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52. Secrets

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Rolling in the Deep; Adele.

Il fumo mi inondò i polmoni.

La sera cominciava a far freddo, ma sembrava quasi che il mio corpo non lo percepisse. Amavo i brividi sulla pelle, mi facevano sentire vivo.

Mi guardai intorno e tornai finalmente alla realtà quando lanciai il mozzicone sul selciato.

Mi aspettava una lunga serata.

Mentre entravo in casa scorsi mia cugina, intenta a discutere con Victor.

Lui sembrava un cane bastonato e lei il suo padrone. Mi faceva ridere vedere il mio migliore amico piegato al cospetto di una donna; ma, d'altronde, conoscevo bene Caroline e sapevo che era l'unica in grado di ridurlo in quello stato.

Pensai a Blue. Pensai che avrei fatto la fine di Victor se lei mi avesse dato un'occasione e mi sentii un totale idiota.

Feci dietrofront. Le tre sigarette appena consumate non mi bastavano affatto.

Ma venni afferrato per un braccio e la mia fuga andò a monte.

«Ho qualcosa per te.»

Riconobbi all'istante quella voce e sorrisi sotto i baffi. Senza indugiare andai nella stanza al piano di sopra in cui mi stava portando.

«Allora, Davis, come stai?»

Scossi le spalle. «Potrebbe andare peggio.»

Mi allungò una bustina piena di polverina bianca e, solo a vederla, i miei muscoli si rilassarono.

«Questa è per te e...»

Ne tirò fuori altre dieci, che lanciò sul materasso.

Eravamo nella stanza dei genitori di Joy e vedere le foto del loro matrimonio che guardavano mi mise un po' a disagio.

«Queste sono da vendere.»

Annuii. Sapevo come funzionava ma ogni volta sentiva il bisogno di spiegarmi tutto come se fossi un bambino.

Mi ripeté le solite scadenze e le regole e finsi di ascoltarlo.

«Senti Tommy...»

Presi un respiro profondo e tirai fuori la pistola dal retro dei pantaloni.

Quando gliela puntai contro, Tommy sorrise beffardo. Gli piaceva il pericolo, diceva sempre che lo faceva eccitare.

E io ero un po' come lui e per quel motivo lo stavo minacciando pur sapendo che avrebbe potuto staccarmi la testa in pochi secondi.

«Qualche problema Davis?»

Appoggiò le mani al letto e si stiracchiò la schiena.

Era rilassato, probabilmente fatto.

Guardai i tatuaggi che gli decoravano il viso e i capelli biondi, leggermente sudati.

Pensai al viso tumefatto di Blue e caricai la pistola. Ma Tommy sapeva che non avrei sparato, era sereno e sorridente.

Ero un fottuto codardo.

Quando si accorse che non mollavo tirò fuori la sua.

Sapevo che non avrebbe avuto alcun ripensamento. Mi avrebbe fatto un buco in testa e basta.

Così, posai l'arma a terra e con nonchalance andai a prendere la bustina che mi aveva riservato.

Sistemai due righe sul comodino e le sniffai.

Mi diedero subito alla testa e mi appoggiai al muro per non cadere e mantenere un minimo di serietà.

«Cos'hai fatto oggi?»

Tommy fece spallucce e rimise a posto la pistola a sua volta, «Il solito.»

La testa vorticava.

Pensai che avrei dovuto prendere quella fottuta pistola per sparargli. Aveva fatto del male a Blue e sapevo che, se l'aveva presa di mira, era colpa mia e dei miei stupidi ritardi nella consegna dei soldi, di cui spesso mancava una parte.

Tommy era gentile con me, ma non lo era stato con Blue.

L'aggressione era stata uno stupido avvertimento: non fare cazzate.

«Domani sera correrai?»

Scossi le spalle. Non lo sapevo.

Avevo discusso con Victor poche ore prima e da giorni non mi dava notizie sulla mia macchina.

Stava apportando alcune modifiche per migliorare le prestazioni e avevamo stabilito una regola secondo la quale non dovevo interferire troppo con il suo genio creativo.

Victor era svogliato e i libri li avrebbe bruciati, se avesse potuto, ma quando si trattava di motori era un Dio.

«Ti conviene farlo, Davis. Recupero con le scommesse i soldi che sniffi tu.»

Ero stordito, quindi non mi ero neanche accorto del fatto che si era avvicinato pericolosamente a me e mi stava puntando la pistola alla tempia.

Io e Tommy eravamo uguali.

Nel sentire il contatto con il ferro mi eccitai e mi vennero i brividi.

Mi avrebbe sparato, certo, ma credo avesse capito cosa volevo davvero: morire.

Senza premurarmi di lui, presi una sigaretta e l'accesi, inondando di fumo la camera dei genitori di Joy. Avrebbe capito che ero stato io e mi avrebbe ucciso, ma poco importava.

«E per questo ti sei messo a picchiare le ragazzine?» sibilai, sbuffandogli il fumo in faccia.

Tommy inclinò la testa e fece qualche passo indietro. Tornò sul letto e, senza rispondere, accese una canna che aveva tenuto nascosta nella tasca dei pantaloni.

Persi interesse per la mia banale sigaretta, che lanciai fuori dalla finestra aperta, e mi sedetti al suo fianco.

Me la offrì dopo qualche secondo e, dopo il primo tiro, sentii i nervi distendersi ulteriormente.

Sapevo che mescolare la cocaina e l'erba non era una buona idea, ma non m'importava in quel momento.

Volevo solo che Tommy abbassasse la guardia, convinto che fossi quasi al tappeto, per poi fargliela pagare.

«Parli della bionda?»

Drizzai le orecchie.

Era stato lui. Lui aveva aggredito Blue. Lui l'aveva riempita di pugni e spaventata.

Digrignai i denti e serrai le nocche. L'avrei ucciso.

Improvvisamente trovai il coraggio di sparargli, quello che fino a pochi istanti prima mi era mancato; peccato che la mia pistola era troppo lontana per raggiungerla senza farmi notare, soprattutto nelle mie condizioni.

Sbuffai.

Idiota.

Mentre fumavo presi il telefono.

Blake: Cenerentola, come stai?

La sua risposta, al contrario di quanto mi aspettassi, non tardò ad arrivare.

Blue: Abbastanza bene, grazie.

Blake: Se commettessi un omicidio, mi copriresti?

Blue: Perché dovrei?

Blake: Perché lo commetterei per te.

Sorrisi. Mi sentii stupido e così, mentre attendevo la sua risposta, sniffai un'altra striscia di cocaina per disfarmi di quella sensazione di calore al petto.

Non passò.

Ma io avevo finito la roba e Tommy stava tenendo tutta per sé la canna.

Blue: Non fare cazzate Blake.

Blake: Ti importa così tanto di me?

Mi massaggiai la spalla. Aveva smesso di rispondere. Forse avevo esagerato.

Poi i tre puntini comparvero. Stava scrivendo.

Blue: Buonanotte Davis.

Blake: Lo prendo come un sì.

Ma lei si disconnesse e smise di rispondere. Restai a guardare lo schermo per una manciata di minuti, fin quando Tommy non mi riportò alla realtà offrendomi quel poco che restava della canna.

«Quindi? Picchi le ragazzine?»

Tommy sbuffò una nuvola di fumo.

«Vuoi sapere se picchierò la tua fidanzata? No, se non mi farai incazzare.»

Mi grattai la mascella. Mi stava confondendo.

«Come fai a conoscerla?»
«Tieni la sua foto nel portafogli e ogni tanto ti osservo... Oltre alle tue scopate senza senso c'è spesso lei, con te... Dovresti vedere come la guardi.»

Buttai il mozzicone fuori dalla finestra e presi a camminare avanti e indietro per la stanza.

«Da quando sei un romantico?»

Fece spallucce. «Da sempre, credo. Sono innamorato della stessa donna da quando avevo sedici anni. Purtroppo è un amore impossibile» sospirò.

«E perché non ci provi di più?»

Rise amaramente. «La vedo una volta a settimana, quando vado per vedere nostra figlia.»

Trattenni il fiato.

«Ho fatto molti errori nella vita. Non fare lo stesso. Ho rinunciato alla mia vera famiglia perché mio padre non mi permette di mollare... E ora sono costretto tutta questa merda. E lei non mi parla. Mi odia.»

Si alzò e mi mise una mano sulla spalla.

«Puoi ancora sistemare le cose» sussurrai, ma Tommy scosse il capo.

«Non picchio le donne» disse infine, «Non toccherò mai la tua ragazza. Troverò un altro modo per farti soffrire, ma ho dei principi morali: mia figlia sarà come lei, un giorno, e vorrei proteggerla da tutti i mali.»

Abbassai lo sguardo.

«Ti do un consiglio, Davis: mio padre è un figlio di puttana, pace all'anima di nonna Tillie, ma trova una via d'uscita e tirati fuori da questa merda. Solo allora potrai darle la vita che merita.»

Ma sapevo che Tommy stava parlando più a se stesso che a me, che voleva convincersi del fatto che, un giorno, avrebbe potuto vivere una vita normale, da padre e da marito.

Con un sospiro uscì dalla stanza e mi lasciò solo.

Troppo stanco mi stesi e rimasi a fissare il soffitto.

Qualcuno mi stava mentendo e, pur sapendo che Tommy era un gran pezzo di merda, ero convinto che Blue non avesse detto tutta la verità.

Buongiorno a tutti e buon sabato, come state? Ecco a voi un nuovissimo personaggio: Tommy Sanchez. Piccolo spoiler, sarà importante nella storia... ma non vi dico altro.
Detto questo, vi auguro un buon weekend e ci risentiamo la prossima settimana!

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