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Capitolo 3 L'intrusa (parte seconda)

VEICHT

Mi dirigo verso la sua camera.
Non sento alcun rumore, provo a bussare, ma nessuno mi risponde. Presumo che sia in bagno. La porta non è chiusa a chiave, quindi decido di entrare e di aspettarla qui. Nel frattempo curioso in giro. Ha sistemato già tutte le sue cose, pare abbia intenzione di rimanere a lungo.
Non ha fatto i conti con il sottoscritto.

Sento la porta del bagno aprirsi. Non pensavo di trovarla così: è in accappatoio. Rimango un attimo interdetto, ma non posso mostrarle il mio imbarazzo, perciò do sfogo alla mia strafottenza.

«Guarda, guarda, che cosa abbiamo qui? Buonasera nuova arrivata.»

Si gira di scatto, spalanca gli occhi per lo spavento e stringe l'asciugamano contro il suo corpo.
Come avevo già notato ha la pelle molto bianca, se arrossisse, potrebbe diventare un problema.

«Chi diavolo sei tu e cosa ci fai nella mia stanza?»

È sulla difensiva e la capirei se non fosse che la vera intrusa è lei.
Mi fa venire voglia di giocare, giusto per testare il suo carattere e la sua pazienza.

«Volendo essere precisi, qua dentro di tuo c'è ben poco, in ogni caso pensavo che Michey ti avesse messo al corrente che fossimo in tre.»

Mi fissa, so che, per forza di cose, è rimasta affascinata da me. Infatti quando il mio sguardo si fa più intenso, abbassa il suo imbarazzata. Sento il suo sangue fare una rapida corsa verso le sue guance. Si mette male per me, ma me la sono cercata quindi devo sforzarmi di non farci caso.

Ho il pieno controllo di me per il momento.

«Esci!» Mi dice imperativa, ma senza guardarmi .
«Per favore.» Si affretta ad aggiungere e questa volta alza un poco la testa.
La sua voce trema ed è quasi un sussurro. Le sorrido e le rispondo con fare canzonatorio.

«E perché mai dovrei farlo? Sono venuto a presentarmi, dovresti essere più gentile!»

Alle mie parole, il suo imbarazzo viene spazzato via e sostituito dal fastidio. L'ho fatta arrabbiare e non posso usare i miei poteri, quindi qualsiasi sia la sua reazione dovrò prenderla così com'è.

«Bel modo di presentarti! Entrare di soppiatto nella mia camera e rimanere lì anche se non sono vestita.»

Cerco di non ridere, ma è davvero carino il suo modo tutto impettito di parlarmi. Se solo sapesse che cosa sono davvero. Se ne starebbe buona e zitta, oppure scapperebbe a gambe levate. Ma non lo sa, quindi pensa di potermi parlare come le pare e va bene, purchè non superi un certo limite, non ho un temperamento docile, nè ho molta pazienza. Non ho ancora finito con lei e il mio divertimento è all'apice.

«In effetti ti preferirei nuda, ma dato che ci tieni tanto a tenere addosso quell'affare, fa pure, non mi infastidisce.»

Alzo le spalle con nonchalance e lei mi guarda sbalordita, forse si chiede se scherzo, o se faccio sul serio. Beh, diciamolo, nuda farebbe tutto un altro effetto.

«Che cosa vuoi?» Quasi mi urla contro mentre incrocia le braccia al petto, ma fa molta attenzione a stringere la presa contro l'asciugamano.

«Nulla, volevo conoscere l'ospite dato che Michey ha parlato molto di te.»
«Bene, mi hai conosciuta, ora puoi andartene!»

È seria, ma la voce tradisce la sua agitazione.

«Ma non mi hai nemmeno detto come ti chiami.»

È irritata, lo capisco da come serra la mascella. Si avvicina a me a grandi falcate, mi supera e spalanca la porta.

«Ratri, e ora fuori!»

Mi volto nella sua direzione, ha il braccio teso a indicarmi la porta. Mi avvicino. È bassina, la supero di almeno una spanna. Sono a pochi centimetri da lei, sostiene il mio sguardo anche se sento il suo respiro farsi irregolare e il cuore pompare più veloce il sangue.

Adesso riesco a sentire meglio il suo odore, è buono e so, quasi per certo, quale sia il suo gruppo sanguigno: A+, il mio preferito, purtroppo. Per esserne sicuro al cento per cento dovrei assaggiarla.

Ci penso troppo in questo momento e i miei istinti si risvegliano, sento le zanne pulsare contro le gengive. Devo trovare una scappatoia da me stesso. Sbatto le palepre per evitare che i miei occhi diventino rossi e cerco di pensare a qualcos'altro anche se è difficile.

Le afferro con delicatezza la mano, la porto alla bocca e vi deposito sopra un bacio leggero. La fisso con un sorrisetto malizioso mentre noto la sua pelle incresparsi. È probabile che sia per il freddo o forse... per causa mia.

«Enchantè! io sono Veicht.»

So che la mia mano è gelida, perciò non mi stupirei se la ritraesse. Eppure, strano ma vero, non lo fa e inoltre non perde affatto il suo atteggiamento altezzoso.

«Potrei dire che è stato un piacere, ma mentirei. Ora, se non ti dispiace, posso riavere la mia mano?»

La lascio e lei di nuovo mi indica l'uscita. Farò il bravo per questa sera, credo di averla già fatta arrabbiare abbastanza, ma un'ultima frecciatina prima di uscire me la concedo.

«Il piacere sarà mio, stanne certa.»

Non appena esco chiude la porta. La sento sospirare, per poi fare dei respiri profondi per tentare di calmarsi. Quanto vorrei poter leggere in quella testolina e sapere cosa sta pensando adesso. Di certo che sono bellissimo, ma questo è un dato di fatto, non che faccia qualcosa di particolare a riguardo, lo sono e basta. Poi che altro? Che sono arrogante, fastidioso, oppure le piace il mio modo di fare?

Devo ammettere che mi sono divertito. È carina, fiera nonostante la situazione imbarazzante. Di certo è un osso duro, non sarà facile andare d'accordo con lei e nemmeno sarà facile piegarla. Indifesa, eppure combattiva come un animaletto che tira fuori tutte le sue abilità per sopravvivere.

Una bestiolina.

Torno nella mia stanza; la notte è sempre lunga, ho poche cose da fare, ma con un essere umano in casa lo sarà ancora di più. Non potrò fare rumore o si sveglierà, non potrò suonare il piano durante la notte. Questo è ciò che mi infastidisce di più della sua presenza. Non poter più essere me stesso. Sbuffo e prendo uno dei miei libri, purtroppo non c'è molto altro che posso fare a parte leggere.

Durante la notte, però, mi viene in mente un'idea malsana. C'è un modo per me di conoscerla meglio: potrei entrare nei suoi sogni. In teoria non infrangerei nessuna regola, in quanto io darei solo una sbirciata. L'inconscio dice molto su una persona e questo mi permetterebbe di scoprire molte cose su di lei.


Sorpasso fulmineo il corridoio ed entro un'altra volta nella sua stanza, mi avvicino al suo letto e mi concentro.

Non ha particolari barriere, quindi vuol dire che di rado tiene nascosti i suoi pensieri, o addirittura mai. Ho già imparato qualcosa, è quel tipo di persona che dice quello che pensa quando lo pensa. Diretta e senza censura. Mi piace, ma potrebbe anche farmi innervosire con facilità.

Entro nel suo sogno in punta di piedi, non voglio che mi veda e quindi interferire col sogno. Per il momento voglio solo conoscerla.

È tutto molto confuso all'inizio, poi le immagini si fanno nitide. Due figure, che presumo siano i genitori, la abbracciano. Le mancano come è normale che sia.

In seguito le immagini cambiano e sogna... me.

"Esci."

"Enchantè io sono Veicht."

Devo davvero aver fatto colpo se le è bastato un incontro per sognarmi. Sorrido compiaciuto.

Sarei curioso di vedere come andrebbero le cose se prendessi il controllo del sogno, ma per questa volta non lo farò. È la sua prima notte qui, meglio che dorma tranquilla, quando domani si sveglierà potrò divertirmi ancora.

Esco dalla sua testa. Controllo che non si svegli, ma dorme come una bambina, ha il respiro regolare e i muscoli del viso rilassati, perciò non c'è pericolo che si desti da un momento all'altro. Mi avvicino per osservarla ancora un po'. Bella e... appetitosa.

"Merda "

Devo uscire da qui subito, prima di combinare un guaio. Torno nella mia stanza, chiudo la porta dietro di me e respiro. Il suo odore ha invaso la casa, ma non posso e non devo lasciarmi controllare dalla sete.

Passerò la nottata a cercare di distrarmi: un libro, la musica, l'alcol... quello a volte aiuta.

Riempie lo stomaco e da una parvenza di sazietà, anche se non cancella del tutto la sete.

Però sono fiero del mio autocontrollo. Ho la tentazione a due porte di distanza e sono riuscito a scappare per ben due volte.

Domani, però, tutto sarà più semplice perchè avrò la mia dose di sangue umano.

Ciao a tutti, come state?

Che ne pensate del primo incontro ?
Forse è un cliché lo so, ma spero di averlo reso meno banale di tanti altri.

CURIOSITÀ:
Il comportamento di Veicht e di tutti i vampiri riguardo a come si approcciano al sangue e alla caccia non è casuale o inventato da me. Ho riprodotto infatti il comportamento di due animali che conosciamo tutti molto bene.
Le zanzare: per chi non lo sapesse, questo curioso e fastidioso insetto punge tutti sì, ma ha delle preferenze, è stato studiato che il gruppo sanguigno 0 sia il preferito di questo insettuccio. Per Veicht ho scelto A+, non so ancora se specificherò quale sia il preferito degli altri fratelli, magari fatemi sapere se vi piacerebbe saperlo.

Altro animale a cui mi sono ispirata, e in questo caso per quel che riguarda la caccia, è il gatto. Potevo scegliere un qualsiasi felino è vero, ma i nostri animali domestici sono cacciatori molto più letali e subdoli degli altri felini, in quanto avendo da mangiare cacciano anche solo per sfizio, questo li porta a giocare con le loro prede. Avete mai visto come si comporta un gatto con il topo? No? Guardatevi un video e capirete.

Spero che queste curiosità siano state di vostro gradimento.

Fatemi sapere se questa parte del capitolo vi è piaciuta con un commento e una stellina.

Noi ci vediamo al prossimo capitolo.

Un besito a tutti 😘

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