Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

•Una missione per Karin•

"Buongiorno principessa." Fu la prima cosa che Karin sentì, dopo qualche secondo riuscì ad aprire gli occhi trovandosi davanti le, sproporzionatamente grandi, iridi azzurre di Daleth.
"Buongiorno Greeny." Rispose lei sfregandosi gli occhi e sedendosi pigramente, appena mise a fuoco vide la porta della stanza aperta, sul ciglio della quale c'erano Ophelia e Beryl intente a bisbigliare qualcosa.
"Sono donne d'affari, parlano di lavoro." Disse Daleth porgendo una tazza di qualcosa somigliante a caffè di fronte a Karin.
"Mhm, immagino." Fu la risposta pasticciata che riuscì a dare la rossa prendendo la tazza fra le mani.
"Che ore sono?"
"Mh.. le quattro? Non lo so, non porto orologi."
"Sempre utile." Daleth si lasciò scappare un ghigno divertito osservando la ragazza di fronte a lui.
"Senti... ma questo è tipo... caffè o..?"
"Caffè? Non lo so sinceramente, è una di quelle cose che Rezin porta dal mondo terrestre."
Probabilmente caffè allora.
Mentre la stanza cadeva nel silenzio Karin tentò di sentire cosa Ophelia e Beryl si stessero dicendo di tanto segreto, la ragazza non poteva nascondere che fossero sospette. Di colpo la britannica dai capelli biondo cenere si drizzò come attraversata da un brivido freddo voltandosi poi verso Karin con uno sguardo quasi di rimprovero, senza dire nient'altro alla strega di fianco a lei fece il suo ingresso nella stanza, talmente altezzosa che poteva tranquillamente spacciarsi per qualche sorta di sangue blu.
"Vogliamo muoverci? Da qui ad Highdeath è parecchia strada." Esortò Ophelia guardando freddamente Daleth e Karin che ancora parevano nel mondo dei sogni.
"Hai sentito Karin? La tua sorellina ti aspetta." Ironizzo il semi-felino con un tono pungente, era evidente che quei due non si sopportassero molto, non erano più che 'dipendenti della stessa azienda'.
"I miei fratellini che litigano la mattina, divertente." Replicò Karin picchiettando con il palmo la fronte di Daleth.
"Haha. Pensavo fossimo una squadra io e te." Disse il ragazzo con un falso tono ferito.
"Avete finito di fare i bambini? Dobbiamo andare." Ripetè Ophelia richiamando entrambi all'ordine.

"Ophelia, sai cosa fare, Karin, fai esattamente quello che ti dice ok? Rimanete assieme per tutto il tempo, niente gesti sconsiderati." Disse Beryl sistemando una mantella sulle spalle di Karin che era evidentemente in difficoltà nel farlo da sola.
"Non sarebbe più facile se ci andassi da sola?" Obbiettò Ophelia guardando la scena ridicola che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi.
"Credo che la nostra Karin sia un tipo da terapia d'urto, non risolveremo nulla tenendola qui. In più sono certa che tu sappia come difenderti." Replicò la strega guardando Ophelia come se ci fosse una sorta di sfida silenziosa tra di loro.
"Come dici tu."
"Non ringraziatemi per il cavallo, sia mai." Si intromise Daleth con un tono infastidito finendo di sellare un equino che, sicuramente poteva assomigliare ad un cavallo, ma che, agli occhi di Karin, era tutt'altro, una sorta di meticcio che non riusciva ad identificare.
"Questo a te sembra un cavallo?" Domandò ironica la rossa avvicinandosi all'animale dalla criniera nero pece.
"Com'è quel detto che usate voi.. quello sui cavalli..."
"A caval donato non si guarda in bocca." Rispose Ophelia ricontrollando la sella.
"Peccato che questo non sia un cavallo."
"Oh andiamo Karin, pensavo fosse la stangona quella noiosa."
"Mi stupisce la vostra bravura nel procrastinare." Spezzò la discussione Ophelia ignorando il commento di Daleth.
Entrambe salirono su quello che si poteva lontanamente chiamare equino e iniziarono ad allontanarsi a passo spedito.

꧁꧂

Dopo quasi mezz'ora di totale silenzio spezzato solo dagli zoccoli contro al terreno Karin era arrivata al suo limite, certo gradiva la quiete ma con le centinaia di domande che aveva in testa il tutto era solo estremamente fastidioso.
"Ophelia?"
"E io che pensavo di poter stare tranquilla."
Karin esitò qualche secondo pensando bene alle parole da usare per infastidire il meno possibile la sua compagna di viaggio.
"Volevo sapere.. com'è fatto questo posto, questo mondo in pratica.. tipo.. regni e cose così." Ophelia sospirò rumorosamente prima di decidersi a parlare, nonostante fosse ancora troppo presto per fare conversazione.
"Esistono 16 regni, noi ci troviamo ad Haupun, uno di quelli più grandi di questo mondo, quasi al pari di quelli che sono gli Stati Uniti forse."
"Sei brava in geografia quindi?"
"Abbastanza."
"E dimmi... tu sei mai stata fuori da questo regno? Hai mai visitato altri posti?"
"Sono stata nel principato di Walmadia, è molto lontano da qui ma Beryl aveva delle cose importanti da fare."
Cose importanti da fare, come può non essere sospetto
"E le cose cambiano da regno a regno come sulla Terra?"
"Cambiano anche da paese a paese in realtà, questo non è un mondo unito, non che il nostro lo fosse ma qui hanno una sorta di mentalità medioevale per certi versi."
E di quali versi parliamo esattamente? È da quando sono qui che faccio fatica ad orientarmi.
"Ad esempio?"
"Il modo di pensare cambia da zona a zona, ci sono posti con una forte politica patriarcale, ad esempio, altri hanno una forte... influenza omosessuale se così si può definire e via dicendo, dipende da dove ti trovi."
"Pft, dire che ci sono regni letteralmente del 1400 e altri che sono una sorta di gay pride era troppo difficile sua maestà?"
"Per sembrare più intelligente ti consiglio di usare termini meno colloquiali."
"Come fai tu? Lo fai per sembrare intelligente?"
"Giuro che ti faccio cadere se continui a parlare."
"Almeno mi dici se siamo quasi arrivati?" Non ci fu risposta ma Karin se lo aspettava, eppure non poteva far a meno di infastidire l'altra ragazza, non per cattiveria, in modo amichevole chiaramente, eppure Ophelia sembrava non cogliere la maggior parte delle sue provocazioni.
"Vuoi parlare d'altro allora?" Domandò la rossa appoggiando il mento sulla spalla della compagna, di tutta risposta lei fermò l'equino e si voltò verso Karin, i suoi occhi blu sembravano poterla congelare in pochi secondi se solo avesse voluto.
"Ti sfido a dire un'altra parola, ne basta una, e ti faccio volare per terra." In cuor suo Karin era cosciente del fatto che quella fosse una minaccia vuota eppure evitò di testare la teoria limitandosi a sorridere goffamente.
Si rimisero subito in marcia, questa volta in totale silenzio, stavano andando piuttosto veloci ma era difficile capire se fossero vicine o meno alla loro destinazione, in torno si vedevano solo alberi ammassati l'uno all'altro con tanto di cespugli di rovi sparsi qua e là, fortunatamente il sentiero che stavano percorrendo era libero da ostacoli.
Per Karin quel bosco era fin troppo silenzioso, a dirla tutta si ricordò di non aver mai visto animali da quando era arrivata il giorno precedente, la cosa le parve tanto sospetta che non poté fare a meno di chiedersi se esistessero animali in quei luoghi, picchiettò il braccio di Ophelia attirando la sua attenzione.
"Cosa?" Fu l'esaustiva risposta della ragazza.
"Perché non ci sono animali qui?" Domandò Karin continuando a guardarsi intorno per un qualunque segno di vita.
"Che intendi? Mi pare che questo sia un animale." Replicò da appoggiando la mano sulla criniera dell'equino che di risposta sbuffo scuotendo la testa.
"No.. intendo.. animali selvatici, non ne ho visti." Ophelia rimase qualche istante in silenzio pensando alla questione.
"Oh! Ma certo, mi ero scordata, questo è periodo di caccia, in più con quella tua voce fastidiosa sfido che nessun animale voglia avvicinartisi."
"Ma hai mangiato pane e cattiveria questa mattina?" Ophelia tirò una gomitata alla ceca colpendo Karin nelle costole che si lasciò scappare un piagniucolio di dolore
"Tè e cattiveria?" Si 'corresse' la rossa non riuscendo a sovrastare la noia in altro modo.
"Divertente, lo stereotipo degli inglesi che bevono il tè, come sei originale. Haha." Karin sorrise sentendo le parole della ragazza davanti a lei, anche se non erano chiaramente 'amiche' stavano facendo passi avanti, così pareva per lo meno.
"Quindi non lo bevi? Il tè intendo."
"Beh.. si.. ma non perché sono inglese o simili, mi piace. Tanta gente fuori dall'Inghilterra lo beve." Di colpo Ophelia si rizzò sulla sella facendo intuire a Karin di restare in silenzio "siamo arrivate." Disse sottovoce fermandosi a pochi metri da un muraglione alto almeno venti metri.
Inizia a venirmi ansia...
"Più o meno lì- Ophelia indicò un punto ai piedi del muro- c'è un passaggio nel muro, andrò prima io, stammi dietro." Karin annuì scendendo per prima dalla groppa del loro mezzo di trasporto.
La ragazza britannica si avvicinò furtivamente al muro guardandosi ossessivamente intorno, tanto che Karin pensò che da un momento all'altro le si sarebbe svitata la testa.
Una volta vicine alla muraglia costituita di grossi mattoni Karin riuscì, a sua volta, a notare una fessura, sembrava che alcune parti fossero state accuratamente sfilate dal complesso lasciando quel passaggio.
Ophelia piegò le ginocchia fino ad essere poco più alta della fessura, inclinò la testa in avanti e sbirciò all'interno per poi fare segno a Karin di seguirla, cosa che la rossa fece senza esitazioni.
Sbucarono dietro una casa in legno, Ophelia fece segno a Karin di proseguire, si mossero in silenzio fino ad arrivare su una strada abbastanza grande, guardandosi intorno si potevano vedere persone camminare freneticamente in giro, erano vestiti come normali contadini, le donne avevano abiti molto poveri e i capelli raccolti mentre gli uomini normali vestiti sgualciti qua e là.
Karin si sentì tirare per il polso dentro un capanno fatiscente.
"Cerca di non attirare l'attenzione." Sibilò Ophelia chiudendo la porta.
"Perché siamo qui?"
"Devo spiegarti il piano."
Su un tavolo venne distesa una mappa molto dettagliata piena di venature di vari colori, giallo, verde, rosso..
"Ascolta adesso- esordì Ophelia schioccando le dita -noi ci troviamo qui, il nostro obbiettivo è a circa... Mh.. trecento metri da noi, in questo edificio." La ragazza britannica tracciò con l'indice la superficie di una linea viola tratteggiata che collegava i punti ossia loro e l'obbiettivo.
"Questa è una galleria segreta, nessuno ne conosce l'esistenza e così deve restare, ciò significa che nessuno ci deve vedere ne entrare ne uscire, chiaro?" Karin annuii quasi intimorita da quella mania del controllo che sentiva in Ophelia.
"Se ti fai prendere non credere mi sacrificherò per te."
A quell'affermazione la rossa assunse un'espressione dispiaciuta
Pensavo di aver fatto passi avanti..
"P..Però non lascerò ti prendano.." Aggiunse notando la delusione sul volto della compagna.
"Aw, è una cosa molto romantica." Osservò Karin dando un pugno amichevole sulla spalla di Ophelia.
"Ma che romantico e romantico, non sapevo come esprimermi, ti ricordo che sono tre giorni che parlo solo tedesco perché tu non sai una lingua importante come l'inglese." Obbiettò la bionda facendo su la cartina e nascondendola sotto un'asse del pavimento non fissarla.

"Egocentrici voi inglesi."
"Fastidiosi voi tedeschi."

Senza aggiungere altro entrambe uscirono dal rudere in cui si erano rifugiate, per meglio dire Ophelia uscì trascinandosi dietro Karin come un sacco di patate.
Passarono dietro qualche edificio, l'aria in quelle zone puzzava di marcio, si capiva subito che non fosse una zona d'élite.
Il passaggio era raggiungibile attraverso una sorta di strano cavalcavia che teneva alla larga le persone con cartelli di pericolo, così pareva.
"Non è molto sicuro come metodo." Fece notare Karin indicando i cartelli, Ophelia si passò una mano nei capelli per la frustrazione.
"Secondo te io e Beryl siamo due idiote? È protetto e nascosto con la magia." Spiegò la ragazza come fosse una delle cose più naturali del mondo.
"E quindi a che servono i cartelli?"
"Era un'idea di Daleth, puoi concludere da sola come reputi quel Dozye."
"È un insulto inglese che non conosco?"
La bionda incrociò le braccia continuando a camminare per il tunnel illuminato da piccoli fuochi fatui fluttuanti a mezz'aria.
"Un Dozye è un ibrido tra uomo e animale, nello specifico Daleth è un Dozye felino, o Dot anche se si usa poco come termine."
Karin ascoltò affascinata la spiegazione, non era tutto come da lei, era tutto diverso in realtà, solo perché non c'era draghi volanti in giro o spade nella roccia non rendeva quel mondo meno fantastico, fantasticamente reale.
"È come se tu fossi nata qui Ophelia." Si lasciò sfuggire la rossa fissando di fronte a lei, prima che la sua compagna potesse replicare aggiunse "non ti manca casa tua?"
"No, non ho una famiglia laggiù, qua ho Beryl.. e Rezin.. anche Daleth in fondo. Ero destinata ad essere qui fin dalla mia nascita." Rispose con tono distante, come se in realtà stesse parlando a se stessa, o con nessuno.
"Ora ci sono io!" Cercò di rallegrarla Karin dandole una spallata, lei non reagì quasi per nulla.
"Sai che piacere." Disse.
"Siamo amici Ophelia, puoi contare sul tuo ragazzo qui presente." La bionda la squadrò incerta fissando intensamente la sua felpa, circa all'altezza del seno.
"Ehi! Che guardi, sono una ragazza." Scherzò mettendosi le mani sul petto.
Sono una ragazza...
"Non sei carina come ragazza." Rispose divertita Ophelia prima di fermarsi di colpo.
"Lo so.."
"No, non volevo offenderti è.. non l'ho fatto apposta." Provò a scusarsi la ragazza improvvisamente mortificata.
Karin prese a ridacchiare facendo capire che stesse scherzando anche lei.
"Sei dolce Lia, non vergognartene."
Ophelia roteò gli occhi evitando di rimproverare la rossa per quel soprannome, non si lasciava chiamare 'Lia'...

"Ora inizia la parte difficile." Annunciò osservando delle scale dirette verso l'alto che le avrebbero portato a pochi metri dal loro obbiettivo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro