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Prologo

Se la mia vita fosse una favola probabilmente non finirebbe con la mia morte, perchè come ben si sa tutte le favole hanno un lieto fine.

Probabilmente sarebbe una favola felice, a meno che io non commetta sbagli che potrebbero rovinare la mia storia, un pó come Biancaneve quandó entró nel bosco, oppure quando La Bella Addormentata aprì la porta alla strega che le diede una mela avvelenata.

Non entrare nella foresta proibita.
Non aprire la porta agli sconosciuti.

Semplici regole che le favole che ho sempre letto da bambina mi hanno fatto credere che se avessi seguito anche io avrei potuto avere il mio lieto fine.
Ma purtroppo le favole sono molto diverse dalla realtà.

"Queste sono tutte le mie consegne di oggi, giusto?" domando al mio collega che mi osserva da dietro uno scaffale con all'interno molte lettere da consegnare.

Il suo sguardo si pianta sopra un mobile alle mie spalle su cui è poggiata una delle lettere che mi spetta consegnare oggi.

"Ooh" ridacchia "ma non è una lettera d'amore quella che vedo lassù? Non dimenticarti di quella".

Mi volto ed osservo la piccola busta su cui è incastrata una piccola rosa rossa sotto il timbro.

"Vado a consegnarla! Anche se non vorrei, questo genere di lettere mi danno la nausea.."  osservo il mio collega quasi a volerlo supplicare di consegnarla al posto mio, ma lo sguardo che mi rivolge non mi lascia modo di insistere - "Ho capito, vado!" - esclamo riponendo tutte le lettere di oggi ed anche quella lettera d'amore nella mia borsa delle consegne e chiudo la porta dell'Ufficio Poste alle mie spalle.

Fuori il sole è delicato è accarezza la pelle, i fiori e le strade.
Probabilmente in questi giorni ci sono così tante lettere da spedire per via della stagione, in Primavera tra i nobili vengono dati molti balli per cui ci sono centinaia di inviti da spedire.

Londra è una città così bella e la Regina Vittoria è molto amata.
Durante la Primavera le strade brulicano di lavoratori, turisti e nobili tutti insieme.
A volte durante le mie consegne mi soffermo a pensare che ognuna delle persone che percorrono queste strade hanno i propri sogni e i propri obiettivi e tutti loro vivono la propria vita.

Lavoro come postina oppure come "robin", o almeno così spesso veniamo chiamati per via della nostra uniforme rossa.

Da quando sono bambina amo le favole, ne ho lette moltissime. Mi piaceva pensare che anche la mia di vita sarebbe stata come quelle delle principesse dei racconti, ma purtroppo solo crescendo mi sono accorta che le favole non esistono.
La mia vita è davvero monotona, mi sveglio ed esco a consegnare una quantità impressionante di lettere, dopodichè torno a casa.
Il giorno dopo faccio lo stesso, e poi ancora e ancora.

Quando finisco di consegnare le lettere è sempre tardi e piano piano i lampioni che illuminano le strade iniziano ad accendersi.

Mi restano solo due lettere da consegnare.
Sospiro e controllo l'indirizzo scritto sul retro.

All'improvviso una forte vampata di vento soffia via dalle mie mani la busta contenente la lettera che devo consegnare.

"No, mi serve quella lettera!" esclamo inseguendo la lettera che il vento trascina lontano da me.

Inizio a saltare cercando di afferrarla, ma il vento continua a portarla in tutte le direzioni quasi a prendersi gioco di me, finchè finalmente non si poggia per terra, di fronte a un vicolo buio, ai piedi di un uomo che è apparso proprio da quel vicolo.

L'uomo mi osserva con aria confusa ed io lo fisso, quasi incantata dai suoi capelli argentati che risplendono sotto la luce del crepuscolo.

Finalmente sono riuscita a riprendere questa lettera!

"Chiedo scusa, è mia.." gli sorrido indicando la lettera con un cenno del capo.

L'uomo inarca un sopracciglio continuando a fissarmi in modo insistente e senza proferire parola.

Mi dirigo verso la lettera per raccoglierla, ma l'uomo con molta gentilezza la raccoglie per me e si avvicina per riconsegnarmela.

"Ecco a lei, signorina"  mi porge educatamente la lettera.
I suoi abiti eleganti si direbbero quelli di un nobile, così come la sua pelle estremamente chiara e le sue mani curate.

Tutto quello che l'uomo si limita a fare è restituirmi la lettera, ma non posso fare a meno di restare incantata dal suo viso perfettamente scolpito, dall'eleganza dei suoi movimenti e dai suoi gesti pacati e perfettamente bilanciati, senza un movimento di troppo.

"La ringrazio" balbetto.
"Non c'è di che" mi sorride.

I suoi occhi sono di un colore strano e sotto la luce del crepuscolo sembrano quasi rossi.
Rossi come il sangue.
Non ho mai incontrato un uomo così bello e strano, inizio a pensare di avere le allucinazioni.

La sua intera figura emana un aura oscura e mi incute disagio, eppure la sua bellezza resta disarmante.

"Ancora due consegne, eh?"  mi domanda portando le mani sui fianchi, quasi come se fosse dispiaciuto per me.

"Mi scusi?" domando interrompendo i miei pensieri mentre la sua voce mi riporta alla realtà in cui io sono una postina di Londra e ho ancora del lavoro da sbrigare.

"Le porgo le mie scuse signore, ero persa nei miei pensieri.."
"Dovrebbe sbrigarsi, il sole tramonterà presto" sussurra, per poi superarmi e sparire in mezzo alla folla di persone che ancora passeggiano per le strade.

Mentre l'uomo si allontana il profumo dolce delle rose mi invade le narici e per qualche ragione sento il mio cuore palpitare.
Mi chiedo come facesse a sapere che mi restano solo più due consegne da fare.

Dato che era vestito come un nobile dubito che ci rivedremo di nuovo.
Ma forse è meglio così, che speranze potrebbe mai avere una postina?

Un sospiro fugge dalle mie labbra mentre riprendo a camminare in città.
La ragione per cui scelsi di diventare una postina era che amavo la sorpresa e la gioia sui volti delle persone che ricevevano una lettera.

Ho scelto io di fare questo lavoro e penso mi si addica, ma qualche volta mi piace immaginare come potesse essere la mia vita se potessi viaggiare e smettere di consegnare lettere tutti i giorni.

Penso nessuno sia mai veramente felice di quello che ha, forse dovrei iniziare ad apprezzarlo.

Ho finalmente finito le consegne di oggi!
Mi do una piccola pacca sulla guancia cercando di scacciare via la malinconia di oggi.

"Aspetta!" esclama una voce alle mie spalle ed io mi volto di scatto.

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