9 - VANILLA SEX
SCUSATE IN ANTICIPO PER QUALSIASI ERRORE, SONO DI FRETTA, MA VE LO DEVO;)
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Look what this girl done did to me
She done cut me off from her good good love.
She told me that those days were gone
Now I'm sitting here going half crazy
Cuz I know she still thinks about me too
And it ain't no way in hell,
That I can be just friends with you
And I wish we never did it
And I wish we never loved it
And I wish I never fell so deep in love with you
And now it ain't no way we can be friends.
[Can't be friends_Trey Songz]
LOUIS
"Ti prego...rispondi...", protestai, lasciandolo andare a malincuore. Harry rotolò sul materasso, liberandosi dalla mia presa. Gli avevo proibito di alzarsi e rispondere al cellulare, ma dopo la sesta volta che squillava con la stessa martellante suoneria, non ne potevo più.
"Non eri quello che non mi avrebbe lasciato alzare fino a stasera?", esclamò Harry, issandosi e fissandomi, prima di afferrare il cellulare. Avevo un sonno terribile e sarei volentieri rimasto a letto con lui tutto il giorno.
"Pronto?", domandò, rispondendo. Dall'altra parte del telefono riuscii a sentire persino io, sdraiato sul letto, distante da lui, una voce roca e penetrante.
"Si può sapere che cazzo di fine hai fatto, stronzo?", Harry fece una smorfia e allontanò il cellulare dall'orecchio per evitare di restare stordito.
"Liam...posso spiegarti...io-..."
"Liam un cazzo! Sai che non dico mai parolacce, ma stai tirando fuori il peggio di me, signorino! Sono il tuo fottuto migliore amico e tu mi lasci da solo per tutto questo tempo senza mai una chiamata e senza una cazzo di spiegazione?", riprese il ragazzo all'altro capo. Compresi che doveva trattarsi di Liam, il migliore amico di Harry.
"Liam...tranquillizzati per favore...appena ci vediamo ti spiego!", cercò di calmarlo Harry, ma con scarsi risultati. Fissai il riccio con un'espressione che viaggiava tra il divertito e lo sconcertato. Non ero nemmeno sicuro che il suo amichetto prendesse aria mentre parlava e sinceramente, pur senza vederlo, mi faceva quasi paura. Volevo che Harry gli dicesse di noi, su quello non c'erano dubbi, ma avevo l'impressione che fosse il classico ragazzo che mi avrebbe preso per il colletto della maglia, mi avrebbe fissato negli occhi e mi avrebbe detto: "Se lo fai soffrire, ti ammazzo!". Al solo pensiero mi sentii rabbrividire. Ma avrei sopportato, perché l'idea di far soffrire Harry non sfiorava nemmeno l'angolo più remoto della mia mente.
"Bene...sono contento che mi spiegherai appena ci vedremo, perché sono quasi sotto casa tua!", aggiunse, sempre gridando. Harry mi fissò spalancando gli occhi quasi terrorizzato. Fece per ribattere, ma Liam chiuse repentinamente la chiamata.
"Abbiamo un problema!", esclamò, lanciandomi la mia maglietta, che era ancora per terra dalla sera prima. Annuii. Il mio cellulare vibrò sul comodino. Lo presi e lessi il messaggio di Zayn. Sospirai e mi misi seduto sul materasso, poi porsi il cellulare ad Harry.
"Ora abbiamo due problemi!", esclamai, mentre lui leggeva le semplici, ma efficaci parole di Zayn: -Sto venendo da te, pretendo di sapere tutto!- Mi stava minacciando? Il mio migliore amico mi stava minacciando? Beh, non che potessi dargli completamente torto, in fondo era una delle persone di cui più mi fidavo al mondo, insieme agli altri tre. Comportarmi così non era il modo migliore per ripagarli del loro affetto e per dimostrare loro la mia fiducia, ma non sapevo che altro fare. Non ero sicuro di voler raccontare tutto. Quella situazione spaventava anche me, dopotutto. La sera appena trascorsa ero stato calmo solo perché ero con Harry e solo perché lui, facendo l'amore con me, era riuscito a tranquillizzarmi, ma la voglia di prendere a pugni quel cretino di Tyler era incontrollabile. Doveva pregare di non capitarmi a tiro, altrimenti avrei spaccato quel suo bel faccino a suon di pugni. Harry si sedette di fianco a me, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi tutto fossette. Era incredibile il modo in cui mi faceva sentire. Bastava quel semplice gesto e stavo immediatamente meglio, mi dimenticavo dei problemi. Mi sfiorò la guancia con la mano e sospirò.
"Va tutto bene, Lou?", domandò, visibilmente preoccupato. Era dolce quel suo preoccuparsi per me. Lui era l'unica persona al mondo a cui avevo voglia di dire tutto, ma mi rendevo conto che era ancora troppo presto, avevo paura di perderlo.
"No...però sono contento che tu sia con me!", risposi. Gli presi la mano e baciai tutte le sue dita una ad una, beandomi della sua pelle morbida sotto le mie labbra, come la sera precedente. Morivo dal desiderio di baciare ancora ogni centimetro del suo corpo. Harry mi fissava stupito, ma nel suo sguardo riuscivo a vedere lo stesso desiderio che avvinceva anche me, non poteva nasconderlo. All'improvviso la sua espressione lasciò spazio ad un sorriso smagliante e carico di furbizia, che mi fece arricciare le labbra, in un'espressione confusa.
"Che c'è ora?", chiesi, in cerca di spiegazioni. Harry si alzò dal divano e mi fissò con l'aria trionfante di chi aveva appena avuto l'idea più geniale della storia.
"Io ho un amico invadente e rompicoglioni...tu hai un amico invadente e rompicoglioni...fai due più due...se hai capito ciò che intendo!", disse, schioccandomi un occhiolino. Spalancai gli occhi, stupito e sinceramente colpito per quella sua spettacolare uscita. Era un piano un po' cattivo, ma poteva funzionare e magari avere anche esiti positivi. Mi alzai e corsi ad abbracciarlo. Lo sollevai da terra quanto la mia forza me lo potesse concedere e gli stampai un bacio a fior di labbra.
"Sei un genio!", esclamai. Harry mi sorrise e ricambiò il bacio, prendendo il mio viso. Lo lasciai andare e mi separai da lui.
"Ehi...mi dispiace, ma ora...sta arrivando Liam...", Harry annuì e mi fissò dall'alto al basso, in modo indagatore.
"Che c'è? Hai paura che non sarò presentabile per il tuo amico?", domandai.
"Sei perfetto, gli piacerai di sicuro! Oddio...spero non troppo però!" disse, con l'aria ingelosita. Proprio in quel momento il campanello della porta di casa sua cominciò a suonare insistentemente. Harry roteò gli occhi al cielo e sbuffando uscì in corridoio.
"Sono qui, Liam!", disse, salutando il suo amico, mentre io rimasi dietro di lui.
"Che ci fai a casa del tuo vicino?", chiese il ragazzo. Io spuntai alle sue spalle e accennai un saluto con la mano. Liam spalancò la bocca e rimase a fissarmi come inebetito.
"Oh – mio – Dio!", balbettò, con un filo di voce, quasi davanti ai suoi occhi avesse visto un fantasma. Harry sorrise timidamente e io compresi le intenzioni di Liam solo quando la sua voce si alzò di diverse ottave e continuò a parlare, "Non dirmi che ti sbatti il tuo vicino di casa!", Harry sobbalzò, per l'imprevedibilità della sua affermazione. Era ovvio che ci sarebbe arrivato, ma nessuno si aspettava che sarebbe andato dritto al punto. Mi feci avanti, circondando la vita di Harry con il braccio e stringendolo.
"Ehi...prima di tutto non urlare, e poi io ed Harry non sbattiamo d'accordo?", io ed Harry facevamo qualcosa di diverso dallo "sbattere" che intendeva lui, o almeno da parte mia l'intenzione c'era. Non volevo rendere il sesso noioso, leggero e semplice, non volevo che fosse sempre sesso alla vaniglia. Volevo divertirmi, certo. Ma, nonostante ciò, almeno per quanto riguardava me, c'era qualcosa di simile al sentimento, che non provavo più da un pezzo o che, precisamente, non avevo mai provato...o almeno così credevo.
"Wow...permaloso il ragazzo!", disse, sorridendo, ma senza staccarmi gli occhi di dosso. Mi sentii stranamente osservato, come se stesse tentando di farmi una radiografia.
"Sì...se hai finito di fartelo con gli occhi...", si intromise Harry, allungando le braccia verso di lui e divincolandosi dalla mia presa. Liam gli saltò praticamente in braccio, stringendolo con un'energia sorprendente.
"Rapa mi sei mancato da morire! Ero...preoccupato!", esclamò Liam, appoggiando il viso alla sua spalla.
"Lo so...mi dispiace...non sapevo se dirti di Louis..."
"Cazzo! Sono il tuo migliore amico! Dovevo sapere che eri stato a letto con lui nel momento stesso in cui lo stavate facendo!", lo ammonì. Harry rise di gusto.
"Lo so, lo so...scusa! Credi che non mi sia costato non potertelo dire?", Liam sospirò e scosse la testa.
"Immagino! Sono così contento per te! Per la cronaca...lui è decisamente su un altro pianeta rispetto a Jack...è figo da morire!", senza sapere bene cosa dire, finsi un colpo di tosse, colto da un improvviso imbarazzo. Harry scoppiò a ridere, seguito a ruota da Liam. D'accordo, erano amici, ma il fatto di parlare così esplicitamente davanti a me mi metteva leggermente in soggezione, come se su di me gravasse il peso dei loro commenti. Avevo paura che ora Harry si sarebbe messo a parlare di com'ero a letto, se ero bravo o se facevo schifo. Sì, insomma...nessuno si era mai lamentato, però...il giudizio di Harry mi importava più di quello di tutti gli altri. Volevo solo che lui fosse felice e appagato, volevo che avesse il meglio e volevo essere il meglio per lui. Scossi la testa. Sicuramente stavo divagando, non lo avrebbero mai fatto. Harry infatti guardò storto Liam.
"Ho l'impressione che Louis ti abbia sentito!", disse. Liam sorrise.
"Beh, dovrebbe ringraziarmi, era un complimento! E poi, quello che ci guadagna è lui, ad avere te...", a quel punto mi fissò, esattamente come mi ero immaginato quando l'avevo sentito gridare al cellulare.
"Hai capito Louis? Harry è una persona meravigliosa, mi sono spiegato?", annuii in un moto di improvvisa rassegnazione. Harry mi guardò alla ricerca di un aiuto, anche perché Zayn sarebbe arrivato in breve tempo e dovevamo organizzarci.
"Ehi...vi va di andare a fare un giro?", proposi su due piedi, senza nemmeno pensare a quello che stavo dicendo. Liam mi fissò perplesso e io sorrisi, cercando di convincerlo. In fondo sembrava simpatico, magari saremmo andati d'accordo.
"Sì, dai...così vi conoscete meglio!", aggiunse Harry, dandomi man forte. Liam annuì confusamente. Presi le chiavi della macchina, chiusi la porta ed uscimmo. Non appena mettemmo piede in strada sentii la voce di Zayn raggiungerci.
"Louis William Tomlinson! Spiegami cosa cazzo nascondi, pezzo di idiota! Ora!", urlò, puntandomi un dito contro e guardandomi con aria di superiorità. Tempismo perfetto! Liam spalancò gli occhi, guardandolo dalla testa ai piedi, come aveva fatto con me, ma con un po' più di entusiasmo e malizia nello sguardo. Beh, Zayn faceva quell'effetto a chiunque, anche alle donne, sebbene non ne fosse proprio attratto, come me.
"E ora lui chi è?", domandò Zayn, indicandolo.
"Sono il migliore amico di Louis, dolcezza!", rispose, facendogli un occhiolino. All'improvviso Liam gli si avvicinò lentamente. Zayn lo fissò stranamente preoccupato, ma prima di poter fare qualcosa, Liam gli toccò la guancia con l'indice.
"No! Tu non puoi essere reale...dammi un pizzicotto, per favore!", disse. Zayn sollevò un sopracciglio e tentò di abbozzare un sorriso, con scarsi risultati, "Sul serio...dammi un pizzicotto!", ribadì lui. Zayn fece come gli aveva chiesto, pizzicandogli leggermente la guancia. Liam lo fissò a bocca aperta, e lui ricambiò il suo sguardo, evidentemente molto confuso, come me ed Harry, del resto.
"Ok...è evidente che non sto sognando...ma...no, no...tu non puoi essere vero! Cioè...", Liam si scosse e girò intorno ad Zayn, studiandolo nei minimi particolari, come volesse spogliarlo con lo sguardo.
"Tu sei troppo bello per essere vero! Non puoi essere vero! No, non puoi!", concluse, spalancando di nuovo gli occhi davanti al suo viso. Cercai lo sguardo di Harry, non riuscendo a decidere se essere traumatizzato o divertito, e lui scosse la testa in un moto di esasperazione.
"Liam!", lo richiamò, toccandosi la fronte. Liam scosse le spalle.
"Che c'è? Tu l'hai mai visto un ragazzo così...ehm...sì, beh, hai capito!", rispose Liam, fissandolo in modo allusivo. Mi servivano spiegazioni e soprattutto...lo aveva mai visto un ragazzo così bello? Cosa voleva dire? Non ero bello come Zayn, per lui? Sì, beh...Zayn aveva un fascino particolare, oserei dire tenebroso, ma...Harry cosa pensava? All'improvviso mi resi conto di esser preoccupato, preoccupato di non piacergli abbastanza, preoccupato di non essere quello che si aspettava. Sì, insomma, preoccupato di non essere quello giusto per lui.
"Beh...è il tuo giorno fortunato, dolcezza, perché... sono reale!", esclamò Zayn, schioccando un occhiolino a Liam. Fantastico! Quella volta fui io ad alzare gli occhi al cielo rassegnato. Erano fatti praticamente per stare insieme. Zayn era egocentrico, narcisista e presuntuoso, quando si trattava del suo aspetto e delle sue prestazioni sessuali. E Liam non aveva fatto altro che compiacerlo. Lentamente, mi avvicinai ad Harry che mi lanciò uno sguardo complice, mentre Liam continuava a sorridere a Zayn, senza nascondere una malizia che tutti notammo, il moro per primo. Non ci sarebbe voluto molto perché diventassero intimi, secondo me. Lasciai scivolare la mano su quella di Harry e la strinsi. Lui annuii e corremmo verso la mia macchina. Salimmo e io misi in moto, prima che Liam e Zayn potessero riemergere dal mondo perfetto in cui erano finiti. Harry poi scoppiò a ridere, salutandoli con la mano fuori dal finestrino, mentre ci allontanavamo.
"Sono la coppia perfetta! Non ci sono dubbi!", disse e io scoppiai a ridere a mia volta.
"Sì, già... senti...ma tu l'hai mai visto un ragazzo così...così come?", chiesi. Mi resi conto che la mia voce si era leggermente alzata, involontariamente. Che stupidata la gelosia! Da quando mi interessava sapere cosa pensasse un ragazzo di me?
"Stava per dire 'orgasmico', ma per fortuna si è trattenuto!", spiegò. Io annuii, fissando la strada davanti a me.
"D'accordo...e...tu l'hai mai visto un ragazzo così...ehm...orgasmico come Zayn?", domandai, senza voltarmi a fissarlo. Sembrava che gli stessi facendo il terzo grado. Non mi piaceva, ma rendermi conto che Harry effettivamente avesse tutto il diritto di guardare altri ragazzi mi faceva paura. Harry sospirò.
"Sì, l'ho visto!", rispose distaccato. Rimasi in silenzio. Lui non parlava, ma guardava dritto di fronte a sé, come me. Sembravamo due ragazzini. Evidentemente quando si trattava di cuore, non ero maturo come credevo, dovevo ancora crescere.
"Ah...chi è?", chiesi, sentendomi un idiota. Non mi piaceva quel mio comportamento, ma non volevo restare deluso, volevo essere il meglio per lui, anche se forse non gli importava più di tanto l'aspetto fisico e mi apprezzava per quello che ero. Tutte i ragazzi con cui ero stato non la pensavano esattamente così. Non ascoltavano nemmeno quello che avevo da dire, se non era un complimento per loro. Facevano i deficienti per tutto il tempo in cui io cercavo di conquistarli, ma in fondo sapevo sempre che era perfettamente inutile corteggiarli, perché finivano puntualmente nel mio letto senza farsi pregare troppo. Con Harry era stato diverso fin dall'inizio. Forse nemmeno lui era riuscita a resistermi, ma lo schiaffo che mi aveva dato il giorno dopo mi aveva convinto che, per lui, fare sesso con me era stata una tragedia, peggio una cosa vergognosa e io mi ero sentito ferito nell'orgoglio. Ecco perché avevo voluto conquistarlo a tutti i costi. Il problema era che non avevo pensato che lui potesse prendermi realmente così tanto. Era partito tutto come un gioco a cui avrei voluto solo partecipare, ma ora mi interessava anche vincerlo.
"Oh, Louis! Che te ne frega? Non te lo dirò!"
"Stronzo!", risposi, sorridendo. Era inutile fare il geloso. Lui era lì con me. Lui era lì per me. E io mi fidavo di lui. Harry appoggiò la mano sulla mia, sopra la leva del cambio.
"Dove stiamo andando?", domandò.
"Da mia madre, dobbiamo recuperare Louis!", risposi. Lui annuii.
"A proposito...", ecco, lo sapevo che non si sarebbe rassegnato. Era per quello che lo adoravo. Lui era bello, brillante e testardo. Quando voleva qualcosa la otteneva.
"Che c'è?"
"Chi è Tyler?", a mio malgrado mi ritrovai a sorridere, sapevo che lo avrebbe chiesto.
"Vuoi sapere perché mi somiglia tanto, scommetto!", esclamai. Annuì e proprio in quel momento arrivammo a casa di mia madre. Parcheggiai ed Harry cominciò a guardarsi intorno preoccupato.
"Ehi...mia madre ti adorerà!", dissi prendendogli la mano. Lui annuì timidamente, poi scese dalla macchina, lisciandosi la maglia bianca sopra i jeans. Era bello e semplice, completamente diverso da Seth, che per altro a mia madre non era mai piaciuto. Mi aveva sempre detto di stare lontano da quel "gatto morto al maschile che nasconde di sicuro qualcosa". Aveva ragione, ma, ovviamente, da buon figlio quale ero, non l'avevo ascoltata. Pensavo che Seth fosse il ragazzo più bello che avessi mai visto, ma ai tempi ero giovane e inesperto, probabilmente. La bellezza di Harry era molto diversa da quella di Seth, eppure aveva quel qualcosa che conquistava al primo sguardo, quel qualcosa che mi aveva fatto desiderare di portarmelo a letto non appena avevo messo piede in quell'appartamento. E aveva quel qualcosa che mi faceva desiderare di non stargli lontano.
Sospirai. Per fortuna, il problema del giudizio di mia madre aveva soppiantato la sua curiosità. Avevo ancora un po' di tempo per pensare a come dirgli di Tyler. Avrei dovuto farlo, prima o poi, lui voleva sapere e se desideravo farlo diventare il mio ragazzo a tutti gli effetti, non dovevo tenergli nascoste cose di una certa portata, come quella. Mia madre ci aprì la porta entusiasta. Harry sorrise timidamente, guardandola. Mia madre ricambiò il sorriso con dolcezza, cercando di metterlo a proprio agio. In realtà non si riservò di rivolgerle un'occhiata confusa, prima di spostare lo sguardo su di me, con un'implicita domanda negli occhi: non le avevo mai parlato di Harry, non sapeva chi fosse e non sapeva che con me ci sarebbe stato un ragazzo.
"Ciao mamma!", dissi, sporgendomi a darle un bacio sulla guancia. Lei sorrise e ci invitò ad entrare. Si scioglieva quando facevo il bravo bambino affettuoso e a me a volte piaceva farmi coccolare da lei. Il fatto che avessi ventun'anni suonati non mi impediva di tornare un bambino con lei e molto spesso sentivo la sua mancanza in casa, dovevo ammetterlo. Il piccolo Louis ci corse incontro, mi salutò e poi saltò in braccio ad Harry, come faceva sempre. Harry aveva conquistato anche lui, ovviamente. Era piuttosto evidente, non si poteva resistere al riccio, nessuno ce la faceva.
"Allora...me lo riporto a casa, grazie per averlo tenuto ieri...", dissi. Improvvisamente mi resi conto di volermene andare di lì, prima che mia madre cominciasse a fare domande a raffica ad Harry. Le avrei detto senza problemi che Harry era il mio ragazzo, ma la cosa doveva fermarsi lì. Non volevo che anche mia madre si mettesse a fargli l'interrogatorio sulla sua vita e su come mi comportassi con lui.
"Louis! Che maleducato! Non mi presenti questo bel ragazzo?", Harry sorrise imbarazzato. Mia madre aveva deciso di comportarsi come se fossi ancora un bambino. Forse non aveva tutti i torti.
"Oh, sì, scusa...lei è Harry..." dissi, cercando di liquidare le presentazioni al minimo indispensabile. Avrei detto tutto a mia madre quando saremmo rimasti soli, o quando mi avrebbe chiamato al telefono: sapevo che la curiosità era donna e avrebbe vinto lei. E poi si trattava del suo bambino. Sicuramente non vedeva l'ora di vedermi con il doppio petto ad aspettare un ragazzo davanti all'altare di una chiesa. Harry mise giù Louis e le diede la mano.
"Piacere signora, sono Harry, un amico di Louis", le sue parole mi colpirono alla testa come un martello pneumatico e il loro suono rimbombò finendo dritto al mio cuore. Amico? Avevo sentito bene? Mi voltai a fissarlo, quasi allibito. Dopo tutto quello che avevamo avuto si definiva ancora un mio amico? Sospirai. Speravo stesse scherzando. Perché doveva definirsi un amico? Io credevo che volesse stare con me.
"Piacere mio, caro, io sono Johannah e mi scuso per i modi di mio figlio, sicuramente sarà stato maleducato anche con te!", Harry sorrise.
"Non si preoccupi, Louis è un bravo ragazzo...a parte quando non vuole dirmi le cose!", disse Harry, rivolgendomi un'occhiata allusiva. Mamma scosse la testa esasperata e gli diede ragione, probabilmente comprendendo a cosa alludeva.
"Bene, ora dobbiamo andare!", dissi, rendendomi conto che il mio tono era diventato più freddo e scontroso. Per così poco. Solo perché non volevo che lui fosse un amico. Dove avevo sbagliato?
"Ma...non volete nemmeno un tè o...", presi Louis per mano e la salutai.
"No, ce ne andiamo, siamo in ritardo, mi dispiace!", Harry mi guardò confuso, ma salutò mia madre e mi seguì, stringendo l'altra mano di Louis. Dopo tutto quello, credeva che io preferissi averlo ancora come amico? Mettemmo Louis sul sedile posteriore della mia auto, poi salimmo.
"Che ti prende ora?", chiese Harry.
Sospirai, serrando gli occhi, poi sbottai, "Che mi prende? Che mi prende? Devi anche chiederlo? Non ci arrivi da solo?", risposi, gridando leggermente. Mi stavo arrabbiando per una sciocchezza, ma per me era una cosa importante.
"No! Che è successo?"
"Un mio amico? Ti basta essere un amico? Bene, d'accordo! Io pensavo che fossimo qualcosa di più...ma evidentemente per te non è così!", spiegai, mettendo in moto. La tensione era percepibile tra di noi. Louis si stava spaventando ed Harry se ne accorse. Si limitò a sbuffare e a voltarsi verso il finestrino. Restammo in silenzio fino a casa, poi una volta scesi dall'auto, lui comprese che era il momento di affrontare di nuovo la discussione.
"Te la sei davvero presa così per quello che ho detto a tua madre?", chiese. Non voleva fare una di quelle litigate epiche e non voleva di sicuro dare spettacolo, e in fondo non lo volevo nemmeno io, perciò cercai di replicare mantenendomi calmo, anche se quella sua non curanza mi irritava. Come poteva essere così insensibile? Era così importante solo per me?
"Sì! Potrà sembrarti una cavolata, ma per me è importante! Cosa ti costava dirle che sei il mio ragazzo? Perché lo sei, vero? Sei il mio ragazzo, giusto?", Harry abbassò lo sguardo e sospirò.
"Che ne so, Louis...tu...non mi dici mai nulla! Come faccio a sapere se sono il tuo ragazzo? Io...non so se sono quello giusto per te, cioè...non puoi negare che in fondo non mi sono comportato in modo migliore del tuo ex! Forse non sono quello giusto, forse non sono nemmeno quello che vuoi...ma non lo so! Non lo so perché tu non mi dici mai niente! Odio tutti i tuoi stupidi segreti e il tuo modo di essere vago! Prima di oggi non sapevo nemmeno se tu mi volessi perché...non me lo hai mai detto! Non mi hai mai detto che volevi qualcosa di serio!", notai che gli occhi cominciavano a diventarle lucidi. Pensavo che stesse facendo soffrire me, ma forse era il contrario. In effetti non gli avevo mai detto che volevo una storia seria, l'avevo solo portato nel mio letto, l'avevo solo fatto mio. Non gli avevo mai detto che lui per me era importante. Harry non aggiunse nulla, salutò Louis e salì nel suo appartamento. Louis mi strinse la mano e sorrise. Gli diedi un bacio sulla guancia e lo portai in casa.
"Voglio Harry", disse. Non era decisamente una cima a parlare, doveva ancora imparare e sicuramente tutto quello che gli era capitato non lo aveva agevolato.
"Anche io!", gli dissi, entrando in casa. Presi il cellulare e chiamai Zayn per chiedergli come era andata con Liam, e per sapere se aveva il suo numero. Sapevo cosa dovevo fare, ma avevo bisogno di lui.
HARRY
Non vedevo Louis da due giorni. Non avevo capito nulla della nostra discussione, semplicemente perché non sapevo che lui volesse a tutti i costi che io dicessi di essere il suo ragazzo. Credevo di avergli fatto un favore a definirmi un suo amico, per non metterlo in difficoltà...e lui si era arrabbiato. Veramente, non lo capivo. E soprattutto, come potevo immaginarmi di essere diventato il suo ragazzo? Lui non me lo aveva mai detto. Fare sesso non significava sempre ed automaticamente essere fidanzati.
La musica alta della discoteca dove Liam mi aveva costretto ad andare riusciva a martellare ulteriormente il mio cervello, già abbastanza tormentato. Perché Louis doveva rendere le cose così difficili? All'improvviso la musica si spense, lasciando spazio al boato deluso e confuso dei ragazzi che stavano ballando.
"Questa sera abbiamo una dedica speciale per una persona speciale!", annunciò il dj, prima di far partire una canzone decisamente più lenta e romantica. Liam sorrise in modo strano e mi appoggiò una mano sulla spalla. Lo guardai perplesso, ma prima che potessi chiedergli qualcosa, lo schermo dietro alla consolle del dj si illuminò e comparve la famosa dedica di cui parlava: -Vuoi essere il mio pornodivo? Non chiedo altro, non chiedo di meglio!- Scoppiai a ridere. No, fare le cose semplici non era tipico di Louis, evidentemente. Ma quella dedica! Come gli era venuto in mente? Ovviamente non era riuscito a ridursi ad una di quelle frasi sdolcinate, aveva dovuto metterci del suo.
"Non ci posso credere!", esclamai.
"Credo che Louis ora voglia una risposta!" disse Liam, sussurrandomi nell'orecchio, per sovrastare la musica. Avevo capito che Louis doveva avere un complice, quel complice era Liam, che mi aveva proprio fregato, perché davvero non avevo sospettato nulla.
"Ti aspetta fuori!", aggiunse. Io annuii e corsi fuori dalla discoteca, senza nemmeno preoccuparmi di mettere la giacca. L'aria fredda della sera mi colpì in pieno, ma non mi importava. Louis era davanti a me, mi aspettava sorridendo. Scossi la testa divertito e gli corsi incontro. Louis allargò le braccia e io gli saltai praticamente addosso.
"Sei uno scemo! Certo che voglio essere il tuo..."
"Ragazzo, sei il mio ragazzo!", concluse lui, stringendomi. Annuii, poi Louis mi prese il viso tra le mani e mi sfiorò le labbra con le sue.
"Mi dispiace per come mi sono comportato!"
"E a me dispiace per come mi sono comportato io. Avrei dovuto dirtelo subito che non volevo essere un tuo amico!", Louis mi baciò ancora, poi sospirò e mi prese le mani.
"Tyler è mio cugino, per questo mi somiglia. Era una delle persone più importanti della mia vita. Credevo che fosse uno dei miei migliori amici, finché non ha sedotto Seth e se l'è portato a letto. Il giorno in cui ho scoperto che mi aveva...che mi avevano tradito...è stato orribile...mi sono sentito tradito anche da Ty... pensavo mi volesse bene, ma evidentemente mi ero sbagliato!", strinsi le sue mani e annuii. Finalmente mi stava dicendo tutto. O almeno, se non tutto, si stava aprendo con me. Un giorno forse mi avrebbe chiarito tutta la situazione. Doveva aver sofferto così tanto... io volevo solo che non fosse più triste.
"Quello che hai fatto tu è diverso, Harry... cioè, Jack non ti trattava come meritavi, nessuno può fartene una colpa, soprattutto non puoi farlo tu!", annuii. E poi io non amavo Jack. Avevo sbagliato, era vero, ma poi lo avevo lasciato, prima ancora di capire che volevo stare con Louis, perché sapevo che le cose stavano cambiando. Quando mi aveva detto di Seth, mi ero sentito uno schifo, perché in fondo mi ero comportato nello stesso modo. Ecco perché avevo paura di non essere abbastanza per lui. Non ero un bravo ragazzo. Eppure avevo sentito che stare con lui era la cosa giusta. Con lui doveva essere diverso, perché non riuscivo a desiderare nessun altro quanto desideravo Louis, non volevo nessun altro da quando avevo lui. E lui sapeva sempre esattamente quello di cui avevo bisogno io, come quella sera.
"Tyler è un cattivo ragazzo...non poteva permettersi di tenere Louis, ecco perché lui ora vive con me!" aggiunse.
"E...Seth?"
"Non lo so...da quando l'ho lasciato, non l'ho più visto. Il bambino viveva con Tyler! È una situazione complicata, Harry... devi stargli lontano, perché ora che ti ha conosciuto, io ho paura!", io annuii e lo abbracciai, lasciandogli un bacio sulle labbra.
"Harry!" gridò qualcuno alle mie spalle. Mi voltai, anche se non avevo bisogno di girarmi per capire di chi si trattava. Ricordavo quella voce.
"Mi hai lasciato per stare con quello?", urlò Jack, venendoci incontro. Louis mi circondò le spalle e mi strinse a sé. Era così orgoglioso che io avessi appena ammesso di essere il suo ragazzo, che piuttosto che smentire, avrebbe fatto a botte con Jack, potevo scommetterci.
"Jack, io-..."
"Sì, ora sta con me, fattene una ragione!", esclamò Louis. Jack non gli era mai stato molto simpatico, ma nulla lo fermò dal correrci incontro.
"Un momento...ma tu sei quel coglione del suo vicino di casa!", esclamò, ricordandosi improvvisamente di lui. Louis non rispose e sostenne il suo sguardo.
"E da quanto va avanti questa storia? Non hai fatto che prendermi in giro, vero Harry?", Louis si irrigidì e mi strinse con più forza, fissandolo con aria di sfida. Avevo paura che entrambi avrebbero reagito nel modo sbagliato. Fantastico! Jack era sempre sbagliato, nel posto sbagliato ed al momento sbagliato.
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