Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 17 Sola, ma non troppo (parte seconda)

RATRI

Ora che sono di nuovo sola, voglio controllare ancora una cosa prima che tornino gli Andrews: la maledetta soffitta.
Sì perché non ho dimenticato quanto è stato categorico Michey nel non volermi fare andare lassù con lui. Non ci ho creduto affatto che fosse per i topi, le assi o qualsiasi altra sciocchezza si è inventato quel giorno. Nascondono qualcosa lassù e io devo capire cosa. Non sono paranoica, ma ci sono troppe cose strane in questa famiglia. Se in passato sono stata precipitosa nel trasferirmi qui, adesso ho bisogno di capire meglio chi sono e cosa nascondono le persone con cui vivo.

Armata di coraggio, ma sopratutto di curiosità, salgo le scale che mi portano fino alla soffitta. Arrivata nel piccolo pianerottolo mi sorprendo nel trovare una normalissima porta che conduce a un'ulteriore stanza. Mi aspettavo di trovare una botola con scala, ma devo ammettere che così è molto meno inquietante. Mi guardo alle spalle, la suggestione purtroppo non mi aiuta a prendere coraggio, ma il fatto che sia pieno giorno mi rincuora.

Di notte non ci sarei mai venuta.

Mi avvicino alla porta, ma subito la mia attenzione viene attirata da qualcosa di inaspettato: un enorme lucchetto in ferro battuto tiene chiusa quella porta. So che non si aprirà mai, ma per la frustrazione, e forse la speranza che sia posto lì solo per apparenza, mi spingono a tirare la maniglia e provare a forzare la porta che, è chiaro, non si apre affatto. Una serie infinita di pensieri mi attraversano la mente tra cui quello di forzare il lucchetto o scassinarlo.

Certo e poi cosa gli racconti quando se ne accorgeranno?

Mi mordo le unghie, non so cosa fare, ma il fatto che questa porta sia sigillata mi fa venire ancora di più la voglia di entrare in quella stanza. Mi abbasso e cerco di guardare dalla serratura. Nulla, è troppo buio dentro e non vedo proprio niente. Impreco e abbandono la soffitta. Ci sono troppe cose strane, troppe domande che mi frullano in testa. Se lassù ci fossero solo cianfrusaglie e i quadri di Blazej non ci sarebbe motivo di impedirmi di andarci, no?

Mi preoccupa non poco quello che potrebbero nascondere e inizio a pensare a troppi scenari macabri o scoperte lugubri che potrei fare entrando da quella maledetta porta, come per esempio cadaveri o esperimenti di dubbio gusto.

Non mi sento tranquilla, anzi, sono piuttosto in ansia tanto che mi si chiude lo stomaco.

Salto la cena e quando arriva sera gli Andrews ancora non sono tornati. Sono in camera mia che ancora ripenso alla faccenda della soffitta e non solo. Esco sul balcone a fumare una sigaretta, cercando di stemperare la tensione. Mentre fisso il bosco, però, di nuovo quella sensazione di essere osservata si insinua tra le mie viscere. È come se lo sentissi sulla pelle, i nervi vibrano al di sotto di essa e tutto mi porta a scrutare e cercare una figura nel nulla.

Sbuffo spazentita, quando la sensazione si intensifica a tal punto da darmi quasi fastidio. Perciò decido di mettere fine almeno a questo mistero, o almeno è quello che credo di riuscire a fare. Mi infilo una felpa pesante ed esco dalla stanza. La casa è ancora immersa nel silenzio, è tutto buio, mi chiedo quando abbiano intenzione di tornare e se Blazej sia effettivamente andato all'appuntamento con Alanora. Spero di sì, se le ha dato buca è un vero cretino oltre che maleducato.

Scendo le scale fino ad arrivare alla porta d'ingresso, poi esco e mi dirigo verso il giardino sul retro dal quale inizia il sentire che porta all'entrata del bosco. Per qualche metro la stradina sterrata è illuminata da lampioni, quattro per lato per la precisione, ma da un certo punto in poi tutto è buio. Perciò mi aiuto con la torcia del telefono. Non so cosa spero di trovare in realtà, ma man mano che mi avvicino al bosco mi rendo conto che la mia idea è alquanto stupida. Non mi addentrerò di certo, arriverò solo dai primi alberi e, se non trovo nulla, tornerò indietro.

Non c'è un filo di vento, tutto intorno a me è silenzioso, solo qualche animale notturno spezza la quiete con il loro bubolare.
Faccio ancora qualche passo e la sensazione che provavo dal balcone si intensifica. La gola si secca, mi guardo intorno, ma ci sono solo arbusti e cespugli davanti a me. Provo a illuminare alcune zone con la torcia, ma non c'è proprio nulla che possa scatenare questa spiacevole percezione. Faccio qualche altro passo, adesso sono proprio dentro al bosco, ma riesco a vedere ancora il sentiero dietro di me.

A un certo punto sento un ramo spezzarsi. Non capisco bene da dove proviene il suono, ma d'istinto mi volto in quella credo essere la direzione più plausibile. I miei occhi saettano a destra e sinistra senza vedere nulla. Il mio cuore inizia ad accelerare ed è solo quando un secondo ramo si spezza che mi convinco sia davvero arrivato il momento di tornare indietro. Mi volto pronta a correre fuori da quel posto quando all'entrata del bosco vedo palesarsi una sagoma. Spalanco gli occhi dalla paura e vado nel panico. Il cuore mi martella nel petto e mi paralizzo terrorizzata. Quando, però, la figura inizia ad avvicinarsi mi desto. L'adrenalina entra in circolo e mi guardo intorno per cercare qualcosa con cui difendermi. L'occhio mi cade su un pezzo di legno abbastanza grosso. Mi muovo di scatto e lo afferro non appena lo impugno la sagoma si avvicina più veloce e io sono pronta a colpirla.

«Buona, buona bestiolina, sono io.»

Rimango con le mani a mezz'aria e tiro un sospiro di sollievo. Se non fosse Veicht avrei l'istinto di abbracciarlo. Sono ancora spaventata, ma sapere che è lui e non chissà chi mi tranquillizza. Forse...

Mi libero del legno e rincomincio a respirare senza iperventilare.

«Mi spieghi cosa ci fai da sola nel bosco?»

«Potrei chiederti la stessa cosa. Da quanto siete tornati?»
«Poco fa, ma in tempo per vedere,
dalla mia camera, dalla quale si vede il bosco, te venire qui. Quindi, tornando alla domanda iniziale, cosa stai facendo?»

Non mi va di raccontargli la verità, non a lui almeno. Non capirebbe e l'userebbe come pretesto per prendersi gioco di me. Incrocio le braccia e distolgo lo sguardo.
«Niente!» Rispondo sotto voce, ma se speravo che questa pseudo-risposta lo facesse desistere dall'indagare oltre mi sbagliavo. Mi si avvicina ancora, i suoi passi mi costringono a rivolgere di nuovo lo agrario su di lui, e poi mi urla contro.

«Maledette donne. "Niente, niente". La risposta a tutto, ma non è mai una cazzo di risposta. Sei dentro un bosco, di notte, da sola. Stai cercando di farti ammazzare per caso? Hai idea di quanti animali vorrebbero banchettare con te, stupida bestiolina?»

Ogni occasione è buona per lui per insultarmi. M'innervosisco e rispondo tra i denti.

«Non chiamarmi stupida!»

«E allora spiegati.»

«Se te lo dico... poi... mi prendi in giro.» Dico con un filo di voce, mentre abbasso lo sguardo.

«No, tranquilla, non posso avere un'opinione di te più bassa di quella che ho già.»

Ma come può anche solo pensare per un secondo che con un approccio del genere io gli racconti la verità? Sbuffo e incrocio le braccia. Lui, però, fa la stessa cosa e, quando cerco di incamminarmi superarlo, fa un passo in quella stessa direzione sbarrandomi la strada.

«Sto aspettando.»

Non mi lascerà andare, lo so, e non ho intenzione di passare qui tutta la notte, perciò prendo un respiro profondo e confesso.

«Ho... io a volte, quando mi affaccio al balcone, ho l'impressione di essere, uhm, osservata... da qualcosa nel bosco.»

Per un attimo rimane serio sbarra gli occhi incredulo e subito dopo si porta una mano alla bocca. Cerca di trattenere una risata senza successo e questo mi infastidisce. Sbuffo e lascio che le mia braccia cadano lungo i fianchi.

«Lo sapevo che non dovevo dirti nulla.»

Si schiarisce la voce, ma il sorriso canzonatorio non lascia le sue labbra.

«No, scusa, fammi capire. Il tuo primo geniale pensiero è stato quello di venire a controllare.
Non è un'idea intelligente.»

Odio il suo sarcasmo, odio il suo modo di fare e odio il fatto che si ponga sempre uno scalino sopra di me.

«So badare a me stessa.» Rispondo piccata.

«Ho notato.» di nuovo quel suo stupido tono ironico. Poi indica la fitta boscaglia alle mie spalle «Basta vedere le decisioni che prendi per farmi credere che, invece, ti serve una balia.»

Sbuffo infastidita. Non lo sopporto più.

«Smettila! Non è successo niente e se tu non mi avessi spaventata sarebbe stato anche meglio.»

«Quindi se tremi come una foglia è colpa mia?» Domanda con un sopracciglio alzato.

In realtà è anche il freddo che comincia a penetrarmi nelle ossa a farmi rabbrividire, ma preferisco addossargli tutte le colpe visto il suo comportamento indisponente.

«Beh, direi proprio di sì!»

Lui mi squadra dalla testa ai piedi con finto compiacimento.

«Molto bene. Credo che tu sappia ritrovare la strada di casa da sola.»

«Infatti!»

Non gliela do vinta. Anche se questo bosco mette i brividi non voglio mostrare a Veicht la mia paura. Lui si volta e, mentre si incammina, alza una mano dietro la testa come cenno di saluto.

«Attenta ai lupi, ciao.»

Non ha detto lupi, vero?

Ripiombo nel panico mentre lo vedo allontanarsi a grandi falcate. Non so se lo ha detto solo per spaventarmi o se è vero che il bosco è pieno di lupi, non mi sono informata sulla fauna di Aima. Beh, non mi sono informata proprio di nulla in realtà. La mia impulsività è andata un po' troppo oltre quando ho deciso su due piedi di trasferirmi qui.

Decido comunque di affrettare il passo, devo uscire di qui il prima possibile. Arrivata di nuovo all'entrata del bosco, le luci dei lampioni posti nel giardino mi infondono sicurezza. Tuttavia, guardando avanti a me, mi accorgo che Veicht non è più nei paraggi.

Eppure la strada è lunga.

Immagino che si sia messo a correre o qualcosa del genere, solo per il gusto di lasciarmi davvero da sola.

Sono persa nelle mie congetture mentali quando un cespuglio alla mia destra inizia a muoversi. Qualcosa al suo interno sta per uscire fuori, ma tutti i muscoli del mio corpo, seppur io sia spaventata, sono paralizzati. Dovrei correre, scappare, eppure non ci riesco. Deglutisco e il cuore mi esplode nel petto. Vorrei urlare, anche chiamare Veicht diventa un'opzione allettante, ma non ho il tempo di far nulla che qualcosa sbuca da quel groviglio di rovi e foglie: un gattino.

Porto la mano al petto e lascio andare un sospiro di sollievo.Mi sento una tale imbecille. Spaventarmi per un affarino così piccolo.

Mi accuccio e tendo la mano verso il cucciolo. Sembra spaventato e si avvicina cauto. Annusa la punta delle mie dita e, in fine, si struscia contro di esse. Amo i gatti, quindi, poichè ben disposto, provo a prenderlo in braccio. Lui non oppone alcuna resistenza, anzi, si lascia sollevare da terra, miagola e inizia a fare le fusa, per poi addormentarsi nel giro di qualche secondo.

«Sei proprio un dormiglione eh, ho il nome perfetto per te: Sleepy.»

Con il mio nuovo amico stretto tra le braccia, m'incammino verso l'entrata della villa.

Risalgo in camera mia, appena entro accendo la luce e trasalisco dalla paura nel vedere una figura nel mio letto. Tiro un sospiro di sollievo nel constatare che si tratta di Veicht, anche se non mi sento affatto sollevata nel trovarlo qui.

«Cosa ci fai qui?» Gli chiedo infastidita.

«Volevo vedere se cappuccetto rosso riusciva a tornare a casa senza farsi mangiare dal lupo.»

«Ah, e come potrebbe se se ne sta stravaccato sul mio letto? A proposito, potresti andartene?!»

La mia non è affatto una richiesta cordiale, anzi, ma lui pare non aver voglia di collaborare. Abbandona la sua posizione rilassata e si mette a sedere, ma mi fissa predatorio con i suoi occhi smeraldini e con quel sorriso sfacciato che non promette mai nulla di buono.

«Oh, quindi io sarei il lupo?»

«Beh, di certo non sei "nonnina"» Rispondo piccata. Lui si dipinge sul volto una smorfia divertita per poi alzare le mani in segno di resa ed esclamare:
«Touchè!»

Entrambi sorridiamo, ma subito dopo le sue labbra si incurvano rapide fino a tornare ad essere una linea sottile e ho l'impressione che i suoi occhi si siano assottigliati.

«Cos'hai lì?» Mi chiede gelido, mentre indica con il mento il piccolo micio che dorme beato fra le mie braccia.

Io prima guardo Sleepy e poi riporto lo sguardo su Veicht. Sorrido sarcastica e mi avvicino.

«Questo? Oh, è un piccolo mammifero appartenente alla famiglia dei felidi. Comunemente chiamato gatto!»

«Lo vedo che è un gatto, non sono stupido, intendo dire: Cosa ci fa qui?!» Il suo tono si fa sempre più duro e scatta in piedi.

Ma che diavolo gli prende?

«L'ho trovato e l'ho portato in casa, e che sia chiaro rimarrà qui!»
«Non credo!»

Lo guardo attonita e scuoto la testa.
«Che fastidio ti può dare?»

«Nessuno, non è quello il problema, bestiolina in più o bestiolina in meno non fa la differenza.» questa volta è lui a prendersi gioco di me con un chiaro riferimento all'odioso nomignolo che mi ha affibbiato.

« Il punto è che i gatti graffiano.» conclude la frase tornando serio.

Davvero è questo il problema? Mi prende in giro?

«Ma va? Se è per questo miagolano anche. Ora hai altre informazioni ovvie da condividere con me? Perchè sono un po'stanca e vorrei dormire!»

Gli indico la porta con la speranza che colga il messaggio e si tolga dalla mia vista, lui e le sue stupide paranoie sui gatti che graffiano.

«Quindi lo vuoi tenere?!»

«È quello che farò!» Affermo con uno sguardo truce. Mi da ai nervi e lo voglio fuori di qui.

«Molto bene!» Esclama e subito dopo mi strappa il micio dalle braccia, il quale si sveglia e miagola. Vado nel panico.

«Ehi, lascialo, lascialo subito!»

Che cosa vuole fargli? Che razza di mostro è per prendersela con una creaturina così piccola e indifesa.  Lo prende da sotto le zampe  anteriori e lo avvicina al suo viso.

«Tu, cosino guardami! Tu non la dovrai mai graffiare, Mai!»

Rimango basita e spalanco gli occhi.

Questo è un pazzo! Un pazzo vero.

«Smettila!» Gli urlo contro e gli afferro un braccio. Lui, con tutta calma, mi porge il gatto che io subito recupero dalle grinfie di questo sociopatico stronzo.

«È tutto tuo.»

Lo accarezzo per tranquillizzarlo, ma non so chi dei due sia più terrorizzato.

«Ma tu che problemi hai?»

Sono furiosa, li odio. Lui mal sopporta me, e non gli ho fatto nulla, eppure lo accetto, ma che se la prenda con un animaletto solo perchè lo voglio tenere, no, questo non lo accetto.

Mi si avvicina, arriva a un palmo dal mio viso e sono quasi pronta a schiaffeggiarlo se non fosse che è lui a ritrarsi. Guarda me e poi Spleepy, schiude la bocca per dire qualcosa, tuttavia ci ripensa, scuote la testa e lascia la stanza.

Finalmente!

Ritorno a respirare. Non mi ero accorta di aver trattenuto il fiato, ma Veicht è così... a volte lui è così... così... spaventoso.

Lo è, ha qualcosa che non va è chiaro. I suoi fratelli sono diversi e nonostante dicano che abbia un carattere difficile, secondo me minimizzano. Si comporta come un malato di mente, un sociopatico, un... ah, non lo so nemmeno io. Ma credo proprio che abbia bisogno di uno psichiatra, e di uno veramente bravo.

Per il momento è andato via, ma che mi garantisce che non tornerà di nuovo? Quello che ha fatto al gatto, il suo modo di parlargli come se davvero potesse ascoltarlo... è da pazzi e io ne sono turbata. Devo parlarne con qualcuno, ma come ho detto i suoi fratelli, forse per il troppo bene, non credo che riescano a vedere quanto Veicht sia fuori di senno. Forse potrei parlarne con Alanora. Prendo il telefono, ma appena apro la sua chat mi ricordo che è a un appuntamento con Blazej. Non posso disturbarla ora, dovrò aspettare.

La follia di Veicht passa in secondo piano, per il momento.

Mi cambio e mi metto a letto. Sleepy si è già addormentato sul cuscino accanto al mio. È così tenero. Lo accarezzo con leggerezza, non voglio svegliarlo. E alla fine mi giro dall'altra parte, anche io provo a dormire, anche se l'ansia che sento rende questo obbiettivo difficile, devo rilassarmi e tentare.

Ciao a tutti, già non ve lo aspettavate eh? Eppure eccomi qui con un nuovo capitolo.

Spero che questa seconda parte vi sia piaciuta, fatemelo sapere nei commenti.

Vi anticipo già che non so quando pubblicherò di nuovo, questa parte è stata scritta abbastanza di getto. Ma prima di iniziare un nuovo capitolo ci sarà un piccolissimo extra. Vediamo chi scopre di che cosa si tratta? O meglio di chi...

Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto, noi ci vediamo presto (si spera) con un nuovo capitolo. Io nel frattempo vi mando un besito ❤️

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro