31. Cause she seems like she is good for you
🎶
Moth To a Flame; Swedish House Mafia ft. The Weeknd.
Blake e Victor furono veloci nel cambiarsi per raggiungere me e Caroline.
Vincent aveva declinato l'invito, alludendo a un dolore al ginocchio sinistro e, per quel motivo, sarebbe stato a casa in compagnia di Joy.
«Sei stata fortissima Williams!» si complimentavano i ragazzi che passavano accanto a me e Caroline.
Ma smisero subito quando Blake e Victor ci raggiunsero e si fermarono per una sigaretta. Non fumai, nonostante Blake si divertisse a sbuffarmi il fumo in faccia per infastidirmi.
Sentivo che le cose tra noi si sarebbero sistemate, che non mi avrebbe delusa un'altra volta.
Mi sbagliavo.
Cindy gli saltò addosso seguita da Bonnie e Stacy che si complimentarono.
Indossavano dei vestitini troppo corti e troppo scollati, che avevano sostituito le divise da cheerleader.
Gli fecero un sacco di domande che mi impegnai al massimo di non ascoltare. Mi finsi interessata ai racconti di Victor sul suo test di spagnolo di quel giorno.
Tutto pur di ignorare Blake Davis e le sue stupide amichette.
«Possiamo unirci a voi?» chiese Cindy facendo gli occhioni dolci a Blake e, nonostante l'occhiataccia di Caroline, lui acconsentì con un sorriso languido.
Ci dirigemmo verso la macchina, la tensione era palpabile visto che io e Caroline eravamo a dir poco infastidite.
Feci per salire dietro. «Vieni davanti» mi disse Blake. «Neanche se mi paghi» sputai acida.
«Inviti quelle vipere e pretendi che ti parli?» insistetti. «Blue» mi rimproverò Victor. Mi voltai verso di lui e notai il suo sguardo che minacciava niente di buono: abbassai lo sguardo e, in silenzio, salii sul sedile anteriore sotto gli occhi increduli di Blake, che aveva assistito alla scena, al contrario di Caroline, già seduta a braccia incrociate.
«Potevi andare dietro, se volevi.» Accese il motore, «Non mi pare. Sei tu il capo» borbottai, nella speranza che Victor fosse abbastanza concentrato su Caroline, che ancora teneva il broncio, per prestare attenzione a me.
«Cindy non è così male» provò a dire, uscendo dal parcheggio. «Lo dici solo perché ti sbava dietro e ti piacciono coloro che ingigantiscono il tuo ego» sbuffai.
«Confermo tutto» si intromise Caroline, facendosi avanti nello lo spazio tra i sedili.
«Ma io e Blue seguiremo un piano questa sera: la ignoreremo categoricamente e se dirà qualcosa le ricorderemo chi comanda davvero.»
La guardai con occhi sgranati.
«Cindy non farà niente» soffiò Victor. «E perché no?»
Abbassai il capo, tentando di mascherare il disagio.
Dov'era finita quella felicità che provavo fino a poco prima? Rivolevo quel pizzicore, quel bruciore leggero e piacevole.
Avrei tanto voluto una macchina del tempo per tornare tra le braccia di Blake.
«Non comandate tu o Blue... comandiamo io e Vincent. E Cindy non vuole essere schiacciata brutalmente.»
︵‿︵‿٠◦٠♡٠◦٠‿︵‿︵
Ci sono poche parole per descrivere quella cena. Nonostante fino a poco prima stessi letteralmente per morire di fame, mangiai poco o niente.
Cindy quasi supplicò Blake di sedersi vicino a lei, che la accontentò, pur accomodandosi nella sedia accanto alla mia.
Caroline, seduta davanti a me, mangiava le sue patatine con rabbia. Entrambe desideravamo sparire seduta stante, invece eravamo obbligate a sorbirci i discorsi idioti di quelle tre.
Victor, invece, era decisamente impassibile.
Nell'ultima ora lui e Blake erano usciti a fumare almeno sette volte e avevano ricevuto mille maledizioni da parte mia e della mia amica per averci lasciate sole; ma comunque il trio non ci aveva neanche considerate, preferendo parlare delle cerette totali che avevamo in programma per i loro incontri intimi con Blake Davis.
«Sapete...» sentii sussurrare a Cindy pochi secondi dopo che Blake e Victor si erano alzati, nuovamente, per andare a fumare.
Ormai avevamo finito di mangiare e Blake era stato ben attento ad assestarmi colpetti con la gamba ogni volta che mi vedeva sul punto di lasciare il cibo nel piatto.
Così, mi trovavo con la pancia piena e con Cindy Crowford che parlava a vanvera.
«Prima di sfilare Blake è venuto da me e...» sospirò sognante.
«Quanto prima?» chiede Stacy. Non sembrava invidiosa: come faceva a non darle fastidio che lei e la sua amica se la facessero con lo stesso ragazzo?
«Pochi istanti» ridacchiò leggermente.
Non riuscii a sopportarla oltre.
Mi alzai e uscii fuori, scontrandomi con Blake che stava entrando seguito da mio fratello.
«Cenerentola, dove vai?»
«A prendere un po' d'aria.»
Lo superai con prontezza e corsi a sedermi su un muretto accanto al fast food scelto da Blake.
Pensai a quando il numero sessantasette era sparito per dieci minuti con la scusa di andare in bagno.
Mi aveva mollata da sola. E mentre io stavo da schifo perché, per colpa sua, ero costretta a mettermi in mostra davanti a tutti, lui se la spassava con Cindy.
Mi aveva tenuto la mano. E chissà cosa ci aveva fatto fino a pochi istanti prima.
Quasi vomitai l'hamburger sull'asfalto, disgustata da quel ragazzo.
Pensavo che le cose avrebbero potuto funzionare tra noi; ancora una volta mi ero sbagliata.
Sentii gli occhi pizzicare ma mi obbligai a trattenermi: non avrei pianto per Blake Davis. Era la regola. Una regola scritta dal giorno in cui avevo capito che lui non ne valeva affatto la pena.
Era bello, bello da farti dannare, ma non era abbastanza. Non era sensibile, non era gentile... ma mi faceva impazzire.
«Sembra che tu abbia bisogno di fumare» disse qualcuno.
«Senti Blake perché non mi lasci in pace?» sbraitai, alzandomi in piedi.
Ma, davanti ai miei occhi, non c'era affatto Blake Davis.
I capelli corvini del mio ex migliore amico erano sostituiti da una chioma rossa e spettinata. Il ragazzo mi guardò con espressione confusa, tenendo una sigaretta accesa tra le labbra rosate e carnose.
E se stavo pensando fino a poco prima che Blake Davis fosse bellissimo, quel ragazzo gli faceva decisamente concorrenza.
«Per fortuna non sono Blake» ridacchiò. «Io... Io... scusa...» annaspai, rimettendomi seduta.
«Hai gli occhi tristi» commentò, sedendosi al mio fianco.
Non mi sfiorò, si limitò a porgermi il suo pacchetto di sigarette che rifiutai educatamente: Victor era dentro il locale e se fosse uscito e mi avesse vista non solo in compagnia di un ragazzo, ma anche a fumare, sarebbe scoppiato un putiferio.
«Wes» si presentò, porgendomi la mano. «Blue.»
Non la strinsi, non volevo toccarlo.
Lui non commentò, la ritrasse come se non fossi appena stata maleducata, ignorando del tutto il mio gesto.
«Non ti ho mai visto a scuola» dissi per stemperare la tensione. «Perché non ci vado più... vado al college» spiegò.
Mi disse che studiava a New York ed era tornato per far visita ai suoi genitori.
Un po' lo invidiai. Mio padre mi aveva detto che l'unica possibilità che avevo di proseguire gli studi sarebbe stata frequentare il college in città. Era vicino e non me ne sarei andata.
Nonostante ciò, non pensavo che avrei continuato ad andare a scuola.
Yale era l'unica opzione per me.
«Tu sei all'ultimo anno? Cosa farai l'anno prossimo?»
Annuii, evitando di rispondere alla
seconda domanda.
«Blue?»
Blake, alla fine, arrivò veramente.
Inclinò la testa non appena notò Wes al mio fianco, che continuava a fumare incurante.
«Alzati, prima che ti veda Victor.»
Mi porse la mano.
«Anziché farmi toccare da te mi ammazzo» sputai acida. Sentii Wes ridacchiare leggermente, premendo il mento contro il petto.
«Mi hai seguita dopo così tanto perché ti stavi di nuovo scopando Cindy?»
Blake sgranò gli occhi.
«Cazzo ragazzi, non avevo capito che stavate insieme.»
Wes sollevò le mani in segno di resa e si alzò.
«Non stiamo insieme. Io lo odio» affermai.
«Dille di non raccontare i fatti vostri, mi disgusta sapere certe cose.»
Blake fece un passo verso di me, intimando a Wes di andarsene con lo sguardo.
«Lui non va da nessuna parte. Non sei nessuno.»
Blake sbuffò, «Lo dico per te, se esce suo fratello e ti trova qui ti spacca la testa» gli confidò, come se fosse un segreto.
«Magari vado... spero di rivederti Blue, magari senza rischiare la mia preziosa testa.»
Non feci in tempo a rispondere perché Wes se ne andò, lasciandomi sola con il Diavolo in persona.
«Io stavo male e tu ti stavi facendo Cindy... potevi darle la tua maglia e risparmiami il supplizio!»
Si passò una mano tra i capelli.
Indossava una semplice maglia a maniche corte nonostante l'aria. Io rabbrividii dentro la mia giacca di pelle.
Nel gesto, i muscoli guizzarono e mi sentii una totale idiota ad aver anche solo pensato che Wes fosse paragonabile a Blake.
La cosa brutta del Diavolo è che è bellissimo e tentatore, proprio come Blake Fottuto Davis.
«Il fatto che io voglia tornare ad essere tuo amico non significa che devo fare un voto di castità.»
Scossi il capo. Lui non mi avrebbe mai capita.
Non avrebbe mai capito cosa voleva dire sacrificarsi per qualcuno a cui si tiene.
«Hai ragione. Torna da Cindy. Lei sembra perfetta per te.»
Buongiorno a tutti miei cari lettori, come state?
Ottobre è alle porte e l'estate è ufficialmente finita, ma spero che, anche durante l'autunno, "Not a Cinderella's story" possa tenervi compagnia.
Purtroppo in questo periodo sono un po' sopraffatta dall'inizio dell'università e posso dedicare poco tempo a tutti (ad esempio a qualche video spoiler su Tik Tok); per questo ci tengo a dirvi che, qualche volta, i capitoli potrebbero saltare.
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi chiedo di sostenermi con un commento e una stellina. Inoltre, se avete voglia di chiacchierare un po' (sia riguardo alla storia che non) mi trovate su Instagram come giuliascrive4 e come giuliacattii_
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro