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CAPITOLO 3: UN PRANZO IMBARAZZANTE

Giada rimase accoccolata per diverso tempo tra le braccia di Fabio, strusciando la fronte contro il suo petto, in cerca di coccole. Le braccia del ragazzo erano così salde, eppure la sua presa era dolcissima e confortante. Perché non poteva stare sola con lui? Che bisogno c'era di quell'altra ragazza?

Mentre faceva quel ragionamento, realizzò quanto fosse un pensiero egoista. Loro due non erano in una relazione, e Fabio aveva tutto il diritto di avere una ragazza al suo fianco, una che lo facesse sentire un uomo. Lei al massimo poteva fargli sentire di aver bisogno di un cambio.

"Allora, tesoro?" chiese il ragazzo "Vuoi pranzare?"

Giada annuì, debolmente, ma si strinse con più forza a lui.

"In braccio." bofonchiò, da dietro il ciuccio.

"Ma certo, amore." rispose dolcemente lui, alzandosi dal divano tenendo saldamente la ragazza tra le proprie braccia e dandole dei bacini sulla fronte. Fabio era piuttosto forte, e Giada era piccola e relativamente minuta, quindi la cosa non fu troppo difficile per lui.

"Siete carinissimi insieme." tubò Francesca, alzandosi a propria volta con un movimento elegante. Giada, osservandola, non poté fare a meno di chiedersi come facesse una ragazza così alta e robusta ad avere una tale grazia nei movimenti. E ad essere così femminile, oltretutto. La invidiava da morire.

La corvina si avvicinò alla coppia, sorridendo. Si posizionò dietro alla schiena di Fabio, e guardando Giada dritta negli occhi le disse "Amore, adesso che ti sei calmata vuoi chiedere scusa alla mamma per come ti sei comportata?"

Giada ebbe l'istinto di sputarle il ciuccio dritto in faccia, ma con il popò ancora dolorante capì che decisamente non era una buona idea.

" 'Cusa, mamma." sussurrò, sperando che le bastasse e non le facesse invece dire frasi troppo umilianti tipo quelle che aveva letto in certi racconti come ad esempio quello in cui la ragazza sculacciata aveva dovuto ringraziare chi l'aveva punita e chiedere di essere così cortese da punirla ogni qualvolta fosse stato necessario. Una cosa simile l'avrebbe fatta morire di vergogna.

Ma fortunatamente a Francesca parve invece bastare, perché allungò la mano e diede a Giada una carezza, dicendole dolcemente "Brava, amore. Così si fa."

La castana arrossì, ma poi fece rispose con un timido sorriso celato dietro al ciuccio.

Ben presto, il trio giunse nella sala da pranzo, dove Fabio aveva apparecchiato la tavola per due persone. La tavola era circolare, e oltre alle due sedie davanti alle quali vi erano posate, piatti, bicchieri e tovaglioli, c'era un grosso seggiolone grande abbastanza per contenere comodamente un adulto. Di tutto il materiale ABDL che aveva acquistato, quello era stato l'oggetto più costoso.

Fabio si diresse proprio lì, e fece per mettere Giada al suo interno. Tuttavia, la ragazza non volle staccarsi da lui, rimanendo attaccata come un koala ad un albero.

"Nuuu." bofonchiò "In braccio."

Fabio ridacchiò, e rispose "Dopo facciamo ancora un po' di coccole, tesoro, ma devo metterti nel seggiolone per farti mangiare."

Giada lanciò una rapida occhiata a Francesca, per vedere la sua reazione. Avrebbe giurato che l'avrebbe sgridata e minacciata di altre sculacciate per quel capriccio, ma la reazione della ragazza fu l'esatto opposto.

Ella infatti sorrise dolcemente e disse "Se vuoi servo io, amore. Coccolala pure ancora un po'."

Fabio annuì, replicando "Grazie, cara."

"Nessun problema."

Con quelle parole, Francesca lasciò i due alle loro coccole e si diresse al piano cottura, ove era appoggiata una pentola fumante.

Giada rimase parecchio di stucco. Aveva inquadrato la sua nuova mamma come una ragazza severa ed inflessibile, ma forse l'aveva giudicata troppo in fretta. Sicuramente era severa e pretendeva rispetto, lo aveva dimostrato poco prima, ma sembrava anche una fanciulla dolce e amorevole. Forse averla come mamma non sarebbe stato male... no, non esisteva. Quella non aveva posto nella loro vita, era solo un inconveniente temporaneo e prima o poi Fabio si sarebbe certamente stancata di averla attorno.

La castana si strinse convulsamente al suo papà, come a volersi assicurare che fosse ancora reale, che fosse ancora con lei.

"Siamo coccolose oggi, eh?" ridacchiò Fabio, cullando Giada "Il tuo papà ti adora anche per questo."

Le sorrise dolcemente, e strusciò la propria guancia contro la sua, facendo ridacchiare la ragazza.

"Ti voglio bene, papà." sussurrò Giada, continuando a stringere il ragazzo. Avrebbe dato tutto perché quel momento avesse potuto continuare per sempre, un punto fermo nelle instancabili maree del destino.

"Anch'io amore, tanto." replicò lui, dandole un bacino "E te ne vorrò sempre."

Quelle parole ebbero il potere di tranquillizzarla un po'. Per qualche istante, tutto attorno svanì, erano rimasti soli in uno spazio vuoto, un'oasi di pace.

Ma Giada fu bruscamente riportata alla realtà dalla voce di Francesca, che disse gioiosa "Siete troppo carini voi due."

Giada arrossì violentemente, e di nuovo ebbe la tentazione di sputarle addosso il ciuccio. Ma a pensarci, non aveva fatto nulla di male.

La corvina servì in tavola, e una volta che ebbe finito mise via la pentola e si avvicinò alla coppia, protendendo le braccia.

"Vieni che ti metto nel seggiolone, amore." disse, con estrema dolcezza.

Giada si strinse ancora a Fabio, ma questi aprì le braccia e la mosse verso l'altra ragazza, dicendo "Occhio a non farla cadere, cara."

Giada sbuffò, ma poi si protese verso Francesca, lasciando andare Fabio e protendendo le braccia nella sua direzione.

L'altra ragazza la prese, e dandole qualche amorevole colpetto sul sederino coperto dal pannolino la portò di fianco al seggiolone. La posizionò quindi al suo interno, e subito allacciò le cinghie di sicurezza, per poi mettere in posizione il vassoio integrato al di sotto delle braccia della fanciulla.

"Ecco qua." commentò "La bimba è al sicuro nel suo bel seggiolone."

Prima che Giada potesse rispondere, Francesca si chinò al di sotto del vassoio e con la mano alzò la gonna della piccola, avendo così in piena visione il pannolino.

"E ancora asciutta, pare." ridacchiò.

"Ehy!" esclamò Giada, arrossendo e lasciando cadere il ciuccio sul vassoio "L'ho appena fatta, non sono una fontana!"

"Oh, a volte i bimbi sono un po' come delle piccole fontane." tubò Francesca "Un attimo prima sono asciutti e l'attimo dopo hanno già fatto la pipì tre volte."

Giada cadde in un silenzio imbarazzato, mentre Francesca le rimetteva a posto la gonna e si rialzava, per poi metterle davanti una scodella di minestrina e un cucchiaio di plastica.

"Ce la fai a mangiare da sola o devo imboccarti, tesoro?" chiese, sorridendole.

Giada sbuffò, e replicò "Faccio da sola, grazie."

Come a voler dimostrare di essere perfettamente in grado di farlo, prese il cucchiaio e lo immerse nella minestrina, portandoselo poi alla bocca e sorbendo da esso con un poderoso e rumoroso risucchio.

"Visto?" fece quindi, guardando Francesca con aria fiera.

La corvina ridacchiò alla scena. Prese un tovagliolino e le pulì la bocca dalla quale stava colando un rivolo di minestra, sorridendo.

"Forse sarà il caso di procurarti un bavaglino, amore." disse, mettendo giù il tovagliolo.

Si voltò verso Fabio, che nel frattempo aveva cominciato a mangiare, e chiese "Ne abbiamo una da mettergli, caro?"

Fabio annuì, e indicò una piccola credenza a due passi dal seggiolone. Francesca vi si recò a passo spedito, la aprì ed estrasse da essa un bavaglino dal bordo rosa e a fondo bianco con stampato al centro "Masha e Orso". Tornò da lei e glielo infilò, dandole una carezza sui capelli.

"Ecco qua." commentò "Ora puoi mangiare senza sbrodolarti tutta."

Giada la fulminò con lo sguardo, ma non replicò, mettendosi invece a mangiare la sua minestrina.

Francesca si sedette al proprio posto e si mise a mangiare a sua volta, con eleganza e compostezza. La sua femminilità faceva risaltare ancora di più le differenze tra le due: mentre Giada teneva il cucchiaio a mo' di pala e aspirava sonoramente dalla bocca, Francesca teneva il cucchiaio con raffinatezza e lasciava che il liquido fluisse dolcemente nella sua bocca. Non che ci fosse nulla di strano, considerando che Giada stava facendo la bimba, ma la cosa la infastidiva comunque. Non riusciva veramente a capacitarsi di dove Fabio avesse trovato quell'incrocio dannatamente perfetto di una lady inglese e dell'incredibile Hulk.

Il pranzo per il resto fu tranquillo: finita la minestra Francesca servì a tutti le bistecche che aveva cucinato Fabio e prima di metterle sul piatto di Giada gliele tagliò in piccoli pezzi, affinché dovesse usare solo la forchetta di plastica e non un "pericoloso coltello".

La ragazza apprezzò la premura, e ciò contribuì ad aumentare il suo fastidio. Adorava essere trattata da bambina, ma odiava essere guardata dall'alto in basso: l'atteggiamento ambivalente di Francesca la metteva in confusione.

Dopo che ebbe finito la sua carne, si rivolse a Fabio e gli disse "Papà, ho sete."

"Vuoi il biberon, cara?" chiese lui, sorridendole.

"Sì, sì!" rispose lei, battendo la mani contenta "Biberon!"

Francesca si alzò, e sorridendo a sua volta intervenne dicendo "Te lo vado a prendere subito, amorina."

Giada la guardò male, e d'istinto strinse i pugni attorno al vassoio.

"No, no!" esclamò "Papà!"

"Papà sta finendo la bistecca, amore. Io ho già finito, ci penso io." sorrise Francesca.

Giada mise il broncio, ma controvoglia annuì.

"E va bene." bofonchiò.

La corvina ridacchiò, trovandola veramente carina quando faceva così, e si recò al lavello, dove prese il biberon lì appoggiato. Lo riempì di latte e lo infilò nello scalda biberon, lasciandocelo per un po' per poi estrarlo.

Si avvicinò con esso alla "bimba", e sempre con il suo solito sorriso stampato in faccia glielo avvicinò alle labbra.

"Apri la boccuccia, passerotta, così la mammina ti da il biberon." tubò.

Giada fece una smorfia, poi però aprì la bocca e lasciò che la tettarella in lattice venisse infilata in essa. Succhiò rapidamente e si riempì la bocca di latte.

Francesca sorrise e si avvicinò con la testa, ponendo le proprie labbra accanto all'orecchio di Giada e sussurrò "Tesoro... se provi a sputarmelo in faccia giuro che ti sculaccio fino a venerdì prossimo."

La castana impallidì alla minaccia. Scosse lievemente la testa e deglutì, continuando a ciucciare dal biberon. Come accidenti aveva fatto quella stangona a prevedere cosa avesse in animo di fare? Sapeva anche leggerle nel pensiero, forse?

Ovviamente la risposta era no, Francesca aveva solo analizzato lo sguardo e l'atteggiamento di Giada e aveva fatto un'ipotesi, a quanto pare fondata.

Giada succhiò fino a che il biberon non fu vuoto, e a quel punto Francesca glielo rimosse dalle labbra.

"L'hai bevuto tutto, brava amore." si complimentò la corvina, scompigliando dolcemente i capelli di Giada sbattendole in faccia il suo sorriso.

Giada sospirò a ciò. La dolcezza di Francesca le rendeva impossibile odiarla come persona. Timidamente, contraccambiò il sorriso e, arrossendo vistosamente, con uno sforzo notevole riuscì a sussurrare "Grazie... mamma..."

La "mamma" andò in brodo di giuggiole come sentì quella parola. La liberò dal seggiolone e la prese in braccio, cominciando a spupazzarla.

"Oh, la mia amorina bella." tubò.

Giada sbuffò ancora. Sì, non odiava Francesca, anzi, nel complesso la trovava simpatica... ma non toglieva il fatto che si era intromessa nella sua storia come un personaggio non pensato originariamente dall'autore.

Debolmente, Giada abbracciò a sua volta l'altra ragazza, e quella in risposta si mise a darle delle pacchette sulla schiena.

"Ehy, cosa..."

Non fece in tempo a finire la frase: stimolata dalla pacchette, lasciò andare un poderoso rutto che la imbarazzò enormemente.

"Meglio fuori che dentro, dico sempre io." ridacchiò Francesca.

"Lo dice Shrek, veramente." disse Fabio, finendo la sua bistecca e alzandosi "Ma direi che è calzante."

Fabio e Francesca ridacchiarono insieme, e Giada si vergognò ancora di più. Doveva assolutamente trovare un modo per liberarsi di quella scocciatrice e riportare le cose allo status quo... in un modo o nell'altro.

Non intendeva fare del male a Francesca, naturalmente, ma la sua mente da bimba machiavellica cominciò a far girare i propri ingranaggi. Avrebbe escogitato qualcosa, ne era certa.

In tutto questo, Francesca la stava ancora tenendo in braccio, e guardando Fabio chiese "Allora, amore? Che facciamo adesso?"

Fabio ci pensò su, poi rispose "Beh... potremmo andare a fare shopping."

Lo sfrigolare di ingranaggi nella mente di Giada cessò di colpo, il metallo bloccato da una vampata di gelo.

Giada si voltò a guardarlo, esclamando "Shopping?!"



SPAZIO AUTORE

Salve a tutti. Approfitto di questo spazio per ringraziare tutti coloro che stanno leggendo questa storia e che aspettano i nuovi capitoli. Mi fa veramente felice vedere che il mio lavoro viene apprezzato. Ed è proprio con voi lettori che mi scuso dunque per l'attesa, è un periodo parecchio pieno di impegni per me, ma sento di avere una responsabilità nei vostri confronti di impegnarmi a portare queste storie avanti e avanti fino alla loro conclusione. 

Al prossimo capitolo :)

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