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Parte 29 Camilla - Senza te mi manca l'aria, come l'asma

Non è facile stare qui da sola, lontana da casa, in un posto familiare ma sconosciuto allo stesso tempo.
Dopo il trasloco e la cena, non ho più visto Cosimo.
Sono stata distaccata perché sono rimasta delusa dalla sua risposta mentre eravamo al Nibe, mi ha interrotta per dirmi che non si sarebbe fatto illusioni per il bacio, come se fosse una cosa da niente, forse voleva mettersi sulla difensiva per non essere respinto per l'ennesima volta, ma io gli avrei detto tutt'altro e non avrei mai minimizzato questo nostro riavvicinamento, come ha fatto lui.

Pur essendo 'la figlia del capo', ho deciso di affiancarmi all'amministrazione come se fossi una stagista, ho ancora tanto da imparare e non voglio avere vie preferenziali, già è un privilegio di questi tempi avere un buon lavoro con la laurea appena sfornata.
Tutti apprezzano questa mia umiltà e vengo accolta positivamente nel team di lavoro.
Cecilia, una ragazza dalla bellezza particolare, con tratti somatici greci e dei voluminosi capelli ricci neri, mi fa da Cicerone, abbiamo poco meno di dieci anni di differenza ed essendo una grande fan del gossip, dopo qualche giorno avendo preso confidenza, durante la pausa pranzo mi fa la fatidica domanda "Ma tu non stai con quel rapper che vive qui a Lugano?" Le sorrido "In realtà, ci siamo lasciati. Abbiamo avuto un riavvicinamento dopo la mia laurea, ma non sono ancora sicura di dargli un'altra possibilità." Lei mi guarda, facendosi seria "Scusami, non volevo toccare un tasto dolente."
"Ma figurati! Me lo avessi chiesto qualche mese fa, sarei scoppiata a piangere" dico sorridendole "Adesso è tutto ok. E poi è il rovescio della medaglia di stare con un personaggio pubblico"
Cecilia si avvicina a me e quasi come se mi stesse chiedendo un segreto e mi chiede incuriosita "Com'è? Dico stare con uno famoso, cioè non me lo immagino proprio" mi sento davvero fortunata ad essermi avvicinata ad una persona così genuina e che mi mette di buonumore "Guarda, è una relazione normalissima, si finisce per dimenticare completamente il personaggio pubblico e te lo posso assicurare perché io sono una sua fan, mi piaceva molto lui ed anche le sue canzoni, quindi non mi era indifferente, ma conoscendo la vera persona, diventa tutto come una coppia normale, o quasi" torniamo in ufficio e la giornata passa velocemente

"Ciao Camilla" mi giro nel grande atrio dell'ingresso per vedere chi mi ha salutata, mi ero completamente dimenticata che Marco lavorasse qui, vederlo mi catapulta ai giorni in cui conobbi Cosimo "Ciao Marco! Come stai?" mi si avvicina e mi schiocca due baci sulla guancia
"Bene, grazie. Ti trovo in gran forma" sembra molto meno impettito rispetto a quando è con il padre
"Grazie, anche io ti trovo bene" mi sorride e aggiunge "Visto che sei nuova qui a Lugano, se qualche volta ti va di uscire con me e i miei amici mi farebbe piacere" apprezzo molto la sua gentilezza quindi accetto volentieri, soprattutto perché ha parlato di 'cena con amici' e non 'cena io e te'

Una volta tornata a casa, mentre mi verso un bicchiere di vino, non faccio che pensare a Cosimo. Sono quasi le sei del pomeriggio e provo a chiamarlo, ho troppa voglia di vederlo. Provo un paio di volte, ma visto che non mi risponde lascio perdere e sbrigo delle cose al computer, quando mi squilla il telefono, trasalisco.

È lui, è a Milano con Fabio ma accetta il mio invito a cena.
Per il momento ho un piccolo tavolo allungabile che ho messo vicino ad una delle vetrate, apparecchio per noi due e mentre mi invento qualcosa da preparare con la musica in sottofondo, si fa subito l'orario dell'appuntamento e squilla il citofono. Spengo i fornelli per non rischiare di bruciare tutto e corro ad aprire, quando lo vedo, come sempre mi si mozza il fiato.

"Ciao..." siamo entrambi imbarazzati, questa volta faccio io un passo verso di lui e lo bacio, lui accoglie questo gesto, ricambiando con foga.
Mentre preparo i piatti, mi giro a guardarlo, sono curiosa di sapere cosa ha fatto in questi mesi, ma soprattutto dov'è stato "Da quando ci siamo visti alla mia laurea, mi sono chiesta dove sei stato, visto che sei abbronzatissimo" lui fa un sorso dal calice di vino che gli ho versato e poi mi risponde, sedendosi a tavola "Sono stato in Brasile, per tre mesi."
Poggio i piatti sul tavolo e mi siedo a mia volta "Ah... scommetto che ti sei dato da fare"

Lo so, è più forte di me, non riesco a non conficcare il dito nella piaga ed aprirla nuovamente, lui si rabbuia "Cami, non riuscivo a stare a casa mia, dovevo evadere in qualche modo o sarei impazzito. Ogni cosa mi faceva ricordare te."
Questa volta sto zitta, do per scontato che l'unica a stare male sia stata io, quando non è così. Cerco di sdrammatizzare dopo qualche minuto di silenzio "Ti dirò, ti preferisco bruno, anche se abbronzato sei molto sexy" ha i capelli un po' più lunghi e ossigenati alle punte, finalmente riesco a farlo sorridere e non solo a farlo incazzare "Allora mi taglierò i capelli" dice prendendomi la mano, intrecciando le sue dita alle mie
"Devono piacere a te, mica a me. E poi non sono di certo i capelli a fare la differenza.. tu.. mi piaci sempre" mi guarda fisso negli occhi, come se volesse farmici leggere le sue emozioni, rimaste immutate in questo periodo di distanza, abbasso lo sguardo e lui con voce roca aggiunge "Allora ci tengo a piacerti di più.." gli sorrido, cerco di ignorare le farfalle impazzite nel mio stomaco, sono uno sciame feroce che non si placa.

"Come sta andando all'ufficio?" Mi chiede lui, forse notando la mia agitazione "Tutto bene, sono stata accolta positivamente, perché ho voglia di imparare e non di comandare. Un giorno sicuramente farò le veci di mio padre, ma la strada è lunga" "Magari tutte le persone fossero come te..." gli sorrido imbarazzata e mi alzo per togliere i piatti, per stemperare questa strana tensione che si è creata.

Lui si alza di soppiatto e mi cinge da dietro, facendomi sentire la sua eccitazione e baciandomi il collo "Cosimo..." sussurro, lui continua a baciarmi, facendomi girare, mi stringo a lui per sentire il contatto fisico e sospiro, non raggiungiamo nemmeno la camera da letto, iniziamo a spogliarci con foga, come a volerci liberare anche di tutto quello che ci ha diviso in questi mesi, che sono sembrati anni.
Ci lasciamo andare lì, il tempo sembra fermarsi, mi è mancato così tanto, i brividi scendono lungo la schiena, il calore dei suoi respiri mi fanno ansimare. La mancanza amplifica tutto, dal dolore, all'assenza, alla passione.

Rimaniamo abbracciati e in silenzio, non c'è bisogno di aggiungere parole a tutto questo, bastano i nostri respiri sincronizzati.
Non ho nessuna voglia di dormire da sola, quindi senza dire una parola gli prendo la mano e lo conduco in camera da letto "Resta qui con me" gli sussurro all'orecchio, lui sembra guardarmi con gratitudine, come per ringraziarmi di avergli dato un'ultima possibilità.
Non so descrivere quanto mi è mancato dormire tra le sue braccia, svegliarmi e trovarlo al mio fianco. Mi rannicchiavo su me stessa e pensavo a quanto fosse pesante questo distacco così improvviso, la stessa sensazione che descrive chi perde un arto, pensa che sia lì, ma quando va a poggiarci la mano, trova il vuoto. Mi sentivo così, privata di una cosa che sentivo appartenere a me nel profondo.

Ma se tornassi indietro, farei tutto da capo, per amore di me stessa, per amore della mia dignità, il mio amore per lui non è mai scomparso, ma doveva capire fino in fondo quanto io mi sia sentita presa in giro. Forse sto giocando col fuoco, forse Cosimo non cambierà mai, ma sento che si merita un'ultima chance.

È molto presto, devo raggiungere l'ufficio, ma Cosimo si alza ugualmente per fare colazione insieme
"Se vuoi dormire ancora un po', rimani qui" lui mugugna un assenso, nessuno dei due ama la mattina. Prima che esco di casa, dalla camera da letto mi fa "A che ora finisci?" "Oggi alle 13" gli grido di rimando io dall'ingresso
"Ti passo a prendere" mi dice prima di spegnere la luce della camera e fiondarsi a letto
Esco con il sorriso e per l'attesa di vederlo, il tempo sembra non passare mai.

Quando finalmente ho finito, incontro in ascensore Marco "Ciao Camilla" mi sorride ed io di rimando.
Continuiamo a parlare del progetto a cui stiamo lavorando e usciamo insieme dal palazzo. Cosimo è appoggiato al suo Range e mi saluta con un bacio un po' troppo caloroso per essere in pubblico. Io imbarazzata, lo presento "Marco, lui è Cosimo" Marco lo scruta, poi mi guarda, quasi shockato "Stai con Guè Pequeno?" Vorrei eclissarmi, spero che Cosimo non faccia scenate, visto il tono di Marco "Bello, comunque io sono qui eh" dice muovendogli una mano davanti alla faccia, che io gli fermo subito.
Marco non aiuta, continuando a guardarlo contrariato. "Ehm, noi andiamo. Ciao Marco, ci vediamo domani"

"Quello vuole scoparti" mi dice mentre siamo in macchina
"Ma che dici? Lo conosco da sempre, non ci siamo mai filati"
"Forse tu non te lo sei mai filato.. aspetta! Ora ricordo, è il tipo della cena quando eri qui con tuo padre?" Mi sconvolge constatare che anche lui ricorda ogni singola cosa che ci riguarda, direttamente ed indirettamente "esatto, proprio lui"
"Il babbo lo sapeva bene che stavi con Guè Pequeno" dice, marcando l'accento milanese "forse pensava che non ci saremmo più... riavvicinati"
"Non mi interessa quello che pensa, Cosimo" lui mi guarda un attimo, poi aggiunge "Comunque sono geloso" lo guardo di rimando indispettita "Comunque quella che può fare la gelosa al momento sono solo io, non ti ho mai dato modo di esserlo, quindi non mi far incazzare" gli scappa una risata, per questo mio improvviso impeto e io rido con lui.
Non credevo che potessimo riprovarci, non credevo che sarei riuscita mai ad accettare quello che è successo.
Eppure eccoci qua, forse più incasinati di prima, ma sicuramente più innamorati.

Cosimo sarà via per qualche giorno, per registrare delle interviste, sono inquieta, ogni volta che siamo lontani mi tornano in mente gli ultimi giorni insieme e davanti agli occhi non riesco a non pensare a quella dannata foto.
"Stasera ci sei?" Mi chiede Cecilia, farcendo interrompere i miei cattivi pensieri "Uhm... si! Che hai in mente?"
"Non saprei, Lugano non spicca per movida notturna. Vediamo di andarci a bere una cosa"
"Per me va bene, se non troviamo niente che ci entusiasma, puoi venire da me.."
"Fantastico! Ci tengo a vedere il covo d'amore di Cami e Guè Pequeno!" Scoppiamo entrambe a ridere, quando vedo entrare Marco, già so che farà qualche commento, non ci siamo più visti dall'incontro con Cosimo, si siede di fronte a me, con un'espressione seria "Cami, ma cosa ne pensa tuo padre di questa relazione?" Lo guardo indispettita, non capisco dove voglia andare a parare "Marco, perché ce l'hai tanto con lui? Hai qualcosa contro i rapper in generale? Ti ricordo che dietro i personaggi, ci sono delle persone."
"Guè Pequeno non interpreta nessuno personaggio.." aggiunge lui
"Sono una donna adulta, so cosa faccio e lo conosco, a differenza tua. Non ho bisogno di consigli o raccomandazioni e non le ho nemmeno richieste" faccio per alzarmi e lui mi prende una mano "Scusa Cami, non volevo offenderti. Posso offrirti il pranzo, per farmi perdonare?" Non voglio avere dissapori con nessuno, quindi decido di accettare. Non torniamo più sull'argomento 'Guè' e l'ora di spacco passa veloce.

Dopo aver fatto un giro in macchina ed essendoci rese conto che non c'è nessun posto carino aperto, io e Cecilia decidiamo di raggiungere casa mia
"Dove sei andata oggi a pranzo?" Mi chiede curiosa mentre ci rilassiamo sul divano
"A quel ristorante giapponese vicino l'ufficio, con Marco" lei mi guarda "Lo sai vero che è innamorato di te?" Scoppio a ridere, "Ma dai! Ci conosciamo da quando eravamo bambini"
"Credimi! Non faceva che parlare di te prima del tuo arrivo, screditando Guè. Era convinto che non sareste tornati insieme" allora sapeva bene della nostra storia, penso io. Aveva ragione Cosimo.
Quando sentiamo girare la chiave nella porta, ci spaventiamo entrambe, entra Cosimo, che ha quelle di riserva e rimane interdetto sulla porta
"Scusa, non sapevo fossi in compagnia" mi alzo e gli do un bacio, felice di questa sorpresa e gli presento Cecilia, che nel frattempo sembra mummificata, è sempre divertente vedere come reagiscono le persone trovandosi davanti un personaggio pubblico.

Una volta rimasti soli gli racconto cosa mi ha detto Cecilia su Marco
"Te l'avevo detto io, se fa qualcosa gli spacco la faccia" gli do una piccola spinta "Calma Rambo, come mai sei tornato prima?" Lui mi fissa e mi accarezza una guancia "Ho finito prima e avevo voglia di vederti"
"Riguardo Marco.. devo dirti che oggi ho pranzato con lui" gli dico mentre siamo sul divano, lui si siede per guardarmi negli occhi, sembra infastidito "Non ti è saltato per la mente che mi sarebbero girate le palle?" Fa per alzarsi, ma lo trattengo con un braccio "si, ma almeno sono stata sincera, e poi non è successo proprio niente, né ha avuto comportamenti ambigui" si rende subito conto che ho voluto sottolineare la questione della sincerità, mi guarda serio e mi dice "Per quanto ancora me lo rinfaccerai?"
"Non voglio rinfacciare, ti voglio far capire che la sincerità è sempre la strada giusta" mi prende le mani e le bacia "Io ti amo Cami, non ho smesso nemmeno un giorno da quando ti ho conosciuta. Comunque con quel babbo a pranzo non ci vai più" scoppio a ridere e mi avvinghio su di lui, che sembra apprezzare.

Dopo aver fatto l'amore, con la voce roca mi chiede "Torna a vivere con me."

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