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Capitolo 8 La colazione

RATRI

Malgrado una notte passata quasi del tutto insonne, questa mattina mi sento pronta ad affrontare la colazione "in famiglia". La curiosità è più forte della mia stanchezza, ho voglia di conoscere qualcosa in più sui tre fratelli.

Entro nella sala da pranzo, la tavola è apparecchiata con vassoi colmi di ogni ben di Dio, e ciò che mi salta all'occhio più di tutto sono le stoviglie: un set in porcellana bianca, con i bordi dorati e il disegno di una V, piuttosto vistosa, posta a decorazione di ogni singolo oggetto.


I tre fratelli sono già seduti, chiacchierano fra loro, ma non appena mi vedono sulla soglia, si voltano tutti nello stesso identico momento verso la mia direzione. Tutto a un tratto vengo colta dall'imbarazzo, mi sento osservata con gli occhi di tutti e tre i fratelli puntati addosso.

«Vengo in pace.» Esclamo con un sorriso per stemperare la tensione che mi ha invaso. Veicht sposta la sedia accanto alla sua e, con un cenno della mano, mi propone di accomodarmi lì.
È l'ultimo posto in cui vorrei sedermi in realtà, ma non posso essere io quella che sta sul piede di guerra. Questa potrebbe essere un'occasione per conoscerci e, forse, per iniziare ad andare d'accordo. Perciò, seppur con una leggera riluttanza, mi accomodo accanto a lui. Non perde tempo e si avvicina al mio orecchio.
«Ignora la cristalleria, Michey è un amante di queste cianfrusaglie.» Mi dice con un sorriso e un occhiolino.

È così vicino che il suo profumo mi inebria, posso sentire addirittura il suo respiro contro i miei capelli. Stamattina, come anche ieri sera, appare calmo e tranquillo, forse è stato solo il primo impatto, forse potrebbe rivelarsi accogliente come gli altri.

Dato che ha fatto un primo passo decido di farne uno anche io e gli riservo uno dei miei sorrisi più sinceri, tanto più che la sua battuta l'ho apprezzata davvero. Almeno io, Michey, invece, lo fulmina con lo sguardo, è chiaro che lui non abbia affatto apprezzato il suo commento. Trattengo una risatina, mentre afferro un pasticcino dal vassoio. Ho la tendenza a non fare colazione, ma questa volta farò un'eccezione per due motivi. Primo fra tutti questa è un'occasione speciale e secondo, Michey ha preparato tutto questo e non voglio di certo offenderlo o sprecare il cibo.

I fratelli allo stesso modo prendono qualcosa dai vari vassoi, solo Veicht non prende nulla, si limita a versarsi del caffè. Aspetto che finisca perchè ne vorrei anche io. Lui si volta nella mia direzione con la caffettiera a mezz'aria e mi chiede con un cenno se ne voglio. Annuisco in maniera vigorosa e, con un lieve sorriso, avvicino la tazzina e la porto all'altezza della moka.

Non so per quale motivo mi trema la mano, forse perchè un po' Veicht mi spaventa e ho paura che mi versi il caffè addosso di proposito, in fondo, neanche quarantotto ore fa mi ha spinta a terra. Lui nota il mio tremolio, afferra la mia mano in modo che stia ferma mentre versa il caffè e lo fa con una lentezza tale da scandire i secondi.

Appena finisce, Michey si schiarisce la voce, lancia a lui un'occhiataccia che non comprendo e poi si rivolge a me con il suo splendido sorriso.

«Allora Ratri, pensavo potessimo condividere il momento della colazione per conoscerci meglio.»
«Sì, Michey, perché non inizi tu a parlare?»

Veicht lo canzona, ma Michey, questa volta, non si lascia sopraffare dal fastidio, si limita a sospirare per poi prendere di nuovo la parola.

«Naturalmente! Inizio io, ma non c'è molto da dire se non che mi è capitata l'enorme disgrazia di essere tuo fratello.»

Trattengo una risata mentre Michey mi fa l'occhiolino. Guardo Veicht accanto a me, ha serrato la mascella e ho appena imparato una cosa nuova su di lui, è piuttosto suscettibile.

Alla faccia del carattere difficile, Michey ha usato un bell'eufemismo!

«Te la sei cercata fratello.»
Gli dice Blazej, per poi tirargli una mollica di pane.

«Perché non parli tu, Blazej, racconta qualcosa, avanti!»
Veicht, sempre più infastidito, appallottola il tovagliolo e lo lancia addosso al fratello che con un piccolo movimento riesce a schivarlo. Ride di gusto mentre si prende gioco del biondino.

«Oh, ma ha già detto tutto Michey che posso dire di più su di te, a parte che sei insopportabile sette giorni su sette, h24.»

È la prima volta che vedo Blazej ridere in questo modo, una risata vera e non quei deboli sorrisi, o quell'aria maliconica che sembrano contraddistinguerlo.

Rido anche io nel vedere i due fratelli che si prendono gioco di Veicht, ma appena mi volto nella sua direzione noto che non ha affatto preso bene gli scherzi degli altri, lo vedo serrare i pugni ben visibili sul tavolo. Michey ridacchia, porta una mano alla bocca come a voler nascondere il suo divertimento e infine si schiarisce la voce.
«Ratri perdonaci, ma come tutti i fratelli, i nostri battibecchi sono all'ordine del giorno.»
«Già, il nostro passatempo preferito e fare arrabbiare Veicht e non è difficile come vedi.» Prosegue Blazej mentre continua a lanciare molliche di pane al fratello che, sempre più nervoso, grugnisce dalla rabbia di fianco a me.

Dal canto mio scuoto la testa, trovo i loro screzi divertenti, sono una famiglia, è normale che sia così.

«Non scusatevi, è bello avere una famiglia numerosa. Io avevo solo i miei genitori.»

Le parole mi escono fuori dalla bocca senza che io nemmeno me ne accorga e il mio sorriso viene subito spazzato via da una leggera tristezza che cala sui miei occhi. Il mio cambiamento d'umore non passa inosservato e i fratelli mi guardano con compassione, beh almeno due di loro lo fanno.
«Avevi?» Mi chiede con timidezza Blazej ed io annuisco con un debole sorriso. Non vorrei parlarne, mi fa male farlo, ma se voglio conoscere meglio i miei coinquilini forse devo essere io la prima a scucirmi sul mio passato.
Perciò, a malincuore racconto loro quello che è successo, mentre cerco di trattenere a stento le lacrime. Finito il mio racconto, Michey si sporge verso di me e mi prende la mano, al solito è fredda, ma il calore lo emanano le sue intenzioni e mi si riscalda un po' il cuore con questo gesto affettuoso.
«Sono molto costernato Ratri, ti pongo le mie più sincere condoglianze.» Michey sembra davvero sincero nel pronunciare queste parole, voglio dire che non sembrano solo di circostanza è come se davvero fosse dispiaciuto per me.
«Grazie Michey, davvero. Sapete, anche se ho sempre saputo che non erano i miei veri genitori, li ho amati moltissimo, a loro devo tutto.»

Ormai ho aperto il vaso e sento di riuscire a parlarne senza incominciare a versare lacrime. Però un suono cattura la mia attenzione, proviene da Veicht e ha tutta l'aria di essere uno scherno, ma prima che io possa voltarmi e chiedere spiegazioni, Blazej posa la sua mano sulla mia spalla. A questo gesto, che ancora considero inaspettato, mi volto nella sua direzione, sulle sue labbra è dipinto un lieve sorriso di comprensione e incoraggiamento.
«Sei stata adottata?» Mi chiede con dolcezza quasi come fosse un sussurro, forse non vuole mostrarsi invadente, ma sono stata io a tirare fuori l'argomento, perciò annuisco in conferma.

«E non hai mai pensato di cercare i tuoi veri genitori ?» Devo dire che la domanda di Michey non mi sorprende affatto, anche se in tutta onestà sì, molte volte mi sono chiesta chi fossero e perché non mi abbiano tenuta, ma non ho mai cercato davvero informazioni su di loro.

«Se non mi hanno voluta avranno avuto i loro motivi. Non mi sembrava il caso di stravolgere le loro vite e la mia. E poi non volevo che i miei genitori pensassero che non li considerassi tali, quindi non ho mai fatto ricerche.»

Cala il silenzio. Michey stringe più forte la mia mano e mi guarda con un'intensità tale che ho come l'impressione di essere soli nella stanza.

«Ma che tenero quadretto.» Esclama Veicht con un tono canzonatorio che rovina l'atmosfera e sia io che Michey ci voltiamo infastiditi nella sua direzione. I nostri sguardi, però, non hanno alcun effetto su di lui che, come se nulla fosse, rincara la dose.

«Volete che vi lasciamo da soli?»
Michey a questo punto, lascia la mia mano e sbatte la sua con violenza sul tavolo, tanto forte è il colpo che le stoviglie tremano per qualche decimo di secondo.
«Finiscila... Subito!»

Veicht alza le sopracciglia, non è affatto intimidito dal fratello anzi, prende un coltello e inizia a farlo roteare tra le dita come un abile giocoliere.

Non avrà mica intenzione di tirarglielo, vero?

Mi gelo sul posto, la situazione sembra stia prendendo una piega drastica. Sono queste le stranezze? Quando litigano si lanciano coltelli?

Sono agitata e non poco, guardo i due fratelli che si fissano in silenzio e quel maledetto coltello che Veicht continua a far roteare senza sosta.

«Non ti scaldare Michey, ti verranno le rughe.»

Per fortuna Veicht rompe il silenzio con una battuta, non sono certa che sia apprezzata dal fratello maggiore, ma basta e avanza per far scemare la tensione tra i due. Michey ghigna infastidito, ma poi riprende la sua solita aria tranquilla e con un sospiro si rivolge a Veicht.

«Invece di aprire la bocca solo per comunicare le tue sciocchezze, forse potresti chiedere scusa a Ratri per il comportamento che hai avuto. Viviamo tutti insieme e preferirei andassimo tutti d'accordo.»

Sì, certo, come no? Veicht che mi chiede scusa?

Non lo credo possibile. Infatti, non solo lancia un'occhiata maligna verso il fratello, ma si rivolge a me con un tono tutt'altro che rassicurante.

«Ma andiamo perfettamente d'amore e d'accordo, non è così bestiolina?»

Detto questo, pianta il coltello nel tavolo.

Sussulto per lo spavento e la brutalità del gesto, la lama non è più visibile da tanto in profondità lo ha infilzato. Sono così tanto spaventata da quel gesto che mi viene istintivo spostarmi sulla sedia in direzione di Blazej, il quale, con fare protettivo, cinge le mie spalle con un braccio.

«Veicht, idiota! Smettila,la spaventi.»

Sono così agitata che mi ci vuole un attimo per concepire il fatto che sia proprio Blazej, il timido e timoroso del contatto, ad "abbracciarmi".
Il mio sguardo però, non si stacca un momento da Veicht e dal suo ghigno malefico, alza le spalle e schiocca la lingua con il suo solito fare da presuntuoso arrogante.

«Bestiolina, ti ho spaventata? Ti facevo piu coraggiosa, sai?»

La sento forte e chiara, è una minaccia ne sono sicura, quello che non mi spiego è perché? Che gli ho fatto?
Vorrei aprire la bocca per rispondergli, per chiedere spiegazioni, ma Blazej parla al posto mio.

«Lascialo perdere, non è il membro più simpatico della famiglia. E poi fra una settimana te lo leverei di torno per qualche ora. » Blazej parla come se il fratello non fosse proprio lì accanto a noi, mi volto per guardarlo e chiedere cosa intenda.
«Le lezioni all'università lo terranno impegnato, credi a me.» Mi rivolge un occhiolino complice.

Avevo quasi dimenticato che Aima vanta un polo di prestigio del quale, però, io non ne avevo mai sentito parlare. Trovo strano che in un'isola sperduta e una cittadina come questa ci sia una vera e propria università.

«Dove si trova l'ateneo?»
«Appena fuori città, non è lontano e con la macchina ci vogliono giusto dieci minuti.» Mi spiega Blazej.
«Inizierò il terzo anno, mentre Veicht si prepara al quinto anno di
Storia.»
Mentre Blazej parla, sposto lo sguardo verso il fratello di mezzo, non batte ciglio e sembra nemmeno ascoltare la conversazione.

Meglio, se sta zitto è meglio.
«Tu sei laureata Ratri?»

Domanda ostica.
Scuoto la testa e mi mordicchio le unghie.
«No, beh... io... dopo quello che è successo... sì insomma ho mollato tutto.» Riesco a concludere la frase non senza fatica e poi mi lascio andare ad un lungo sospiro rumoroso.

Michey intuisce subito che non è un cosa della quale mi vada di parlare, perciò cambia argomento

«Ratri, venerdì hai il tuo primo concerto, ti senti pronta?»
Felice di questo cambiamento di tema, sorrido, apro la bocca per rispondere, ma Veicht mi anticipa.
«Oh la bestiolina canta? Interessante, sono proprio curioso di sentirti.»

Mi sorprende, ma sembra anche sarcastico, quindi non mi fido molto del suo entusiasmo, ma tanto basta per far prendere a Michey un'iniziativa.

«Ho un'idea, e se andassimo tutti a sentirla? Sempre che tu sia d'accordo Ratri.»

Certo, se non venisse Veicht sarei di sicuro entusiasta della proposta, ma con lui nei paraggi sono sicura che mi agiterei. In ogni caso, però, non voglio essere maleducata perciò rispondo, forse con troppo entusiasmo.

«Certo! Mi farebbe piacere!»

Guardo i due fratelli con i quali vado più d'accordo e sorrido, tutta la mia enfasi è rivolta a loro.

«Bene, direi che ognuno può tornare alle proprie attività. Veicht, a te il compito di lavare i piatti e per l'amore del cielo estrai quell'affare dal mio tavolo in mogano!»

Alle parole di Michey, il fratello più giovane si lascia sfuggire una risatina che finge di nascondere con il palmo della mano; mentre Veicht, con un'espressione sbigottita, lascia cadere le braccia lungo la sedia.

«Abbiamo assunto la bestiolina per questo no? non vedo perchè debba farlo io?!»
«Perchè parli troppo, perchè mi irriti e perchè lo dico io!» Afferma Michey tra i denti mentre fissa suo fratello che alza gli occhi al cielo e, senza sforzo alcuno, sfila il coltello dal tavolo e lo posa con delicatezza sul tovagliolo, poi lo indica con entrambe le mani.

«Contento?» Michey lo ignora, si alza da tavola, saluta me e Blazej con un cenno del capo e poi esce dalla stanza.

Accidenti, non ho scoperto quasi niente, se non la loro età, più o meno, e ciò che studiano. Mi abbandono sulla sedia e mi maledico per non aver fatto più domande; ma con il comportamento da psicotico di Veicht, mi è passata la voglia di indagare. Guardo il tavolo e i piatti davanti a me, nel mio c'è una mezza brioche che non ho finito e le briciole del pasticcino, anche i piatti degli altri sono pieni, ma nessuno ha toccato cibo. Forse siamo stati tutti presi dalla conversazione, o forse il gesto plateale di Veicht ha tolto l'appetito anche agli altri.

«Ehi Ratri, va tutto bene?» La domanda di Blazej mi riporta sulla terra, mentre Veicht senza dire una parola raccoglie tutti i piatti compreso il mio, lo guardo e anche lui sembra assorto nei suoi pensieri.

«Ehm... sì, tutto bene.» Farfuglio in risposta a Blazej, lui si morde il labbro e, come tutte le volte che è in imbarazzo, ormai l'ho capito, si passa una mano tra I capelli. Che cosa mi deve dire?

«Sai... uhm... l'università, offre... offre una serie di corsi e... tu... beh tu potresti iscriverti e terminare gli studi.» Con un po' di fortuna riesce a finire il suo discorso, ma non sono l'unica rimasta in ascolto, anche Veicht smette di fare quello che stava facendo e drizza le orecchie. Lo ignoro per provare a rispondere al fratello minore.

«Io... non lo so... insomma... ci penserò.» Abbozzo un sorriso. Devo ammettere di averci pensato, ho abbastanza soldi tra la modesta eredità e quelli ricavati dalla vendita dei mobili della mia vecchia casa, per potermi iscrivere.

«Quanti esami ti mancavano?» Mi chiede cauto Blazej.
«Tre.» Rispondo quasi sotto voce e distolgo lo sguardo che, però, ricade su Veicht. Mi aspetto una sua battuta, una provocazione rispetto al mio fallimento accademico.

«Dovresti iscriverti.» Lo guardo incredula, non mi aspettavo certo queste parole da lui. Lui nota il mio sgomento e alza le spalle.

«Sei una fallita?» Me lo chiede senza ombra di scherno, anzi sembra molto serio, ma questa parola mi irrita. Mi irrigidisce e rispondo fra i denti.

«No!»
«Allora iscriviti, non essere anche stupida.» Detto questo, scompare all'interno della cucina.
È stato... strano, non ero preparata a questo tipo di interazione.

Anche stupida.
È incredibile questo ragazzo, in una sola frase è riuscito a incoraggiarmi e offendermi allo stesso tempo. Più ci penso, più mi viene da ridere.

«Sai, ha ragione. Dovresti finire, ormai sei a un passo dalla corona d'alloro.» Mi dice Blazej, con tono solenne nel pronunciare le ultime parole.

«Non lo so, non mi sembra più così importante ora che loro non possono essere più fieri di me.»
«Scherzi? Lo è, per te, per i tuoi genitori. Ascoltami Ratri, ovunque loro si trovino sono certo che vorrebbero vederti brillare.»

Le sue parole mi sono di estremo conforto, gli rispondo con un piccolo sorriso di speranza. Prendo però la palla al balzo per conoscere meglio almeno questo fratello.

«Ci credi davvero? Nell'aldilà e cose così... »
«Ti stupiresti della mole di cose in cui credo Ratri, ma sì, credo anche che chi non c'è più in qualche modo ci sia ancora. Mi definirei... ehm... spirituale?» Mi chiede come se volesse una conferma da parte mia.

«Direi che spirituale è la parola giusta, un tempo lo ero anche io, ma poi... non lo so... ho smesso di credere ai poteri superiori, non so se mi spiego. Non sono mai stata una credente, ma ho sempre pensato che ci fosse qualcosa in più che noi non vediamo.»
«E fai bene a crederci, soprattutto se ti fa stare bene e in contatto con quelli che hai amato.»

Rifletto sulle sue parole per qualche istante, poi gli metto una mano sulla spalla.

«Grazie, di tutto. Mi hai aiutato a capire cosa devo fare.» Dico infine.
Lui annuisce e sorride compiaciuto, dopo di che prende la mia mano e vi deposita sopra un lieve bacio per poi abbandonare la stanza.

Rimango sola con i miei pensieri a rimuginare sulla nostra conversazione. Ha ragione, non posso rimanere nel limbo, devo agire e renderli fieri di me. Sorrido a me stessa per la decisione che ho preso.

All'improvviso mi accorgo di non essere affatto rimasta sola, Veicht è in piedi di fronte a me e nemmeno me ne sono accorta. D'un tratto mi sento agitata, rimanere da sola con lui non è affatto una buona idea. Mi fissa a braccia conserte.

«Cos'hai deciso bestiolina?»

Ma che gli importa?

Tengo la testa alta, non mi farò dare della stupida di nuovo.

«Mi iscrivo!» Dico e alzo il mento. Le sue labbra si allargano in un sorriso.

«Saggia decisione bestiolina, forse... non sei poi così stupida.»

Mi viene istintivo sorridergli, lui annuisce di rimando e infine, come i suoi fratelli, abbandona la stanza.
Entrambi i fratelli, ognuno a modo suo, mi hanno dato la carica giusta e adesso sono pronta a rimettermi in gioco, sono pronta a "brillare" come ha detto Blazej.

Ciao a tutti, come state ?
Capitolo un po'piu corto, ma abbastanza intenso che dite ?

Che ne pensate del comportamento ambivalente di Veicht in questo capitolo ?

Quali sono le vostre teorie a riguardo?

Fatemi sapere se vi è piaciuto con un commento o una stellina, ci vediamo presto nel prossimo capitolo con il punto di vista di una rossa esplosiva.

Un besito a tutti 😘

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