Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 9 Venerdì

ALANORA

È venerdì sera ed è da circa dieci minuti che sono da sola davanti al pub. Ratri mi ha informata che sarebbe venuta con l'intera famiglia al seguito e mi auguro che arrivino tutti insieme; non voglio rischiare di rimanere da sola con Veicht se arrivasse prima.

Non sopporto nessuna delle sue nature: come umano lo considero un idiota e come vampiro mi fa schifo, ne ho il terrore, ma mi fa anche rabbia che cammini tranquillo dopo l'omicidio che ha commesso.

Incidente o meno non sopporto affatto il suo atteggiamento; da come si comporta pare non avere il minimo rimorso anzi, se ne va in giro come se nulla fosse e mai una volta ha perso quell'aria da superbo stronzo.

Dopo altri cinque minuti vedo arrivare Ratri in compagnia dei fratelli più "antichi", non vedo Veicht e questo mi rasserena. Già solo l'idea di dover interagire con dei vampiri mi agitava, dover sopportare Veicht anche solo per due minuti, il tempo dei saluti, mi mandava in bestia. Grazie al cielo non c'è proprio.

Aspetto che sia lei a venire da me con il suo "seguito" di vampiri, poi la saluto con un caloroso abbraccio e le do due baci sulla guancia. Sono sempre stata affettuosa, ma penso che sia una caratteristica della nostra famiglia.

Alzo lo sguardo verso Michey, ma lo abbasso subito; è la prima volta che mi capita di vederlo così da vicino e devo dire che, a discapito dell'età che dimostra, sento di dovergli un certo rispetto. La sua aura potente e magnetica mi mette una certa soggezione. Così ancora con gli occhi bassi mormoro un saluto.

«Buonasera.» La mia tonalità è bassa, ma so di per certo che tutti i presenti mi abbiano sentita, Ratri compresa.
«Buonasera Alanora, come state tu e la tua famiglia?»
Alzo la testa per guardare Michey. Lui inclina il capo e mi sorride benevolo mentre aspetta una mia risposta. Io dal canto mio sono agitata, sento le guance farsi rosse, ma cerco subito di darmi un tono.
«Molto bene grazie, mio... mio padre ti saluta.» Dico infine senza balbettare più di tanto. Lui mi sorride di nuovo e annuisce compiaciuto.

«Ciao Al.» Blazej mi saluta con un timido sorriso e non appena lo guardo vengo subito catturata dai suoi occhi blu che, anche al buio, sono luminosi. All'improvviso tutta la tensione che avevo sembra sciogliersi, mi sento un pochino più tranquilla e in un certo senso più felice ora che Blazej è qui.
Arrossisco come una bambina e mi sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«E-ehi.»

Di solito sono molto più loquace, ma dalla nostra ultima chiacchierata ho un po' di difficoltà a rapportarmi con lui. Se prima riuscivo comunque, nonostante avesse già iniziato a cambiare qualcosa dentro di me, a comportarmi in maniera schiva. Ora, invece, riesco a malapena a guardarlo in faccia che subito arrossisco come una deficiente.

La cosa che più di tutte mi disturba è che sia lui che suo fratello, in questo preciso istante, sanno con esattezza come mi sento. Il mio cuore batte troppo forte e anche se può passare per agitazione generale rispetto al fatto che sono di fronte a due vampiri centenari, sono più che certa che a nessuno dei due sia sfuggito il fatto che, queste palpitazioni, siano iniziate nel momento in cui mi ha salutata Blazej.

Maledizione, Al calmati!

Cerco di impormi a me stessa, ma è tutto inutile. Guardo Blazej con la coda dell'occhio e noto un sorrisetto, questa cosa mi fa innervosire: Lui lo sa, sa l'effetto che mi fa e che sia così palese non va bene, insomma potrebbe approfittarsene, no ?

«Dove diavolo è Veicht.» Esclama Michey mentre fissa il suo orologio da taschino e batte il piede a terra con impazienza.

Questa notizia fa galoppare il mio cuore, avrò sicuramente i battiti a duecento, speravo davvero che Veicht non venisse e ora non sono più tranquilla. Mi si mozza il fiato, ma è Ratri a rompere il silenzio e di conseguenza a distrarmi per un attimo dal mio tumulto.

«Beh, io devo entrare e non posso certo arrivare in ritardo perchè Veicht gioca a fare la prima donna!» Sbuffa la mia amica.

Io strabuzzo gli occhi, se solo sapesse con chi ha a che fare non parlerebbe così anzi, si guarderebbe bene dall'insultarlo.
La cosa però sembra inquietare solo me, in quanto i due fratelli si lasciano andare a una risatina.
Risatina che viene bruscamente interrotta dal diretto interessato, il quale sbuca dal nulla alle spalle di Ratri.

«La prima donna è arrivata!»
Se lo conosco, e un po' lo conosco, non l'ha presa bene. Adesso anche Ratri è sbiancata, la vedo deglutire prima di voltarsi con estrema lentezza verso Veicht. Lui alza un sopracciglio e serra la mascella, ma subito un ghigno, che io trovo inquietante, si forma sulle sue labbra. Il vampiro, a braccia conserte, si abbassa all'altezza di Ratri.
«Boo!» Le soffia sul viso, ma a parte la sorpresa, Ratri non sembra scomporsi più di tanto. Sembra solo infastidita nulla di più. Beh, è comprensibile, lei non sa un accidenti su di loro e non credo nemmeno che si ponga delle domande su questo "effetto sorpresa" del malefico bastardo. Infatti, come se nulla fosse, alza gli occhi al cielo e poi si volta di nuovo nella nostra direzione e ignora Veicht.

«Ragazzi, dato che ci siete tutti, io vado dentro, tra poco inizieremo.»

Salutiamo tutti Ratri augurandole buona fortuna, tutti tranne Veicht, lui si deve differrenziare anche in questo.

«Bestiolina, spero che, almeno come cantante, tu non sia una completa delusione.»

Dio, ma quanto è odioso!?

La deve far agitare prima della sua performance sennò non è contento. Che voglia che ho di prendere a pugni quella sua faccia di bronzo. Lei, però, di nuovo mi sorprende: incrocia le braccia al petto e con un sorrisetto gli risponde a tono.

«Non canto per impressionare te, se non ti piacerà quello che sentirai, te ne potrai anche andare.»

Detto questo saluta tutti con un rapido gesto della mano e sparisce dentro il locale senza aspettare una risposta da Veicht, il quale non sembra affatto infastidito da quella risposta anzi, ci scherza sopra.

«Ha un bel caratterino, è un osso duro.»

Le sue parole fanno scattare Michey che, se fino a questo momento era rimasto tranquillo, ora che Ratri è andata via può dar sfogo ai suoi pensieri.

«Ti ho detto che non è un giocattolo. Comportati bene e soprattutto taci!» Lo riprovera, ma non sortisce alcun effetto purtroppo, se non quello di metterlo in condizione di reagire. Per fortuna Blazej interviene prima che i due fratelli si mettano a dare spettacolo.
«Che ne dite se prendessimo un tavolo tutti insieme, per te Alanora andrebbe bene?»

La prospettiva di passare l'intera serata con loro non mi fa impazzire, ma può essere una buona occasione per porre loro alcune domande riguardo la faccenda di Ratri e le loro intenzioni nei suoi confronti
E poi siamo in un luogo pubblico , non credo che nessuno di loro farebbe sciocchezze, nemmeno Veicht.

Stai tranquilla piccola tigre, sei al sicuro.

D'istinto lo guardo, le mie guance si fanno porpora nel momento in cui mi strizza l'occhio. Gli rivolgo un debole,ma sincero, sorriso. Le sue parole o meglio i suoi ehm..."pensieri" hanno placato le mie paure.

Balzej sparisce nel locale alla ricerca di un tavolo che possa ospitare tutti.

«Io vado a prendere qualcosa da bere, tre birre per noi e... la strega cosa beve?»

Veicht chiede le cose a suo fratello Michey come se io non esistessi . Non so cosa mi prenda, tuttavia il fastidio è tale da farmi ribattere, ma quel che è peggio è che mi lancio in un gesto forse incolsulto eppure istintivo: poso una mano sulla sua spalla e lo costringo a voltarsi nella mia direzione.

«La strega ha un nome e una birra va benissimo.»

Lui si volta, mi guarda dapprima sorpreso poi, al solito, sul suo viso compare quel sorrisetto malefico. Fissa la mia mano, poi prende con due dita il mio polso e sposta con delicatezza e lentezza finchè, una volta allontanato dalla sua spalla, molla la presa.
Freddo è freddo, un po' come gli altri immagino, ma per qualche ragione i brividi che percorrono la mia schiena sono molteplici e di natura diversa, eppure hanno qualcosa in comune: tutti gridano "al pericolo!".

«Veicht, ti prego, vai!» Gli intima Michey mentre Veicht continua a fissarmi. Si dilegua poco dopo, grazie al cielo. Dal canto mio sono ancora scossa per quello che ho appena fatto, non so dove ho trovato il coraggio di toccarlo e allo stesso tempo ho paura delle ripercussioni che questa cosa possa avere su di me.

Michey sospira e mi guarda costernato.

«Alanora, mi dispiace. Veicht purtroppo ha un temperamento e un'arroganza che non hanno eguali.»
«Non è la sua arroganza che mi preoccupa.» Rispondo piccata, ma lui non si scompone, né si risente per quello che ho appena detto sul fratello. Lo sa anche lui a cosa mi riferisco, perciò si limita ad annuire per poi cambiare argomento.

«Sai, sono felice che tuo padre ti abbia raccontato della nostra amicizia.»
«Come lo sai?» Chiedo sorpresa.
«Mi hai portato i suoi saluti, mi è bastato per capire.»

Perchè ho la sensazione che abbia appena mentito?

Aggrotto le sopracciglia, non mi fido affatto di lui, so che hanno dei poteri: Blazej me ne ha dato prova. Il fatto che Michey abbia avuto un'intuizione così accurata la trovo una cosa piuttosto impossibile.

"Se vuoi che mi fidi di te, usare trucchetti non aiuterà."

Lo penso intensamente e subito noto un cambiamento nell'espressione dell'antico vampiro: ora sorride compiaciuto.

«Intelligente, scaltra e intuitiva. Ti faccio i miei complimenti Alanora.»

Sospiro infastidita, immaginavo che avesse usato i suoi poteri e ora ne ho la piena certezza, inoltre ho appena scoperto cosa sa fare e quale sia il suo impatto sulla mente degli altri, anche se sono convinta che abbia altre abilità. Sto per parlare e dirgli quanto la cosa mi dia fastidio, ma lui mi anticipa.

«Non preoccuparti, non ho intenzione di continuare a farlo. Di solito lascio la completa privacy mentale a chiunque. Ma tu mi hai incuriosito, non capivo perchè mi portassi i suoi saluti.»

«Sì, lui mi ha raccontato a grandi linee ha detto che vi siete conosciuti... uhm, al college.»

Mi fa strano persino dirlo. Mio padre ha quasi sessant'anni, non è più un ragazzino, sapere che loro due frequentavano lo stesso college durante gli anni ottanta è difficile da concepire. Specie in virtù del fatto che Michey conserva ancora la sua giovinezza.

«È corretto. Eravamo amici, ho sempre avuto molta stima di lui e viceversa. In seguito abbiamo preso strade differenti, lui si è sposato e io ho dovuto prendere il mio posto in questa famiglia e fare il fratello maggiore a tempo pieno. Ma ci siamo promessi aiuto reciproco in caso di bisogno e quando lui mi ha chiesto un posto dove stare per allontanarsi dall'Irlanda gli ho offerto di vivere qui.»

«Che cosa?» Chiedo attonita. Vedo Michey agitarsi sul posto per poi mordersi il labbro e guardarmi con un espressione dispiaciuta.
«Perdonami, Alanora, io... ho presupposto ti avesse raccontato tutto.»

Tutto? Ma tutto cosa ? Cosa mi hanno nascosto ancora ?
Non posso ignorare questa cosa e se i miei genitori non sono stati chiari beh, allora dovrà esserlo Michey.
«È evidente che non sia così. Dimmi cos'altro devo sapere Michey?» La mia voce è ferma e, anche se ho appena alzato la voce contro un vampiro, non mi scompongo. Si tratta della mia famiglia e dei loro maledetti segreti. Io ho il diritto di sapere!
«Non spetta a me parlartene, ma sono certo che tuo padre risponderà a tutte le tue domande se vuoi conoscere davvero la verità.» La sua voce calma e pacata mi da ai nervi, non può pretendere di liquidarmi così.

«Ormai hai parlato!» Esclamo con sicurezza e alzo il mento per sostenere meglio il suo sguardo.
«E me ne dispiaccio, ma non ti dirò nient'altro, spetta ai tuoi genitori raccontarti la vostra storia e i motivi del vostro trasferimento ad Aima.»

Sbuffo infastidita e frustrata. Michey è come una fortezza inespugnabile ed è di certo un amico fedele per mio padre, non gli scucirò nessuna informazione nemmeno se rimanessi qui tutta la notte a discutere di questa cosa, so già che troverebbe la maniera per glissare il discorso.
Però ho ancora un sassolino nella scarpa di cui mi voglio liberare.

«Se mio padre ha così tanta stima di te, perché mia madre la pensa in maniera così diversa?» Forse il mio tono un po' troppo accusatorio potrebbe non piacergli, eppure non batte ciglio anzi, mi rivolge un altro dei suoi sorrisi benevoli.

«Tua madre è cresciuta con un ideale diverso, non la biasimo di certo. Capisco anche che abbia paura per te, ma tu sei, più di tutti, al sicuro. Non permetterei mai che accadesse qualcosa alla figlia del mio migliore amico, Alanora su questo mi devi credere.»

Sono confusa, i miei genitori hanno idee troppo diverse e io non so a chi dare adito. Una parte di me vorrebbe credere a Michey, così come lo fa mio padre, e questo mi permetterebbe anche di non sentirmi in colpa per i sentimenti verso Blazej. Ma l'altra parte di me, quella che mia madre ha istruito in tutti questi anni, la strega vera e propria, mi dice che non posso abbassare la guardia.

Scuoto la testa, devo far ordine nei miei pensieri, ma prima di tutto dovrò parlare con mio padre e da soli.
«Alanora, credo di capire, senza l'ausilio del mio "trucchetto" come lo chiami tu, che cosa ti affligga.» Mi fa l'occhiolino e la sua schiettezza mi getta nell'imbarazzo totale. Poi posa una mano sulla mia spalla, il suo tocco è cauto e leggero come una piuma. Osservo la sua mano, ma non mi scosto, lui mi sorride e prosegue nel suo discorso.
«Lascia che qualcuno con un'esperienza di vita un po' più... come posso dire vediamo... ehm... ampia forse? Sì, direi che possiamo definirla così, ti dia un consiglio: non farti condizionare da nessuno mia giovane strega, nè da me, nè da tua madre. Devi farti la tua idea, ma per questa sera riusciresti a mettere da parte i tuoi dubbi e le nostre rispettive nature? Se non vuoi farlo per noi o per te, fallo per Ratri, lei non sa niente delle nostre reciproche... divergenze.»

Il suo discorso mi ha colpita, non posso dire di essere rimasta indifferente alle sue parole. È una persona saggia, penso che potrei imparare molto da lui. C'è qualcosa in lui che infonde sicurezza, la sua aura è potente, eppure il suo modo di fare non incute solo timore o riverenza. Michey sa essere comprensivo a quel che ho visto ed è questo che lo rende affidabile agli occhi degli altri.

Mi mordo l'interno della guancia, ancora non sono convinta, ho bisogno di altre certezze e di altre spiegazioni.

«Michey perdonami, ma non riesco a far a meno di pensare a Veicht. Ogni volta che mi guarda mi sento minacciata e lui è... un ass...»

«Alanora!» Mi rimprovera con uno sguardo serio. Deglutisco a fatica e inizio a tremare.

Dio mio che cosa ho fatto?

Il mio cuore scalpita e mi sento venire meno. Non dovevo provocarlo, non dovevo tirare troppo la corda. Mi ucciderà? Mi farà del male?

«Siamo tutti stati almeno una volta quella parola, che ti pregherei di non pronunciare, non in luogo pubblico, almeno. Suvvia, un po' di contengno, vuoi forse che tutto il locale sappia chi siamo?»

Scuoto la testa e tiro un sospiro di sollievo. Stavo per svenire, oppure finire in balia di un attacco di panico.

Michey alza gli occhi al cielo e questo mi fa capire che ha di nuovo usato i suoi poteri su di me. Non dico nulla questa volta, qualsiasi cosa abbia letto nella mia testa non gli avrà fatto piacere.
Mi si avvicina ed elimina una qualsiasi distanza tra di noi, pone entrambe le mani sulle mie spalle e si abbassa al mio orecchio.

«Se mi sentisse, si arrabbierebbe, ma devi sapere che lui non è uguale a noi, non controlla la sete e ha una specie di dipendenza verso il sangue umano. Ma credimi se ti dico che per quel particolare incidente ha sofferto e soffre tutt'ora.»

Michey si riposiziona in piedi davanti a me e si guarda intorno, probabile che voglia assicurarsi che Veicht non l'abbia sentito. Questa cosa dei sensi iper sviluppati la sapevo già, però mi chiedo fino a che distanza riescano a sentire. Però adesso, ho un'altra priorità.

«Non credi che sia meglio che si tenga alla larga dalle persone? Voglio dire, frequentare l'università non è un po' troppo azzardato per lui?»

«No, Alanora, Veicht è innocuo per la maggior parte del tempo. Se sazio è alla stregua di noi altri. E poi se lo tenessimo rinchiuso non saprebbe rapportarsi, non saprebbe controllare e ti assicuro che lo fa egregiamente.»

Certo ditelo a quella ragazza.

«Alanora, so che per un essere umano sia difficile da comprendere, ma è stato un incidente. Non ucciderebbe mai un innocente.»

Forse ha ragione Michey, se rimanesse sempre isolato la volta che uscirebbe farebbe una strage. Eppure il suo atteggiamento strafottente, non mi permette affatto di provare empatia nei suoi confronti. Non so se sia stato davvero un incidente, o se i suoi fratelli lo stiano coprendo. Fatto sta che, per il momento, su Veicht ho ancora delle riserve e mi servirà ben più di una chiacchierata con Michey per potergli dare anche solo il beneficio del dubbio.


Ciao a tutti, come state ?

Come vi è sembrata la chiacchierata tra Alanora e Michey ?

Secondo voi riuscirà a mettere da parte I suoi pregiudizi di strega ?

Il capitolo è diviso in due parti, vi aspetto alla parte due, dove avremo ancora il punto di vista di Alanora.

Nel frattempo fatemi sapere se questa parte vi è piaciuta con un commento o una stellina.

Io mando un besito a tutti 😘

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro