1 - NOSY NEIGHBORS
SONO RITORNATA ANCHE CON NOSY NEIGHBORS! VISTO VISTO? CHE VA BE', SONO ANCORA DEMORALIZZATA, MA DETTAGLI! GODETEVELA DI NUOVO E SPERO CHE RIUSCIATE ANCHE PER QUESTA A RIDARGLI LO STESSO AMORE! INTANTO VI RINGRAZIO, RINGRAZIO CHIUNQUE MI ABBIA RIVOTATO E RISEGUITO, STIAMO SALENDO SEMPRE DI PIU' E SPERO IN POCHISSIMO TEMPO DI RIUSCIRE A RIPOSTARLE TUTTE!
P.S = PER CHI AVEVA LETTO "I THOUGHT I LOST YOU", LA RIPOSTERO', MA HO DECISO DI DARGLI UN'OCCHIATA E MODIFICARLA UN POCHINO, CIOE' INTENDO SOLO COME E' SCRITTA, NON LA TRAMA!;) LOVE YOU, LAPPI<3
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My binoculars on
Alone staring out of my window
I see the best creation of MAN
That I ever saw in a long, long time
Some say it is wrong
But what if HE knows
That I am spying on HIM
Would HE trip down naked
And entertain me
Oh my God HE's doing it
Taking ti off
HE's getting naked
(NOSY NEIGHBOR – AKON)
HARRY
Chiusi il libro che avevo in mano facendo rimbombare la mia stanza di quel rumore. Non ne potevo più, era veramente troppo. Se quel ragazzo aveva scambiato il suo appartamento per un bordello si sbagliava di grosso. Non sopportavo più di sentire i ragazzi gridare ed invocare Dio, come se in realtà Dio fosse stato lui. Non lo era e non poteva fare tutto quello che voleva, visto che la sua stanza aveva due miseri centimetri di parete in comune con la mia. Ed era inutile che quei ragazzini che si portava a letto provassero a compiacerlo in tutti i modi possibili ed immaginabili: lui il giorno seguente non li avrebbe richiamati, oppure si sarebbe stufato di vederli dopo circa una settimana. Se invece riusciva a farsi invitare a casa loro, in quel caso scappava alle prime luci dell'alba e poi scompariva per sempre dalla vita del malcapitato di turno.
E lo sapevo, lo sapevo perché lo sentivo tornare molto spesso alle quattro o alle cinque del mattino. E in quelle circostanze non si riservava certo di fare la persona educata. Sbatteva la porta, camminava pesantemente, sbadigliava rumorosamente e a volte accendeva persino la televisione e non certo mantenendo il volume basso. Lo odiavo, perché quando gli aveva affittato l'appartamento, si era presentato da me con un sorriso cordiale e splendido e con un visino da angelo che mi aveva convinto, tanto che era quasi riuscito a farmi credere che mi sarebbe piaciuto.
Ma mi sbagliavo.
Louis Tomlinson era il ragazzo più maleducato, stupido, egocentrico, svogliato e rumoroso che avessi mai avuto il piacere di incontrare. Potevo riservargli altri milioni di insulti e pessime qualità. E soprattutto, per fortuna o per sfortuna, era anche il ragazzo più maledettamente sexy che avessi mai visto, ed anche io ero gay, non mi pare ci sia bisogno di dirlo. Ma quella sera aveva superato il limite. Avevo un esame da sostenere qualche giorno dopo e non avevo certo voglia di non superarlo per colpa sua e per le urla del ragazzo di turno. Se voleva scoparselo lo avrebbe portato a casa sua.
Scesi dal letto e uscii dal mio appartamento completamente scalzo. Pestai i piedi sul pianerottolo fino a raggiungere la sua porta. Diedi quattro o cinque colpi con una violenza che non credevo di poter avere. Il ragazzo si zittì, interrompendo il suo orgasmo, ma nessuno venne ad aprirmi.
"Louis, alza quel culo e vieni qui!", urlai. Dopo due secondi mi aprì la porta. Indossava solo i boxer ed era leggermente sudato, con i capelli scompigliati e le labbra gonfie, probabilmente stanche di succhiare il pene della sua preda. Cercai di recuperare il fiato, ma mi resi conto fosse difficile davanti a tanto ben di Dio.
"Problemi, Harry?", domandò, asciutto. Io boccheggiai, fino a riuscire a ritrovare la mia dignità.
"Sì, sì e ancora sì! Mi sono rotto i coglioni di vivere in un film porno in cui tu sei il protagonista e io lo sfigato della porta accanto! Sono stufo di sentire orgasmi e porcate gridate da te o dal tuo stronzetto di turno!", urlai a squarciagola. Sembrava fossi pazzo, ma non mi importava. Mi sporsi oltre le spalle di Louis e guardai il ragazzino che se ne stava sdraiato sul suo letto, con il lenzuolo tirato fino a sopra la vita.
"Nulla di personale, non vorrei offendere o cosa, ma...chi sei tu? Josh, Mark, Tyler, Connor, Luke...no aspetta, non mi sembra di averti mai visto da queste parti, devi essere nuovo del giro! Ti dico come funziona...una volta che Louis ti avrà sbattuto a sua piacimento, fino a farti godere come non hai mai fatto della tua vita...ti farà uscire da questa casa e se sarai fortunato di inviterà ancora un paio di volte...in caso contrario, bè, non ti chiamerà e non lo rivedrai mai più! Ha un talento innato per queste cose!", il tipo spalancò la bocca davanti alla mia insolenza, poi guardò Louis, come per trovare conferma in lui delle mie parole. Louis alzò le spalle con noncuranza. Lui si alzò di scatto dal letto, si rivestì ed uscì di corsa passandoci di fianco e facendo il dito medio a Louis.
"Coglione!", esclamò, rivolto verso di lui, prima di andarsene. Sorrisi compiaciuto.
"Sei diventato scemo per caso? Mi hai interrotto nel bel mezzo di una scopata epica!"
"Oh si, certo! Sono tutte epiche per te!", Louis mi guardò dall'alto al basso, con un'espressione indecifrabile sul volto.
"Come sai che l'avrei fatto godere così tanto?", domandò. Sorrisi con strafottenza.
"Perché camera tua confina con la mia e...pare che tu sia...l'amante migliore di tutti i tempi, il ragazzo più dotato che esista, uno che ci sa fare parecchio...cito male forse?", risposi, riportandogli solo alcune delle cazzate più assurde che avevo sentito negli ultimi mesi.
"Invidioso?", chiese. Io scoppiai a ridere e tornai nel mio appartamento. Neanche qualche minuto dopo, Louis tirò un paio di colpi contro la parete facendo rimbombare la mia camera.
"Piantala, porco maniaco!", urlai. Louis rise e continuò a picchiare contro il muro.
"Ora mi toccherà guardare un porno e fare tutto da solo!", disse, mentre io sbuffai.
"Louis Depravato Tomlinson...mi fai schifo!", Louis non rispose, ma non smise di fare rumore finchè non uscii di nuovo dalla mia stanza.
"Uhm...bè...dovresti provarmi prima di dire che ti faccio schifo!", disse, uscendo sul pianerottolo. Lo guardai allibito.
"Cosa? Tu sei malato, Louis!", Louis sospirò e mi spinse appoggiando una mano sul mio petto. In un secondo mi ritrovai contro il muro del suo appartamento. Mi bloccò le mani contro la parete e mi osservò.
"Sei un ragazzo eccitante, te l'hanno mai detto?", sussurrò, avvicinando le labbra alle mie.
"E tu sei un pervertito senza tatto, te l'hanno mai detto? Le tue tecniche non funzionano con me!", esclamai, dandogli un calcio sulla gamba, facendolo urlare e lasciandomi andare.
"Avanti, non fare così! Potrei farti gridare di piacere anche solo sfiorandoti, se volessi!", continuò. Io mi avvicinai alla porta. Era incredibile il modo in cui riusciva a provocare i ragazzi. Bastava solo uno sguardo con quegli occhi azzurri maledettamente intensi per far impazzire un uomo. Ma io credevo di essere più maturo di tutti quelli con cui aveva avuto a che fare. Prima che potessi uscire da suo appartamento, Louis chiuse la porta. Mi prese il mento con la mano e mi costrinse a guardarlo.
"Non sono bello come tutti quelli che ti scopi, Louis!", dissi. Ero alto sì un metro e ottanta ma non avevo gli occhi azzurri profondi che aveva lui e sicuramente non avevo un culo da far paura.
"Uhm...occhi verdi, capelli ricci color cioccolato, culo piccolo e perfetto...da toccare, direi...non dirmi che non ti sei accorto che vorrei farti mio da quando sono arrivato in questo posto!", disse, quasi divertito. Sentii le sue labbra sfiorare le mie, con inaspettata dolcezza.
"Oh davvero? Farmi partecipare indirettamente alle tue scopate era un modo per dimostrarmelo?", chiesi sarcastico, provocando una risata da parte di Louis.
"Scommetto che ti eccitavi!"
"Ti sbagli di grosso, non sei per niente il mio-...", no, non era il mio tipo, ma quando annullò di nuovo le distanze tra di noi, non riuscii più a trovare la forza per parlare. Louis sfiorò il mio labbro con la lingua, quasi chiedendomi il permesso. Io glielo concessi. La sua lingua incontrò la mia, che non si tirò indietro. Ci sapeva fare e stava riuscendo nel suo intento. Le sue mani scivolarono lungo i miei fianchi. Louis le posò sui miei glutei e mi tirò verso di sé. Sussultai e mi lasciai sfuggire un gemito, quando sentii la sua erezione premere contro la mia, ormai quasi evidente a sua volta.
"L'avevo detto che potevo farti godere solo toccandoti!", sussurrò, sulle mie labbra. Non risposi, perché ero eccitato e lo desideravo, come non avevo mai desiderato nessun altro ragazzo prima di quel momento. E lo odiavo al contempo, perché stava riuscendo a far cadere anche me nella sua trappola. Gli circondai il collo con le braccia e infilai una mano tra i suoi capelli. Louis mi morse il labbro, poi fece incontrare di nuovo le nostre lingue. Indossavo solo una maglietta lunga dei Ramones che usavo di solito per dormire, che mi arrivava appena sotto il fondoschiena, così Louis fece scivolare una mano al di sotto di essa e la lasciò vagare sui miei boxer.
"Louis, smettila, ti prego...", ansimai.
"Ormai sei entrato in casa mia e non ne uscirai tanto facilmente!", mi rispose, "Sei sexy, piccolo Harry!", sussurrò, mordendomi il lobo dell'orecchio. A quel punto decisi che se avessi dovuto restare lì, avrei fatto le cose per bene. Gli avrei dimostrato che anche io avrei potuto farlo gridare. Cercai le sue labbra e lo baciai con urgenza.
"Così mi piaci...", sorrise e tirò l'elastico dei miei boxer, ma io lo fermai subito.
"Non così in fretta, Lou!", dissi. Lui mi guardò perplesso, ma, prima che potesse dire qualcosa, infilai la mano nei suoi boxer. Louis gemette. Toccai il suo membro eretto, facendolo ansimare.
"Ora chi è che gode?", esclamai. Mi abbassai e gli abbassai i boxer fino alle caviglie, poi lasciando che se li sfilasse. Lo guardai solo un attimo, perché lui potesse comprendere le mie intenzioni. Presi la sua erezione con le mani e la massaggiai, accarezzandolo per tutta la lunghezza. Lo mossi su e giù per qualche secondo, mentre il respiro di Louis cominciava a farsi sempre più incontrollato.
"Ti piace, Louis?", chiesi. In risposta lui gemette. Io allora appoggiai le labbra sul suo membro, lasciandogli qualche bacio leggero.
"Harry, ti prego...", non lo lasciai finire di parlare, anzi facendogli mozzare il respiro quando lo presi completamente in bocca, "Oh Dio...", ansimò, prima di infilare le mani tra i miei ricci. Mi mosse la testa guidando i miei movimenti.
"Oh sì...Harry...", bisbigliò, mentre io assecondavo il ritmo che mi stava dettando. Alzai lo sguardo e lo vidi gettare la testa all'indietro e chiudere gli occhi, scosso dal piacere, "Harry, continua...non ti fermare...", sorrisi e feci quello che mi aveva detto, impegnandomi di più nel mio lavoro.
"Harry...Harry...sto per ve-...", tolsi la bocca. Louis si lasciò sfuggire un piccolo grido di piacere e venne sporcandomi la maglietta.
"Questo sì che è stato epico!", balbettò, riprendendo fiato.
"Non posso credere di averlo appena fatto...", sussurrai, pulendomi la bocca. Louis rise.
"Però lo hai fatto...e wow...sì che mi hai fatto godere!", io alzai le spalle ed accennai ad andarmene. Ora che aveva avuto quello che voleva, potevo anche andarmene. Ma Louis mi afferrò il polso.
LOUIS
Il piccolo Harry della porta accanto era nel mio appartamento e mi aveva appena fatto il pompino migliore che mi avessero mai fatto. Volevo farmi Harry dal primo giorno che l'avevo incontrato perché sapevo bene che poteva darmi quello che volevo, e in effetti me l'aveva appena dimostrato.
"Ehi! Dove te ne vai, piccolo Harry?"
"A studiare, Louis! Cosa volevi...", lo tirai verso di me, Harry appoggiò le mani contro il mio petto nudo, facendomi rabbrividire. Le lasciò correre lungo il mio corpo, mentre io cercavo le sue labbra rosse e morbide. Feci scivolare le mani sotto la sua maglietta e gliela sfilai. Con una mano gli afferrai i ricci, mentre l'altra la lasciai correre lungo la sua spina dorsale. Harry chiuse gli occhi e gemette, sulle mie labbra. Scesi a baciargli il collo e gli succhiai gentilmente e leggermente la pelle. Harry ansimò e appoggiò poi le mani sulle mie spalle. Trovai l'elastico posteriore dei suoi boxer e infilai una mano con urgenza. Harry mi mise una mano tra i capelli e spinse la mia testa sul suo petto. Non lasciai sfuggire il suo invito e gli presi un capezzolo in bocca. Harry ansimò più forte.
"Louis...", bisbigliò. Gli torturai ancora un po' il petto e l'addome scolpito con la bocca e le labbra, lasciando umidi baci e sfiorandolo con la lingua. In un attimo lo afferrai e lo feci sdraiare sul mio letto. Mi misi sopra di lui tra le sue gambe e mi sostenni con le braccia. Tornai a baciargli il petto e il collo, facendolo gemere. Scesi, tracciando di nuovo con la lingua la linea del suo ventre, fino a raggiungere il bordo dei suoi boxer.
"Ora tocca a me farti gridare, Harry!", prima che Harry potesse protestare, gli sfilai l'intimo, gli sollevai le gambe contro il suo torso e infilai due dita dentro di lui, che umettai precedentemente con la mia saliva. Harry gridò.
"Perfetto, piccolo!", ansimò più forte e inarcò il bacino. Aggiunsi un altro dito, non appena ebbi la sua approvazione, e gridò di nuovo, e tutto mentre io mi davo da fare per sforbiciare al suo interno e toccargli frequentemente la prostata, "Ora sei tu che godi, o sbaglio?"
"Dio, Louis...ti prego...", ansimò, facendo scivolare le mani sulla mia schiena.
"Louis...sto per...", alzai il viso per guardarlo mentre chiudeva gli occhi e gridava più forte di prima.
"Louis, ora me ne posso anche andare, forse abbiamo esagerato...", bisbigliò. Io lo trattenni sul letto accarezzandolo ancora e notando che la sua erezione già si stava riformando.
"Non credo proprio...ora voglio finire ciò che abbiamo iniziato...", presi velocemente un preservativo e lo srotolai sul mio pene dannatamente duro, poi lasciai scivolare le mani sulle sue cosce e gli feci aprire di nuovo le gambe. Mi chinai verso di lui e gli sfiorai un orecchio con le labbra.
"Ora sei tu il protagonista del mio porno!", sussurrai. Harry mi prese il viso con le mani e mi baciò.
"Allora fammi tuo, Louis...adesso!", disse. Riuscii a sentire il desiderio nella sua voce, così penetrai la sua apertura con una spinta decisa. Harry si lasciò sfuggire un grido soffocato. Io cominciai a muovermi più velocemente, assecondato dai movimenti del suo bacino che veniva incontro al mio pene.
"Grida, piccolo Harry...grida...", ansimai, prima di baciarlo. Gli presi le mani, feci scivolare le dita tra le sue intersecandole. Era eccitante sentirlo gemere con quella sua voce rauca e sexy.
"Si...più forte, Louis, ti prego...", mi supplicò. Io lo assecondai. Harry mi strinse le mani e la stanza rimbombò dei nostri gemiti ad alto volume.
"Louis...", capii che stava per venire ed anche io ero quasi al limite.
"ora sei mio, Harry...", sussurrai. Harry gridò il mio nome, facendomi sentire tutto il piacere che aveva provato. Dopo qualche secondo venni anche io, nel preservativo ma ancora spinto fino in fondo dentro di lui. Non c'era che dire, era davvero stretto ed accogliente, e il mio orgasmo ne risentì positivamente.
Mi lasciai andare accanto a lui e gli sorrisi. Harry si appoggiò al mio petto, ogni tanto seppellendo il viso nell'incavo del mio collo e lasciandomi qualche bacio. Dopo neanche qualche istante ci addormentammo. Aprii gli occhi svegliato dai raggi del sole e mi ricordai della sera precedente. Mi voltai, ma Harry non c'era più. Al suo posto, sul cuscino, c'era solo un bigliettino.
"...Sono sparito all'alba, ho imparato dal migliore! Grazie per avermi fatto godere. Ora fai poco casino! Piccolo Harry della porta accanto..."
Sorrisi e mi lasciai cadere sul materasso.
"Prego! E' stato un vero piacere!", gridai,consapevole che lui mi avrebbe sentito, dall'altra parte. Era un bene chefossimo vicini di stanza.
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