si scioglie in bocca, nel bacio che l'altro gli sta regalando. Si districa dalla presa con un sorriso e riprende a ballare, il corpo stretto nella folla e premuto contro quello del ragazzo. Ha i capelli rasati e il naso schiacciato, gli occhi di un colore indefinito nella scarsa luce. Lo bacia di nuovo, sorridendo appena.

Continua a ballare.

Forse si addormenta, o sviene. Dimentica quello che succede.

Dimentica il resto della notte passata a ballare, accaldato e sudato, in mezzo alla gente.

Ricorda invece con precisione lo shock dell'aria fredda delle quattro del mattino, il buio avvolgente e le mani di Evander e Josh sulle sue spalle per guidarlo verso l'auto. Sono tutti un po' ubriachi, decisamente fatti e parecchio stanchi. Clare li aspetta innervosita, appoggiata alla sua macchina con il folletto, di cui Marcus non ricorda il nome.

Non presta attenzione all'improvviso silenzio nella sua testa, le orecchie che fischiano per la musica a cui è stato sottoposto tutta la notte.

NDA

Questo capitolo è stato complicato. Più che altro perché non so scrivere i rave.

Io🤝Kieran.

Ditemi che ne pensate!

Also:

Questa storia vuol dire avere pinterest intasato di foto di gatti neri.

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