4. Apple pie
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The Night We Met; Lord Huron.
10 anni prima
La bambina dagli occhi blu sorrise sentendo l'odore di hamburger.
Marcus, suo padre stava davanti alla griglia con un sorriso soddisfatto stampato sul volto e il grembiule stretto intorno alla vita.
Amava i venerdì sera estivi.
«Blue... vuoi il pomodoro nel panino?» La donna le accarezzo i capelli biondi, identici ai suoi, e le sorrise. «Sì mamma.»
Si sedette al tavolo, in trepidante attesa. I suoi fratelli erano a giocare nel giardino davanti a casa e, al tavolo, i posti erano cinque. Blue aggrottò la fronte, non sapendo l'identità del loro ospite.
«Ragazzi!» li chiamò sua madre qualche minuto dopo, portando in tavola l'acqua.
Faceva ancora caldo nonostante il sole fosse quasi del tutto tramontato. Blue si sventolo il volto con il tovagliolo.
Il padre le diede un buffetto affettuoso sulla guancia e le si sedette vicino. I due fratelli giunsero correndo, lottando per prendere il posto più lontano da lei.
Quello vicino rimase vuoto fino a pochi istanti dopo, quando una testa corvina si accomodò accanto a lei, senza rivolgerle lo sguardo.
«Blake, spero ti piaccia» disse sua madre con dolcezza. Il bambino annuì e, finalmente, voltò la testa verso Blue, che stava aspettando con ansia di vederlo.
Non si conoscevano. Vincent e Victor avevano iniziato le elementari l'anno prima e lei avrebbe iniziato pochi mesi dopo.
Lui le rivolse un sorriso cordiale, prima di catapultarsi sul suo hamburger.
Lei lo imitò, non sapendo bene come comportarsi. Provò ad imitare sua madre nella speranza di risultare educata e composta, ma fallì miseramente quando la salsa le macchiò il vestito bianco.
I suoi fratelli scoppiarono in una fragorosa risata, «Sei proprio una poppante... non sai neanche mangiare!»
Gli occhi di Blue si riempirono di lacrime e corse in casa con la scusa di andarsi a cambiare; in realtà, nel mentre, si sarebbe concessa di piangere.
La sua camera era dipinta di blu oltremare, poiché era il colore preferito di sua madre e, per questo, aveva scelto di chiamarla così.
Si sedette sul pavimento, ancora con il vestito addosso, e giocherellò con l'orlo mentre le lacrime le inondarono le guance.
«È solo una stupida macchia» tuonò una voce, spaventandola.
Blake stava appoggiato allo stipite della porta. Aveva poco più di sei anni ma era già molto più alto di Vincent e Victor.
Blue arrossì e si asciugò in fretta le lacrime, sentendosi improvvisamente in imbarazzo. Non poteva piangere davanti a lui.
«Lo so» mormorò la bambina in risposta.
Come glielo spiegava che il giudizio dei suoi fratelli la feriva? Che voleva solo che loro la accettassero?
Blake si sedette sul pavimento accanto a lei. «Mi piace il colore della tua stanza» commentò.
«L'ha scelto mia madre.»
«È uguale ai tuoi occhi.»
Blake non la stava guardando, quindi la bambina non capiva come facesse a sapere la sfumatura delle sue iridi, o comunque a ricordarsela dopo la breve occhiata di poco prima.
Appoggiò il mento sulle ginocchia e lo guardò. All'inizio non venne ricambiata ma, dopo svariati secondi, gli occhi verdi di Blake trafissero i suoi.
Quasi sobbalzò dall'intensità di quello sguardo.
Senza che lei se ne accorgesse, lui allungò un braccio e le tirò una ciocca dei lunghi capelli biondi, facendole fare una smorfia.
«Come ti chiami?» chiese lui dopo un po'. La bambina capì che se sua madre avesse saputo che non si era presentata a Blake le avrebbe fatto la ramanzina.
«Blue.» Il bambino buttò la testa all'indietro, ridendo leggermente. «Cosa ti diverte tanto?» Esibì un broncio che lo fece sorridere ancora di più.
«Tutto di te è blu» replicò. Allungò di nuovo la mano ma, anziché tirarle ancora i capelli, le carezzò la guancia arrossata, che si scaldò ancora di più a causa del contatto tra i due.
«E tutto di te è nero» disse lei, osservando la felpa, i pantaloni e le scarpe nere. Solo gli occhi verdi contrastavano con l'oscurità che Blake trasmetteva.
«Beh... i nostri nomi non sono stati scelti per nulla.»
Rimasero in silenzio per un po'; Blue si chiese se non li stessero cercando, ma se ne dimenticò quando la mano di Blake sfiorò accidentalmente la sua.
Trattenne il fiato fin quando non le venne il fiatone, ma lui non commentò.
«Blue?» si sentì chiamare dalla voce della madre, seguita dai suoi passi lungo le scale. I due bambini non si mossero.
«Oh siete qui» disse la donna con un sorriso, «Vi avevamo dati per dispersi.»
Blake fu il primo ad alzarsi, porgendo la mano alla bambina per aiutarla a fare lo stesso. Lei
si vergognò di nuovo poiché aveva il vestito ancora macchiato e lui poteva vederlo, ma non sembrava per niente intenzionato a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, nonostante la presenza di sua madre.
Blue riuscì a sorridere piano, lasciandolo immobile a continuare a fissarla.
«Blake? Perché non raggiungi Vincent e Victor? Stanno reclamando il dolce.» Lui annuì e mollò la presa sulla mano della bambina, per poi voltarsi di scatto e correre via, lasciando al suo posto una sensazione di calore perso e la scia del suo profumo.
Blue guardò sua madre, «Non devi far entrare maschi in camera tua» le disse lei, accarezzandole la guancia, «Perché?» La madre ridacchiò, «Quando sarai più grande te lo spiegherò e tu lo capirai.»
Lei decise di rinunciare alle domande e sfilò l'abito, sperando di non doverlo buttare. Le era passata la fame nonostante avesse dato solo un paio di morsi, ma sapeva che i suoi fratelli avevano già spazzolato tutto durante la sua assenza.
Nonostante sua madre avesse preparato la torta di mele, la sua preferita in assoluto, non aveva voglia neanche di quella.
Voleva solo poter tornare indietro a quando, pochi istanti prima, condivideva uno strano silenzio con il bambino dagli occhi verdi.
Indossò un vestito rosa e, anche quando sua madre se ne andò, rimase a fissare il riflesso allo specchio per un po'. Si lisciò i capelli.
«Perché stai lì?» Di nuovo la sua voce la fece sobbalzare. «Ho detto che dovevo usare il bagno» spiegò lui prima che lei potesse aprire bocca. «È l'ultima porta a sinistra» rispose lei, pensando si fosse perso.
Il bambino rise in risposta, «Era una bugia, volevo stare con te.»
Blue aggrottò la fronte confusa. Stare con lei? E perché mai?
«Vincent e Victor ti hanno escluso dai giochi?» Lei ci era abituata, aveva giocato sì e no due volte con i suoi fratelli, che venivano obbligati e finivano per farla piangere.
Blake scosse il capo e mosse un passo in avanti, sedendosi sul suo letto.
«La mamma mi ha detto che non posso far entrare ragazzi in camera mia.» Strinse la gonna del vestito tra le mani, aspettando che lui si alzasse e uscisse.
«Perché?» Lei scosse le spalle, non lo sapeva.
Allora il bambino si alzò e si diresse fino alla porta, varcando la soglia. Lei credette che sarebbe tornato di sotto, dunque puntò di nuovo lo sguardo sullo specchio e passò le dita tra i lunghi capelli biondi. Ma, inaspettatamente, Blake si voltò.
«Così sono fuori» disse. Lei chinò il capo, non riuscendo a trattenere il divertimento.
«La mamma ha fatto la torta di mele, non la vuoi?» Lui scosse la testa, «Odio le mele.» Blue spalancò la bocca sconvolta da quella rivelazione e cominciò ad elencare una serie di motivi per cui la torta di mele era la più buona e affermò che lui doveva per forza assaggiarla.
Le tese la mano, che lei si decise ad afferrare. «Se scendi la mangio con te.»
Percorsero il tragitto fino al giardino per mano ma, non appena Blue udì le voci dei suoi fratelli, si staccò in fretta e furia da Blake, rossa in volto.
Si sedettero in silenzio a tavola. Blue notò che suo padre era impegnato in una telefonata di lavoro, e che quindi non si era neanche accorto della sua assenza.
Gemma, la madre di Blue, passò una fetta di torta ai bambini.
Blake arricciò le labbra ma, quando vide l'espressione estasiata sul viso di Blue, in seguito al primo morso, si convinse ad assaggiarla.
L'impasto gli si sciolse in bocca, un'esplosione di dolcezza gli solleticò la lingua. Dentro di sé, ammise che Blue aveva ragione e che la torta di mele era fantastica.
Quando però notò che Victor si era preso l'ultima fetta prima di tornare a tirare al canestro con suo fratello, passò la fetta restante a Blue, di cui aveva notato la faccia triste.
Aveva dato solo un piccolo morso e, nonostante ne volesse ancora, preferì darla a lei.
«È tua» controbatté la bambina, «Non mi piace» bisbigliò per non farsi sentire da Gemma così da non offenderla.
Si scambiarono i piatti e Blue divorò anche la torta di Blake, che non le disse di aver mentito.
A torta finita, Blake notò che aveva la guancia sporca di zucchero a velo, dunque si premurò di pulirla con un tovagliolo, facendola arrossire violentemente.
Blake ignorò per tutta la sera i suoi amici, dai quali aveva ricevuto l'invito a cena, in favore di Blue, che gli raccontò dell'ultimo libro che sua madre le aveva letto prima di andare a dormire.
Disse che, nonostante non avesse ancora cominciato le elementari, già se la cavava a leggere, poiché Gemma voleva che imparasse prima del tempo.
«Una volta dovresti leggere qualcosa per me» le rispose lui. «Non penso ti interessino le storie sui cani o altri animali.» Lui scosse il capo, «Allora cresci in fretta così puoi leggermi qualcosa di più serio» sentenziò.
«Hai intenzione di essere amico di Vincent e Victor per così tanto?» Lei arricciò le labbra, non si capacitava di come facessero i suoi fratelli ad avere così tanti amici pur essendo sempre così scortesi... o almeno lo erano con lei.
«Tuo di sicuro.»
Eccoci con un nuovissimo capitolo!
Abbiamo finalmente il primo incontro tra Blake e Blue, ancora bambini.
Vi lascio una foto di Gemma, la madre di Blue, Victor e Vincent.
Che ne pensate?🩵
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