Capitolo 7 Confusione
RATRI
Iniziare le pulizie di questa immensa casa non è stato facile. Dopo aver rassettato la mia camera mi sono concentrata sul corridoio del nostro piano; solo per pulire quello e tutte le cianfrusaglie posizionate sulle varie consolle, ci è voluta tutta la mattina. Non oso immaginare quanto tempo ci voglia per pulire la benedetta "sala da ballo", se ci penso mi viene lo sconforto.
Quello che mi resta da fare, ora, è stendere il bucato.
Pur non volendo, la mia attenzione è concentrata sulla maglietta di Veicht; il suo profumo ha impregnato l'indumento e, nonostante il lavaggio, non accenna a svanire. È così intenso che se chiudo gli occhi ho quasi la sensazione di sentirne il sapore; inspiro mentre la fragranza si insinua prepotente tra le mie narici.
«Vedo che hai fatto quello che ti ho chiesto a metà.»
Sussulto al suono della sua voce e mi volto rapida nella sua direzione. Ero così concentrata su quel maledetto profumo che non mi sono accorta della sua presenza.
«Come hai detto?»
«Volevo che fosse pulita e stirata, invece l'hai appena stesa.» Mi dice in un misto di delusione e rabbia.
Se pensa di potermi comandare a bacchetta se lo può scordare, sarà anche il padrone di casa, ma io sono una persona e come tale merito rispetto.
«Non mi sembra che tu sia a corto di vestiti.» Gli dico, mentre con l'indice indico la sua camicia bianca che aderisce al suo corpo come fosse una seconda pelle.
Se solo non fosse uno stronzo...
Si guarda per un secondo per poi riportare il suo sguardo fulmineo su di me.
«Io voglio quella!» Dichiara perentorio, ma non ha capito che finchè si comporta in questo modo da bambino viziato, io replicherò sempre!
«E allora dovrai aspettare!»
Alzo la voce, sono stufa del suo modo di fare, ma la mia risposta non gli piace affatto. Aggrotta le sopracciglia e con passo felino si avvicina a me. Non mi scosto di un millimetro, nonostante il suo sguardo minaccioso.
«La prossima volta tieni a freno la lingua e fai quello che ti chiedo nella maniera giusta!»
A queste parole non ci vedo più dalla rabbia, ma chi si crede di essere? Questo imbecille ha bisogno di essere ridimensionato.
«Ascoltami bene, non sono qui per eseguire i tuoi ordini, è chiaro?»
Un lampo attraversa i suoi occhi smeraldini, contrae la mascella e un ghigno truce si forma sulle sue labbra.
«Credo che tu non abbia ben chiaro quale sia il tuo posto.»
«E quale sarebbe?» Rispondo altezzosa e con una punta di scherno.
Di tutta risposta mi afferra il braccio, mi tira dapprima verso di sé per poi spingermi all'indietro; barcollo, perdo l'equilibrio e cado terra.
«Ora sei nel posto giusto! Ai miei piedi e ai miei servigi.»
Non mi sono fatta niente, l'erba del prato ha impedito che prendessi un colpo troppo forte, ma ciò non toglie che sono scossa e spaventata dal suo gesto. È assurdo quello che ha appena fatto. Alzo lo sguardo su di lui, sembra soddisfatto, glielo si legge in faccia.
Che cosa ha che non va?
Lo guardo con odio, ma prima che io possa ribattere, perchè è quello che vorrei fare, una voce mi preclude la possibilità di farlo.
«Che diamine succede qui?»
Michey, a dir poco furioso, corre verso di noi. Sbarra gli occhi quando mi vede a terra e subito si precipita per aiutarmi a rialzarmi. In seguito sposta lo sguardo su suo fratello in cerca di una spiegazione.
«Ci stavamo conoscendo meglio.» Dichiara Veicht senza un minimo di rimorso nella voce.
«E lei era a terra perché?»
Michey gli lancia uno sguardo intimidatorio, ma il biondino non accenna a togliersi quell'aria superba.
«Oh, sai come sono le ragazze no?a volte inciampano con i loro piedini.» Sogghigna per schernirmi. Il suono della sua risatina mi fa rabbrividire, ha qualcosa di inquietante, ma non saprei spiegare che cosa.
«Vattene con te farò i conti dopo.» Il tono di Michey è freddo, guarda appena suo fratello come a volerlo ignorare e catalizza, poi, tutta la sua attenzione su di me.
«Stai bene?»Mi chiede con la voce addolcita, mentre mi accarezza il dorso della mano.
Annuisco, ma no, non sto affatto bene. Sono confusa e dentro di me prende spazio un altro sentimento: la paura. Sì, Veicht mi spaventa. Non ha esitato un secondo a buttarmi a terra, mi odia, o comunque non mi sopporta ed io non so il perchè, ma di certo non mi sento tranquilla a vivere con lui.
«Certo che sta bene, non lo vedi?» Sbuffa, come un bambino che vuole giustificare una malefatta.
Michey si volta di scatto nella sua direzione, stringe i pugni e fa un passo verso di lui.
«Ho detto vattene!» Gli intima con una voce roca tanto da sembrare un ringhio, ma nemmeno questo sembra riuscire a far desistere Veicht dal provocarlo.
«Altrimenti?» Gli chiede, di nuovo con tono di sfida.
«Non istigarmi ragazzino, potrei perdere la pazienza e allora...»
«Non dire altro fratello, immagino tu non voglia dare spettacolo davanti all'ospite.»
Mi indica con un gesto del mento e strizza l'occhio al fratello maggiore. Questo ragazzo non ha ritegno, quando Michey diceva che aveva un brutto carattere usava un eufemismo, è "stronzo di natura ", si diverte a far arrivare gli altri al limite e a quanto pare non lo fa solo con me.
Dato che Veicht non accenna ad andarsene, Michey poggia una mano dietro la mia schiena e mi fa strada verso l'interno.
Passando accanto a Veicht, non posso far a meno di guardarlo in faccia; sono impaurita, sì, ma sono anche arrabbiata e il suo sorriso malefico non fa altro che farmi irritare ancora di più.
Una volta rientrati Michey mi accompagna in cucina, lo vedo trafficare, per poi capire che mi ha preparato una camomilla.
Forse avrebbe dovuto farne cinque o sei litri e farli ingoiare di forza al fratello, anche se penso che sarebbe di sicuro più efficace un sedativo per elefanti.
Lo sento sospirare, mentre si avvicina con la tazza fumante.
«Ratri non succederà più.»
Michey esordisce con questa frase alla quale, purtroppo, non riesco a credere.
«Non ne sono convinta, forse è meglio che io me ne vada, non so che problemi abbia con me, ma non starò qui a farmi trattare come una pezza da tuo fratello.»
È meglio per tutti, anche se non ho idea di dove andare, non posso rimanere sotto lo stesso tetto di qualcuno che mi odia.
«Non gli permetterò di continuare a trattarti così.» La sua promessa lascia il tempo che trova, Veicht non sembrava intimorito dalla rabbia del fratello, quindi cosa mi fa credere che Michey abbia un qualche ascendente su di lui?
In tutto questo mi tornano in mente le parole di Alanora e quelle dei ragazzi della band.
Tipi inquietanti...stai attenta a Veicht.
Il fatto è che se ci fossero solo gli altri due fratelli, non ci sarebbe alcun tipo di problema. È solo quel pazzo del biondo ad essere inquietante.
«No, Ratri, devi fidarti di me. Voglio che tu rimanga, a Veicht ci penserò io, ti do la mia parola che ti tratterà meglio! Ti prego, dà a me la possibilità di rimediare agli errori di mio fratello.»
Mi prende la mani fra le sue e la stringe; la sua richiesta suona come una supplica, ma ancora non ne sono convinta.
«Michey, ma perchè lui ce l'ha tanto con me? ha detto che sono fastidiosa, ma che cosa significa?»
Di nuovo sospira e questa volta ci mette un po' prima di parlare, come se volesse cercare la maniera giusta di dire qualcosa. Ma cosa?
«A volte mal lo tolleriamo anche noi che siamo i suoi fratelli, è un giovine complicato ed è molto selettivo circa le persone di cui circondarsi. Non ama gli estranei, ma questo non significa che può comportarsi come gli pare. Gli parlerò io e vedrai che col tempo accetterà la tua presenza.»
Bambino viziato!
Questa è l'unica cosa che riesco a pensare di lui, la descrizione che ne fa Michey me lo fa immaginare solo in questo modo.
«Ok...» rispondo a monosillabi. Continuo a non essere convinta al cento per cento, ma forse, con il tempo, le cose potrebbero cambiare.
Michey mi sorride compiaciuto, se non addirittura sollevato. Per un qualche motivo, a me sconosciuto, ci tiene davvero che io rimanga qui. Questo mi lusinga e mi conforta sapere che "stia dalla mia parte".
«Vado a finire i lavori.» Gli dico intanto che finisco di bere la mia camomilla.
«Lascia perdere le pulizie, le nostre stanze sono già state rassettate. Come ho già detto, non pretendo che tu faccia tutto da sola e secondo la mia opinione, vale a dire l'unica che conta, oggi hai fatto abbastanza.»
Michey è davvero una persona gentile. Avrebbe potuto difendere il fratello, in fondo, io cosa sono per lui? Null'altro che una coinquilina.
Devo dire però, che la chiacchierata con lui mi ha un po' risollevata. Anche se la tensione non è sparita del tutto so che, se avrò qualche problema con il biondino, posso contare su di lui.
Il pomeriggio lo passo in camera mia, ma nonostante le parole di Michey so che c'è ancora una cosa che devo fare, poi potrò godermi una serata in compagnia di Alanora. Quella ragazza mi mette di buon umore, sono sicura che ci divertiremo.
Scendo a ritirare il bucato per poi stirarlo; appena arriva il turno della maglia di Veicht, il primo istinto è quello di bruciargliela. Sorrido all'idea, ma non sarebbe una mossa geniale, a meno che io non cerchi guai e tutto voglio tranne che avere un nuovo scontro con lui.
Adesso però sono indecisa sul da farsi, dovrei portargliela?
Sarebbe come abbassarsi alle sue angherie e io non voglio affatto che possa pensare che sono una che si piega. Ma se lui è un bambino viziato, io non la sono affatto, sono un'adulta e glielo dimostrerò portandogli quella stramaleddetta maglia. Se è intelligente, anche se a giudicare dal suo comportamento non sembra, la vedrà come un'offerta di pace.
L'idea di andare da lui, di certo, non mi entusiasma, ma ho preso la mia decisione: busserò alla sua porta, gli darò quella maglia e poi spero di non vederlo in giro per almeno un giorno o due. Sono determinata a evitarlo come la peste, ne va della mia quiete interiore.
Mi dirigo a passo lento verso la sua camera, mi sento come un condannato che cammina verso il patibolo. Busso due volte, ma non mi risponde nessuno; tanto meglio, gliela appoggerò sul letto così non dovrò incontrarlo.
Apro la porta, la stanza è immersa nella penombra; ha uno stile moderno, dire minimal. Un letto matrimoniale, una scrivania bianca e una libreria personale. Un finestrone, dal quale filtra la luce, da sul giardino nel retro come il mio balcone e infine noto una serie di poster attaccati ai muri, ma con questa semioscurità non riesco a distinguerne le tematiche.
«Che ci fai qui?» Rabbrividisco, ho il terrore a voltarmi. Non voglio scontrarni con lui e so già che gli leggerò negli occhi il fastidio di avermi trovata qui. Il finestrone d'un tratto diventa invitante; vorrei buttarmi di sotto piuttosto che affrontarlo, ma purtroppo devo farlo. Sento la gola secca, mi volto a occhi bassi, poichè non riesco nemmeno a guardarlo in faccia.
«T-ti ho riportato la maglia.»
Annuncio con la voce che trema per la serie di emozioni che mi travolgono in questi istanti: paura, frustrazione, imbarazzo.
Alzo la testa per vedere la sua reazione. I suoi occhi hanno un bagliore particolare, sono luminosi e anche con la poca luce riesco a vedere le sue iridi smeraldine che mi scrutano.
«Vedo che non sono l'unico che entra nelle stanze altrui senza permesso.»
«Ho bussato!»mi affretto a dire, mentre le mie mani iniziano a sudare per l'agitazione.
«A mia discolpa, posso dirti che anche io ho bussato l'altra sera, ma tu eri in bagno.»
«E sei rimasto lì mentre ero mezza nuda...»
Alza le spalle come se il mio commento non lo toccasse, mi gira intorno e prende la maglietta che ho appoggiato sul suo letto. Si sbottona la camicia con una lentezza che mette i brividi, le sue dita si muovono sinuose, mentre il primo bottone viene liberato e rivelano una parte del petto. La luce tenue che entra dal finestrone lo rende ancora più affascinante. Inclina la sua testa all'indietro mentre si appresta a slacciare anche il secondo bottone e, appena lo fa, riesco a vedere con chiarezza che il suo petto è glabro. La prima volta che si tolse la maglia davanti a me, non avevo fatto caso a questo particolare, troppo concentrata sul suo atteggiamento. Continuo a guardarlo mentre le sue dita si avvicinano al terzo bottone, ma prima di slacciarlo volta la testa nella mie direzione.
«Vuoi rimanere a guardare, bestiolina?»
Merda!
Sussulto tanto che ero sovrappensiero e arrossisco. Mi sento una tale idiota, in effetti perchè sono rimasta lì! Scrollo le spalle e corro verso la porta senza dire una parola e, mentre la chiudo alle mie spalle, lo sento sogghignare.
Accidenti a me!
Pure questa figuraccia: sono rimasta lì immobile a guardarlo penserà... che diamine! Penserà davvero che aspettassi si spogliasse. Sono una stupida, me lo ripeto, perchè ho appena fatto la stessa identica cosa che ha fatto lui quella sera e, adesso, non ha nemmeno più senso rimproverarlo di questo.
Torno in camera mia, cammino avanti e indietro per la stanza per stemperare la tensione, ma questo imbarazzo non se ne va. Mi torturo le unghie: mordo e strappo la pelle dal nervoso. Penso di essermi appena data la zappa sui piedi da sola; sono certa che questo episodio me lo rinfaccerà in ogni, singola, discussione.
Poi quel suo maledetto modo di chiamarmi... bestiolina
Che significa? Che mi vede fragile e debole? Pensa forse di poter prevaricare su di me con il suo modo di fare? Si sbaglia di grosso!
Tenterò con tutte le mie forze di mostrarmi forte, anche se devo ammettere che oggi, per un attimo, ho avuto paura e il fatto che lui ne sia consapevole e se ne compiaccia mi spaventa ancora di più. È una sensazione strana, ma dentro ai suoi occhi ci leggo un odio inspiegabile nei miei confronti, mi incute timore.
Questo ragazzo ha qualcosa di sinistro, di oscuro anche quando sorride; il suo volto è angelico, ma nel suo sguardo, o meglio solo se guarda me, non c'è proprio nulla di buono.
Può un angelo essere cattivo?
Se dovessi fare un paragone biblico, direi che lui in tutto e per tutto mi ricorda Lucifero; bellissimo eppure malvagio.
***
Ciao a tutti come state ?
Spero che questa prima parte vi sia piaciuta. Ho dovuto dividere il capitolo in due parti per non rischiare il linciaggio.
Come vi sembrano i personaggi ?
Voi sareste rimasti lo stesso a villa Andrews nonostante il comportamento di Veicht ?
Fatemi sapere le vostre opinioni qui sotto con un commento e una stellina.
Noi ci vediamo nel prossimo spazio autrice nella seconda parte di questo settimo capitolo.
A presto un besito 😘
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